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    Idee per una rivoluzione degli europei

    15.00

    Prestigiosa raccolta di scritti politici di Pierre Drieu La Rochelle dedicati al tema della rivoluzione europea, importante punto di riferimento per quanti vogliano combattere il capitalismo mondialista e l’Alta finanza cosmopolita. Significativo militante della causa europeista, Drieu La Rochelle aveva avuto il merito, in tempi non sospetti, di evidenziare il grave pericolo che i nuovi imperialismi affacciatisi sulla scena mondiale avrebbero costituito per l’Europa e il suo patrimonio di civiltà. Per contrastare quella minaccia fece delle precise e coraggiose scelte di campo, mettendo la sua persona e la sua intelligenza a disposizione dell’unica potenza militare e politica che, egli, riteneva in condizione di erigere una barriera difensiva e di guidare la rivoluzione socialista europea: la Germania nazionalsocialista.

    Brossura 13,5 x 21,5 pagg. 90

    Stampato nel 2012 da Ritter

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    Idee sul destino del mondo

    28.00

    Idee sul destino del mondo è il titolo editoriale dato da Ar ai Bormann-Vermerke, le ‘registrazioni’ (talvolta, ‘regesti’) a cura di Bormann, ovvero la trascrizione delle conversazioni private di Adolf Hitler dal luglio 1941 all’aprile 1945. Più che a conversazioni, a parole in sequenza dialettica, qui assistiamo a considerazioni affermate ad alta voce, a monologhi pronunziati in un arco temporale che dall’apogeo della potenza del Führer giunge alla sconfitta militare. In questo testo si rinvengono quei pensieri che riverberano, nel modo più schietto, diretto, naturale (quindi ‘vero’) le proposizioni e i propositi in cui si manifesta la Weltanschauung di Hitler. Ecco quindi il significato straordinario, in termini di ‘rivelazione’, di queste scritture dichiarative: incomparabile con il senso di altre riflessioni, scritte od orali, del Führer – queste ultime connesse (se non ispirate, almeno in parte) a latenti esigenze dimostrativo-didascaliche, che ne affievoliscono il potenziale di conformità alle vere idee e alle vedute proprie dell’autore.

    Rilegato, 15 x 21 cm. pag. 176 + 16 pagine a colori

    Stampato nel 2010 da Ar

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    Idee sul destino del mondo – L’epilogo

    15.00

    1945. Gli eventi precipitano e un’ombra sempre più cupa si allunga sul destino della Germania nazionalsocialista. Adolf Hitler rivolge ai suoi uomini e a sé i discorsi definitivi: considerazioni su ciò che è stato e ciò che potrà essere – dopo la propria fine, ormai percepita come una certezza. I suoi ultimi discorsi ci mostrano il Fuhrer come una maschera shakespeariana: quasi un Re Lear, un Riccardo II stupefatto di fronte alla crudeltà dei casi. La tragedia preme su di lui. E un dramma fosco, furioso, in cui la Germania sta ormai vorticando. Tremenda la sua forza centrifuga, che disperde tutti i migliori auspici hitleriani, di grandi architetture geopolitiche fatte per nutrire il Volk, confermarlo, elevarlo. La tragedia profonda è nel fatto che le guerre siano necessarie, nel fatto che gli uomini non siano all’altezza della propria libertà, che libertà, per loro, significhi sempre resa al peggio. Per questo il Führer si sentì costretto a ricorrere ai soldati; per questo, sino alla fine, li esortava a non arrendersi.

    Brossura, 14,5 x 21,5 cm. pagg. 88

    Stampato nel 2013 da Ar

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    Identification Tags of the Central Empire. Germany and Austria-Hungary

    25.00

    Riccardo Ravizza – Roberto Todero

    Nuovo pubblicazione di Riccardo Ravizza, con il valido contributo di Roberto Todero che, attraverso uno studio dettagliato analizza nel dettaglio ogni modello di piastrino di riconoscimento, presente nel corso della Grande Guerra nell’esercito imperiale tedesco ed in quello austroungarico. Grazie ad alcune fonti documentaristiche ed iconografiche dell’epoca è stato quindi possibile riconoscere e decifrare i modelli adottati nei due eserciti.

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    Identità e conflitti – Etnie nazioni federazioni

    24.50

    Il volume si propone di indagare, coniugando indagine empirica e riflessione teorica, il nesso fra identità politica e conflitti. Esso parte dall’osservazione che la caduta del muro di Berlino, il crollo dell’Unione Sovietica e la crescente globalizzazione (non soltanto economica) hanno riportato in primo piano la questione dell’identità politica come elemento decisivo per la comprensione dei processi e dei conflitti politici. Esso intende indagare le ragioni della centralità dell’identità politica nel panorama politico di questo fine-secolo, cercando soprattutto di rendere ragione di un paradosso: l’epoca della globalizzazione e della caduta dei muri ha coinciso non soltanto con il rapido progredire di forme di cooperazione e di integrazione internazionale e sovranazionale, ma ha visto anche il riproporsi di conflittualità legate ad identità politiche di tipo particolaristico (la dissoluzione dell’ex Jugoslavia ne è l’esempio più drammatico, l’islamismo militante un altro non meno rilevante).

    Brossura, 14 x 22 cm. pag. 224

    Stampato nel 2000 da Franco Angeli

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    Idrovolanti e minisommergibili sul lago d’Iseo

    13.90

    Robert Robison

    Tra l’inizio degli anni Trenta e la metà degli anni Quaranta il Sebino entra a far parte del tessuto industriale atto ad alimentare l’industria bellica. Presso l’idroscalo di Pilzone d’Iseo-Montecolino, oltre che centro per il completamento e la verifica degli idrovolanti, la produzione si diversifica con la costruzione e il collaudo dei minisommergibili. Battelli che per dimensione sono adatti a forzare le difese dei porti avversari e attaccare le navi ancorate. Montecolino sarà anche testimone di incontri segreti tra Alleati, Governo Cobelligerante e repubblicani della RSI. Questo per creare una eventuale “forza comune” in funzione antisovietica da schierare contro le forze jugoslave del maresciallo Tito. Non solo presenza nel corso del Secondo conflitto ma anche partecipazione alla Grande Guerra. L’idroscalo, seppur per un breve periodo, contribuì alla guerra aerea sul fronte della Valcamonica. Ora sui suoi piazzali è calato il silenzio. Non più rumore di maestranze, piloti che impartiscono ordini, motori aeronautici spinti al massimo

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    Ignis cova sotto le ceneri. Julius Evola, Arturo Reghini e l’imperialismo pagano

    17.00

    Fabrizio Giorgio

    Avvolti da un’aura di mistero risultano ancora oggi i complessi rapporti tra alcuni ambienti esoterici e i settori più oltranzisti del Partito Nazionale Fascista. Sebbene non si possa parlare di «radici occulte del Fascismo», è, tuttavia, innegabile che tali connessioni, ancorché tenute sapientemente nascoste, vi siano state. Tra i vari tentativi di orientare in senso tradizionale il movimento di Rinascita Nazionale, di indiscutibile rilevanza risulta quello di Arturo Reghini e del suo sodalizio pitagorico massonico. Non solo perché la trama ordita dal matematico fiorentino coinvolse molti esponenti del Regime, compreso, forse, lo stesso Mussolini, ma anche perché essa si basava su un preciso programma esoterico-politico che sinteticamente si può definire «imperialistico-pagano».

