La pubblicazione di un moderno dizionario per l’esercito e per la sua tecnica proviene dal dovere di provvedere d’una larga base di termini tecnici ufficiali nell’esercito gli studenti e gli interpreti militari nonché gli ambienti di coloro che fan parte della scienza e della tecnica militare.
«Le minoranze in Polonia devono sparire. La politica polacca è quella che si occupa di farle sparire e non soltanto dalla carta. Questa politica viene sviluppata sempre più senza scrupoli e senza la minima considerazione dell’opinione pubblica del mondo, degli accordi internazionali o della Societàdelle Nazioni. L’Ucraina è diventata, sotto il domino polacco, un inferno. Si può dire altrettanto, con ancora maggior ragione, della Russia bianca. Lo scopo della politica polacca è di far sparire le minoranze nazionali dalla carta e dalla realtà». Dal Manchester Guardian del 14 dicembre 1931, relazione dell’inviato speciale a Varsavia. – Con l’imposizione di Versailles, milioni di tedeschi furono incorporati forzatamente nella Repubblica polacca allora creata, a condizione che fossero date ai tedeschi garanzie ben definite per la vita, la proprietà, la lingua e la cultura. Che i polacchi avessero portato avanti una scellerata politica di sistematico annientamento di tutto ciò che non solo era tedesco ma appartenente anche alle altre minoranze venne alla luce solo dopo la creazione dell’ apposito ufficio da cui proviene questa documentazione.
Accompagnato dalla versione originale su CD, trascrizione del discorso introduttivo di Adolf Hitler durante la sessione del Reichstag con il rendiconto dopo quattro anni. La sessione ebbe luogo in una data densa di significato per il popolo tedesco, il 30 gennaio 1937, giustamente a quattro anni dall’inizio della rivoluzione interna.
Prima di essere liberata dal nostro Esercito, Bromberg, dove vivo, è stata teatro di un vero e proprio massacro ad opera dei polacchi sia civili che in divisa, diventando nostro malgrado simbolo, in quella che è stata definita Domenica di sangue, della furia polacca e delle atrocità commesse ai danni di circa 58.000 civili, tra cui bambini, donne ed anziani.
Nel 1933 agli agricoltori tedeschi venne garatito un reddito pari a quello delle altre categorie produttive e i contadini iniziarono a produrre non quello che rendeva economicamente di più, ma ciò che serviva all’alimentazione del popolo. In compenso ricevevano sussidi e l’incasso totale del venduto.
“Non staremo dunque a ripetere che il Fascismo ha ricongiunto nella nostra coscienza gli opposti termini della verità dialettica e che dirige ad un fecondo lavoro ed a giusta meta il corso della vita; gli opposti termini di individuo e Stato, di diritto e dovere, di libertà e d’autorità, di passato e d’avvenire; non staremo a ripetere che il Fascismo ci ha dato il sentimento del nostro valore nell’ascendente valore dello Stato italiano, ci ha dato il sentimento della continuità della nostra storia, della grandezza che splende nel passato, e degl’ideali che illuminano una nuova missione dell’Italia. Ed invece dedicheremo quest’ultimo capitoletto ad una pura e semplice enumerazione di fatti”. Dall’introdizione di Giuliano Balbino.
