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    La battaglia di Maratona

    25.00

    La battaglia di Maratona, una delle battaglie più famose della storia, fu combattuta e vinta nel settembre del 490 a.C. dagli ateniesi contro il potentissimo esercito persiano su una piana costiera a una quarantina di chilometri da Atene. L’episodio, riferito da Erodoto, è stato sempre un rompicapo per gli storici dell’antichità. Come è possibile che gli ateniesi uscissero vincitori da uno scontro così impari? Come è possibile, ad esempio, che essi andassero all’assalto dei persiani correndo, armati, per un chilometro e mezzo, come racconta Erodoto? Krentz ricostruisce pazientemente lo stato originario del luogo dello scontro, la dislocazione degli eserciti, gli armamenti (persino il loro peso), le tattiche, giungendo a quella che si può considerare la più documentata e dettagliata descrizione della battaglia che, ponendo fine all’invincibilità persiana, costituì un punto di svolta decisivo nella storia della Grecia e, alla lunga, dello stesso Occidente.

    Cartonato con sovracopertina 15,5 x 21,5 cm. pag. 280 con 31 illustrazioni b/n

    Stampato nel 2011 da Il Mulino

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    La battaglia di maratona 490 a.C. – La prima invasione persiana della Grecia

    14.00

    La storia della campagna di Maratona è una tappa epica e determinante per il mondo antico. Quando i greci ionici si ribellarono contro i dominatori persiani nel 499 a. C. le città di Atene ed Eretria andarono in loro soccorso. Il re persiano Dario giurò vendetta e nel 490 a.C. una flotta di 600 navi cariche di soldati venne inviata a punire gli ateniesi. Questo libro spiega in dettaglio, grazie ai reperti archeologici e alle fonti, come i greci si scontrarono con i persiani a Maratona e li misero in rotta costringendoli a rifugiarsi sulle navi. L’effetto morale di questa vittoria fu enorme: per la prima volta un esercito greco aveva sconfitto i persiani e dimostrato la superiorità della tattica degli opliti. Arricchiscono il testo numerose mappe, illustrazioni e fotografie.

    Brossura, 16,7 x 23,5 cm. pag. 146 illustrato con foto b/n e tavole a colori

    Stampato nel 2019 da Goriziana

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    La battaglia di mezzo agosto. Operazione Pedestal. 1942: la flotta che salvò Malta

    28.00

    Il 10 agosto la piú grande flotta mobilitata dalla Royal Navy, a quasi tre anni dall’inizio del conflitto e a tre dalla fine, prende il mare diretta a Malta. L’obiettivo dell’operazione Pedestal, nota come Battaglia di mezzo agosto, è scortare quattordici navi con a bordo cibo, armi e medicinali fino a Malta. Lo scopo è il salvataggio della guarnigione britannica e della popolazione maltese, trecentomila persone che rischiano la morte per inedia; la battaglia che infurierà per cinque strenue giornate diverrà sinonimo di coraggio, risolutezza e sacrificio.

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    La battaglia di Montaperti

    12.00

    Due città rivali, Siena e Firenze. Due fazioni in lotta, guelfi e ghibellini. Due poteri che si scontrano, Impero e Chiesa. Tutti questi conflitti convergono il 4 settembre 1260 a Montaperti per dare vita a una battaglia che sembrò segnare una svolta nella storia d’Italia. Lo scontro fu durissimo. La sera sul campo rimasero così tanti cadaveri di uomini e cavalli che il sangue, come scrive Dante, «fece l’Arbia colorata in rosso». Verso Siena si incamminavano le migliaia di prigionieri che erano tutto ciò che restava dell’imponente esercito messo insieme da Firenze e dalle sue alleate, sconfitto dai ghibellini e dai cavalieri di Manfredi. Per uno dei paradossi della storia, la vittoria dei senesi e degli svevi ebbe esiti opposti rispetto a quanto ci si sarebbe potuti aspettare all’indomani della battaglia. Il trionfo ghibellino, infatti, rafforzò la scelta anti-sveva dei papi. Una vittoria, quindi, che si trasformò rapidamente nell’inizio della crisi del ghibellinismo e della svolta che riportò i papi e i guelfi nuovamente al centro della vita politica italiana.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 240

    Stampato nel 2017 da Laterza

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    La battaglia di Montaperti vol. 1 – Storia e cronaca di una battaglia del duecento

    29.00

    Opera unica su due volumi, realizzata da tre grandi esperti della storiografia e della iconografia del medioevo italiano! Con decine di immagini a colori e moltissime tavole a tutta pagina. La battaglia combattuta a Montaperti tra i guelfi di Firenze e i ghibellini di Siena, con cui combatterono molti cavalieri tedeschi, mandati da re Manfredi di Hohenstaufen, e gli esuli fiorentini di parte ghibellina capeggiati da Farinata degli Uberti nel settembre del 1260 fu una delle più grandi del Medio Evo europeo. L’esercito senese inquadrava 18.000 fanti e 400 cavalieri senesi, oltre a 800 cavalieri tedeschi e ghibellini, più 200 mercenari. I fiorentini, erano 3.000 cavalieri e 30.000 fanti. I caduti fiorentini, escludendo gli alleati guelfi, furono oltre 10.000, una cifra spaventosa su una città di 75.000 abitanti, il 13% della popolazione maschile valida, buona parte dei quali massacrati a battaglia conclusa. La battaglia fu ben più che un episodio come tanti altri delle contese municipali tra le due città toscane: dal trionfo dei fuorusciti derivò la rovina del Popolo Vecchio, il governo nato con la costituzione fiorentina del 1250, e il conseguente ritorno ghibellino sotto le bandiere senesi e sveve, mentre si rialzarono per un momento le estreme fortune della casa di Hohenstaufen

    Brossura, 17,8 x 25,4 cm. pag. 88 con illustrazioni a colori

    Stampato nel 2019 da Soldiershop

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    La battaglia di Montaperti vol. 2 – Storia e cronaca di una battaglia del duecento

