Il Nomos della Terra

pensiero politico

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    Il Nomos della Terra

    46.00

    Carl Schmitt

    Del Nomos della terra si potrebbe dire che sta al diritto internazionale e alla filosofia politica del nostro tempo come Essere e tempo di Heidegger sta alla metafisica: opere inevitabili, che faranno sempre discutere e alle quali sempre si tornerà. Carl Schmitt pubblicò questo libro nel 1950, quando ancora si trovava in una posizione di totale isolamento in Germania. Ma proprio in quest’opera, che è un po’ la summa del suo pensiero giuridico e politico, si sollevò nettamente al di sopra di ogni contingenza. E questo gli permise di aprire la prospettiva su fatti che in quegli anni erano impensabili: per esempio il terrorismo o la guerra civile globale come agenti decisivi del futuro. A questi risultati Schmitt giunge attraverso una disamina minuziosa delle varie teorie che sono apparse nell’epoca aurea dello jus publicum Europaeum, dimostrando una volta per tutte che, per sfuggire alla furia delle guerre di religione, il gesto salutare è stato la rinuncia allo justum bellum. Di conseguenza, il delicato passaggio dalla justa causa belli allo justus hostis ha reso possibile «il fatto stupefacente che per duecento anni in terra europea non ha avuto luogo una guerra di annientamento». In quel breve intervallo lo jus publicum Europaeum si combinava con l’avviarsi del funzionamento della machina machinarum, «prima macchina moderna e insieme presupposto concreto di tutte le altre macchine tecniche»: lo Stato moderno. Allora la «guerre en forme», questo gioco crudele, salvato però dal rigore della sua regola, conferiva una nuova unità a un certo ambito spaziale (una certa parte dell’Europa) e lo faceva coincidere con il luogo stesso della civiltà. Poi il gioco si frantuma dall’interno: nell’agosto 1914 comincia una guerra che si presenta come tante altre dispute dinastiche – e invece si rivela subito essere la prima guerra tecnica, che nega già nel suo apparato ogni possibilità di «guerre en forme». Così emerge anche la guerra rivoluzionaria, variante finale della guerra di religione, sigillo delle guerre civili. La forma moderna della verità, la più efficace, la più distruttiva, è tautologica: ciò che è rivoluzionario è giusto perché è rivoluzionario: con ciò si ripropone e trova sbrigativa risposta la questione della justa causa belli.

    Cartonato con sovracopertina pag. 460

    Stampato nel 1991 da Adelphi

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    Il nuovo totalitarismo e la rivoluzione della coscienza

    15.00

    Innanzitutto, questo saggio è immerso nello “spirito del tempo”: esso stesso è la cartina di tornasole, dei processi di “frattura” e “ricomposizione” caratterizzanti sia l’individuo, che il corpo societario nel complesso. Oggi il mondo occidentale “tutto”, può sfruttare a suo vantaggio due fattori: uno è quel movimento che parte dall'”alto” e che promuove l’attivazione, anche in forma di vero e proprio bisogno, della “dimensione spirituale”; l’altro è proveniente dal “basso”, ovvero l’affermarsi, in tutto quel coacervo di forze ideologiche e politiche – definibili, per semplificazione, “populiste” e “sovraniste” –, di una serie di istanze economiche, politiche, culturali e sociali, vera linfa vitale di un “moto rivoluzionario” che sia completo e “totale”. Questo gioco di dualità e contraddizioni, inversioni di principî e disarmonie, lo ritroviamo nell’individuo, nel collettivo e nel rapporto che esiste tra “élite” e “individuo/collettivo”, “vertice” e “base”. Esso costituisce la struttura “antropologica” e “societaria” della nostra epoca.

    Brossura 15 x 21 cm., pagg. 147

    Stampato nel 2019 da AGA

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    Il pensiero armato. Idee-shock per una cultura dell’azione

    35.00

    AA.VV.