“In Germania si sono amalgamate una grande varietà di razze europee inparentate fra loro. Da queste radici è cresciuto un unico ceppo. Ogni razza ha dato la ua parte migliore; ciascuna ha contribuito all’anima germanica. Noi tedeschi abbiamo un’animo combattivo, lo sguardo rivolte all’orizzonte, il desiderio di fare le cose per il piacere di farle, tipico della razza nordica. Una razza ci ha dato le nostre accoglienti e vecchie città, un’altra ci ha donato la padronanza del magico regno della musica. Un’altra ancora la nostra abilità nell’organizzare e la nostra silente obbedienza” – Helmut Stellrecht
Al momento dell’arretramento sulla linea VKT le forze finlandesi sul Kannas si trovavano in una situazione oltremodo preoccupante.Dovevano sganciarsi dalla linea avanzata temporeggiando il più pos-sibile nel combattimento per dare alle truppe che giungevano in aiuto dalla Carelia orientale la possi¬bilità effettuare il trasferi-mento. Una resistenza troppo prolunga¬ta avrebbe potuto avere co-me conseguenza che le forze corazzate russe penetrassero come un cuneo tra Muola-anjärvi e Vuoksi, separando in tal modo le for¬ze sul Kannas centrale da quelle del Kannas o¬rientale. Per nostra for-tuna la tattica russa era in genera¬le quella dell’avanzata diretta. Si basava sull’impie¬go frontale della forza e della massa insieme coor-di¬nate, ed evitava le raffinatezze come l’inseguimento parallelo, l’elasticità operativa, la separazione o le sacche. I russi tendevano soltanto a ricacciare di¬nanzi a sé i finlandesi che si ritiravano su un fronte lineare. In tali condizioni, pur minacciato da molti pericoli, l’arretramento po¬té venire eseguito secondo i piani; una parte del-le forze fatte affluire in aiuto dalla Carelia orientale era ormai giunta ed aveva avuto il tempo di schierarsi lungo la linea VKT, pri-ma che cominciassero gli ef¬fettivi combattimenti.
Brossura 14 x 21 cm. pag. 170 con 6 cartine b/n + 18 foto b/n
“Questo film vuol essere un atto politico. Vuole anche essere un atto rivoluzionario. Nel silenzio dell’agonia della Francia, vuol essere infatti un grido d’allarme. […] E dato che i massoni di ieri sono sempre vivi, saranno almeno colpiti in effigie dalle immagini che state per vedere. […] È penoso che la memoria corta dei Francesi gli abbia già fatto dimenticare le cause profonde della situazione attuale. Perché, in definitiva, chi dirigeva il marcio regime che ha rovinato e insanguinato la Francia, chi ne costituiva i quadri permanenti e riconosciuti, se non la Massoneria…..”
Jean Marquès-Rivière
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 74. In allegato Cd del film francese del 1943
Un popolo non è una somma, non è una meccanica compagine di singoli in sé stessi autonomi e finiti, ma è piuttosto personalità unitaria superiore, realtà superindividuale realizzata attraverso le condizioni comuni di vita: la comunità delle origini, delle vicende, degli ordinamenti, della lingua, del contenuto spirituale, dei valori, dei fini, della coscienza e della volontà.
I dodici anni del Terzo Reich, dal 1933 al 1945,sono da decenni l’oggetto di studi storici, politici e filosofici. Un angolo visuale poco considerato è quello delle emissioni postali, attraverso le quali si possono leggere le vicende di quegli anni narrate senza falsificazioni. Emerge da questa indagine l’anelito tedesco verso la sacralità della Nazione e il bello dell’Arte, vi risalta il culto della Storia con l’omaggio agli uomini di Stato, ai musicisti, agli scienziati, ai poeti, agli esploratori del proprio passato, vi si riscopre l’entusiasmo di un popolo che ha saputo spezzare le catene del Trattato di Versailles e, infine, negli anni della guerra, vi si riflette la determinazione e l’eroismo di tutto un popolo fino agli ultimi giorni dei fatali combattimenti per la difesa del suolo e della stirpe.
