1914-1918 La guerra moderna – Con documenti inediti

Franco Angeli

Franco Angeli

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    1914-1918 La guerra moderna – Con documenti inediti

    29.00

    Nel 1914-1918 le maggiori potenze industriali si affrontarono con armi nuove e molto efficienti come artiglierie, mitragliatrici, aeroplani e sommergibili, schierando masse di soldati equipaggiati come mai era fino ad allora accaduto. Prima guerra “totale” e “modello” per la Seconda Guerra Mondiale, trasformò ogni aspetto della vita collettiva, coinvolgendo i civili e tutte le risorse nazionali, tanto da poterla considerare “la” guerra moderna per il salto mentale, tecnologico, industriale, organizzativo, di efficienza o di illusione futuristica che colse un mondo abituato ad altre velocità. La guerra ridefinì la carta politica dell’Europa, mise in crisi sistemi politici e universi mentali, segnando la fine del mondo ottocentesco rappresentato da un esercito di contadini brutalmente immessi in un mondo nuovo nel quale ideali e valori tradizionali risultavano irreversibilmente intaccati. Una specifica trattazione è riservata alla dinamica militare del conflitto (comprese le forze armate nemiche) e al sistema di controllo dell’economia, che prefigurò un diverso ruolo dello Stato anche nella gestione del conflitto sociale che avrebbe poi trovato una soluzione autoritaria con il fascismo.

    Brossura, 16 x 23 cm. pag. 288

    Stampato nel 2014 da Franco Angeli

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    All’ombra della lunga casa

    26.00

    Per comprendere i primi anni dell’America coloniale è indispensabile conoscere le popolazioni native, le loro culture, le loro guerre, i loro commerci, la loro diplomazia, che fornirono a lungo gli strumenti comuni di relazione tra nativi e nuovi arrivati. Il libro si focalizza soprattutto sulla lunga serie di guerre e trattati diplomatici che caratterizzarono la storia della regione dei grandi laghi americani e della valle dell’Ohio durante il XVII secolo, che videro protagonisti La lega delle Cinque nazioni irochesi, creazione politica e culturale tipicamente nativa, che poteva schierare accanto ai suoi temibili guerrieri formidabili diplomatici che operavano per la salvaguardia dell’alleanza. La Lega nel corso del secolo portò avanti una guerra espansionistica ai danni dei vicini nativi, guerra che può essere identificata quale elemento fondamentale delle dinamiche storiche di quel periodo, quando l’interazione tra nativi e coloni iniziò a dare forma alla nuova realtà americana.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 254

    Stampato nel 2010 da Franco Angeli

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    Baroni e vassalli – Storie moderne

    45.00

    Regime di terre e di vassalli, il feudalesimo è stato riproposto dalla più recente storiografia come uno degli elementi di lunga durata che, seppure attraverso un continuo e complesso processo di riconfigurazione, hanno accompagnato la storia dell’Europa dal medioevo all’età moderna. Una minore attenzione era stata finora accordata allo sviluppo che, tra il XVI e il XVIII secolo, ha interessato la proprietà signorile posseduta da monasteri e abbazie, da vescovi e religiosi degli Ordini e, più in generale, da tutte quelle istituzioni che, in un modo o in un altro, dipendevano dalla Chiesa. Il libro ha inteso ricostruire tale storia lunga e complessa attraverso i lavori di numerosi studiosi che, con prospettive differenti, seguendo percorsi metodologici e documentali autonomi e spesso profondamente innovativi, hanno contribuito a tracciare un panorama composito, all’interno del quale lo spazio economico e finanziario dei patrimoni signorili si intreccia con le implicazioni politiche e amministrative connesse alle prerogative giurisdizionali del governo dei feudi.

    Brussura, 15 x 23 cm. pag. 384

    Stampato nel 2012 da Franco Angeli

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    Coloniale – Il braccio indigeno. Ascari, irregolari e bande nella conquista dell’Eritrea 1885-1911

    39.00

    Il braccio indigeno è la storia delle truppe indigene al servizio degli italiani nei tempi del primo colonialismo; dai basci-buzuk ereditati dagli egiziani ai battaglioni ascari e alle bande. Si tratta, quindi, di una storia militare, seppur in una visuale particolare, con cui rivisitare le tappe belliche dell’avventura italiana in Africa. Ma non solo: indagare la storia degli ascari significa anche approfondire i temi della convivenza fra bianchi e neri, l’immagine d’Africa e degli africani diffusa in Italia a quei tempi e, per quanto lo concedono le fonti coloniali frammentarie e reticenti, anche la vita quotidiana degli indigeni sotto le armi. Così, a fianco delle battaglie e delle campagne militari, questo libro tratta anche delle operazioni di polizia, dei tribunali, dell’addestramento e pone particolare attenzione alle ribellioni degli eritrei verso la dominazione coloniale. Marco Scardigli è stato per due anni docente a contratto di Storia dell’Africa presso l’Università di Pavia. Ha scritto saggi di storia militare, di storia coloniale, d analisi della stampa quotidiana e di gestione degli archivi oltre ad alcuni libri di narrativa.