    Idee schok per una cultura dell’azione. Saggi vari di Flavio Nardi, Evelina Marolla, Carlo Mascetti, Ines Pedretti, Gabriele Adinolfi, Alessando Giuli, Carlo Terracciano, Piero Puschiavo, Gianantonio Valli, Francesco Mancinelli, Maurizio Murelli, Jurgen Graf e altri.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 457

    Stampato nel 200 da Quattrocinqueuno

    Condizioni del libro: usato in ottime condizioni

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    Il pensiero ribelle – Controstoria della filosofia politica

    20.00

    Che cosa possono avere in comune D’Annunzio, Longanesi, Gomez Davila, Ezra Pound, Thomas Mann, Zolla, Guareschi, Mishima, Heidegger, Cioran, Corridoni, Spengle, Drieu La Rochelle, Carl Schmitt e Robert Musil? Questi autori, per brevi tratti della loro vita o addirittura per l’intera esistenza, si sono collocati sul versante opposto di una linea tendenziale che incrocia liberalismo e progressismo, elaborando i contorni di un “pensiero ribelle” di cui, in questo libro, se ne setacciano le fondamentali diramazioni.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 330

    Stampato nel 2019 da Idrovolante Edizioni

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    Il politico e la guerra – Maschera e volto dell’Occidente

    25.00

    In questo secondo volume de “Il politico e la guerra” si prendono in esame i conflitti dalle guerre napoleoniche fino ai nostri giorni, senza perdere di vista quelle profonde trasformazioni politiche e sociali che in poco più di due secoli hanno cambiato la nostra terra, al punto che vi è chi ritiene che oggi tutto il pianeta sia destinato a diventare Occidente. Ciò nonostante la potente talassocrazia d’oltreoceano dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica non solo non è riuscita a sottoporre l’intero pianeta al proprio dominio, ma la stessa crisi economica che attanaglia il mondo occidentale è, in primo luogo, crisi degli equilibri geopolitici mondiali fondati sulla supremazia degli Stati Uniti. Fondamentale è dunque capire la “genesi” e la “struttura” di tali equilibri attraverso l’analisi della relazione tra la funzione politico-strategica dell’Economico e il modo tipicamente occidentale di fare la guerra.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 394

    Stampato nel 2016 da Anteo

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    Il politico e la guerra – Terra e mare

    25.00

    È innegabile che categorie metapolitiche, quali Terra, Mare, Eurasia, Occidente, talassocrazia o “grande spazio”, in quanto rimandano al nostro “Essere-nel-Mondo”, necessitino di essere interpretate non solo in chiave geofilosofica, ma anche in chiave storico-geopolitica, se è vero che destino degli uomini è di “Essere-insieme”, vale a dire che l’uomo è, in primo luogo, un animale politico. Ne” Il Politico e la Guerra” si cerca quindi di tracciare una sorta di “mappa” dei conflitti dall’antichità ai nostri giorni mettendo a fuoco l'”intreccio” tra il Politico, l’Economico e la Guerra. L’opera è suddivisa in due parti distinte: “Terra e Mare” (volume I), che tratta dei conflitti fino alle guerre napoleoniche, e “Maschera e Volto dell’Occidente” (volume II, di prossima pubblicazione), in cui l’accento cade sulla stretta connessione tra la funzione politico-strategica dell’Economico e la “pre-potenza” della grande talassocrazia d’oltreoceano. Una connessione così stretta che “pax americana” e barbarie occidentale appaiono ormai come due facce della medesima medaglia.

    Brossura, 14,7 x 21 cm. pag. 348

    Stampato nel 2015 da Anteo Edizioni

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    Il potere dei generali – Civili e militari nell’Asia orientale contemporanea

    19.00

    In Asia orientale le sorti della democrazia e la natura dei sistemi politici si intrecciano con il ruolo dei militari. In Cina e in Giappone, nella penisola coreana, a Taiwan, in Vietnam, Tailandia, Indonesia, Birmania gli eventi politici, la lotta per la libertà, la stessa collocazione internazionale degli stati sono il frutto delle relazioni tra civili ed élite militare. Per la prima volta in Italia un testo a più voci di affermati specialisti di Asia introduce un tema vitale per la comprensione del mondo contemporaneo.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 190