Quando si parla dei Freikorps, nell’accezione che questo termine ha avuto fra il 1918 e il 1923, la prima parola che ci viene alla mente è “epopea” e, in effetti, di un’epopea si è trattato. Quando nel novembre del 1918, le logore, stanche, ma militarmente ancora invitte truppe tedesche del Fronte Occidentale rientrarono in Patria, trovarono una situazione ben diversa da quella che speravano e avrebbero meritato. Ovunque regnavano il disordine, l’anarchia e i “Consigli” più vari. Non vi era che l’imbarazzo della scelta: operai, soldati, marinai e magari, perché no?, calzolai e postelegrafonici… In questo quadro presero vita i Freikorps. Il volume illustra la composizione, l’armamento, i comandanti, i membri di spicco e i teatri operativi in cui hanno agito i singoli Freikorps.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 238 completamente illustrato in b/n + 6 tavole a colori
L’attenzione particolare della cinematografia tedesca alla figura di Federico II di Prussia si manifesta praticamente senza soluzione di continuità dal primo dopoguerra agli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, protraendosi, sia pure in modo più sporadico, sino agli anni Cinquanta e ancora ai giorni nostri. Nel 1936… la Germania si confronta nuovamente con il re prussiano Fridericus. Se l’Unione Sovietica ha utilizzato le figure di Alexander Nevski e Ivan il terribile fra il 1938 e il 1944, se la Francia ha portato sugli schermi la figura di Napoleone e l’epopea della rivoluzione, Federico è una costante per il cinema tedesco, e questa continua riproposizione avviene piuttosto a partire dal primo dopoguerra, proseguendo durante il Terzo Reich con forme espressive e narrative non troppo diverse. Il cofanetto contiene 4 DVD con i film completi: Der Choral von Luthen; Der alte un der junge Konig; Fridericus; Der Gosse Konig.
L’attenzione particolare della cinematografia tedesca alla figura di Federico II di Prussia si manifesta praticamente senza soluzione di continuità dal primo dopoguerra agli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, protraendosi, sia pure in modo più sporadico, sino agli anni Cinquanta e ancora ai giorni nostri. Nel 1936… la Germania si confronta nuovamente col re prussiano Fridericus. Se l’Unione Sovietica ha utilizzato le figure di Alexander Nevski e Ivan il terribile fra il 1938 e il 1944, se la Francia ha portato sugli schermi la figura di Napoleone e l’epopea della rivoluzione, Federico è una costante per il cinema tedesco, e questa continua riproposizione avviene piuttosto a partire dal primo dopoguerra, proseguendo durante il Terzo Reich con forme espressive e narrative non troppo diverse. Allegati al volume i film completi: Der Choral von Luthen; Der alte un der junge Konig; Fridericus; Der Gosse Konig.
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 68. Con allegato cofanetto con 4 DVD
Della Ritterkreuz des Eisernen Kreuzes mit Eichenlaub Schwertern und Brillanten furono distribuiti solo 27 esemplari. L’arma più decorata fu la Luftwaffe che ne ottenne 12, seguita dallo Heer con 11, dalla Kriegsmarine e dalla Waffen SS ciascuna con 2 decorati. Furono insigniti della massima onorificenza 5 ufficiali subalterni, 9 ufficiali superiori e 13 ufficiali generali.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 160 illustrato con numerose foto b/n
Il Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori aveva assunto nel volgere di pochi anni dimensioni sempre più ragguardevoli, passando dai 55 iscritti del 1919 agli oltre 8.000.000 del 1945 e, di conseguenza, si era dotato di una struttura amministrativa sempre più efficiente, capillare e, dal 1933, sempre più potente. Con l’assunzione del potere, infatti, la dirigenza del partito estese la sua autorità, in molti settori, dai soli iscritti all’intera popolazione tedesca. Il territorio era suddiviso in 42 Gau, 882 Kreis, 30.601 Ortsgruppe, 110.357 Zelle, 549.813 Blocke. Vi era poi un ulteriore Gau, senza estensione territoriale, che si occupava dei tedeschi all’estero e intratteneva rapporti con i movimenti nazionalsocialisti, o simili, esistenti nel mondo.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 167 illustrato con foto b/n, tabelle e disegni a colori
Uno dei temi che contraddistinguono il dibattito contemporaneo è certamente quello riguardante l’identità dei popoli e delle nazioni. Fin dll’antichità, nelle sue manifestazioni culturali e religiose, in particolare quelle espresse attraverso la narrazione dei miti di fondazione, ha sempre evidenziato una propria specificità e ascendenza al fine anche di differenziarsi dalle popolazioni con cui veniva a contatto. La narrazione mitica infatti, fisa in un tempo “astorico”, una particolare fase dell’etnogenesi, ritenuta pertanto caratteristica per quel particolare gruppo umano.