    29.00

    Opera unica su due volumi, realizzata da tre grandi esperti della storiografia e della iconografia del medioevo italiano! Con decine di immagini a colori e moltissime tavole a tutta pagina. La battaglia combattuta a Montaperti tra i guelfi di Firenze e i ghibellini di Siena, con cui combatterono molti cavalieri tedeschi, mandati da re Manfredi di Hohenstaufen, e gli esuli fiorentini di parte ghibellina capeggiati da Farinata degli Uberti nel settembre del 1260 fu una delle più grandi del Medio Evo europeo. L’esercito senese inquadrava 18.000 fanti e 400 cavalieri senesi, oltre a 800 cavalieri tedeschi e ghibellini, più 200 mercenari. I fiorentini, erano 3.000 cavalieri e 30.000 fanti. I caduti fiorentini, escludendo gli alleati guelfi, furono oltre 10.000, una cifra spaventosa su una città di 75.000 abitanti, il 13% della popolazione maschile valida, buona parte dei quali massacrati a battaglia conclusa. La battaglia fu ben più che un episodio come tanti altri delle contese municipali tra le due città toscane: dal trionfo dei fuorusciti derivò la rovina del Popolo Vecchio, il governo nato con la costituzione fiorentina del 1250, e il conseguente ritorno ghibellino sotto le bandiere senesi e sveve, mentre si rialzarono per un momento le estreme fortune della casa di Hohenstaufen

    Brossura, 17,8 x 25,4 cm. pag. 88 con illustrazioni a colori

    Stampato nel 2019 da Soldiershop

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    La battaglia di Monte Altuzzo

    32.00

    “Questa è la storia dello sfondamento americano della Linea Gotica sulle montagne italiane. Nel settembre 1944, il II Corpo della Quinta Armata degli Stati Uniti lanciò un attacco attraverso il fiume Sieve… Successivamente ci si aspettava che la conquista del passo del Giogo consentisse di aggirare sul fianco le fortificazioni nemiche del Passo della Futa. Per avere successo, qualsiasi attacco contro il Passo del Giogo avrebbe dovuto occupare il terreno in posizione dominante ai due lati della Statale 6524: l’intera collina Monticelli a ovest e il monte Altuzzo a est…”

    Brossura, 24 x 22,5 cm. pag. 194 con foto a colori e b/n

    Stampato nel 2018 da Sarasota

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    La battaglia di Monte Belvedere – WW2 Linea Gotica 18-24 febbraio 1945. Nei ritrovamenti sul campo di battaglia nella memoria e nel riuso civile dei materiali bellici

    Il prezzo originale era: €22.00.Il prezzo attuale è: €14.30.

    Jean Pascal Marcacci        Prezzo di listino: 22.00 (sconto 35%)

    Sono rimaste labili tracce di una battaglia sull’Appennino innevato (della Linea Gotica durante la Seconda Guerra Mondiale) nella memorie, e nell’eccezionale riuso dei materiali bellici, operato dai poveri contadini e montanari. Il libro riporta per la prima volta i colori della guerra e costringe i giovani alla ricerca storica e all’ascolto delle voci di partigiani, tedeschi, americani e brasiliani. Corredato da circa 111 illustrazioni, delle quali la maggior parte a colori, il libro si sfoglia come un file multimediale.

    Brossura, 28 x 20 cm. pag. 48 interamente illustrato con foto b/n e colori

    Stampato nel 2008 da Angelini

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    La battaglia di Pantelleria. L’olocausto degli Aerosiluranti 14-15 Giugno 1942

    27.00

    Gianni Bianchi

    L’autore venuto in possesso di molti documenti e fotografie di Mario Ingrellini ne sviluppa la storia allargandola alla Battaglia di Pantelleria dove furono abbattuti una decina di aerosiluranti. Quindi vengono esaminate tutte le circostanze relative a quelle azioni tributando un omaggio a quegli eroici ragazzi: Vivarelli Colonna, Alberto Leonardi, Farina Giovanni….

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    La battaglia di Stalingrado – Il racconto del generale che ha sconfitto i nazisti

    22.00

    La battaglia di Stalingrado inizia il 17 luglio 1942 quando la Sesta Armata del generale tedesco Friedrich Paulus entra in contatto nella grande ansa del Don con le forze sovietiche ammassate da Stalin per sbarrare l’accesso al Volga. La caduta della città ha per l’Unione Sovietica un duplice risvolto negativo; la perdita del controllo sui giacimenti minerari e petroliferi del Caucaso e il conseguente ridimensionamento del carisma di Stalin proprio nella città che porta il suo nome. La strenua difesa di questa città-simbolo dell’Urss è descritta, in quest’opera, dal suo principale fautore mettendo in rilievo il modo in cui l’Armata Rossa, giorno dopo giorno, ha organizzato la difesa e ha saputo resistere agli attacchi delle truppe tedesche. La battaglia di Stalingrado costituisce un’evento di fondamentale importanza per comprendere lo svolgersi delle operazioni militari sul fronte orientale poiché ha rappresentato l’inizio della riscossa sovietica contro l’invasione del Reich.

    Brossura 14 x 20,5 cm. pag. 380

    Stampato nel 2012 da Res Gestae

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    La battaglia di Tannenberg 1410

    19.95

    Questa, dedicata alla battaglia di Tannenberg del 1410, che decretò praticamente la fine dei cavalieri teutonici, è la prima di una serie di monografie appartenenti ad una collana che analizza i campi di battaglia dal punto di vista “oggi e allora”, offrendo prospettive inedite e interessanti per lo studio degli scontri principali della storia attraverso armi, uniformi e mappe storiche di eserciti e soldati impegnate nelle più famose campagne militari. Ogni volume è completamente illustrato con fotografie, disegni e riproduzioni di opere d’arte e mappe.