    Stampato nel 2017 da Carocci

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    Il potere logora chi non ce l’ha. L’arte politica di Charles-Maurice de Talleyrand

    22.00

    Prima al servizio della monarchia di Luigi XVI, poi della Rivoluzione francese e dell’Impero di Napoleone, infine nuovamente della monarchia. Duff Cooper affronta, con uno spirito critico che va ben oltre i luoghi comuni, la complessa figura di Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, principe di Benevento, scaltro uomo politico e regista al fianco di Metternich del Congresso di Vienna, dimostrando come la vita di questo ambiguo personaggio soprannominato “il diavolo zoppo”, “il camaleonte” e “lo stregone della democrazia” – non fu dominata soltanto da ombre, ma soprattutto da una serie di abili mosse politiche che, al di là dei giudizi morali, lo resero grande protagonista del suo tempo.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 277

    Stampato nel 2016 da Res Gestae

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    Il prezzo della disfatta – Massacri e saccheggi nell’Europa liberata

    32.00

    Questo libro, che per taluni potrebbe sembrare blasfemo, non solo mette in dubbio il mito del senso dell’onore e della giustizia degli anglo-franco-americani, del loro profondo amore per l’umanità, ma ricorda le democratiche angherie, i democratici furti, i democratici stupri, le democratiche deportazioni, tutti ampiamente dimostrati e di libero accesso, purchè si voglia sapere. Il volume è accompagnato da una importante appendice fotografica.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 190 + 38 pagine fuori testo con foto e illustrazioni foto b/n

    Stampato nel 2008 da Effepi

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    Il Razzismo

    150.00

    G. Cogni

    La storia di questo volume è delle più singolari. Nato dall’incarico di un editore che voleva un semplice libro informativo, passato per varie ragioni in altre mani, è stato editato in un momento in cui, per ragioni politiche, e per l’influenza di altri scritti dello stesso autore, ci si stava rivolgendo verso gli impellenti problemi della razza di quel periodo storico. Mentre in Italia, praticamente tutta la stampa tedesca si è occupata di questo lavoro (in senso molto positivo e lusinghiero), nella stampa italiana si verificarono delle reazioni alle teorie di Cogni, reazioni riprese anche dalla stampa estera, in particolar modo francese. Anche la pubblicistica cattolica attaccò duramente il pensiero riportato in questo libro, accusandolo di antiitalianità di essere filo-tedesco, ecc. A coronare il tutto, vi fu la messa all’indici da parte del pontefice . Molto Raro.

    Brossura, 13 x 21 cm. pag. 240

    Stampato nel 1037 da Fratelli Bocca Editori

    Condizioni del libro: usato in buone condizioni. Segni del tempo. Acuni danni nel dorso

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    Il secolo del 1914 – Utopie, guerre e rivoluzioni nell’Europa del XX Secolo

    25.00

    Dominique Venner

    La guerra del 1914 è la chiave del destino europeo, l’evento fondante del XX secolo, liquidò tre imperi e le aristocrazie che innervavano l’Europa. Dopo il 1918 quattro figure – il presidente americano Wilson, Lenin, Mussolini e Hitler – hanno incarnato le grandi utopie del XX secolo. Questo libro analizza le ideologie e la loro influenza sul comportamento degli uomini e lo svolgimento della storia. Descrive la genesi e il susseguirsi delle lotte mortali originate dal conflitto dell’estate 1914 da cui il liberalismo americano è uscito vincitore.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 490

    Stampato nel 2017 da Controcorrente

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    Il sistema per uccidere i popoli

    20.00

    Ciò che nasce sotto i nostri occhi, dopo una lunga maturazione in seno all’ideologia egualitaria occidentale apparsa nel XVII secolo, non ha più nulla di una civilizzazione. La realtà attuale sono le realtà etnoculturali e nazionali minacciate di estinzione, i popoli poco a poco svuotati della loro sostanza da una macrostruttura sovracontinentale. Questa vasta impresa planetaria di massificazione della tecnica e dell’economia, può essere definita a tutti gli effetti un sistema. Qualunque civilizzazione, anche mondiale, si fonda pur sempre su di un passato culturale e mira, più o meno, a perpetuarsi. In altre parole, una civilizzazione resta umana. Un sistema, al contrario, ha qualcosa di meccanico e di atemporale.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 226