Edizione anastatica del fascicolo pubblicato negli anni ’30 dalla Libreria Ulpiano di Roma. A una breve ricostruzione storica dell’ascesa al potere del Nazionalòsocialismo, segue un agile panorama della vita sociale e politica nel nuovo stato.
Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 32 con circa 17 foto b/n
“Nelle pagine che seguono ho cercato di esprimere con mie parole quello che sentirono e operarono i difensori dell’Alcázar di Toledo nei settantadue giorni dell’assedio. Quello che ho scritto non vuol essere un’esaltazione poetica o una deformazione artistica della realtà, e nemmeno una adattamento pubblicitario e aneddotico dei fatti avvenuti: ma una relazione obiettiva degli avvenimenti”.
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 184. In allegato cd che comprende la versione spagnola del film L’Assedio dell’Alcazar
Con questo terzo volume di chiude l’antologia dedicata agli scritti e ai discorsi del ministro Goebbels. Compongono l’opera: Dal Kampf um Berlin al governo del Reich (1927-1933) In pace e in guerra (1933-1943) Götterdämmerung (1943-1945).
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 168 con circa 31 illustrazioni.
All’opera è allegato il dvd “Joseph Goebbels – IL tribuno, il ministro, l’uomo”
Il lavoro ricostruisce le operazioni aeronavali condotte dal 1940 al 1945 dai vari belligeranti fra il Mar Adriatico e il Golfo di Corinto. Nella narrazione sono trattati tutti gli eventi che interessarono il Golfo di Taranto, le Isole Ionie e lo strategico porto di Patrasso, sulla costa nordoccidentale del Peloponneso, e quelli più significativi avvenuti nelle immediate vicinanze. Inoltre si fornisce una breve descrizione delle principali azioni terrestri nello scacchiere e dei rastrellamenti antipartigiani eseguiti in Albania, Grecia e Jugoslavia… Il volume contiene oltre cento illustrazioni, spesso inedite, provenienti dalla mia collezione e da molti archivi internazionali.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 288 con circa 64 pagine con foto e cartine fuori testo
Nel presente documento, che ha valore informativo e addestrativo per i reparti di ogni arma e specialità, vengono esaminati i problemi tattici e logistici della guerriglia. La guerriglia non è un sottoprodotto della tattica, ma ne è invece la massima valorizzazione ottenuta con particolari accorgimenti. Quindi, guerra vera e propria, attuata episodicamente, soprattutto allo scopo di stroncare l’attività del nemico creandogli insopportabili condizioni di vita e di movimento. «Iniziativa, astuzia, coraggio fisico e morale, resistenza a tutta prova costituiscono i principali fattori di successo della guerriglia. L’ambiente la può favorire ed alimentare in diversa misura. Soltanto una superiorità spirituale, tecnica ed operativa dei minori reparti destinati alla contro-guerriglia la può neutralizzare con radicale efficacia e tempestività. La guerriglia è endemica negli scacchieri ove noi operiamo…»
Il culto e la figura di Horst Wessel, assurto a suprema figura di martire della rivoluzione nazionalsocialista, hanno attraversato tutto il periodo dall’ascesa al potere fino alla catastrofe del 1945… La sua figura è consegnata alla storia, e un intenso lavoro si svolse proprio per la stesura della sua prima biografia e dell’utilizzo di questa come sceneggiatura di un film a lui dedicato: a differenza di quanto si potrebbe pensare, tale realizzazione fu particolarmente travagliata e si intrecciò con i primi assestamenti del regime e le lotte interne per l’egemonia culturale e il controllo della propaganda…
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 80 con alcune foto b/n. In allegato Dvd
“Noi etnonazionalisti völkisch non vogliamo che sui popoli alpino-padani e sui popoli europei piombi l’orrore di una dittatura dell’alta finanza internazionale. Tremiamo per l’Europa all’idea di ciò che diverrebbe il nostro vecchio continente, se con l’irrompere totale di quella Concezione apolide, distruttiva sconvolgitrice d’ogni atavico valore, trionfasse il caos razziale e spirituale. Questa guerra occulta che l’internazionalismo apolide ha scatenato contro l’Europa e i suoi popoli, è un nuovo atroce capitolo della storia della Sovversione che, dal 1789, vuole soffocare e distruggere quelle Comunità di Popolo che non intendono assoggettarsi al suo diretto o indiretto dominio economico e politico”.