    Brossura 18,5 x 25 cm. pag. 68 interamente illustrate con illustrazioni b/n + 11 tavole a colori

    Testo bilingue italiano/inglese

    Stampato nel 2010 da Soldiershop

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    La battaglia di Teutoburgo nel 9 d. C

    18.00

    Nel 9 d.C. Publio Quintilio Varo, legato imperiale in Germania, varcò il Reno con tre legioni e si addentrò nella Germania Magna, occupata oltre vent’anni prima dai soldati romani. Varo e i suoi uomini non sarebbero mai più tornati indietro: furono massacrati da guerrieri germanici nel Teutoburger Wald, l’area coperta da dense foreste in cui oggi sorge il centro di Kalkriese. Attirati in una trappola dal nobile cherusco Arminio, i legionari si trovarono attaccati su ogni lato da una coalizione di tribù germaniche, insorte contro il dominatore straniero. In seguito i Romani compirono varie spedizioni punitive contro i Germani e recuperarono le loro aquilae, ma la tragica fine di Varo e delle sue legioni li indusse ad abbandonare l’idea di trasformare la Germania Magna in una provincia romana e a stabilire lungo il fiume Reno il confine fra il mondo romano e quello delle tribù germaniche.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 142 con molte foto b/n e colori ed alcune tavole a colori

    Stampato nel 2012 da Libreria Editrice Goriziana

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    La battaglia di Tornavento

    23.00

    Accompagnato dalla riproduzione di disegni coevi e 16 tavole a colori con le immagini della bellissima rievocazione folcloristica annuale, il volume ritraccia la storia della battaglia di Tornavento. Il 22 giugno 1936 tra gli spagnoli che occupavano il milanese, capitanati dal marchese di Leganes, e l’esercito invasore dei Francesi, alleato dei Piemontesi e comandati dal maresciallo di Crèqui, fu combattuta nell’ambito della Guerra dei Trent’Anni una sanguinosa battaglia che lasciò 2000 morti nella brughiera, anche se questo per i Francesi era un fronte secondario.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 80 illustrate b/n + 16 tavole a colori

    Stampato nel 2011 da Soldiershop

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    La battaglia di Verdun

    29.00

    Combattuta fra il 21 febbraio e il dicembre 1916, quella di Verdun è “la” battaglia del fronte occidentale. In realtà non decise nulla, né da una parte né dall’altra. Resta un mistero perché i tedeschi abbiano deciso di sferrare l’attacco in quel punto di dubbia rilevanza strategica, e per quali logiche infernali tedeschi e francesi in dieci mesi vi abbiano immolato centinaia di migliaia di uomini. Eppure, con la sua immagine di battaglia più lunga e più sanguinosa della Prima Guerra Mondiale, Verdun è diventata, assai più di altre decisive battaglie, emblematica e leggendaria, come lo sarà Stalingrado per la Seconda. Originale e innovativo, questo libro intreccia storia militare, politica e culturale, per dare conto sia dei fatti sia della costruzione del “mito Verdun”.

    Rilegato, 15 x 23 cm. pag. 405 con 2 mappe b/n

    Stampato nel 2014 da Il Mulino

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    La battaglia di Waterloo

    32.00

    Pubblicato in concomitanza con il 200° anniversario della battaglia di Waterloo e designato a livello europeo come il libro ufficiale per la commemorazione dell’anniversario, questo volume riccamente illustrato descrive negli aspetti più diversi la campagna dei 100 giorni, che è diventata sinonimo stesso delle guerre napoleoniche e che culminò con la sconfitta finale delle forze francesi di Napoleone. Dieci articoli di storici di fama internazionale esaminano la battaglia da diverse angolazioni. Si va dall’analisi del contesto strategico di Jeremy Black allo studio degli episodi di Ligny e Quatre Bras presi in esame da Jiulian Spilsbury, da un approfondimento sul ruolo dei comandanti di Philip Haythornthwaite, ad una disamina decisiva dei diversi punti di vista dei testimoni oculari scritto da Natalia Griffon de Pleineville, ed altri importanti saggi. In questo modo il libro si trasforma In una pietra miliare nell’ambito degli studi napoleonici di sempre.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 477 con numerose illustrazioni a colori e b/n

    Stampato nel 2015 da Goriziana

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    La battaglia di Waterloo

    Il prezzo originale era: €24.00.Il prezzo attuale è: €14.40.

    N. Lipscombe                 Prezzo di listino  24.00 (sconto 40%)

    Pubblicato in concomitanza con il 200° anniversario della battaglia di Waterloo e designato a livello europeo come il libro ufficiale per la commemorazione dell’anniversario, questo volume riccamente illustrato descrive negli aspetti più diversi la campagna dei 100 giorni, che è diventata sinonimo stesso delle guerre napoleoniche e che culminò con la sconfitta finale delle forze francesi di Napoleone. Dieci articoli di storici di fama internazionale esaminano la battaglia da diverse angolazioni. Si va dall’analisi del contesto strategico di Jeremy Black allo studio degli episodi di Ligny e Quatre Bras presi in esame da Jiulian Spilsbury, da un approfondimento sul ruolo dei comandanti di Philip Haythornthwaite, ad una disamina decisiva dei diversi punti di vista dei testimoni oculari scritto da Natalia Griffon de Pleineville, ed altri importanti saggi. In questo modo il libro si trasforma In una pietra miliare nell’ambito degli studi napoleonici di sempre.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 480 con numerose illustrazioni e mappe b/n e colori

    Stampato nel 2020 da Goriziana

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    La battaglia di Waterloo – Un’impresa riuscita per un soffio

    18.00

    I primi colpi sono stati sparati all’incirca alle 11.30 di una domenica mattina di giugno (1815); alle nove di sera quarantamila uomini giacevano morti o feriti, e Napoleone aveva abbandonato non solo il suo esercito, ma ogni speranza di recuperare il suo impero. Dai ricordi degli uomini che erano lì, David Howarth ha ricreato la battaglia esattamente come si presentava nel giorno in cui fu combattuta e segue le sorti di quegli uomini, di ogni rango, e su entrambi i fronti. È però sul versante francese che restano i misteri. Perché Ney ha attaccato con la sola cavalleria? E fu davvero un suo improvviso malessere a causare la caduta del grande Napoleone?

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 236 con illustrazioni

    Stampato nel 2014 da Res Gestae

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    La battaglia dimenticata – Monte Celio 12 aprile 1498

    25.00

    Scrive Michael Mallet, il maggiore storico europeo della situazione militare italiana del Rinascimento, nel suo fondamentale studio sulla guerra nel Rinascimento italiano: Uno dei principali interlocutori della discussione umanistica che costituisce la cornice dell’Arte della Guerra di Machiavelli è Fabrizio Colonna. Il Colonna a suo tempo fu uno dei più illustri comandanti militari e uno dei principali autori della vittoria definitiva che la Spagna riportò nelle guerre d’Italia. Il medesimo autore poche pagine prima aveva affermato che il condottiero umbro Bartolomeo d’Alviano, capitano generale della Repubblica di Venezia, dopo aver sconfitto le truppe dell’imperatore Massimiliano I d’Austria nel 1508, aveva riportata una vittoria tale che aveva innalzata la fama del d’Alviano all’altezza dei fratelli (Prospero e Pompeo) Colonna e di Gian Giacomo Trivulzio (…). I condottieri ora nominati furono reputati tra i migliori del loro tempo. Eccettuato il Trivulzio, Fabrizio, Prospero, Pompeo Colonna e Bartolomeo d’Alviano avevano in comune l’aver combattuto nella battaglia tra Colonnesi e Orsini sotto Monte Celio il 12 aprile 1498. Oltre a loro vi si erano distinti condottieri come Antonello Savelli – che morì per le conseguenze delle ferite riportate nei combattimenti – Francesco Orsini duca di Gravina, che sarà strangolato da Cesare Borgia a Senigallia nel 1503 insieme a Paolo Orsini, Vitellozzo Vitelli e Olivierotto da Fermo.