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    III Germanic SS Panzer-Korps: The History of Himmler’s Favourite SS-Panzer-Korps, 1943-1945 Vol. 1. Creation-September 1944

    79.00

    Questo volume fotografico descrive il III Panzerkorps SS “germanico”. questo Corpo corazzato era costituito, in gran parte, da volontari delle SS provenienti dai paesi dell’Europa occidentale e settentrionale. Sebbene oggi ampiamente dimenticata, questa unità SS combatté su una varietà di campi di battaglia che vanno dalla Croazia alle foreste innevate nei pressi di Leningrado fino alla storica città estone di Narva, dove difese i paesi baltici dell’Estonia e della Lettonia contro l’Armata Rossa nel periodo 1944-45. I resti dei Panzerkorps furono adoperati nella difesa senza speranza della Pomerania e nella battaglia per il Brandeburgo e Berlino nell’aprile-maggio 1945, quando il Terzo Reich cadde in una tempesta di fuoco e acciaio. Questo primo volume (di due) analizza il periodo che va dalla creazione della III SS Panzerkorps nell’estate del 1943 fino all’evacuazione tedesca dell’Estonia nel settembre 1944. Lo studio analizza anche il periodo del coinvolgimento dell’unità nelle operazioni antipartigiane in Croazia (settembre-dicembre 1943), i combattimenti a Oranienbaum-Leningrado e la battaglia per Ingria (gennaio-febbraio 1944); la difesa della testa di ponte di Narva e le battaglie per Dorpat e le Blue Hills, finendo con l’evacuazione tedesca dell’Estonia (febbraio-settembre 1944). Come già detto, in questo III Panzerkorps SS “germanico”, combatterono molte nazionalità “notrdiche” inclusi Norvegesi, Danesi, Svedesi, Svizzeri, Olandesi, Fiamminghi, Valloni, Estoni, Tedeschi e Rumeni di etnia tedesca. Anche una manciata di volontari britannici furono inglobati in questa Unità. I 2 volumi che compongono questo lavoro includeranno non solo oltre 1.000 fotografie per lo più inedite della III SS Panzerkorps durante il 1943-45, ma anche un gran numero di racconti inediti di ufficiali e soldati sopravvissuti. Le fotografie sono inoltre accompagnate da biografie, commenti su armi e veicoli, nonché da analisi delle tattiche del campo di battaglia.

    Rilegato, 23 x 31 cm

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    III. Panzer-Korps. Le IIIe Corps blindé SS de Volontaires germaniques

    79.00

    Charles Trang – Pierre Tiquet

    Nella primavera del 1940, quando la Germania invase la Danimarca, la Norvegia e poi i Paesi Bassi e il Belgio, le Waffen-SS vi aprirono uffici di reclutamento, con risultati contrastanti, se non mediocri. Ma quando il Terzo Reich iniziò la guerra contro l’Unione Sovietica, la “crociata contro il bolscevismo” ravvivò l’entusiasmo per questo stagnante reclutamento. Così, quattro legioni nazionali, composte da volontari germanici, poste sotto il controllo di Heinrich Himmler, furono addestrate e impiegate sul fronte orientale. Nella primavera del 1943, queste legioni furono sciolte per dare vita a nuove formazioni SS, per lo più subordinate al 3° corpo corazzato SS dei volontari germanici, il cui comando fu affidato a Felix Steiner, già a capo della Divisione “Wiking”, unità che inquadrava anche volontari “nordici” di variae nazionalità. Questo nuovo corpo, fu inviato nei Balcani dove visse l’amara esperienza di combattere contro i partigiani di Tito, prima di partire per il fronte orientale che non riabbandonerà fino al termine del conflitto. Terribilmente provato durante la ritirata da Oranienbaum, combatté un’eroica battaglia a Narva dove i suoi uomini si forgiarononuna reputazione di combattenti che colpì tutta l’Europa. I servizi di propaganda del Reich approfitteranno delle sue imprese difensive per farne il simbolo della lotta dell’Occidente contro le orde barbare provenienti dall’Asia. Estoni, Valloni e Fiamminghi si uniscono a questo Corpo SS durante i terribili combattimenti in Estonia, poi sarà la ritirata verso la sacca di Curlandia, la battaglia persa in Pomerania e la lotta senza speranza dentro e intorno a Berlino. Più di tutti gli altri volontari che si unirono alle Waffen-SS durante la Seconda Guerra Mondiale, le Waffen-SS del III Panzerkorps seppero dimostrare agli “stessi” tedeschi, una volontà combattiva fuori dal normale, quando ben motivati e, ottimamente comandati.

    Rilegato, 21,5 x 30 cm. pag. 588 riccamente illustrato con foto b/n e cartine a colori e b/n

    Testo in lingua francese

    Stampato nel 2022 da Heimdal

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    III. Pz. Korps at Kursk

    45.00

    Quest’opera, la prima del suo genere, autentico reportage su una sezione ristretta – 10 kilometri su 200 – del tradizionale fronte del Kursk, segue il III Panzerkorps, giorno per giorno, quasi ora per ora, in quella che è stata considerata la più grande battaglia di carri della storia. Il volume, risultato di dieci anni di studi e ricerche, basato sul diario storico dell’unità, è accompagnato da annedoti, memorie e testimonianze di veterani della VI, VII e XIX Panzerdivisionen. Le spettacolari fotografie con cui è illustrato quasi completamente il libro sono tratte dai film di due corrispondenti di guerra presenti nel corso dell’azione e conservati negli archivi germanici.