    Brossura, 14 x 22 cm. pag. 224

    Stampato nel 1996 da Franco Angeli

    Condizioni del libro: usato, come nuovo

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    Conoscere il nemico

    49.00

    Ogni conflitto nasce e si sviluppa sulla base di una particolare conoscenza e immagine dell’avversario. Le decisioni dei vertici politici e militari sono condizionate dalle informazioni disponibili sul nemico, sui suoi disegni, sulle sue strategie, e la costruzione di tale immagine è a sua volta strumento utile a condizionare gli orientamenti della popolazione.La conoscenza del nemico è il risultato di due processi, uno istituzionale e uno culturale. Il primo è rappresentato dall’attività degli apparati di intelligence che raccolgono, organizzano, diffondono le informazioni, per utilizzarle a scopi militari (si pensi alla decrittazione britannica dei messaggi tedeschi durante la seconda guerra mondiale), ma anche per orientare le opzioni delle leadership politiche. Il secondo processo è di tipo culturale e rimanda alle difficoltà di comprendere realtà distanti dalla propria, per l’influenza di modelli e pregiudizi, anche di tipo razzista, in sintesi dell’universo mentale di chi raccoglie e interpreta le informazioni.In relazione a un conflitto le decisioni dipendono quindi da un complesso flusso di informazioni e dalla loro interpretazione, e da ciò derivano talvolta incomprensioni dense di conseguenze: si pensi alla sottovalutazione dell’Unione Sovietica da parte della Germania nazista o, in tutt’altro contesto, alle vicende che hanno coinvolto gli Stati Uniti nel corso dell’invasione e poi dell’occupazione dell’Iraq. I saggi qui riuniti affrontano momenti cruciali dell’età contemporanea, nei quali le conoscenze sul nemico hanno costituito la base per scelte di grande rilievo. Il volume, che affronta per la prima volta nel nostro Paese i temi dell’intelligence in un’ampia prospettiva storica, si articola in una prima parte, che prende in considerazione Una prospettiva mondiale dal periodo dell’imperialismo alla Guerra fredda, e in una seconda dedicata a L’Italia e i suoi nemici.

    Brossura 15,5 x 22,5 cm. pag. 528

    Stampato nel 2016 da Franco Angeli

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    Fascismo – Il fascismo giapponese

    40.00

    Si può parlare di regime fascista nel Giappone degli anni Trenta e della Seconda Guerra Mondiale? Una domanda sorprendente per specialisti, persone colte o lettori anche sporadicamente interessati a problematiche politiche, economiche, sociali del mondo contemporaneo. Sorprendente perché quasi automatico collegare il termine fascista alle sole esperienze italiana e tedesca. Questo volume, facendo ricorso a un’ampia bibliografia, anche in lingua originale, sostiene invece la legittimità di definire come tale il regime giapponese e suggerisce un’interpretazione che prende le mosse dall’analisi del processo storico giapponese e dai dibattiti di larga parte della storiografia giapponese. Inoltre, l’opera sottolinea in modo esplicito le conseguenze della pressione dicotomica della coercizione e della organizzazione del consenso sulle società di massa, con un percorso di ricerca teso a chiarire contraddizioni, interessi e schieramenti dei ceti e delle classi sociali. Infine, superando i limiti temporali e spaziali della discussione sul fascismo giapponese, il volume fornisce interessanti spunti di riflessione sulle società contemporanee.

    Brossura, 14 x 22 cm. pag. 290

    Stampato nel 1993 da Franco Angeli

    Condizioni del libro: usato in ottime condizioni

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    Furor bellicus

    32.00

    All’Atene dell’età classica risalgono le radici del nostro modo di pensare l’ethos del guerriero: un cittadino-soldato che agisce nel rispetto della coesione con i compagni e della disciplina. In quel passato questa formula trovò la sua prima enunciazione, strettamente legata ad un modello politico nuovo: la democrazia. Ma cosa venne soppiantato dall’organizzazione oplitica delle città greche? Cosa c’era prima? Nell’Europa della tarda antichità – in cui si andava saldando l’alleanza tra impero e cristianesimo – troviamo l’immagine spaventosa di guerrieri capaci di furor . Sono guerrieri nemici del popolo di Dio, quindi destinati alla sconfitta finale, ma incutono terrore e possono perfino cogliere qualche vittoria, perché combattono posseduti da forze sovraumane: sono guerrieri indemoniati. Erano guerrieri dediti al furor anche i predecessori degli opliti, come vuole un’affermata teoria storiografica? S’immaginava che fossero posseduti dagli dèi e perciò straordinariamente potenti? La manía violenta di talune figure della tragedia attica – Aiace ed Eracle in particolare – ci parla di questo? O è il nostro sguardo a riflettere in quel lontano passato un’immagine che ha radici diverse e più recenti?