Hergé era stato in qualsivoglia forma un uomo dei Tedeschi? Ma no! E d’altronde, né un Poulet, né un José Streel, né più né meno di tutti gli in-tellettuali della “Collaborazione”, non erano stati altro che dei patrioti, cer-cavano solo di togliere il loro paese dal guaio in cui lo avevano cacciato i bellicisti del 1940. In ogni modo Hergé non era stato, in questa tormenta, che un meravi-glioso intrattenitore di bambini. Certamente era un mio amico molto ca-ro, ma questo risaliva a quindici anni prima, ai tempi eroici in cui non e-ravamo che dei giovanotti che ridevano di tutto, che sapevano appena, nel 1929, che in Germania cominciava ad agitarsi un certo Adolf Hitler! LÉON DEGRELLE
Lontano dagli impegni quotidiani, in mezzo a boschi e prati, a metà del ripido pendio del prato e sormontato dal massiccio dell’Hohen Göll vi è il Berghof del Führer… Le ore di riposo e di pace al Berghof sono generalmente brevi, ma danno sempre al Führer nuova forza e nuova energia, di cui ha bisogno per guidare la Germania fino alla posizione che le spetta tra i popoli. Il popolo tedesco grazie alla volontà del Führer, sarà collocato al centro della storia mondiale. Il Führer lo vuole e il popolo tedesco lo segue.
Questo saggio non solo ricostruisce uno dei capitoli più noti ed interessanti della cinematografia nazionalsocialista, ma si interroga anche sulla possibilità di una qualità superiore anche in opere di propaganda, e si chiede cosa ci sia di specificamente fascista nel film del cinema nazionalsocialista e in che misura sia stao una forma di cinema tedesco nazionale. Il testo verifica il valore di questa singola pellicola, dimostrando come quel cinema non possa essere considerato solo come una macchina di propaganda e preso in considerazione solo in base a considerazioni di carattere politico.
Brossura, 15 x 21 cm. pag. 54 con circa 12 foto b/n. In allegato il DVD del film
Le gesta della celebre nave corsara narrate dal suo comandante. Questo libro, per la cui stesura è mancata purtroppo la fonte documentarie diretta: il diario di guerra originale, tuttora in mano inglese, vuole mostrare il quadro del comportamento e della resistenza dei marinai tedeschi. Narra la loro vita di bordo, dura e piena di rinunce, trascorsa sugli oceani durante la seconda guerra mondiale e dimostra come continuarono il proprio dovere anche con una enorme inferiorità di mezzi e mostrarono umanità di fronte al nemico vinto e una grande condotta cavalleresca. Il libro adotta un linguaggio aperto e comporta una critica schietta verso le decisioni prese in alto loco, consapevolmente, per dimostrarla vera situazione interiore di un comandante di incrociatore, unico responsabile di una nave lontana dalla base.
Brossura 14 x 21 cm. con 12 illustrazioni b/n, allegato dvd
Secondo lo scomparso storico, Gianantonio Valli, pur con tutta la potenza delle sue illusioni e delle sue armi, il sogno americano di un’unico mondo governato da un’unico governo garante di benessere ed eterna pace, dopo l’ultimo conflitto mondiale non avrebbe avuto la forza bastante a scardinare le strutture politico-sociali delle nazioni e forgiare nei popoli le premesse psico-esistenziali per l’affermazione del sistema mondiale, attraverso i regimi di occupazione democratica, se non fosse stato affiancato, guidato e sorretto dall’impianto olocautico.
Dal sommario: A difesa del LImes; Due nomi divini nella tradizione Magiara; Il Demiurgo; Antenati ed Eroi; Le incursioni Ungare in Italia; Le rapsodie ungare; Ferenc Szalasi e le Croci Frecciate; Il vangelo secondo Lukas.