    Rilegato, 22,5 x 30,5 cm. pag. 144 interamente illustrate con foto b/n + 23 profili a colori

    Testo in lingua inglese, disponibile su ordinazione anche in francese

    Stampato nel 2007 da Histoire & Collections

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    Il «buon ribelle». Organizzazioni armate e violenza sui civili nei conflitti intrastatali

    20.00

    Francesco N. Moro

    La violenza sui civili è uno dei fenomeni più diffusi all’interno dei conflitti intrastatali. Le immagini televisive e i reportage mostrano di frequente come ribellioni condotte in nome del popolo abbiano il popolo stesso come sua prima vittima. Il ‘buon ribelle’, il combattente per la libertà, è una figura tanto popolare quanto, spesso, mitica. Molti movimenti ribelli nella realtà non esitano a usare la violenza contro quella stessa popolazione civile di cui si proclamano difensori. Esistono dunque notevoli differenze fra ‘miti’ e ‘realtà’ e fra i metodi d’azione e gli obiettivi delle diverse organizzazioni insurrezionali nel mondo reale.

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    Il «circo volante» Richthofen – L’aviazione da caccia tedesca sul fronte occidentale 1916-1918

    22.00

    Senza dubbio la più famosa unità aerea della Prima guerra mondiale, il leggendario Jagdgeschwader Nr.1, chiamato con rispetto “il circo volante” dal nemici, fu il primo vero stormo da caccia tedesco. Composto dalle Jagdstaffeln 4,6,10,11, sarebbe stato per sempre associato nell’immaginario collettivo al suo primo comandante: Manfred von Richthofen. L’JG I fu creato nel luglio del 1917 e per 16 mesi I suoi giovani piloti con i loro variopinti velivoli si sarebbero battuti per il controllo dei cieli del fronte occidentale, opponendosi alla forza crescente delle aviazioni dell’Intesa. Prima della fine del conflitto sul modello di questa unità d’élite, accreditata di 644 vittorie aeree, sarebbero stati costituiti altri tre Jagdgeschwadern.

    Brossura, 24 x 17 cm. pag. 228 con circa 227 foto b/n, 1 cartina e 13 tavole a colori

    Stampato nel 2014 da Goriziana

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    Il «lupo» va alla guerra – Memorie di un marò: dalla Decima Mas alla Legione Straniera

    18.00

    «I sette marciarono in fila nel deserto sotto un sole cocente verso la costa di Cap Matifou, dove le onde colpivano le rocce con grandiosi spruzzi. Di notte, la luna grigia splendeva sull’immobilità dei corpi esausti. Davanti all’azzurro della baia, al bianco della città di Algeri, Francesco sognò la libertà» – Con la resa della Decima Mas del comandante Junio Valerio Borghese, Francesco Olivieri, giovane marò del battaglione “Lupo”, comincia un’odissea che lo porterà nei campi di prigionia inglesi in Algeria. Al ritorno in patria lo aspetta il destino dei vinti: emarginato e senza lavoro, decide di arruolarsi nella Legione Straniera. Ed è di nuovo guerra: prima in Indocina, poi in Algeria. Come in una sorta di dannazione, si trova di nuovo dalla parte degli sconfitti con l’unica consapevolezza di aver salvato l’onore e di non aver rinunciato ai propri ideali.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 310 + 6 pagine fuori testo con foto b/n

    Stampato nel 2018 da Mursia

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    Il «militare» nelle Italie di Napoleone. Società, cultura, istituzioni

    24.00

    Paola Bianchi  ( a cura di )

    La conquista e il governo napoleonico segnarono per la storia dei territori italiani un’indubbia cesura. Da quegli anni le guerre combattute per spirito di servizio e di fedeltà a un sovrano e a una dinastia diventarono conflitti animati da uno spirito di nazione che incontrò un impulso decisivo, più spesso per reazione che non per adesione. Due campagne d’Italia, la prima e la seconda, consolidarono, del resto, in maniera clamorosa la posizione di Bonaparte. L’Italia non fu certamente il fulcro del disegno strategico del generale corso. La dimensione mediterranea della penisola contò, però, molto nella definizione della gestione di un potere diramato fra i napoleonidi e nello scontro globale per l’egemonia europea. Perciò ancora oggi ci si interroga sul valore da attribuire alle ripetute dichiarazioni di un’Italia unita, alle quali non corrispose nulla di veramente concreto, generando, piuttosto, esperienze politiche, amministrative e militari destinate a maturare nei decenni successivi.

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    Il 13 Stormo B.T. Uno Stormo Piacentino

    31.00

    Carlo lucchini

    Interessante e ilustratissima storia del 13. Stormo da Bombardamento Terrestre che opero’ in Belgio, Grecia, Africa e Mediterraneo durante la Seconda Guerra Mondiale. Oltre 120 foto b/n descrivono le operazioni di guerra e la vita dei piloti in carico al reparto.

    Libro per immagini inedite della storia di questo stormo

    Brossura, 20,5 x 28 cm. pag. 154 riccamente illustrato con foto b/n

    Stampato nel 2002 da I.T.C

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    Il 1921 sulle pagine de L’Assalto – Giornale del Fascio di combattimento bolognese

    16.00

    Emilio Gentile, nel suo ultimo recentissimo libro, ha coniato un neologismo, definendo “astoriologia” la tendenza a giudicare e raccontare la storia (in particolare per ciò che riguarda il Fascismo), a prescindere dal suo svolgimento fattuale. Invece, è dai documenti e dagli avvenimenti che bisogna partire, senza trascurare quella importantissima fonte che sono i giornali dell’epoca, rivelatori certamente di stati d’animo e sentimenti diffusi, spesso prima ancora che diventino idee politiche di successo. È il caso de “L’Assalto” di Bologna, che, nato alla fine del 1920 come organo di un Fascio minuscolo, in una città “rossissima”, diventerà ben presto portavoce della gran parte dei Fasci locali, non solo della Regione e delle zone limitrofe, molto sensibili alla penetrazione fascista, ma dell’Italia intera.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 260

    Stampato nel 2019 da Eclettica

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    Il 20° Gruppo Caccia – Dalle origini all’Africa Settentrionale 1939-1941

    27.00

    Il 20° Gruppo Caccia Terrestre venne creato il 1° giugno 1939, sull’aeroporto di Ciampino Sud, ed ebbe da subito in organico la 351ª Squadriglia montata sui Fiat G.50 e poco dopo la 352ª e la 353ª con i loro Fiat CR.32. Il reparto agli ordini del maggiore Mario Bonzano fu inizialmente posto alle dipendenze prima del 52° Stormo e, dal 1° ottobre 1939, del neocostituito 51° Stormo. Il reparto di Bonzano, in seguito alla messa in posizione “quadro” del 51° Stormo, transitò nel 56° Stormo con il quale partecipò, dall’autunno del 1940, alla campagna sul fronte della Manica dove però non riuscì ad incrociare le armi con i caccia avversari. Il 20° Gruppo, tornato dagli uggiosi cieli del nord, fu riequipaggiato con i più recenti Fiat G.50bis ed inviato, nel maggio del 1941, in Africa Settentrionale dove rimase fino alla fine dell’anno. Esso, che nel frattempo aveva ricevuto la 151ª Squadriglia cedendo la 351ª al 155° Gruppo Caccia Terrestre, affrontò diversi combattimenti aerei rivendicando oltre 40 apparecchi avversari abbattuti e diversi mezzi meccanizzati distrutti al suolo. Il reparto del “Gatto Nero”, in questi otto mesi trascorsi nei cieli di Libia ed Egitto, perse otto piloti in azioni belliche guadagnandosi, altresì, una Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria conferita al capitano Mario Montefusco. Il testo corredato da 180 fotografie, diverse delle quali inedite, e da dieci profili a colori che raffigurano i velivoli del 20° Gruppo è frutto di approfondite ricerche presso le fonti documentali italiane ed estere. Questo volume vuole essere un tributo a tutti gli uomini, cacciatori o specialisti, che resero onore all’emblema del “Gatto Nero” dalla data di fondazione del reparto fino al termine del 1941.