    Stampato nel 2017 da AGA Editore

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    Il tenente Sturm

    12.00

    Ernst Junger

    Combattente e scrittore, laureato in zoologia e ufficiale al fronte, giovane eroico e contemplatore solitario: nei tratti del giovane tenente Sturm, protagonista di questo racconto di guerra, si riconosce il giovane Jünger. Il ritratto di questo personaggio autobiografico documenta la fase drammatica e cruciale che fu la giovinezza dell’autore: il militarismo, le amicizie virili, i sogni, la letteratura, il dandismo e un’acerba quanto violenta sessualità.

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    Il tramonto del mondo bianco. La società multiculturale, tra «grande sostituzione» e Black Lives Matter

    18.00

    Riccardo Tennenini

    Le proteste “antirazziste” scaturite dalla morte di George Floyd hanno assunto una portata planetaria, mostrando i limiti di un modello multiculturale che sembra essere proiettato verso il baratro delle tensioni etniche, nel solco della nuova narrazione funzionale al “pensiero unico” e ai meccanismi di mercato. Se è vero che “le vite dei neri contano”, che cosa accade al “mondo bianco”? Afflitto dal declino demografico e sottoposto ad una forte pressione migratoria dal Terzo Mondo, l’Occidente si avvia al tramonto della propria civiltà originaria. Tra “white guilt”, inginocchiamenti di massa, rimozione forzata della storia e livellamento delle appartenenze, il “mondo bianco” subisce un’ecatombe silenziosa e “politicamente corretta”. Questo saggio affronta la “società multietnica” alla radice, riportando ciò che i media non dicono: un viaggio nel mondo che verrà, dove la disgregazione delle identità nazionali si accompagna al sogno illusorio di una “società aperta”, frutto dello snaturamento culturale e della “sostituzione dei popoli”. Un’analisi libera e controcorrente, che denuncia i cortocircuiti di un fanatismo progressista che rischia di produrre pericolose derive razziali

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    Il valore dello Stato e il significato dell’individuo

    13.00

    “Il valore dello Stato” (1914) delinea le principali categorie intellettuali e politiche dello Schmitt maturo. Il libro investe i problemi della contrapposizione fra vita e scienza, fra empiria e diritto, con l’obiettivo di giungere a un punto di vista che consenta un’attiva formazione giuridica dell’esperienza. Nella visione schmittiana, il senso dello Stato consiste nel suo compito di realizzare il diritto nel mondo tramite la decisione, ed è questo compito che fa dello Stato il potere supremo. Esso dunque è il titolare di quell’azione politica che traduce l’idea giuridica nella pratica.

    Brossura, 13,5 x 21 cm. pag. 104

    Stampato nel 2013 da Il Mulino

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    Imperium

    26.00

    In questa lunga intervista del 1971, pubblicata per la prima volta in trascrizione integrale e corredata di essenziali note di commento, l’ormai ottantatreenne giurista Carl Schmitt risponde alle domande dello storico Dieter Groh e del giornalista Klaus Figge, offrendo un insostituibile documento autobiografico, che si rivela anche una preziosa fonte diretta per la storia del Novecento. Dalle sue origini cattoliche al rapporto conflittuale col mondo protestante tedesco, dagli studi universitari alla carriera accademica, Schmitt affronta, senza scantonare, le ombre del suo controverso impegno politico, inquadrandolo nei tormentati anni che dalla Repubblica di Weimar portarono alla conquista del potere da parte del Nazionalsocialismo in seguito alla nomina di Hitler a cancelliere. Schmitt espone gli episodi della sua vita privata e pubblica distribuendoli lungo un ben calibrato percorso, che scandisce rigorosamente in date e contesti, ricontrollando minuziosamente tutti i dettagli sui propri diari stenografici dell’epoca e su altri documenti conservati nel suo archivio personale, in una costante tensione fra testimonianza individuale e storia collettiva. Grazie a questa tensione, il colloquio riesce a far emergere la straordinaria competenza politica, tattica e persino amministrativa di Schmitt, senza per questo trascurare la sua determinazione a cercare una chiave metastorica su cui basare e giustificare la propria opera.