    Brossura, 18 x 25,5 cm. pag. 80 con illustrazioni a colori e b/n

    Stampato nel 2016 da Soldiershop

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    La battaglia navale del 2 dicembre 1942 nel canale di Sicilia

    19.90

    Francesco Mattesini

    La battaglia anche detta del banco di Skerki ebbe luogo il 2 Dicembre 1942, nel mar Mediterraneo nei pressi della costa tunisina. Un convoglio mercantile italiano, scortato da alcune navi da guerra della Regia Marina e diretto in Libia, fu attaccato da una squadra navale della Royal Navy. Il convoglio italiano era costituito da un piroscafo tedesco, e da alcune motonavi italiane. La squadra d’attacco britannica nella battaglia affondò l’intero convoglio – oltre al cacciatorpediniere Folgore facente parte della scorta, senza riportare alcun danno immediato. La battaglia fu iniziata dal comandante italiano, capitano di vascello Aldo Cocchia, imbarcato sul Nicoloso da Recco, un cacciatorpediniere della classe Navigatori, che ordinò alle sue navi di attaccare. Nel combattimento persero la vita 2.200 italiani tra quelli imbarcati sul Folgore e i marinai del convoglio, oltre a moltissimi soldati di fanteria trasportati. Più precisamente, vi furono 286 morti della Regia Marina. Dei 1.766 militari trasportati dall’Aventino e dal Puccini, in gran parte fanti della Divisione Superga, destinati al fronte tunisino se ne salvarono solo 239!

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    La battaglia perduta e vinta. Napoleone a Marengo

    18.00

    Gianluca Albergoni

    Il 14 giugno 1800, durante la seconda campagna d’Italia, Napoleone vinse di stretta misura a Marengo. All’inizio dominati, i francesi riuscirono a capovolgere l’esito della battaglia che pareva perduta anche grazie ai talentuosi generali Desaix e Kellermann. Gianluca Albergoni si sofferma su una delle più celebri battaglie dell’epopea napoleonica illustrando il quadro generale, i momenti che precedettero lo scontro e raccontandone lo svolgimento senza dimenticarne la fortuna e le successive rivisitazioni. Vincere davvero una battaglia può voler dire anche saper ben rappresentare la vittoria agli occhi dei propri uomini e farla vivere negli immaginari.

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    La beffa di Buccari

    10.00

    Gabriele D’Annunzio

     Nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918 tre piccoli scafi (MAS) con a bordo trenta marinai comandati da Gabriele D’Annunzio partono da Trieste e raggiunta la baia di Buccari presso Fiume silurano un piroscafo austriaco là ancorato. Pur non avendo una vera e propria importanza militare l’impresa ebbe il merito di risollevare il morale della Marina e dell’Esercito italiani messi a dura prova dalla grave sconfitta di Caporetto di qualche mese prima. D’Annunzio stesso descrisse questa avventura e la diede alle stampe con Treves nel 1918.

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    La bella morte. Gli uomini e le donne che scelsero la Repubblica Sociale Italiana

    22.00

    Gianni Oliva

    Per la vulgata dell’Italia repubblicana i «ragazzi di Salò» hanno rappresentato il «male assoluto». Settant’anni fa Italo Calvino, partigiano combattente, scriveva invece: «Quel furore antico che è in tutti noi è lo stesso che fa sparare i fascisti, con la stessa speranza di riscatto. Ma allora c’è la storia. C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra». Sdoganata prima dal presidente della Camera Luciano Violante, poi dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la questione dei «ragazzi di Salò» anima da due decenni un dibattito spesso strumentale. Gianni Oliva ne propone quindi una lettura storiograficamente equilibrat. I valori sedimentati dall’educazione di regime (la sacralità della patria e dell’onore, la lealtà alla parola data, il rispetto per i caduti in battaglia) si intrecciano con il disgusto morale per il «tradimento» dell’8 settembre, la volontà di vendicarsi dei voltagabbana, dei doppiogiochisti, dei funamboli dell’abiura.  «Cercare la bella morte» diventa la prospettiva drammatica di un percorso che si esaurisce nella furia di piazzale Loreto: è la storia di una scelta sbagliata, che per il numero di adesioni e per il significato storico non può essere rimossa, né considerata residuale.

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    La bella radio – La collezione Fadel in villa Navagero-Erizzo

    49.00

    In questo volume, l’intento dell’Autore non è solo quello di rappresentare una collezione fine a se stessa, ma di comunicare al lettore, attraverso le immagini, la loro suddivisione ed organizzazione grafica, tutta l’atmosfera ed i retroscena di una raccolta viva vissuta in tutti i suoi particolari. Sui volumi editi da Mosè Edizioni e’ applicato un rimborso delle spese di reperimento. Sui volumi editi dall’editore Mosè Edizioni e’ applicato un rimborso delle spese di reperimento.

    Rilegato, 21 x 30 cm. pag. 192 con circa 450 immagini a colori

    Stampato nel 2004 da Mosè edizioni

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    La Bibbia e il fucile. Cronache dall’America profonda

    18.00

    Lavorano come bestie, vanno a caccia, leggono la Bibbia alla lettera e credono nella birra come soluzione: sono l’America di provincia, quella dei proletari bianchi, sottopagati, obesi, aggressivi e rassegnati. Sono l’America xenofoba e guerrafondaia, che vota (repubblicano, contro ogni suo interesse) ma non ha voce, che non è andata all’università, che parla come nei film dei fratelli Cohen (“le bestemmie sono una forma di punteggiatura”). Questo libro racconta, con rabbia, compassione e autentico divertimento, l’America (purtroppo) più vera, ma anche quella che, dall’Europa, è più difficile vedere.