    Brossura, 21 x 30 cm. pag. 260 con circa 170 foto b/n, 2 cartine b/n e 10 profili a colori

    Stampato nel 2015 da IBN

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    Il 23° Gruppo caccia – Storie uomini e aerei di un reparto leggendario

    18.00

    Battezzato sulle sponde del Piave nel 1918, il 23° Gruppo Caccia ha accompagnato per quasi un secolo la storia d’Italia. Orgoglio dell’Aviazione Militare, poi della Regia Aeronautica e infine dell’Aeronautica Militare, questo reparto, con i suoi piloti, i suoi specialisti, i suoi aerei e le sue imprese, ha lasciato una traccia indelebile nella memoria degli appassionati. Una storia gloriosa, iniziata in Veneto durante la Grande Guerra e conclusasi nel 2010 in Romagna, i cui capitoli raccontano di sfide tecnologiche, di battaglie nei cieli, di comandanti mitici, di eroismi e di caduti. Dai cieli della Grande Guerra all’assedio di Malta, alle battaglie nei cieli di Libia, Egitto e Tunisia e alla difesa della Capitale dopo l’8 settembre, fino alla rinascita nel Dopoguerra, questo libro ne ricostruisce la parabola sulla base di una rigorosa documentazione e di testimonianze in prima persona.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 318 + 24 pagine fuori testo con foto b/n

    Stampato nel 2017 da Mursia

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    Il 237 (rhodesian) squadron nella campagna d’Italia (1944-45)

    15.00

    Agostino Alberti – Stefano Daniele Merli

    Il 237 (Rhodesian) Squadron è stato un reparto poco noto anche alla stretta cerchia degli appassionati di aviazione. Insieme a tanti altri Squadrons della RAF, operò sulla Francia meridionale e sull’Italia tra la seconda metà del 1944 e la fine del conflitto, ma il suo contributo è praticamente passato inosservato agli occhi della storiografia specializzata. Un reparto anonimo, poco conosciuto, ma che ha visto i suoi piloti compiere e vivere imprese straordinarie. La storia di uno dei tanti Squadrons della RAF che volarono sul territorio italiano presentata attraverso testimonianze, fotografie inedite, rapporti e documenti.

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    IL 3° reggimento bersaglieri volontari nella R.S.I.. Immagini e documenti

    25.00

    Emilio Scarone

    Volume sul 3° Reggimento Bersaglieri volontari della della Repubblica Sociale Italiana, essenzialmente illustrato. Il lavoro pone in evidenza molteplici fotografie di appartenenti alla Divisione stessa, un certo numero di illustrazioni b/n, con manifesti, cartoline, distintivi, ecc. e una sessantina di pagine con la riproduzione di documenti. Molto utile in particolar modo per i collezionisti.

    Brossura, 21 x 25 cm. pag. 190 con numerose foto e documenti b/n

    Stampato nel 2024 da Novantico

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    Il 31° Leggero – Novemila Piemontesi e Liguri dal Niemen al Tago 1799-1815

    19.00

    Basato su accurate ricerche d’archivio condotte da Bruno Pauvert e sulle memorie di due ufficiali (Fantin des Odoards e Lemonnier Lafosse), il volume ricostruisce minuziosamente queste vicende e analizza la composizione etnica e sociale del 31e, in cui tansitarono 9,000 italiani e 4.000 francesi, ed è corredato da 350 biografie di ufficiali. Il più famoso fu il capitano Eusebio Bava, uno dei futuri generali del Risorgimento

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 232 illustrato con mappe, tavole uniformologiche e illustrazioni b/n e colori

    Stampato nel 2016 da Acies Edizioni

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    Il 51° Stormo Caccia – Storia di un reparto glorioso

    21.00

    Questa storia del 51° Stormo Caccia spazia sui vari fronti, citando e seguendo soltanto quei reparti che prima o dopo, finiscono per fregiarsi del “Gatto Nero”. Quando il 51° Stormo Caccia torna ad essere reparto riunito e di punta della Regia Aeronautica, dopo il sofferto assedio di Malta, subisce lo strapotere dell’USAAF nei cieli di Napoli prima, e quelli di Sardegna dopo, pur offrendo il meglio della sua attività di bellica, compreso il sacrificio di alcuni dei suoi uomini migliori. Non meno sofferta la presenza del 51° Stormo Caccia nell’Aviazione del Sud (Cobelligerante), accanto ai nostri ex nemici, scelta che non poco imbarazzo suscita, allora, in alcuni degli uomini di punta, anche se obbedienti ai sacri valori della Patria, fino al punto che più d’uno offre ugualmente la propria vita in battaglia. È nella rinascita dopo il termine del conflitto, che il 51° Stormo Caccia ritrova forza, anche se dapprima opera con mortificanti residuati di guerra, quali sono stati gli Spitfires lXc e gli F-47D “Thunderbolt”, attendendo l’ora del riscatto, soprattutto sulla nuovissima base d’Istrana, dopo aver operato brevemente su quella d’Aviano. Qui fin dal 1954 si sono registrate le più belle pagine dei “Gatti Neri”, erigendosi a reparto di rango dell’Aeronautica Militare, decorato di Medaglia d’Argento e d’Oro, al Valor Militare, in nome dei suoi figli migliori, immolatisi per la Patria.

    Brossura, 21 x 30 cm. pag. 200 illustrato con numerose foto b/n

    Stampato nel 2017 da IBN

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    Il 7 ottobre fra verità e propaganda. L’attacco di Hamas e i punti oscuri della narrazione israeliana

    12.00

    Roberto Iannuzzi

    Il brutale attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre 2023 contro le comunità di Israele attorno alla Striscia di Gaza ha rappresentato uno spartiacque nella storia israelo-palestinese. Quella scintilla ha innescato una guerra ancora più violenta a Gaza, a sua volta all’origine di una gravissima crisi regionale. Ma cosa è realmente accaduto quel giorno? Davvero l’intelligence israeliana era all’oscuro del piano palestinese? E perché i segnali premonitori sono stati ignorati? Quel 7 ottobre hanno avuto luogo feroci combattimenti tra le forze armate israeliane e i miliziani palestinesi. Il terribile bilancio di 1139 morti israeliani è stato attribuito alla furia di Hamas. Ma quante di quelle vittime sono rimaste uccise nel fuoco incrociato tra israeliani e palestinesi?