    Brossura 15,5 x 23 cm. pag. 286

    Stampato nel 2012 da Franco Angeli

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    Identità e conflitti – Etnie nazioni federazioni

    24.50

    Il volume si propone di indagare, coniugando indagine empirica e riflessione teorica, il nesso fra identità politica e conflitti. Esso parte dall’osservazione che la caduta del muro di Berlino, il crollo dell’Unione Sovietica e la crescente globalizzazione (non soltanto economica) hanno riportato in primo piano la questione dell’identità politica come elemento decisivo per la comprensione dei processi e dei conflitti politici. Esso intende indagare le ragioni della centralità dell’identità politica nel panorama politico di questo fine-secolo, cercando soprattutto di rendere ragione di un paradosso: l’epoca della globalizzazione e della caduta dei muri ha coinciso non soltanto con il rapido progredire di forme di cooperazione e di integrazione internazionale e sovranazionale, ma ha visto anche il riproporsi di conflittualità legate ad identità politiche di tipo particolaristico (la dissoluzione dell’ex Jugoslavia ne è l’esempio più drammatico, l’islamismo militante un altro non meno rilevante).

    Brossura, 14 x 22 cm. pag. 224

    Stampato nel 2000 da Franco Angeli

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    Il mestiere della guerra – Dai mercenari ai manager della sicurezza

    26.50

    Gabriella Pagliani

    Il fenomeno risale agli anni Novanta, ma solo gli specialisti ne sono a conoscenza. Si tratta delle nuove compagnie di ventura, le società private militari, Private military companies, (Pmc) che traggono il loro punto di forza da una struttura societaria articolata e complessa. Esse sono specializzate nella gestione della sicurezza e della guerra a livello mondiale, dove la statualità è in declino e il monopolio della forza in sfacelo. L’Africa è il loro terreno di coltura: Congo, Angola e Sierra Leone sono i tre case-studies analizzati nel libro, paesi ricchi di risorse minerarie ed energetiche, dove le Pmc con poche centinaia di uomini, sono intervenute in situazioni d’instabilità politico-militare. Ma non è solo l’Africa il campo d’azione di tali armate private: negli Stati Uniti, un ruolo sempre più trainante è ricoperto dall’industria dei contractors , giganti economici a cui il Pentagono e il Dipartimento di Stato affidano i servizi militari, logistici e d’ intelligence per sostenere la crescente presenza della macchina bellica americana nel mondo. Pmc e contractors rappresentano con i loro corporate warriors quindi due aspetti diversi della privatizzazione dell’uso della forza. Il libro, articolato su due piani di ricerca-studio e di attualità, tenta un’analisi sistematica e approfondita del fenomeno, ed è il frutto di lunghi soggiorni all’estero e di accurate indagini. In un mondo globalizzato che anela alla sicurezza si delinea così una nuova concezione della guerra che prefigura una parallela “privatizzazione della pace”.

    Brossura 14 x 22 cm. pag. 283

    Stampato nel 2004 da Franco Angeli

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    Il tridente e la svastica – L’occupazione nazista in Ucraina orientale

    32.00

    La disfatta sovietica di fronte all’avanzata tedesca nell’estate del 1941 è solitamente fatta risalire alla disaffezione dei cittadini sovietici nei confronti di Stalin, del cui regime terroristico erano stati le vittime negli anni Trenta. Similmente, i tedeschi non avrebbero faticato a trovare collaboratori in Ucraina, che era stata oggetto di una pesante politica di russificazione. Anche a causa dell’alleanza fra l’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini con i tedeschi, lo stereotipo dell’ucraino “volenteroso carnefice di Hitler” ha goduto di grande fortuna. Questo volume analizza l’amministrazione civile nazionalsocialista nel Generalbezirk Dnjepropetrowsk, la regione più orientale ad essa sottoposta, e dimostra come i collaboratori non vennero dalle fila dei perseguitati dello stalinismo, ma da quegli stessi quadri dirigenti che con il regime sovietico avevano fatto carriera e che erano passati dalla parte dei tedeschi, quando vi avevano intravisto una possibilità di sopravvivenza. Nonostante gli sforzi del Ministro dei Territori Occupati Alfred Rosenberg di operare una politica più favorevole nei confronti della nazione ucraina, la fazione più “antislava” riuscì a imporre la linea del massimo sfruttamento, perdendo così l’iniziale appoggio delle popolazioni civili. Queste, vittime dell’alienazione sociale dello stalinismo, non seppero esprimere una propria alternativa politica e l’iniziativa rimase nelle mani dei partigiani comunisti, unica minoranza attiva capace di organizzazione.

    Brossura, 15,5 x 23 cm. pag. 243

    Stampato nel 2010 da Franco Angeli

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    Intervento pubblico e politica economica del Fascismo

    74.00

    I saggi raccolti nel volume, dedicati alle principali linee di tendenza della politica economica italiana nel periodo fascista, rappresentano il frutto del lavoro di un gruppo di ricerca composto da docenti della Facoltà di Economia dell’Università di Napoli “Federico II”. I temi prescelti sono: i punti nodali alla base dell’intervento pubblico (D. Fausto); i tentativi degli economisti italiani di approdare ad una nuova scienza economica (A. M. Fusco); le origini e le caratteristiche degli enti e istituzioni economiche sorti durante il fascismo (L. Iaselli); la particolare valenza della politica agricola del regime (G-A. Marselli); i mutamenti della politica industriale dalla subordinazione agli interessi degli imprenditori privati alla connessione con gli interessi pubblici espressi dall’IRI (A. dell’Orefice); l’influenza dei condizionamenti interni e internazionali nelle scelte della politica commerciale (G. Tullio); l’evoluzione della politica monetaria con riferimento agli obiettivi politici a cui è spesso subordinata (M. L. Cavalcanti); i provvedimenti di legislazione sociale (I. Puglia); i diversi momenti dell’andamento della finanza pubblica (D. Fausto). Si tratta, quindi, di un esauriente quadro degli aspetti economico-sociali del regime, alla luce di un vasto e approfondito lavoro di ricerca che mira a dare un significativo contributo alla conoscenza di quel periodo.