    Brossura, 16 x 22,5 cm. pag. 292

    Stampato nel 2015 da Quodlibet

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    Io sono Darya

    16.00

    Darya Aleksandrovna Dugina

    Questo libro vuole essere omaggio a Darya Aleksandrovna Platonova-Dugina, figlia del noto filosofo Aleksandr Dugin, uccis in un attentato il 20 agosto 2022. Vengono riportati frammenti del suo pensiero composti nell’arco di un decennio, nel selezionare tali frammenti si è prestata attenzione a scegliere quelli che, nel loro complesso, fossero rappresentativi della matrice culturale di Darya e si prestassero come effettiva essenza non di ciò che è stata ma di ciò che Darya è, di ciò che Darya è e resta oltre la sua fisicità.

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    Israele. Il suo peccato originale e il sionismo di ieri e di oggi

    15.00

    Ernest Armstrong

    Il sionismo è un movimento che, strumentalizzando la religiosità ebraica sostiene il diritto degli ebrei, in quanto “popolo eletto da dio” a governare i “non eletti”. Tra l’altro non vi è assoluta corrispondenza tra ebraismo e sionismo: vi sono infatti fautori del sionismo, non ebrei e rabbini che combattono il sionismo e anche lo stato di Israele.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 118 con alcune illustrazioni b/n

    Stampato nel 2024 da Chiaramonte

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    Ivan Il’in. Il filosofo del neozarismo di Putin

    12.00

    Timothy Snyder

    Introduzione al pensiero di Ivan Aleksandrovic Il’in (1883-1954), il filosofo russo che, fornì con le sue opere una giustificazione metafisica e morale per il totalitarismo politico, esprimendo delle linee guida per uno stato retto da un fascismo russo e cristiano. Oggi, le sue idee sono state riprese e celebrate da Vladimir Putin, che le sta applicando in chiave neozarista nella sua politica interna, nei rapporti con la Chiesa ortodossa e in politica estera e nelle crisi internazionali, come in Ucraina

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    Julius Evola. Aedo dell’uomo differenziato

    10.00

    AA.VV.

    Questo libretto è concepito per offrire una prima elementare guida alle sue opere con le quali – tra l’altro – l’Autore definisce la figura dell’Uomo differenziato, per eccellenza il soggetto più attrezzato per resistere e combattere i nefasti veleni della modernità in nome degli eterni principi della Tradizione.

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    Junger e Schmitt. Dialogo sulla modernità

    12.00

    Ernst Jünger e Carl Schmitt, pur avendo fatto parte di quella grande corrente di pensiero anti-moderno che fu la Rivoluzione Conservatrice, hanno avuto come tratto comune quello di aver anticipato le trasformazioni e le pulsioni del nuovo secolo. Questi due grandi pensatori tedeschi si sono lasciati alle spalle, almeno dal punto di vista dell’elaborazione teorica, ‘esperienza traumatica dei conflitti mondiali e dei totalitarismi e, sin dal primo dopoguerra, hanno intercettato le degenerazioni e le fughe in avanti della modernità. Lo hanno fatto con stili e vocazioni diversi, pur percorrendo per larghi tratti sentieri paralleli.

    Brossura 13,5 x 21,5 cm. pag. 142

    Stampato nel 2009 da Armando

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    L’ apocalisse della modernità – La Grande Guerra per l’uomo nuovo