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    Il barone immaginario – 18 racconti con protagonista Julius Evola

    19.00

    Una persona “vera” non finisce nella trama di un romanzo o racconto di finzione o nei versi di una poesia per caso, bisogna che sia “qualcuno”, nel bene o nel male. La vita di Julius Evola è stata un romanzo, anzi molti romanzi. Uno per ogni ruolo che ha vissuto: filosofo, artista, alpinista, giornalista, politico, esoterista, orientalista, amante e bon vivant. Evola è stato, nel senso più profondo del termine, un “personaggio”, sempre pericolosamente in bilico tra la realtà e il mondo creato dal suo pensiero. Diciassette scrittori contemporanei hanno raccolto la “provocazione” di Gianfranco de Turris e si sono misurati con il Barone immaginandone incontri, avventure, amanti, indagini, pensieri, battaglie. Il risultato è un Barone immaginario che ha la verità del romanzo. Affascinante per chi non ha mai letto una riga delle sue opere, una sfida per gli studiosi. Diciassette racconti più uno, quello del futurista Volt del 1920 che apre l’antologia, scritti sul confine tra i mondi passati e futuri, possibili e impossibili, su cui ha camminato il Barone.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 290

    Stampato nel 2018 da Mursia

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    Il Barone sanguinario

    22.00

    Quando accetta la proposta di Blaise Cendrars di scrivere un libro per la sua collana di biografie di avventurieri, e sceglie – in modo apparentemente incongruo per un comunista militante – di occuparsi del barone von Ungern-Sternberg, Vladimir Pozner non immagina certo che questa volta non gli basterà consultare (come aveva fatto per Tolstoj è morto) una mole immensa di documenti, ma che gli toccherà condurre un’ardua inchiesta, nel corso della quale imboccherà, per poi abbandonarle, una quantità di false piste e si imbatterà in testimoni più o meno inattendibili: dall’ex colonnello di Ungern ridotto a fare il tassista alla coppia di decrepiti aristocratici parigini che hanno conosciuto il barone in fasce (e che di quel paffuto bebé gli manderanno una foto), sino a “fratello Vahindra”, il sedicente monaco buddhista che spaccia per il figlio segreto dello stesso Ungern il pallido adolescente dai tratti asiatici con il quale vive in una squallida mansarda… A poco a poco, però, il narratore riesce ad afferrare il suo eroe, e ce ne svela gli aspetti più inquietanti e contraddittori (nonché ambiguamente seducenti): solitario, taciturno, imprevedibile, irascibile, sadico, paranoide, ferocemente antisemita, superstizioso, misogino, frugale, idealista, marziale, il barone Ungern ha tendenze mistiche, si considera erede di Gengis Khan e si crede investito di una missione provvidenziale – quella di riconquistare l’Occidente partendo dal cuore della Mongolia.

    Brossura 14 x 22 cm. pag. 320

    Stampato nel 2012 da Adelphi

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    Il barone Ungern – Vita del Khan delle steppe

    34.50

    Chi era Unger Khan, che i mongoli consideravano il Dio della Guerra? Il generale “bianco” che combatté i bolscevichi in Estremo Oriente sino all’ultimo, finché venne sconfitto e fucilato dopo un processo farsa? Il barone Roman Fédorovic von Ungern-Sternberg (1886-1921) era un nobile baltico di religione buddhista dalle tendenze mistiche, che si riteneva investito di una missione provvidenziale: riconquistare l’Occidente partendo dal cuore della Mongolia. Intorno alla sua figura è fiorita tutta una leggenda a livello popolare, romanzi, fumetti, giochi di ruolo, a riprova di come le personalità eccezionali, nel bene e nel male, si circondino di un alone mitologizzante che avvince, nonostante gli anni e il tempo che passa. Ossendowski con Bestie, uomini, dei (1922) ha impedito che la Storia lo inghiottisse e lo annullasse, facendolo diventare un simbolo tra realtà e leggenda, “l’ultimo degli antibolscevichi”, come lo definì Julius Evola nel 1938. Leonid Juzefovic, in questa prima vera biografia storica, ricostruisce dettagliatamente la vita avventurosa, la vocazione alla guerra, le battaglie, le idee e la morte di questo eroe sui generis dell’antibolscevismo, pubblicando anche i verbali del processo a suo carico e della fucilazione, a opera dei comunisti.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 394 + 16 pagine fuori testo con foto b/n

    Stampato nel 2018 da Mediterranee

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    Il basso impero – Antico tardoantico ed era costantiniana Vol. I

    28.00

    In questo primo volume de “Il basso impero”, lo storico affronta il tema del rapporto fra tradizione e crisi spirituale nel mondo romano, dal II secolo d.C. al basso impero. La sua ricostruzione di questa dialettica culmina, da una parte, in una nuova interpretazione della fondazione di Costantinopoli, dall’altra, nella valutazione della personalità di Simmaco padre, “livido serpente”, a giudizio di un poeta cristiano, e tuttavia il più autorevole fra i senatori romani della generazione postcostantiniana.

    Rilegato, 14 x 21 cm. pag. 492

    Stampato nel 1975 da Dedalo

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    Il basso impero – Antico tardoantico ed era costantiniana Vol. II

    28.00

    In questo secondo volume lo storico propone, con immutato spessore critico, una nuova lettura di un nodo di particolare importanza: le relazioni tra “barbari” e mondo classico. Ne emerge una ricostruzione che, mentre illustra il modo in cui la storiografia classica seppe misurarsi con le esigenze e i valori espressi da Unni, Burgundi, Galli, Vandali e dalle altre popolazioni “barbariche”, puntualizza il grado di gravità della crisi dell’Occidente europeo nel suo complesso, ed i caratteri di quella “rivoluzione sociale” che sembrò identificarsi con la fine del mondo antico.