    Cartonato con sovracopertina 16 x 23,50 cm. pag. 764

    Stampato nel 2007 da Franco Angeli

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    L’Adriatico conteso – Commerci politica e affari tra Italia e Austria-Ungheria (1882-1914)

    35.00

    Negli ultimi decenni dell’Ottocento, la travolgente crescita del commercio internazionale sembrò portare con sé benessere e stabilità, all’interno del clima ottimistico che sempre più spesso viene definito come “prima globalizzazione”. Quel vasto movimento era stato reso possibile dalla disponibilità di collegamenti più rapidi, economici ed efficienti rispetto al passato, garantiti dalla interconnessione tra ferrovie sulla terraferma, piroscafi di linea sui mari ed una rete telegrafica ormai estesa a tutti i continenti. L’apparente libertà che contraddistingueva la circolazione di merci, persone ed informazioni veniva però contraddetta da un sempre più esteso controllo esercitato dai diversi Stati sui mezzi che consentivano quelle interconnessioni. La rete dei collegamenti commerciali globali divenne teatro di una crescente competizione tra gli stati più forti, in grado di imporre la superiorità dei propri sistemi marittimi per intercettare quote sempre più ampie degli scambi globali. Nell’arena geograficamente ristretta del mare Adriatico, Italia ed Austria-Ungheria adottarono strategie marittime diverse nella forma, ma convergenti negli obiettivi, al fine di controllare i flussi commerciali in primo luogo, ma anche gli spazi di potere che ne erano l’esito politico. Due nazioni formalmente alleate dal 1882 accumularono così sempre più numerosi motivi di attrito, fino a schierarsi su fronti opposti durante la prima guerra mondiale.

    Brossura, 15 x 23 cm. pag. 285

    Stampato nel 2018 da Franco Angeli

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    L’altro crinale. La battaglia di Solferino e San Martino letta dal versante austriaco

    39.00

    Parte integrante di un più ampio progetto euristico articolato in quattro volumi, ciascuno dei quali può essere compreso senza avere necessariamente letto gli altri, il presente lavoro è dedicato ai grandi sconfitti del 24 giugno 1859, gli austriaci. Nell’ampia sezione documentaristica viene presentato in traduzione italiana materiale inedito redatto in ambito austriaco, durante e dopo la campagna d’Italia del 1859. Di primaria importanza è la Relazione Ufficiale Austriaca sulla Battaglia di Solferino, associata ad uno scorcio della letteratura dell’epoca (libri, manoscritti, articoli di giornale, opuscoli e corrispondenza) in merito al fatto d’armi e alla sconfitta. La parte saggistica è invece dedicata all’analisi della Relazione Ufficiale Austriaca e della sua ricezione, ai racconti sugli scontri, alle varie fonti archivistiche, alla polemica seguita alla disfatta, alla risonanza degli avvenimenti sulla stampa viennese, alle armi utilizzate e, non da ultimo, ai protagonisti di quel giorno, generali, soldati e reclute. Ne emerge un interessante quadro storico che colpisce per l’unicità della prospettiva, quella dei vinti.

    Brossura, 17 x 24 cm.  pag. 640

    Stampato nel 2009 da Franco Angeli

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    L’amministrazione Nixon e il continente africano – Tra decolonizzazione e guerra fredda 1969-1974

    40.00

    Durante gli anni della sua presidenza, Nixon ereditò una situazione sempre più complessa sulle questioni africane, soprattutto quelle riguardanti l’Africa subsahariana e australe. Già Kennedy e poi Johnson avevano tentato di rimodulare la politica americana verso l’Africa meridionale, ma con scarsi risultati. Con Nixon e Kissinger al suo fianco, i problemi di quell’area si fecero ancor più incalzanti. La nascita e il rafforzamento dei movimenti d’indipendenza africani avevano posto le tradizionali potenze coloniali europee in una situazione sempre più difficile e gli stessi Stati Uniti, pur essendo estranei alla storia coloniale europea in Africa, dovettero fare i conti con movimenti locali ai quali l’Unione Sovietica (e, in misura minore, ma non per questo meno preoccupante, la stessa Cina comunista) guardava con grande interesse. Il legame politico che univa Washington ai suoi alleati europei impediva al governo americano di prendere posizioni nette contro i regimi bianchi dell’Africa meridionale. La penetrazione sovietica e quella cinese – sebbene quest’ultima in competizione con la prima – avevano finito per spostare l’epicentro della guerra fredda in una regione fino a quel momento estranea al contenzioso storico tra Unione Sovietica e Stati Uniti. I saggi presenti nel volume analizzano la politica americana sia nella sua impostazione generale, sia nei vari contesti in cui si esplicò in quegli anni.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 324