    Brossura 15,5 x 23 cm. pag. 230

    Stampato nel 2010 da Bruno Mondadori

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    La biografia del condottiero Angelo Tartaglia

    14.00

    L’obiettivo di questo lavoro è mettere in risalto la figura del grande condottiero Angelo Tartaglia da Lavello, ripercorrendo la sua vita attraverso fonti inedite, per la maggior parte provenienti dall’Archivio di Stato di Siena. I documenti esaminati hanno portato alla luce informazioni che hanno permesso di smentire e correggere alcune affermazioni non esatte su Angelo Tartaglia, le cui vicende si inseriscono in uno dei periodi più travagliati del nostro Paese: gli anni del Grande Scisma d’Occidente (1378-1417). Tartaglia nasce intorno al 1370 e nel 1400 lo troviamo, come soldato, al servizio di Cecchino Broglia, capitano dell’esercito fiorentino. Alla morte di quest’ultimo Tartaglia riceve in eredità vessillo ed esercito, divenendo un abile capitano di ventura. Sarà prima al servizio di Firenze (1401-1406), poi di Siena (1407-1408), del re Ladislao di Napoli (1409-1414), dell’antipapa Giovanni XXIII (1414-1415), che lo nomina rettore di alcune delle terre del Patrimonio, di nuovo al servizio di Siena (1416-1417) e poi insieme a Braccio da Montone alla conquista di Perugia e Roma (1417), fino all’elezione di papa Martino V, che lo nomina gonfaloniere della Chiesa (1419) poi conte di Tuscania e di altre terre del Patrimonio (1421). Angelo Tartaglia verrà giustiziato, per ordine di Martino V, ad Aversa nel dicembre 1421, dopo aver confessato il tradimento ai danni del papa.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 166 con 50 illustrazioni b/n

    Stampato nel 2011 da Penne e Papiri

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    La bolsa de Cholm

    15.00

    Collana di monografie dell’editore spagnolo Galland Books dedicata essenzialmente alla Seconda Guerra Mondiale. I volumi sono interamente illustrati con fotografie d’epoca in b/n di eccellente qualità e tavole a colori con profili dei mezzi e tavole uniformologiche e, sono indicati sia per i modellisti che per gli appassionati di storia. La presente monografia si occupa in particolare dell’accerchiamento di Cholm sul fronte orientale.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 72 completamente illustrato con circa 103 foto b/n, 6 cartine e 3 tavole a colri

    Testo in lingua spagnola

    Stampato nel 2012 da Galland

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    La bottega dello storico – Le metodologie della ricerca nella scherma storica

    18.00

    La scherma storica, che sta vivendo a livello internazionale una stagione ricca e feconda, se paragonata ad altre discipline storiche, è una neonata materia di studio, a cui stanno lavorando ricercatori-schermidori, per fissare precisi standard. Questo libro, realizzato in collaborazione con le più importanti associazioni, federazioni ed enti che si occupano di scherma, si auspica di dotare questa disciplina di un solido substrato metodologico, che possa portare la scherma storica ad essere recepita da un pubblico ampio e, al contempo, ad essere integrata nel panorama scientifico delle altre scienze storiche. In un unico volume sono raccolti i più noti e importanti nomi che si occupano in Italia di ricerca e rievocazione storica.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 116 con alcune illustrazioni b/n

    Stampato nel 2011 da Il Cerchio

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    La breccia di Porta Pia. 20 settembre 1870

    16.00

    La presa di Roma da parte delle truppe italiane il 20 settembre 1870 siglò simbolicamente l’unificazione del paese. Come vi si arrivò? Un intreccio di passioni e cautele, di delicate tattiche diplomatiche e di congiunture favorevoli diede il via alla fulminea campagna che dal 12 al 20 settembre portò alla conquista del Lazio e dell’urbe. Il libro percorre a uno a uno questi piani, mettendo però al centro una dettagliata cronaca del fatto militare, della sua preparazione, del suo procedere città dopo città: fino alla famosa breccia aperta a cannonate nelle mura di fianco a Porta Pia e all’ingresso, alle 10 del mattino del 20, dei primi fanti e bersaglieri nella città eterna, mentre sulle mura e sulla cupola di San Pietro veniva issata bandiera bianca. «Romani! La mattina del 20 settembre 1870 segna una data delle più memorabili nella storia. Roma, anche una volta è tornata, e per sempre, ad essere la grande Capitale d’una grande Nazione!» Generale Raffaele Cadorna

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    La Brigata Alpina “Cadore” e i suoi reparti

    18.00

    Storia illustrata della Brigata Alpini Cadore e dei reparti che ne hanno fatto parte, in particolare il 7. Rgt Alpini con i Btg. Feltre, Pieve di Cadore e Belluno ed il 6. Rgt Artiglieria Montagna con i Gruppi Agordo, Lanzo e Pieve di Cadore. Il volume è molto ben illustrato con immagini in b/n e a colori che ripropongono foto d’epoca, fotografie più recenti, cartine e stemmi di reparto

    Brossura, 20 x 20 cm. pag. 168 illustrato

    Stampato nel 2017 da Tipografia Piave

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    La brigata ebraica e le unità ebraiche nell’esercito britannico durante la Seconda Guerra Mondiale

    25.00

    Durante la seconda guerra mondiale, non meno di 35.000 ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto mandato inglese, servirono nell’esercito britannico come volontari. Verso la fine della guerra, nel settembre 1944, venne creata una Brigata Ebraica combattente, che servì sul fronte italiano. Intanto volontari ebrei provenienti dalla Palestina Mandataria servivano nelle più disparate unità dell’esercito inglese, in corpi non combattenti come i pionieri (Army Pioneer Corps), trasporti (Royal Army Service Corps), genio (Royal Engineers), ed in unità combattenti come l’artiglieria (Royal Artillery), aviazione (Royal Air Force), e marina (Royal Navy), e naturalmente la sanita’ (Royal Army Medical Corps). Non meno di 3500 donne servirono come ausiliarie nel ATS (Auxiliary Territorial Service) in vari compiti. I volontari ebrei della Palestina furono presenti in tutti i teatri bellici in cui combatté l’esercito britannico, dalla Francia nel 1940, Grecia e Creta nel 1941, i deserti dell’Egitto e della Cirenaica dal 1940 fino al 1943, Etiopia nel 1941, Sicilia ed Italia dal 1943 al 1945… Questa è la loro storia.