    Rilegato, 14 x 21 cm. pag. 456

    Stampato nel 1980 da Dedalo

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    Il battaglione alpini Susa. Immagini e storia

    9.90

    Gianni Oliva – Mario Renna

    Incorporati in due distinte compagnie, ‘Exilles’ e ‘Susa’, i coscritti della Valle di Susa partecipano alle vicende degli Alpini sin dalla costituzione del corpo, nel 1872: battesimo del fuoco nella guerra di Libia, protagonisti nella conquista del Montenero nel 1915, mobilitati nella guerra fascista 1940-43 prima sul Moncenisio, poi nella campagna dei Balcani. Riuniti nel battaglione ‘Susa’ dal 1946, essi attraversano la storia dell’Esercito dell’Italia repubblicana, nei decenni della “guerra fredda” reparto d’eccellenza della Forza Mobile Alleata della NATO, poi unità impegnata nelle missioni internazionali (dal Mozambico, al Kosovo, all’Afghanistan)

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    Il Berretto grigioverde Modello 34 degli Ufficiali del Regio Esercito

    21.00

    Alberto Virgilio

    Alberto Virgilio

    Un lavoro indispensabile per i collezionisti ma, utile anche agli storici militari. Questo agile studio dedicato al berretto modello ’34 per gli ufficiali del Regio Esercito, CRI e SMOM, Carabinieri Reali, Guardia di Finanza, fanteria, cavalleria, Artiglieria, Genio, Accademie, GAF, per ogni tipologia di berretto e’ prevista una scheda con foto a colori e brevi cenni storici e dati tecnici.  Interamente illustrato con oltre 100 foto e illustrazioni a colori.

    Brossura, 18,5 x 25 cm. pag. 108 completamente illustrato a colori

    Stampato nel 2023 da CM edizioni

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    Il bianco sole dei vinti. L’epopea sudista e la guerra di secessione 1607-1865

    25.00

    All’alba del 12 aprile 1861 scoppia la prima granata della guerra di Secessione. Da entrambe le parti l’attesa è per una guerra breve. Ma il conflitto durerà quattro anni e sarà il più sanguinoso dell’intera storia americana. Nel 1861, gli Stati Uniti non sono una sola nazione, ma due, perfettamente distinte: il Sud e il Nord. La storia narrata da Dominique Venner è quella della nascita della nazione sudista, poi della sua resistenza all’aggressione del Nord industriale, ed infine quella del suo assassinio premeditato. Il Sud, meno popoloso dell’odierna Svizzera, soccomberà sotto il numero, ma il suo sogno assassinato continua a vivere nel cuore degli uomini generosi. un volume epico sulla guerra e sugli ideali umani contrapposti.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 316 con 1 mappa

    Stampato nel 2015 da Settimo Sigillo

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    Il blasone dei colori

    16.00

    Uno degli aspetti più belli del medioevo è la cultura cavalleresca, coi suoi rituali e la sua complessa simbologia. I tornei, l’araldica, i significati simbolici di colori e materiali sono illustrati analiticamente in questo prezioso testo del XV secolo, per la prima volta tradotto in italiano e riccamente illustrato a colori.

    Brossura, pag. 96 con alcune illustrazioni b/n + 16 tavole a colori

    Stampato nel 2006 da Il Cerchio

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    Il blocco continentale. Mitteleuropa -Eurasia – Giappone

    14.00

    Karl Haushofer

    Scritto tra il 1939-’40 e pubblicato nel 1941 durante uno dei più profondi cambiamenti nella politica mondiale contemporanea, Il blocco continentale rimane uno dei testi di geopolitica più conosciuti e controversi. In esso il padre della geopolitica tedesca Karl Haushofer dà forma alle proprie speranze circa l’unificazione europea a guida tedesca e la costruzione, insieme alle altre potenze eurasiatiche e mediante una consapevole politica dello spazio, di un ordine mondiale tellurocratico alternativo rispetto a quello oceanico delle potenze marittime anglosassoni. Gli indirizzi del blocco continentale non morirono sotto le macerie della Seconda Guerra Mondiale, ma riecheggiano ancora oggi, tra le molteplici stanze della geopolitica, nel conflitto tra multipolarismo e unipolarismo, dove il centro di potenza europeo e la prospettiva, da taluni auspicata e da talaltri paventata, dell’affermarsi di un nuovo blocco continentale non hanno affatto perduto la loro importanza

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    Il blocco di Malta e l’esigenza C.3. Nel contesto della guerra in Mediterraneo Gennaio – Agosto 1942

    44.00

    Francesco Mattesini

    Negli anni precedenti l’inizio della Seconda guerra mondiale l’importanza strategica di Malta era stata considerata dalle Regie Forze Armate italiane, e la sua conquista era ritenuta necessaria nel caso di un conflitto con la coalizione franco-britannica. Ma nessuno studio fu realizzato per un’invasione dell’isola da affidare alla Regia Marina.  Nell’estate del 1941 i britannici con aerei e sommergibili che partivano da Malta causarono pesanti perdite ai convogli italiani. Il nuovo Capo del Comando Supremo, generale Ugo Cavallero, rispolverò quindi il progetto di sbarco. E in ottobre il generale Mario Roatta – Capo di Stato Maggiore dell’Esercito – fu ufficialmente incaricato di approntare i piani per l’invasione di Malta, denominando il progetto Operazione “C.3”. Da questo momento i piani di sbarco, alla cui stesura contribuirono anche i tedeschi  furono sempre più perfezionati, fino a stabilire che l’operazione “C.3” (“Hercules” per i tedeschi), a cui dovevano partecipare quattro divisioni da sbarco e tre di paracadutisti e truppe aviotrasportate, con l’appoggio di tutte le forze aeree italiane e tedesche e di tutta la Marina italiana, si sarebbe dovuta realizzare per la fine del mese di giugno. Fu poi spostata al mese di agosto per la necessità di impiegarne parte delle forze in appoggio all’offensiva del generale Erwin Rommel contro Tobruk e per l’avanzata in Egitto.

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    Il bombardamento di Bari del 2 dicembre 1943. Misteri, incertezze, motivazioni e bugie

    20.00

    Franco Introna

    Perché il 2 dicembre 1943 i tedeschi bombardarono il porto di Bari? Perché non considerarono altri bersagli sensibili ben più importanti? Perché concentrarono il bombardamento solo su innocui mercantili ignorando del tutto le navi militari inglesi ancorate nel porto? Perché un mercantile americano, durante il bombardamento, fu trainato fuori dal porto ed affondato dagli stessi alleati inglesi? Quante furono realmente le navi affondate dai tedeschi? Cosa trasportavano i mercantili americani? Perché gli Stati Uniti inviarono a Bari il Dott. Alexander massimo esperto in patologie da guerra chimica? Perché si cercò in tutti i modi di addebitare ai Tedeschi l’avvelenamento da iprite? Perché Churchill negò sempre tutto e dispose che i dati sanitari fossero alterati? Quanti furono i morti nella popolazione barese? Cosa altro fu bombardato a Bari oltre al porto? Fu veramente una piccola Pearl Harbour? Perché fu imposto il segreto militare? Cosa si voleva nascondere agli occhi del mondo? Questi alcuni degli interrogativi a cui cercheremo di dare una risposta.