    Stampato nel 2016 da Franco Angeli

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    La guerra d’inverno – Finlandia e Unione Sovietica 1939-1940

    30.00

    I 105 giorni di guerra tra Finlandia e Unione Sovietica, nell’inverno 1939-1940, furono “messi in ombra” dalla rapida successione degli eventi politici e militari dei mesi successivi. La coraggiosa resistenza, opposta dal solo paese confinante con l’Urss di Stalin, che scelse di opporsi combattendo all’Armata Rossa, riuscendo a sopravvivere come stato libero e indipendente, merita una indagine più accurata rispetto a quanto avvenuto sinora. Le sorprendenti vittorie finlandesi di Tolvajärvi, Suomussalmi e di altri campi di battaglia nell’innevata tundra finlandese, che stupirono il mondo, catturando l’immaginario collettivo dell’opinione pubblica internazionale, vengono dettagliatamente descritte. Testimonianze e resoconti, tratti dagli archivi finlandesi e russi, riportano alla vita una pagina di storia troppo a lungo trascurata. L’analisi delle cause dei disastri militari subiti dall’Armata Rossa nel corso di quella campagna, rovesci che ne minarono il prestigio e la credibilità agli occhi del mondo, influendo potentemente sulla decisione di Hitler di attaccare l’Unione Sovietica, gettano una luce nuova sul funzionamento del regime staliniano. Lo scontro impari sulla Linea Mannerheim per il possesso dell’istmo di Carelia viene analizzato da entrambe le prospettive. A causa del successo riportato dall’Armata Rossa in quel settore, la documentazione archivistica russa, supera per quantità e qualità quella disponibile in merito a qualsiasi altro episodio della campagna di Finlandia. Il volume dedica ampio spazio anche agli aspetti politici e sociali del conflitto. Una ricognizione sia pur di base del carattere nazionale del popolo finlandese è essenziale per comprendere lo spirito combattivo di cui diede prova la piccola nazione nordica, di fronte ad una sfida che appariva senza speranza. Questo studio riveste un interesse particolare per i cultori di storia militare o di questioni sovietiche, ma in una prospettiva più ampia, esso suscita la curiosità di chiunque vogl

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    La nascita degli Stati Uniti d’America – Dichiarazione d’Indipendenza ed esordio sulla scena internazionale

    46.00

    Le tre parti che compongono questo libro ripercorrono la storia degli Stati Uniti dall’epoca della colonizzazione, attraverso la fondazione della nazione, sino alla guerra anglo-americana del 1812-1815. Nella prima parte, di Giuliana Iurlano, sono studiati i concetti basilari che, durante la lunga fase della colonizzazione e sulla scorta del pensiero di Spinoza, costituirono la base filosofica della Dichiarazione d’Indipendenza, con un accento particolare posto sul problema della continuità o rottura tra essa e la Costituzione americana. Nella seconda parte, sempre Giuliana Iurlano analizza il pensiero politico di George Washington e gli esordi della politica estera americana tra neutralità e impegno nello scenario internazionale, sino alla guerra contro i corsari islamici del Nord-Africa ai tempi di Thomas Jefferson. Nella terza parte, di Antonio Donno, si ricostruiscono infine le origini, gli sviluppi e le conclusioni della guerra tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti del 1812, che gli americani, alquanto enfaticamente, definirono la “seconda guerra d’indipendenza”.

    Brossura, 14 x 22 cm. pag. 386

    Stampato nel 2017 da Franco Angeli

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    La palestra del Littorio

    32.00

    L’Accademia di educazione fisica della Farnesina, fondata nel 1928, avrebbe dovuto svolgere una funzione essenziale: formare gli insegnanti di educazione fisica delle scuole medie dell’Italia fascista e gli istruttori ginnico-sportivi dell’organizzazione giovanile del regime. Ma le necessità contingenti portarono i fascisti a compiere delle scelte diverse. Attraverso una serie di progetti, in parte realizzati e in parte rimasti sulla carta, la Farnesina assunse, tra l’altro, il ruolo di istituto per la formazione della dirigenza maschile delle organizzazioni giovanili fasciste. L’esperimento totalitario, messo in atto per due decenni dall’Onb e dalla Gil, per creare l'”italiano nuovo” e per indurre i giovani ad assumere dei modelli di comportamento pienamente rispondenti alla cultura fascista non fu un aspetto marginale e accessorio del sistema mussoliniano. Fu un esperimento serio di cui l’Accademia della Farnesina, come mostra chiaramente il presente lavoro, rappresentò una delle punte di diamante. La fine del regime travolse l’Accademia. La Farnesina, centro liturgico e cuore ideale del progetto pedagogico fascista, venne dimenticata, come se non fosse mai esistita. Il presente volume vuole ripercorrerne le vicende dal prologo all’epilogo.