    Brossura, 17,5 x 25,3 cm. pag. 80 riccamente illustrato con foto b/n e tavole a colori

    Stampato nel 2018 da Soldiershop

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    La brigata ebraica e le unità ebraiche nell’esercito britannico durante la Seconda Guerra Mondiale.

    20.00

    Durante la Seconda Guerra Mondiale non meno di 35.000 ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto mandato inglese, servirono nell’esercito britannico come volontari. Verso la fine della guerra, nel settembre 1944, venne creata una Brigata Ebraica combattente, che servì sul fronte italiano. Intanto volontari ebrei della Palestina Mandataria, servivano nelle più disparate unità dell’esercito inglese, in corpi non combattenti, come pionieri, genio e trasporti, e in unità combattenti, come artiglieria, aviazione e marina, e, naturalmente, sanità. Anche non meno di 3.500 donne servirono come ausiliarie in vari compiti. Questo volume ne traccia la storia e ne presenta uniformi, decorazioni e distintivi.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 79 illustrato con circa 72 foto b/n e 16 tavole a colori

    Testo in ligua italiana, didascalie italiano/inglese

    Stampato nel 2012 da Soldiershop

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    La brigata nera Mercuri 1944-1945

    24.00

    Leonardo Malatesta

    Questo saggio racconta la Brigata Nera Mercuri dall’atto della sua fondazione, nel 1944, in seguito alla nascita della RSI, fino all’anno della sua conclusione, e oltre, per gli istituiti processi e le amnistie degli appartenenti. La Brigata – come per altre generatesi dopo l’operazione Eiche a compimento della liberazione di Mussolini detenuto a Campo Imperatore sul Gran Sasso – era composta da uomini di età varia, politicizzati e militarizzati con compiti di controguerriglia partigiana. Il testo si alimenta anche del rinvenimento di un diario originale della brigata che, in maniera circostanziata, tratteggia le azioni e le giornate dei combattenti in un’Italia divisa tra forze di liberazione e il neonato fascismo di stampo repubblichino.

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    La Brigata Sassari – Storia e Mito

    48.00

    “La storia della Brigata “Sassari” durante il primo conflitto mondiale, e più in generale la storia della partecipazione militare dei Sardi alla Grande Guerra, è stata troppo spesso vista sotto un’angolazione di storia locale. Senza per niente diminuire la sua rilevanza regionale, si tratta invece di un capitolo importante della storia nazionale, degli italiani, al cui studio ci si è dedicati di recente prevalentemente sotto il profilo della decostruzione del mito che indubbiamente avvolse quelle vicende e quella partecipazione. Entrati in un doppio centenario, della Grande Guerra e dell’istituzione della Brigata, ci si accorge però che molti aspetti della partecipazione vera e propria – ancora prima che fossero trasfigurati dal mito – sono oggi tuttora da ricostruire e necessitano ormai di essere indagati con rinnovata attenzione.”

    Rilegato, 25 x 30,5 cm. pag. 294 riccamente illustrato b/n e colori

    Stampato nel 2016 da Ilisso

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    La cacciata degli Italiani di Corfù (1944) – Una indagine incompleta

    15.00

    La scomparss della minoranza italiana di Corfù è pressochè ignota sia agli studiosi sia, in generale, al più vasto pubblico italiano. Il libro costituisce un primo tentativo di ripercorrere la storia di questa comunità così numerosa, attiva e organizzata e in particolare della sua distruzione ad opera della Grecia nell’immediato Secondo Dopoguerra.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 125 con alcune illustrazioni b/n

    Stampato nel 2019 da Settimo Sigillo

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    La Caduta degli imperi. Roma e il futuro dell’occidente

    20.00

    Peter Heather – John Rapley

    Il 9 agosto 378, a Adrianopoli, le truppe dell’imperatore Valente furono annientate da un contingente di guerrieri goti. Fu una sconfitta cruciale, che decise il destino di Roma. Da quel momento, l’affacciarsi di nuove potenze lungo le frontiere, i sempre più frequenti conflitti regionali e gli imponenti fenomeni migratori segnarono la fine del dominio globale che Roma aveva esercitato per quasi cinque secoli. Millesettecento anni dopo, si ha l’impressione di assistere a un fenomeno analogo. La supremazia dell’Occidente, nei modi in cui si è manifestata a partire dall’inizio dell’Ottocento, sta rapidamente svanendo. La stagnazione economica e le divisioni politiche, la crisi della democrazia, i frutti avvelenati della globalizzazione neoliberista, il risorgere dei nazionalismi, le guerre neoimperialistiche condotte da regimi autoritari, il dinamismo economico e diplomatico di Paesi definiti un tempo «in via di sviluppo» e oggi invece protagonisti assoluti della scena internazionale: tutto sembra testimoniare il declino dell’Impero occidentale. Ma davvero l’èra del dominio dell’Occidente è giunta al termine? Ci troviamo di fronte a una decadenza irreversibile di cui dovremmo prendere atto? Per lo storico Peter Heather e l’economista politico John Rapley la crisi dell’Impero occidentale non deve necessariamente tradursi in un crollo catastrofico.