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    Il bosco e l’aratro

    20.00

    Arnaldo Mussolini

    Gli scritti e i discorsi qui pubblicati rappresentano un monito per l’ecologismo dei tempi moderni che dello spirito sembra aver perso completamente memoria». Frutto di una lunga ricerca tra archivi e riviste condotta dal gruppo abruzzese di Coscienza e Dovere, il libro racchiude, oltre a quattro discorsi, tutti i trentaquattro articoli, in tema di rilancio dell’agricoltura e difesa della terra, che Arnaldo Mussolini pubblicò sulle pagine de Il Popolo d’Italia tra il 1928 e il 1931. Questa raccolta  rappresenta a tutti gli effetti il lascito politico e spirituale, dal punto di vista agrario e ambientale, di Arnaldo Mussolini.

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    Il bottino del mercenario

    49.00

    Questo diario di memorie è stato scritto per diverse ragioni, come dice lo stesso autore: “desiderio di rivivere qualcosa che ci ha conquistati, rimpianto e irritazione di non essere stati compresi, spazientiti per i luoghi comuni, le calunnie e le diffamazioni che schiere di giornalisti “impegnati” hanno propagato e continuano a diffondere sull’avventura mercenaria in Congo.” Il volume, accompagnato da diverse fotografie, è completato da belle appendici sulla storia dei mercenari. Uno dei primissimi volumi italiani sull’argomento. Difficile reperibilità.

    Rilegato, 21 x29 cm. pag. 181 con circa 100 foto a colori e b/n

    Stampato nel 1987 da Ciarrapico

    Condizioni del libro: usato in ottime condizioni

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    Il Brasile in guerra – La Forca Expedicionaria Brasileira in Italia (1944-1945)

    16.50

    La partecipazione del Brasile alla Seconda Guerra Mondiale appartiene alla sezione della memoria storica rimossa. Eppure nell’estate del 1944 giunsero in Italia, sul fronte della Linea Gotica, 25.000 soldati che formarono la Forza di Spedizione Brasiliana conosciuta come FEB (Força Expedicionária Brasileira). Dopo innumerevoli difficoltà di preparazione – l’esercito del paese sudamericano seguiva tecnica e tattica legate alla scuola di guerra francese – i brasiliani entrarono in linea di combattimento nella zona di Vecchiano a Pisa alla fine del mese di agosto del 1944. Dopo aver occupato Massarosa e Camaiore, e aver tenuto un buon comportamento nella fase di inseguimento delle truppe tedesche in ritirata, i soldati al comando del maresciallo Mascarenhas de Moraes furono spostati in Valle del Serchio. Qui, dopo aver superato Borgo a Mozzano, liberarono Barga e Gallicano trovando per la prima volta le rigide posizioni della linea tedesca. Spostati nel settore centrale degli Appennini subirono la dura sconfitta di Monte Castello, che superarono solo a febbraio, quando il corpo di spedizione, dopo aver ricevuto un adeguato e completo addestramento, riuscì ad avanzare catturando più di ventimila prigionieri a Fornovo.

    Brossura, 15 x 22 cm. pag. 147

    Stampato nel 2014 da Carocci

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    Il Btg. “Risoluti” della Xª MAS – Il cacciasommergibili Landi. Il pontone armato G.M. 194. La San Marco al colle del Giovo

    10.50

    Nato come reparto misto di marinai dipendenti dal Comando Marina di Genova, organizzato come compagnia di fanteria marina ed impiegato in un rastrellamento antipartigiano nel marzo 1944, meritò l’appellativo di “Risoluti” per la determinazione e il valore dimostrati. Una delle caratteristiche più anomale fu che tutte le unità furono affidate a sottufficiali capaci e fra le sue fila vi furono solo tre ufficiali.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag 80 illustrato con circa 94 tra foto b/n e riproduzioni di documenti d’epoca

    Stampato nel 1998 da Novantico

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    Il Btg. Alpini ‘Cadore’ nella R.S.I. 1943-45 – L’eccidio di 17 alpini al colle del Melogno nel savonese

    10.50

    Il volumetto cerca succintamente di illustrare, attraverso la riproduzione di pagine di libri, periodici, giornali, documenti e foto, la breve stora del Btg. “Cadore”, dalla costituzione a Vittorio Veneto, alle operazioni in Emilia, Piemonte e Liguria sino alla cosidetta “liberazione”. Particolare enfasi viene riservata ai tragici eventi dello scontro del 26 novembre 1944 e dalla successiva “fucilazione dopo la resa” dei 17 alpini da parte dei partigiani garibaldini al Forte Tortagna sul Colle del Melogno nel Savonese.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 88 illustrato con circa 91 tra foto b/n e riproduzioni di documenti d’epoca

    Stampato nel 2000 da Novantico

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    Il Bunker e i rifugi antiaerei di Villa Torlonia

    10.00

    Annapaola Agati – Federica Pirani

    L’apertura del rifugio e del bunker di Benito Mussolini a Villa Torlonia rappresenta un elemento di rilievo per la conoscenza di uno dei luoghi della città, ancora poco conosciuti, ma simbolicamente emblematico di un periodo tra i più complessi e tormentati della vita della Capitale.

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    Il buon uso del tradimento – Flavio Giuseppe e la guerra giudaica

    14.00

    Flavio Giuseppe è stato spesso considerato un traditore del popolo ebraico, ma Pierre Vidal-Naquet – storico anche lui e di origine ebraica – ne trae un affascinante profilo di intellettuale: un esempio indicativo di una coscienza che intende realisticamente sopravvivere in un mondo ostile pur mantenendo integra la propria identità. L’intera sua opera è finalizzata a dimostrare l’inutilità dei ribellismi velleitari. Consapevole della sconfitta ormai inevitabile d’Israele, di fronte alla potenza di Roma, egli ritiene sia meglio salvare il salvabile. Il patrimonio storico e delle tradizioni del suo popolo è un bene troppo prezioso; quindi da proteggere dalla rovina che provocherebbe il prolungarsi del conflitto. È significativo che nel racconto della guerra, Flavio Giuseppe si ispiri alla figura del profeta Geremia. Se non come un vero e proprio profeta, certo egli avverte la responsabilità di conservare la tradizione storica del suo popolo.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 191

    Stampato nel 2013 da Res Gestae

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    Il buono, il cattivo e il pessimo governo

    20.00

    Questo libro cerca di proporre all’attenzione dell’europeo odierno, la filosofia politica, com’è realmente e non com’è stata deformata dall’immanentismo liberale. Se il vecchio continente vuole ritrovare se stesso deve conoscere la propria storia, le sue origini, la sua filosofia e il suo pensiero politico. Occorre risalire alle radici: sono quelle dei Padri ecclesiastici, canonisti e scolastici. La filosofia politica è la conseguenza pratica della filosofia dell’essere. E’ necessario ritornare alla fonte della metafisica tradizionale, per poter affrontare i grandi temi di filosofia politica, dopo che la postmodernità nichilistica ha ucciso la modernità illuminista che l’aveva partorita.