    Brossura 14 x 22 cm. pag. 273

    Stampato nel 2009 da Franco Angeli

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    La repubblica necessaria – Il fascismo repubblicano a Roma 1943-1944

    21.50

    Il Partito Fascista Repubblicano ha svolto un ruolo di una certa importanza durante l’occupazione tedesca di Roma, tra il settembre 1943 ed i giugno 1944. I fascisti repubblicani della Capitale sono stati però ignorati dalla storiografia, oppure sono stati descritti beffardamente come “repubblichini”, oscuri scherani del nazismo. Senza remore e senza partigianerie di vario tipo, questo libro tenta, per la prima volta, di descrivere la proposta “politica” del fascismo repubblicano a Roma, non fermandosi alla “cronaca nera” delle varie “bande”, ma cercando di comprendere le motivazioni che portarono migliaia di romani ad aderire ad un movimento privo di speranze e di futuro.

    Brossura, 15,5 x 23 cm. pag. 174

    Stampato nel 2004 da Franco Angeli

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    Manuale di sociologia militare

    22.00

    I radicali mutamenti che hanno preso corpo negli ultimi due decenni sulla scena mondiale attribuiscono una rilevanza sempre maggiore alla funzione della difesa che le società affidano all’organizzazione militare. Ritenuti a lungo oggetti “tecnici” e riservati agli addetti ai lavori, difesa e organizzazione militare entrano oggi a pieno titolo nel discorso pubblico, sollecitando l’impegno dei politici, suscitando l’attenzione dei media e coinvolgendo la stessa opinione pubblica. Approfondire questi argomenti, così, diventa interessante per tutti i cittadini. Per coloro che hanno scelto la professione militare, poi, diventa urgente acquisire consapevolezza degli aspetti sociali e psicologico-sociali, i quali rivestono un ruolo cruciale anche e soprattutto nell’operato della propria organizzazione. Ai giovani che si formano a questo “mestiere”, a prima vista così differente dagli altri, e a tutti coloro che, nella società civile, vogliono guardare ad esso al di là tanto della retorica quanto degli stereotipi, è dedicato questo libro.

    Brossura 14 x 22 cm. pag. 200

    Stampato nel 2008 da Franco Angeli

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    Missioni di pace e intervento militare – Tra vocazione e strategia

    27.00

    Il libro, pensato come manuale per gli studenti del Laboratorio di Analisi e Pianificazione delle Operazioni di Pace del corso di laurea triennale in “Sviluppo economico, cooperazione internazionale socio-sanitaria e gestione dei conflitti”, è dedicato a tutti coloro che, più o meno esperti, si occupano di questioni di sicurezza, politica estera e diritti umani. Il volume offre una panoramica sulla teoria e pratica delle missioni di pace e umanitarie, ossia di quegli atti di politica estera (e interna) di cui ogni giorno troviamo notizie su quotidiani e riviste, ma che spesso vengono semplicemente letti con gli occhi di chi vuol fare “scoop” o relegati alla “complessa routine dei fatti del mondo”.

    Brossura, 15 x 23 cm. pag. 196 con alcuni grafici e illustrazioni b/n

    Stampato nel 2019 da Franco Angeli

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    Morire uccidere – L’essenza della guerra

    21.00

    La guerra, secondo von Clausewitz, è la continuazione della politica con altri mezzi. A livello teorico, questa definizione è impeccabile: razionalmente siamo capaci di collegare tutte le guerre che cospargono la storia ai disegni della politica o ai suoi fallimenti. Eppure, a un esame obiettivo, essa è evidentemente diversissima dalla politica: la guerra è, soprattutto, una relazione tra gli uomini fondata sulla morte. Se la spogliamo di strategie, tattiche, tecnologie, obiettivi… rivela la sua nuda verità, che si esplica in due azioni speculari: morire (o rischiare di morire, o essere disposti a farlo) e uccidere. Lungo queste due dimensioni si snoda il racconto di Cinzia Rita Gaza che, scavando nella cultura, nella psiche e nei miti che nutrono questa inesplicabile attitudine umana, si interroga con lucidità sui meccanismi che spingono gli uomini a giocare questa partita di sangue, nel tentativo continuo di spiegare l’inspiegabile.

    Brossura, 16 x 23 cm. pag. 175

    Stampato nel 2014 da Franco Angeli

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    Nazione e popolo nella rivoluzione irlandese

    32.50

    Il volume ricostruisce eventi e teorizzazioni della “rivoluzione in Irlanda”. Nel 1798 l’isola, da secoli assoggettata al dominio coloniale dell’Inghilterra, separata da differenze politiche, confessionali e sociali, fu sconvolta da agitazioni e tumulti, culminati nel tentativo di dar vita a una repubblica con l’appoggio delle armate francesi. Ne furono protagonisti gli United Irishmen (Irlandesi Uniti). Essi, dando forma compiuta al concetto di nazione, cercarono di unire in un sol popolo la gente d’Irlanda. Testi editi e documenti inediti sono alla base di un dibattito che ebbe conseguenze dirompenti nella storia del Paese, segnato nell’età moderna da conflitti volutamente esacerbati e da vani tentativi di comporre contrasti e differenze confessionali. La proposta degli United Irishmen fu l’apice di una discussione che, dopo la Gloriosa rivoluzione, diventati i protestanti egemoni su cattolici e dissenters , ruotò specie attorno alla definizione di “popolo” e vide impegnati personaggi come Molyneux, Toland e Swift, infine Burke. Intensi furono anche gli intrecci con gli effetti delle prevaricazioni economiche britanniche e con le dinamiche dell’assetto costituzionale insulare. Nei decenni finali del Settecento, le rivoluzioni d’America e di Francia accentuarono la radicalizzazione delle istanze già presenti. Sconfitti dalle armate inglesi e dall’ignoranza di parte della popolazione, gli United Irishmen elaborarono un’idea di nazione – indipendente, laica, democratica e pluralista – che ancor oggi conserva intatto il suo fascino.

