Il tridente e la svastica – L’occupazione nazista in Ucraina orientale

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La disfatta sovietica di fronte all’avanzata tedesca nell’estate del 1941 è solitamente fatta risalire alla disaffezione dei cittadini sovietici nei confronti di Stalin, del cui regime terroristico erano stati le vittime negli anni Trenta. Similmente, i tedeschi non avrebbero faticato a trovare collaboratori in Ucraina, che era stata oggetto di una pesante politica di russificazione. Anche a causa dell’alleanza fra l’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini con i tedeschi, lo stereotipo dell’ucraino “volenteroso carnefice di Hitler” ha goduto di grande fortuna. Questo volume analizza l’amministrazione civile nazionalsocialista nel Generalbezirk Dnjepropetrowsk, la regione più orientale ad essa sottoposta, e dimostra come i collaboratori non vennero dalle fila dei perseguitati dello stalinismo, ma da quegli stessi quadri dirigenti che con il regime sovietico avevano fatto carriera e che erano passati dalla parte dei tedeschi, quando vi avevano intravisto una possibilità di sopravvivenza. Nonostante gli sforzi del Ministro dei Territori Occupati Alfred Rosenberg di operare una politica più favorevole nei confronti della nazione ucraina, la fazione più “antislava” riuscì a imporre la linea del massimo sfruttamento, perdendo così l’iniziale appoggio delle popolazioni civili. Queste, vittime dell’alienazione sociale dello stalinismo, non seppero esprimere una propria alternativa politica e l’iniziativa rimase nelle mani dei partigiani comunisti, unica minoranza attiva capace di organizzazione.

Brossura, 15,5 x 23 cm. pag. 243

Stampato nel 2010 da Franco Angeli

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Descrizione

Simone Attilio Bellezza

La disfatta sovietica di fronte all’avanzata tedesca nell’estate del 1941 è solitamente fatta risalire alla disaffezione dei cittadini sovietici nei confronti di Stalin, del cui regime terroristico erano stati le vittime negli anni Trenta. Similmente, i tedeschi non avrebbero faticato a trovare collaboratori in Ucraina, che era stata oggetto di una pesante politica di russificazione. Anche a causa dell’alleanza fra l’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini con i tedeschi, lo stereotipo dell’ucraino “volenteroso carnefice di Hitler” ha goduto di grande fortuna. Questo volume analizza l’amministrazione civile nazionalsocialista nel Generalbezirk Dnjepropetrowsk, la regione più orientale ad essa sottoposta, e dimostra come i collaboratori non vennero dalle fila dei perseguitati dello stalinismo, ma da quegli stessi quadri dirigenti che con il regime sovietico avevano fatto carriera e che erano passati dalla parte dei tedeschi, quando vi avevano intravisto una possibilità di sopravvivenza. Nonostante gli sforzi del Ministro dei Territori Occupati Alfred Rosenberg di operare una politica più favorevole nei confronti della nazione ucraina, la fazione più “antislava” riuscì a imporre la linea del massimo sfruttamento, perdendo così l’iniziale appoggio delle popolazioni civili. Queste, vittime dell’alienazione sociale dello stalinismo, non seppero esprimere una propria alternativa politica e l’iniziativa rimase nelle mani dei partigiani comunisti, unica minoranza attiva capace di organizzazione.

Brossura, 15,5 x 23 cm. pag. 243

Stampato nel 2010 da Franco Angeli

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