Circostanziata disamina sulle informazioni rilasciate da testimoni, riguardo la tematica inerente la costruzione delle camere a gas nei campi di Belzec, Treblinka e Sobibor. L’autore confuta le dichiarazioni ufficiali, utilizzando una enorme mole di dati e informazioni relative alla spinosa questione che, nel dopoguerra venne utilizzata anche per fini secondari.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 418 con varie foto e planimetrie
All’apparire del fenomeno legionario, il panorama sociale della Romania si caratterizza per la presenza massiccia di un contadinato autoctono estremamente povero, sul quale si è venuto a sovrapporre, in tempi recenti, uno strato straniero; il ceto medio locale, molto esiguo, vive a contatto immediato col mondo agricolo. In tale situazione, la realtà nazionale coincide con quella popolare, specialmente contadina, mentre la borghesia cittadina si identifica in buona parte con l’elemento forestiero. Molti canti poplari, divennero la base delle musiche della Guardia di Ferro Legionaria.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 78 con 3 illustrazioni b/n. In allegato Cd
Agile volume che riporta le biografie dei capi del Terzo Reich. Ad ognuno delle personalità che hanno caretterizzato la vita politica della Germania nazionalsocialista, viene dedicata un scheda biografica con relativa foto.
Brossura, 20 x 27 cm. pag. 46 illustrato con 65 foto b/n
Quest’opera, articolata e affascinante, di non facile lettura, individua e spiega la scaturigine e il corso degli avvenimenti che rendono singolare la nostra epoca. Questa ricerca, basata su 10.00 tra libri, saggi e articoli, e che come filo portante analizza 800 tra le maggiori pellicole sull’Olocausto e sul Sogno Americano, non è solo un’indagine sulla cinematografia, ma una vera e propria opera di storia, non solo generale, dell’ebraismo, dell’Olocausto, del liberalismo, dell’americanismo e del comunismo. La vastità del lavoro – 4050 pagine delle quali duecento di bibliografia – ha indotto l’editore a scegliere il supporto multimediale come formato.
I due volumi dell’opera presentano tutti i centocinquantanove decorati con la Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia e Spade della Wermacht e delle Waffen-SS, una delle massime decorazioni al valore del Reich, tramite delle schede biografiche dove è ripercorsa in dettaglio la loro carriera militare e le coraggiose azioni nelle battaglie che li videro protagonisti: Peiper e Kharkov nelle Ardenne, Wittmann in Normandia, Baade a Montecassino, Barenfanger nella testa di ponte del Kuban, Bake a Cherkassy, Ramcke a Brest, Fritz von Scholz e Felix Steiner a Narva, Lent e Schnaufer nei cieli notturni sulla germania bombardata, i leggendari duelli aerei di Hartmann, Galland e Marseille… Sono inoltre citate le motivazioni del conferimento della Croce di Cavaliere e dei suoi gradi superiori, incluso l’elenco completo delle decorazioni e dei riconoscimenti loro conferiti.