    Brossura, 15,5 x 23 cm. pag. 358

    Stampato nel 1999 da Franco Angeli

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    Psicologia militare

    42.00

    Cosa ci insegna la psicologia sull’origine della guerra? Quale legame c’è fra aggressività e guerra? Che cos’è e come si svolge la guerra psicologica? Quali sono le cause psicologiche che fanno perdere le guerre? Come si gestisce lo stress elevato dei militari durante i combattimenti? Come comandare gli uomini in battaglia? Che problemi pone il combattimento in montagna? Come addestrare le reclute al fine di ottenere dei soldati motivati e valorosi? Sono questi alcuni esempi di interrogativi a cui questo manuale di psicologia militare vuole offrire una risposta. I legami fra ricerca psicologica e mondo militare sono da sempre molto stretti. Basti pensare che l’uso su larga scala dei test psico-attitudinali, così diffusi oggi nei più svariati ambiti, si deve alle necessità militari di poter selezionare in modo veloce ed il più possibile obiettivo le reclute da destinare ai vari reparti. Ciò risulta utile a tutti i gradini della scala gerarchica. Se per il soldato la psicologia può essere utile ad esempio per diminuire l’ansia, aumentare la concentrazione e migliorare la precisione di tiro, per l’ufficiale inferiore è indispensabile al fine di poter costruire delle unità compatte e motivate e per gli ufficiali superiori per inserire variabili psicologiche come la sorpresa, la deterrenza, la persuasione nella formulazione dei piani strategici.

    Brossura 15,5 x 23 cm. pag. 671 con 94 illustrazioni b/n

    Stampato nel 2006 da Franco Angeli

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    Soggetti a “ribalda fortuna” – Gli uomini dello stato estense nelle guerre dell’Italia quattrocentesca

    25.00

    La penisola italiana fu nel corso del Quattrocento, come nei secoli precedenti e seguenti, travagliata da guerre che interessarono in misura differente le realtà territoriali presenti in essa. Lo stato estense si trovò scarsamente coinvolto, dal punto di vista militare, negli eventi bellici eppure, sia per l’impegno diplomatico profuso dagli Estensi, sia per la posizione geografica, sia per le ripercussioni economiche, anche al suo interno gli effetti delle guerre si fecero sentire.Questo volume si propone di delineare un affresco di storia sociale che vede numerosi protagonisti: i signori di Ferrara, in difficile equilibrio tra la volontà di divenire condottieri e la realtà che li conduceva ad essere soltanto uomini di stato; gli ufficiali presenti sul territorio, che vivevano insieme alla popolazione il disagio determinato dal passaggio e dalla presenza dei soldati; gli stessi soldati alle prese, prima ancora che con il nemico, con la carenza del soldo; gli abitanti del territorio, impegnati in una lotta per la sopravvivenza quotidiana che la presenza di truppe, o lo scoppio di un conflitto, rendevano ancora più dura.

    Brossura 15,5 x 23 cm. pag. 347

    Stampato nel 2005 da Franco Angeli

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    Soldati a Milano – Organizzazione mulitare e società lombarda nella prima dominazione austriaca

    26.00

    Nel XVIII secolo le guerre incisero sulle strutture della società più profondamente di quanto non fosse accaduto in precedenza. Le riforme delle finanze, la pianificazione del territorio, la razionalizzazione delle vie di comunicazione utilizzate dalle truppe, il perfezionamento del sistema degli alloggiamenti messi in atto in risposta a precise esigenze organizzative e a pressanti necessità belliche agirono come altrettanti fattori di cambiamento dei tradizionali assetti sociali e istituzionali. L’analisi dell’organizzazione militare della Lombardia Austriaca, un’area di rilevante interesse strategico durante l’Età moderna, offre un osservatorio privilegiato da questo punto di vista. In questo periodo gli Asburgo intrapresero una politica di riforme in collaborazione con i funzionari illuminati lombardi, che influì sui tradizionali rapporti fra sovrano e sudditi, fra ceti sociali, fra stato e città. Questo saggio si sofferma sugli aspetti militari di questi processi, che si manifestarono tra l’altro nel progressivo svincolamento delle contribuzioni militari dalla presenza di soldati sul territorio e in un crescente accentramento finanziario, unito a un’integrazione delle strutture militari, fiscali e amministrative lombarde con quelle della monarchia austriaca.