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    La caduta dell’impero britannico 1918-1968

    22.00

    Nel 1918 l’Impero britannico si poteva considerare la maggior potenza del mondo. Nella Prima guerra mondiale le nuove conquiste ne avevano allargato le frontiere fino a comprendere un quarto delle terre emerse. Nonostante l’esteso autogoverno nei domini “bianchi”, l’Impero britannico funzionava soprattutto come unità politica. Nel 1918, la maggior parte della gente credeva che esso sarebbe durato per generazioni. Era l’impero sul quale “non tramonta mai il sole”, un’istituzione stabile, una parte del normale ordine mondiale. Ma nel giro di cinquant’anni svanì, lasciandosi dietro un nebuloso Commonwealth dall’incerto avvenire. L’Impero britannico risultò, così, una situazione provvisoria, un semplice sogno. Questo volume rievoca le cause più salienti che portarono a questa incredibile trasformazione.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 392 con numerose foto. illustrazioni e mappe b/n

    Stampato nel 2016 da Odoya

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    La caduta dell’Impero ottomano e le radici della politica di Erdogan

    19.00

    Alberto Rosselli

    La storia dell’impero ottomano è stata lunga, gloriosa e densa di avvenimenti che hanno coinvolto e segnato, direttamente o indirettamente, lo sviluppo sia dell’Europa occidentale e orientale che quello di altre vaste regioni del Nord Africa e del Medio Oriente. Per molti secoli, a partire dal 1300, l’impero ottomano ha infatti rappresentato un grande ed importante organismo politico, etnico, religioso e militare. Il testo descrive, nella prima parte, la caduta dell’Impero Ottomano (1918-1924) e in appendice il revanscismo nazionalista e islamico della nuova Turchia di Erdogan che vuole ripristinare il Vecchio Impero attraverso le armi di un nuovo espansionismo (in Libia, Siria e Corno d’Africa), anche il ricorso alle armi e non soltanto alla diplomazia.

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    La caduta dell’impero romano

    13.50

    La caduta dell’impero romano è da sempre uno dei più affascinanti enigmi della storia. Roma disponeva di una formidabile forza militare ed economica, su un territorio immenso, che si estendeva dal Vallo di Adriano ai confini con la Scozia fino all’Eufrate, dall’Africa settentrionale al Reno e al Danubio. Era una macchina perfetta e collaudata, con una rete capillare di strade e di fortezze, ricche città e una organizzazione amministrativa per certi versi insuperata. Tra la battaglia di Adrianopoli nel 378 d.C. e la deposizione dell’ultimo imperatore Romolo Augustolo nel 476 d.C., la superpotenza più longeva della storia venne sconfitta e occupata da bande di invasori “primitivi”, distrutta da barbari ritenuti quasi incapaci di organizzazione e di pensiero razionale. Come è potuto accadere? Le ricostruzioni più diffuse hanno dipinto una civiltà decadente e corrotta, troppo “civilizzata” e magari indebolita dal cristianesimo. Ma a giocare un ruolo determinante furono anche semplici dettagli, come gli archi degli unni, più lunghi e potenti di quelli dei nemici, e il carico fiscale imposto dalla capitale alle province. Peter Heather confuta i luoghi comuni, mettendo a frutto le sue competenze economico-militari e le sue approfondite conoscenze sui barbari, ricostruendo in maniera brillante e persuasiva gli scontri e le battaglie, ma anche i tentativi di integrazione alle frontiere dell’impero.

    Brossura pag. 657

    Stampato nel 2008 da Garzanti

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    La caduta dell’impero romano

    13.00

    L’arrivo dei Visigoti nel 376 segnò l’inizio dell’agonia dell’impero romano. Altre orde di barbari dilagarono poi in Gallia e altrove: nell’impossibilità di respingerli, Roma fu costretta a cedere sempre più terreno. Nonostante l’energia dispiegata dagli ultimi grandi generali di Roma, come Stilicone, Costanzo ed Ezio, alla metà del V secolo il territorio sotto il dominio imperiale era ridotto a poca cosa, con la perdita di gran parte delle province. Nel 476 il barbaro Odoacre depose l’ultimo sovrano, Romolo Augustolo, mettendo così fine alla successione imperiale in Occidente.

    Brossura, 12,5 x 20,5 cm. pag. 184

    Stampato nel 2012 da Il Mulino

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    La caduta dell’impero romano. Una storia infinita

    23.00

    Bertrand Lancon

    La caduta dell’Impero romano continua a fare scorrere fiumi d’inchiostro: essa ha suscitato in questi ultimi anni un numero di pubblicazioni senza precedenti. La si tratta a torto come un enigma storico che si potrebbe risolvere identificandone le cause, mentre è proprio la longevità dell’Impero romano a essere enigmatica. Tuttavia, se tale caduta affascina, è perché essa è uno specchio che riflette le paure contemporanee di declino e crollo, oggetto di un vero e proprio boom in seno all’ “impero americano” e all’Unione Europea

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  • 0 out of 5

    La caduta della Francia – Da Sedan all’occupazione nazista

    38.00

    La fulminea caduta della Francia davanti all’avanzata delle truppe tedesche fu dovuta a semplice inferiorità militare, o non vi furono, forse, motivazioni più profonde, strutturali? Quanto pesò l’incapacità e l’inettitudine di leader e politici o il sentimento anticomunista e antisemita che si era diffuso? Quanto il caos in cui il Paese stava progressivamente sprofondando? Il 17 giugno 1940, a tre giorni dalla disfatta, William Shirer è già a Parigi come inviato speciale e raccoglie testimonianze di leader e politici, generali e diplomatici, cittadini e giornalisti. Il suo lavoro, però, non si arresta nel corso degli anni: lo storico americano riprende i documenti della commissione d’inchiesta e gli atti dei processi contro i collaborazionisti, e si avvale dei documenti segreti dell’alto comando francese, del Foreign Office e del Quai d’Orsay. Grazie all’eccezionale sensibilità politica e una non comune capacità di analisi e sintesi, Shirer riesce così a ricostruire con precisione e accuratezza uno degli avvenimenti chiave delle Seconda Guerra Mondiale, la disfatta francese e la fine della Terza Repubblica

    Brossura, pag 1174

    Stampato nel 2015 da Res Gestae

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    La caduta di Berlino – L’ultima battaglia di Hitler

    25.00

    Un classico della storia militare, bilanciante l’accuratezza della ricostruzione storica degli ultimi combattimenti per Berlino dell’aprile-maggio 1945, dallo sfondamento sovietico sull’Oder sino alla battaglia di Seelow e la difesa finale della capitale del III Reich, e le avvincenti vicende di un pugno di carristi della Panzer-Division “Müncheberg” e volontari francesi dell’SS-Sturmbataillon “Charlemagne”, tra gli ultimi difensori di Berlino. Questa edizione presenta una traduzione rivista e annotata a cura del Wehrmacht Research Group, ed è integrata da nuove dettagliate mappe delle operazioni, fotografie dell’epoca in azione, immagini attuali dei luoghi dei combattimenti, e di illustrazioni a colori.