Due volumi in brossura 17 x 24 cm. pag. 208 + 246 con moltissime foto b/n
dalla prefazione: “Quanto è accaduto a Milano nel maggio del 1898 è cosa risaputa, contutti i limiti che l’aggettivo contiene e implica quando gli avvenimenti sono conosciuti prevalentemente per sentito dire. I fatti sono noti, almeno a grandi linee, e idonei a colpire la fantasia. La cavalleria che carica la folla per le vie di Milano, il Quartier Generale di Bava Beccaris posto in una tenda sul sagrato del Duomo, il cannone usato contro la popolazione. A ciò si aggiunga la fortunata e immaginifica definizione dei moti di Milano di Napoleone Colajanni che li ridusse e nobilitò a “la protesta degli stomaci” e il quadro è completo. Quale sia lo stereotipo consolidato a oltre cento anni di distanza è evidente… Proviamo a fare un po’ di chiarezza… Siamo dunque in presenza diun “pacifico sciopero”, con barricate, sassaiole e spari sulle forze dell’ordine che – ci spiegano – sarebbe un errore definire moto rivoluzionario…”
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 84 + 22 pagine fuori testo con illustrazioni b/n
A oltre settant’anni dalla conclusione del secondo con-flitto mondiale – la più cruenta guerra del Novecento con i suoi 50 milioni di morti e immani distruzioni – ancora oggi restano, malgrado le migliaia di lavori ad esso dedi-cati, diverse questioni aperte, e fra queste rivestono un sicuro interesse i piani di invasione della Svizzera predi-sposti dagli Stati Maggiori delle forze dell’Asse nel perio-do fra il giugno 1940 e il luglio 1941 con il nome in codice «Fall Grün», «Tannenbaum» e «Operazione S». Il tema è importante non solo per la storia svizzera e non è stato ancora oggetto di una ricerca in lingua italiana. Il presen- te studio è stato concepito in modo da fornire una visione d’insieme di questa complessa vicenda, considerando non solo i documenti conservati negli archivi svizzeri e tede-schi ma anche in quelli ticinesi, italiani e britannici, dove esistono fondi, ad oggi, mai presi in considerazione. Un particolare interesse rivestono le informative del SIM e della Legazione di Berna che mostrano una profonda e quasi sempre corretta conoscenza delle problematiche militari svizzere. Corredano l’opera alcune rare fotogra-fie e le carte relative ai piani offensivi italiani e tedeschi e a quelli difensivi del Generale Guisan.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 392 con numeorsi documenti e foto b/n
La propaganda polacca ha sempre avuto come obiettivo quello di ottenere l’approvazione generale per la politica ufficiale, mediante frasi magniloquenti. Ma anche, usando abilmente le debolezze del carattere nazionale polacco, è riuscita a incanalare dei caratteri facilmente eccitabili fino a una condizione di entusiasmo collettivo irrazionale.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 80 illustrato con foto b/n
Die Rothschild è solitamente inserito nella lista del piano di Goebbels per film antisemiti, sviluppatosi accanto a lavori storici o patriottici, ma il film richiede forse una collocazione più attenta e sfumata, presentando caratteristiche dei vari generi e toni comunque non truci o esasperati, e rappresentando piuttosto una risposta allo stesso precedente hollywoodiano… Il ricorso alla miscela di dati storici e aspetti romanzeschi risulta comunque efficace, anche perché, come si è detto, alcuni dettagli della vicenda familiare e storica dei Rothschild sono stati volutamente ammantati di leggenda dai protagonisti stessi.
L’opera di Capasso adempiva ad una “Ncessità” contigente: contrastare l’idea che il “razzismo” italiano fosse una copia, brutta e tardiva. di quello tedesco e rivendicarne l’autonomia e l’originalità. Il lavoro, è in ogni caso interessante e meritevole di lettura anche perchè rappresenta il punto di vista di larga parte della classe politica del tempo giunto alla sua completa maturazione (1942).
«Dopo essere sceso dal podio del vincitore, passai davanti alla tribuna d’onore per rientrare negli spogliatoi. Il Cancelliere tedesco mi fissò, si alzò e mi salutò agitando la mano. Io feci altrettanto, rispondendo al saluto. Penso che giornalisti e scrittori mostrarono cattivo gusto inventando poi un’ostilità che non ci fu affatto».
“Quale uomo politico tedesco non posso quindi accettare una sola distinzione: quella tra l’arte buona e l’arte cattiva. L’arte non deve soltanto essere buona, deve essere anche legata al popolo; per meglio dire, soltanto un’arte che crei attingendo pienamente alla nazione può in definitiva essere buona e significare qualcosa per il popolo, per il quale è stata creata. L’arte in senso assoluto, così come la concepisce il democraticismo liberale, non deve esistere. Il tentativo di servire una simile causa sortirebbe alla fine il risultato di spezzare ogni intimo legame tra il popolo e l’arte: lo stesso artista si isolerebbe e si estranierebbe dalle forze creatrici, nella sterile campana di vetro dell’art-pour-l’art. L’arte deve essere buona; ma deve essere anche cosciente delle sue responsabilità, coerente, vicina al popolo e pugnace”.