    Brossura 13 x 21,5 cm. pag. 192

    Stampato nel 2010 da Novantico

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    Il calcio in guerra – Gioco di squadra e football nella grande guerra

    19.00

    In questo libro il calcio non è visto come un momento di pura distrazione, ma come un collante indispensabile per creare spirito di gruppo e incentivare la competizione. Non a caso nelle retrovie di tutti i paesi coinvolti nella guerra si siano svolte partite che aizzavano le rispettive tifoserie e che quì sono riportate con la puntualità di un’odierno cronista sportivo. Ma non sono solo le partite tra commilitoni o avversari a distinguere questo lavoro, quanto l’evolversi di questo sport in uno dei momenti più complessi della nostra storia. La partita di calcio nella terra di nessuno del natale 1914, l’andare all’attacco calciando i palloni non sono solo le manifestazioni esteriori, ma l’espressione di una sdramatizzazione della morte incombente attraverso lo spirito sportivo. Il libro è quindi un viaggio imperdibile che dimostra la capacità dello sport, e del calcio in particolare, a forgiare quella solidarietà e spirito di appartenenza che stanno alla base di ogni vittoria. Non solo sportiva.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 318 con circa 99 foto e illustrazioni b/n

    Stampato nel 2011 da Gaspari Editore

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    Il calderone delle streghe. La battaglia della sacca di Cherkassy

    36.00

    Gunther Jahnke – Bernd Lerch

    Lo studio sulla Sacca di Cherkassy è un’analisi operazionale e tattica. Vi sono descritte la sequenza degli avvenimenti e lo sviluppo della situazione militare del fronte tedesco a sud di Cherkassy dal 28 gennaio al 17 febbraio 1944. Viene anche data un’ampia panoramica del quadro generale di ciò che avvenne tra la fine del 1943 e l’inizio del 1944 sul fronte dell’Heeresgruppe Süd, per assicurare una migliore comprensione del contesto della battaglia, che si distinse per drammaticità e svolgimento tattico dal resto degli eventi del fronte orientale. L’opera si sforza di dare una rappresentazione fattuale e quanto più esauriente possibile, grazie alla consultazione di una vasta mole di documenti d’archivio e fonti secondarie tedesche e sovietiche, diari di guerra delle unità coinvolte e testimonianze dirette di veterani. In appendice, numerose fotografie rare e inedite della battaglia, e la riproduzione delle mappe originali tedesche delle operazioni nella sacca.

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    Il calderone delle streghe. La battaglia della sacca di Cherkassy gennaio-febbraio 1944

    35.00

    Gunther Jahnke

    Lo studio sulla Sacca di Cherkassy è un’analisi operazionale e tattica. Vi sono descritte la sequenza degli avvenimenti e lo sviluppo della situazione militare del fronte tedesco a sud di Cherkassy dal 28 gennaio al 17 febbraio 1944. Viene anche data un’ampia panoramica del quadro generale di ciò che avvenne tra la fine del 1943 e l’inizio del 1944 sul fronte dell’Heeresgruppe Süd, per assicurare una migliore comprensione del contesto della battaglia, che si distinse per drammaticità e svolgimento tattico dal resto degli eventi del fronte orientale. L’opera si sforza di dare una rappresentazione fattuale e quanto più esauriente possibile, grazie alla consultazione di una vasta mole di documenti d’archivio e fonti secondarie tedesche e sovietiche, diari di guerra delle unità coinvolte e testimonianze dirette di veterani. In appendice, numerose fotografie rare e inedite della battaglia, e la riproduzione delle mappe originali tedesche delle operazioni nella sacca

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    Il Cammino del Cinabro

    34.50

    Questo libro, che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi “Il sentiero del cinabro” e che poi l’autore mutò in bozze ne “Il cammino del cinabro”, con evidenti riferimenti simbolici ed ermetici, venne completato entro la metà del 1962 e pubblicato dall’editore Vanni Scheiwiller nel marzo 1963, con lo scopo di rispondere alle polemiche suscitate dall’intellighenzia italiana all’uscita di “Cavalcare la tigre” nel novembre 1961, in quanto si riteneva intollerabile che fosse stato stampato il saggio di un autore ancora messo all’indice. Julius Evola lo aveva scritto per farlo pubblicare dopo la sua morte, ma prevalse la richiesta del giovane editore milanese. Non si tratta di un’opera autobiografica precisa il filosofo, ma di una “guida attraverso i miei libri”, anche se trattando, più che di vicende e fatti personali, di idee e di quei valori tradizionali che hanno caratterizzato tutta la sua vita, ben gli si adatta la definizione di “autobiografia spirituale”. In quanto tale “Il cammino del cinabro” ha una importanza determinante non soltanto per ben comprendere il percorso delle tesi e della “visione del mondo” che mossero Julius Evola, ma soprattutto per constatare come ci sia un filo conduttore e una coerenza di fondo che legano tutte le sue opere e le posizioni che in esse vengono trasmesse.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 439 + 16 pagine fuori testo con immagini b/n

    Stampato nel 2014 da Edizioni Mediterranee

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    Il cammino del cinabro

    30.00

    Questo libro può fornire anzitutto una utile guida per meglio orientarsi nell’insieme assai complesso e vario dlele opere e dell’attività di Evola: all’arte d’avanguardia (arte astratta e dadaismo) alla filosofia speculativa, dagli studi orientali alal critica dell’attuale civiltà, dalle discipline esoteriche alal filosofia della storia e alla dottrina dello Stato. Il libro può avere, inoltre, il valore di un “documento umano” e di testimonianza di uno spirito libero, in ogni senso (non è mai stato iscritto ad un partito), attraverso i suoi tempi. Mentre descrive il formamrsi graduale di un pensiero, rievoca esperienze, lotte e situazioni di un periodo lungo decenni, senza autocompiacimento o la tendenzialità di odierni autori. Da qui una specie di congiura del silenzio intorno a Evola da parte della cultura e critica ufficiale, nonostante che un pubblico attento (e non tutto composto di improvvisati discepoli) segua ogni sua nuova opera e nonostante diversi suoi libri siano noti e tradotti all’estero, dove Evola viene considerarto una delle figure più significative, anche se discusse, dalal cultura italiana”.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 220

    Stampato nel 1972 da Vanni Scheiwiller

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