    Brossura, 15 x 23 cm. pag. 240 con illustrazioni b/n e colori

    Stampato nel 2020 da Associazione Italia

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    La caduta di Costantinopoli 1453

    26.00

    I libro presenta due aspetti chiave della storia di Costantinopoli e dell’impero bizantino: dopo una prima parte dedicata all’analisi minuziosa del sistema di fortificazioni della capitale, una seconda segue le ultime tappe che condussero gli ottomani alla conquista della città nel 1453, segnando la fine di un impero che era durato oltre mille anni. Un fondamentale scontro della storia viene ripercorso nel dettaglio delle strategie, delle tattiche, delle forze in campo e degli armamenti, con l’ausilio di un ricco apparato di illustrazioni e mappe che completano le illuminanti informazioni testuali.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 208 riccamente illustrato a colori e b/n

    Stampato nel 2015 da Goriziana

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    La caduta di Roma

    35.00

    Nel 476 d.C., con la deposizione di Romolo Augustolo, l’ultimo di una lunga schiera di imperatori fantoccio, cade dopo un lungo declino l’Impero Romano d’Occidente, la più grande forza militare ed economica dell’antichità. Le cause di questo collasso sono state finora attribuite da molti studiosi esclusivamente alle tribù germaniche che si fecero strada con la forza oltre le frontiere, mentre in questo nuovo saggio Adrian Goldsworthy interpreta quelle invasioni non come la causa ma come il sintomo della fragilità e della instabilità dell’impero. Per capire fino in fondo i veri motivi che portarono alla caduta di Roma, secondo l’autore, è invece necessario ripercorrere quanto accaduto nei trecento anni precedenti, a partire dalla morte di Marco Aurelio, quando si verificò “una lunga serie di guerre civili, durante le quali gli imperatori rinunciarono alla res publica per concentrarsi solo sulla propria sopravvivenza”. A partire dal 180 d.C., lo storico inglese descrive dettagliatamente come le violente ribellioni locali finirono per danneggiare la struttura amministrativa e logistica dell’esercito, alimentando un clima generale d’insicurezza in cui chiunque tosse al servizio dell’impero poteva essere ucciso, torturato o imprigionato per ordine di altri Romani.

    Cartonato con sovracopertina 14,5 x 22 cm. pag. 570

    Stampato nel 2011 da Elliot

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    La caduta di Roma e la fine della civiltà

    10.50

    Roma non è caduta. O almeno cosi dicono le più recenti teorie storiografiche. La transizione al dominio germanico sarebbe stata graduale e pacifica, risultato di una progressiva integrazione delle popolazioni del nord, vitali ma primitive, nel grande organismo imperiale, raffinato e ormai prossimo all’esaurimento. II loro mescolarsi avrebbe dato vita a una nuova era di positive trasformazioni culturali. Niente affatto, sostiene Bryan Ward-Perkins. Ma quale integrazione, quale proficua sistemazione delle popolazioni esterne entro i confini dell’impero! “I Germani che invasero l’impero d’Occidente occuparono o estorsero con la minaccia della forza la massima parte dei territori in cui si stabilirono, senza alcun accordo formale sulla divisione delle risorse con i loro nuovi sudditi romani. Dovunque si abbiano testimonianze di una certa ampiezza, la norma era indubbiamente la conquista o la resa alla minaccia della forza, e non un accordo pacifico”.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 293 con 38 illustrazioni b/n e 14 cartine

    Stampato nel 2008 da Laterza

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    La calda estate del 1943

    9.50

    Eugenio Dollmann, colonnello delle SS e uomo di fiducia di Heinrich Himmler, fu un punto di riferimento della società culturale, politica e diplomatica italiana e tedesca e tramite dei loro rapporti. Nei giorni frenetici e drammatici che precedettero e seguirono la caduta del fascismo, quest’uomo fu testimone e, in qualche caso, protagonista della fine del regime. Personalità amletica, ambigua, divisa tra spregiudicatezza politica e slanci di generosità, Dollmann aveva il gusto del potere e il piacere dell’intrigo inteso come strumento per la conquista e l’esercizio del potere.

    Brossura 11,5 x 17 cm. pag. 126

    Stampato nel 2012 da Le Lettere

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    La campagna d’Italia – I luoghi della guerra e della memoria 1943 – 1945

    17.50

    Gabriele Ronchetti – Maria Angela Ferrara

    Una guida per conoscere le vicende storiche della Campagna d’Italia e per andare alla scoperta dei luoghi che videro l’avanzata alleata anglo-americana lungo la penisola, dopo la conquista della Sicilia nell’estate 1943 e gli sbarchi all’indomani dell’armistizio. Il volume apre con un’introduzione storica di taglio divulgativo, dove sono narrati i venti mesi di guerra sul suolo italiano: dallo sbarco di Salerno alle battaglie di Ortona e di Cassino sulla Linea Gustav, dallo sbarco di Anzio all’ingresso degli alleati a Roma il 4 giugno 1944, dalla battaglia di Ancona alla liberazione di Firenze, dall’attacco alla Linea Gotica all’offensiva decisiva dell’aprile 1945, che portò alla fine delle ostilità e alla liberazione dell’Italia. Nella seconda parte, la guida ripercorre – i luoghi-simbolo testimoni del periodo più drammatico della nostra storia recente, lungo itinerari di visita tra campi di battaglia, cippi, musei e sacrari. Un volume con una chiave di lettura innovativa, che racconta la storia con un occhio attento alle esigenze turistiche, segno distintivo della collana.

    Brossura, 12,5 x 21 cm. pag. 222 con numerose foto e cartine a colori e b/n

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    La campagna d’Italia (1943-1945)

    28.00

    G. A. Shepperd

    Il primo resoconto completo e dettagliatamente documentato a prendere in esame la campagna d’Italia durante la Seconda guerra mondiale: dalla conferenza di Casablanca, nel gennaio 1943, dove fu decisa l’operazione Husky, ossia il primo attacco al continente europeo, alla conquista della Sicilia, che portò alla caduta di Mussolini e alla resa italiana; dagli sbarchi di Salerno e di Anzio alla più famosa battaglia di Cassino, fino allo sfondamento della linea Gotica e alla resa tedesca avvenuta nell’aprile 1945. Un libro basilare, che affronta un periodo decisivo della storia italiana, fondendo insieme visione militare e politica, ma soprattutto facendo emergere il ruolo determinante che giocò la liberazione della penisola sulle sorti generali della Seconda guerra mondiale

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