Quando la Gran Bretagna dichiarò la guerra alla Germania, la petroliera tedesca Altmark si trovava in pieno Atlantico. Il capitano Heinrich Dau ricevette l’incarico di porre la nave – passata al servizio del Reich – a disposizione dell’incrociatore corazzato Graf Spee. Per tutta la durata dell’attività svolta dal Graf Spee nella sua guerra da corsa, l’Altmark ha quindi funzionato da nave ausiliaria dell’incrociatore…
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 64 + 8 pagine fuori testo con foto b/n
Una Medaglia d’Oro, tre d’Argento, due di Bronzo e la Croce di Ferro di I e II Classe. Queste le decorazioni di cui fu insignito il Capitano di Corvetta Salvatore Todaro fra il 1940 e il 1942. Coraggio, comportamento cavalleresco e umano, senso del dovere erano le sue maggiori qualità. Il suo spirito ardito e un po’ ribelle, il suo desiderio di attaccare il nemico con il cannone – guardandolo in faccia e non silurandolo nell’ombra – fanno forse di lui l’ultimo dei grandi corsari.
“Il bolscevismo mira con piena consapevolezza a rivoluzionare tutti i popoli. Reca in sé una tendenza aggressiva internazionale. Il Nazional-socialismo, invece, si limita alla Germania e non è un articolo d’esportazione, né come idea, né come azione […] Il bolscevismo, che significa guerra allo spirito per se stesso, ama atteggiarsi a campione dello spirito. Là dove le circostanze lo richiedono, il lupo si traveste da pecora. Ma dietro la maschera mendace, che esso variamente assume a seconda dei tempi e delle circostanze, ghigna il ceffo diabolico dello sfacelo universale […] Chi scende a patti con il bolscevismo ne rimarrà rovi-nato! Siamo ben lungi dal voler impartire ordini ad altri popoli ed ai loro Governi o anche solo dare loro dei consigli. Noi non ci immischiamo nelle loro questioni interne. Unicamente, vedendo i pericoli che minacciano l’Europa, eleviamo la nostra voce ammonitrice, perché abbiamo compreso la gravità di tali pericoli”. Da un passo del discorso di Joseph Goebbels
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 64 con 20 illustrazioni b/n
La guerra d’Etiopia (nota anche come campagna d’Etiopia) fu un conflitto armato che si svolse tra il 3 ottobre 1935 e il 5 maggio 1936 e vide contrapposti il Regno d’Italia e l’Impero d’Etiopia. Condotte inizialmente dal generale Emilio De Bono, rimpiazzato poi dal maresciallo Pietro Badoglio, le forze italiane invasero l’Etiopia a partire dalla colonia eritrea a nord, mentre un fronte secondario fu aperto a sud-est dalle forze del generale Rodolfo Graziani dislocate nella Somalia italiana. Nonostante una dura resistenza, le forze etiopi furono soverchiate dalla superiorità numerica e tecnologica degli italiani e il conflitto si concluse con l’ingresso delle forze di Badoglio nella capitale Addis Abeba. La guerra fu la campagna coloniale più grande della storia: la mobilitazione italiana assunse dimensioni straordinarie, impegnando un numero di uomini, una modernità di mezzi e una rapidità di approntamento mai visti fino ad allora.
Occorrerebbe forse separare la persona (di cui neppure qui si nasconde certo la tragedia esistenziale), la persona vera in carne ed ossa da quel personaggio che molti tengono nella mente e nel cuore a motivo di tante letture e riletture, drammatizzazioni e interpretazioni, avvenute nel corso degli anni a partire dalla pubblicazione del Diario da parte del padre, unico sopravvissuto della famiglia. Opera letteraria così come filologicamente lo sono tutti i documenti, viene qui analizzata con l’ausilio di storia e storiografia, archivi giornalistici, stemmatica e grafologia. Sempre tenendo presente che l’accesso alla copia originale non è permesso dalla Fondazione Anne Frank di Amsterdam ov’essa è conservata.
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