    Brossura, 16 x 23 cm. pag. 224

    Stampato nel 2017 da Franco Angeli

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    Sotto l’offesa nemica – La protezione antiaerea a Palermo durante la Seconda Guerra Mondiale

    30.00

    La genesi e lo sviluppo delle misure di protezione antiaerea in Italia, dall’avvento del regime fascista sino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, rappresentano degli elementi cruciali nello studio e nella comprensione delle dinamiche più generali del conflitto. La tutela e la salvaguardia della popolazione e delle infrastrutture all’interno delle città italiane furono infatti degli elementi essenziali non soltanto per la pianificazione delle strategie militari ma anche per la gestione del fronte interno e per l’organizzazione della macchina propagandistica, messa in atto dalla macchina propagandistica fascista allo scopo di sostenere lo sforzo bellico. Attraverso un’approfondita indagine archivistica e documentaria, il volume si sofferma sull’analisi di un caso particolare, ovvero quello della città di Palermo, che assume a livello nazionale un’importanza ineludibile, in quanto il capoluogo siciliano fu il primo grande centro urbano della penisola in cui le truppe angloamericane sperimentarono la tecnica del bombardamento a tappeto.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 233

    Stampato nel 2020 da Franco Angeli

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    Ticino irredento – La frontiera contesa. Dalla battaglia culturale dell’«Adula» ai piani d’invasione

    31.00

    Quali sono stati i percorsi, i protagonisti e le ragioni dell’irredentismo italo-svizzero della prima metà del Novecento? Perché si passò dalle dispute linguistiche ai piani d’invasione del “Ticino irredento”, dell'”Italia svizzera” e di altri territori? A duecento anni dalla nascita del Cantone e Repubblica del Ticino questo volume affronta la genesi, la storia, il tramonto e l’eredità dell'”Adula”, il giornale di Bellinzona che si batté per la difesa della specificità italiana ticinese e svizzera. Una battaglia alla quale parteciparono alcuni dei più grossi nomi dell’establishment italiano e cantonale e che divenne una disputa internazionale intrecciando, alle ragioni culturali questioni politiche, ideologiche, economiche e strategiche.

    Brossura, 15,5 x 23 cm. pag. 304

    Stampato nel 2004 da Franco Angeli

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    Tra Mussolini e Hitler – Le opzioni dei sudtirolesi nella politica estera fascista

    34.00

    Sulla base di un attento studio bibliografico e di documenti inediti, il volume offre una nuova prospettiva alle vicende vissute dalle popolazioni sudtirolesi alla fine degli anni Trenta, quando agli abitanti di lingua tedesca fu posto l’obbligo di scegliere tra rimanere italiani, rinunciando al germanesimo, oppure trasferirsi in Germania abbandonando per sempre la propria terra. Dalla sua annessione allo Stato italiano nel 1919 e fino agli anni ’60, il problema dell’Alto Adige/Sudtirolo è stato il punto più critico dei rapporti dell’Italia con il mondo tedesco. Il momento più drammatico e lacerante di questa controversa questione internazionale è rappresentato dalle cosiddette opzioni del 1939. Allora, agli abitanti di lingua tedesca fu posto l’obbligo di scegliere tra il rimanere italiani, rinunciando al germanesimo, oppure trasferirsi in Germania abbandonando per sempre la propria terra. Il volume offre una nuova prospettiva in quanto lo inserisce pienamente nel quadro delle relazioni politiche italo-tedesche e della politica estera fascista e nazionalsocialista negli anni 1937-1939.

    Brossura, 15,5 x 23 cm. pag. 245

    Stampato nel 2012 da Franco Angeli

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    Una piazzaforte in eta’ moderna. Verona come sistema-fortezza (secc. XV-XVIII)

    30.00

    Nella Verona di epoca veneziana (1405-1797) la struttura difensiva della città venne radicalmente ripensata per rispondere alla sfida messa in campo dalle nuove artiglierie a polvere nera. Parallelamente a questa evoluzione si rese necessaria la creazione di un sempre più complesso apparato logistico e amministrativo volto ad affrontare e risolvere i problemi che la nuova strategia militare di età moderna imponeva. Il percorso seguito alla ricerca delle opportune soluzioni tuttavia fu tutt’altro che lineare e si dipanò attraverso sperimentazioni, accelerazioni e battute d’arresto. Essa ebbe particolare importanza nell’impostazione dei rapporti tra Venezia e la città suddita, oltre a costituire un importante sbocco politico per la classe dirigente veronese ed economico per alcuni intrepidi affaristi locali. Scopo del presente lavoro è seguire il filo di questo complesso percorso attraverso una vasta gamma di fonti inedite – che abbraccia tutti e quattro i secoli del dominio veneziano – reperite presso gli archivi di Verona e Venezia. In questo ampio arco temporale non solo si regolarono i rapporti tra Dominante e città suddita, ma si plasmò in modo definitivo la struttura della città, tanto che la complessa eredità della piazzaforte veronese non tramontò con la caduta di Venezia, ma fu raccolta dal successivo dominio austroungarico e in un secondo tempo dal Regno d’Italia.

    Brossura, 16 x 23 cm. pag. 336 con alcune mappe in b/n

    Stampato nel 2009 da Franco Angeli

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