    27.00

    Nell’agosto 1914, allo scoppio delle ostilità, molti si erano arruolati entusiasti, immaginando di prender parte a una gloriosa avventura, convinti che il sacrificio del sangue avrebbe dato vita a un mondo e un uomo rinnovati. Dopo pochi mesi, l’entusiasmo era scomparso. Ci si rese conto che la guerra era completamente diversa da quelle fino ad allora combattute: per l’enormità delle masse mobilitate, per la potenza bellica e industriale impiegata, per l’esasperazione parossistica dell’odio ideologico, per l’ingente numero di soldati sacrificati inutilmente. La Grande Guerra rappresentava il naufragio della civiltà moderna. I combattimenti cessarono alle ore 11 dell’11 novembre 1918. E già all’orizzonte nuove tragedie si profilavano, poiché il trattato di Versailles ridisegnava l’intera geografia europea secondo la volontà dei vincitori, con conseguenze gravi e di lunga durata a livello politico e ideologico: le rivendicazioni territoriali, la corsa al riarmo e la militarizzazione di massa della società saranno alcuni dei principi cardine sui quali regimi totalitari come il fascismo e il nazionalsocialismo baseranno il proprio consenso. Gentile ricostruisce il contesto sociale, culturale e antropologico entro il quale maturò quella che è ritenuta una delle più tragiche esperienze del Novecento, soffermandosi in particolare sugli artisti e gli intellettuali che, se all’inizio avevano invocato la guerra come una catarsi, si fecero poi interpreti dell’angoscia profonda da essa scatenata.

    Cartonato con sovracopertina, 16 x 24 cm. pag. 308 + 16 pagine fuori testo con 17 illustrazioni e foto b/n e 28 illustrazioni a colori

    Stampato nel 2011 da Mondadori

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    L’alba dell’Impero

    20.00

    «La libertà di mercato si è così trasformata nella società del Liberismo Totale nell’incubo di una guerra civile di “tutti contro tutti”, dove gli unici ad avvantaggiarsi di tale conflitto sono i pochissimi pluto-tecnocrati che lo hanno suscitato, istituzionalizzato e propagandato. Le società e i popoli hanno perso la loro pace e il loro equilibrio. Chi perde in questa guerra perde pure il diritto di esistere». Il presente scritto prende le mosse dalla lettura de “La quarta teoria politica”, il dirompente saggio di A. Dugin che getta le basi per un radicale ripensamento della politica del Terzo millennio, e ne espone le possibili attuazioni.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 264

    Stampato nel 2019 da AGA

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    L’America nel mondo. Duecento anni di Dottrina Monroe

    25.00

    Luca Castagna

    Ogni grande potenza ha una dottrina che considera vitale per i propri interessi, che stabilisce credenze e riesce a forgiare l’identità nazionale. Nel caso degli Stati Uniti tali funzioni vengono assolte da poco più di due secoli a questa parte dalla Dottrina elaborata dal presidente James Monroe in un celebre discorso del 1823. Confrontarsi con essa permette di comprendere come l’identità americana si sia storicamente definita attraverso il confronto/scontro con l’altro, e di considerare il millenarismo redentore alla base della sua autoproclamata missione. Questo volume intende mettere in risalto la natura eminentemente positiva della Dottrina Monroe, vedendo in essa una sorta di prefigurazione imperiale, di americanizzazione ante litteram delle categorie di impero e di sfera di influenza nell’età contemporanea.

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    L’anima europea. Risposta a Bernard-Henri Levy

    16.00

    Robert Dun

    “L’anima europea” costituisce una risposta, con 14 anni di ritardo, a un libro piuttosto famoso di Bernard-Henri Lévy: “Le Testament de Dieu”, pubblicato nel 1979 da Grasset. Potente e chiaro, questo contributo rappresenta una profonda e originale critica ai monoteismi delle religioni “rivelate”, che per l’autore hanno operato un’inversione della realtà e un soffocamento totale della gioia di vivere. Non solo: queste pagine, frutto di un pensatore complesso e brillante, pressoché sconosciuto al pubblico italiano – incarnano una mistica europea senza tempo, invocando il riscatto di una Civiltà lacerata e colpevolizzata, alle prese con declino antropologico e spirituale senza precedenti. Il grido di Robert Dun  è un monito che abbiamo il dovere di raccogliere, affinché i boschetti sacri non restino senza difensori.

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    L’antiamericanismo in Italia

    20.00

    L’ideologia americana è cosmopolita per natura e per necessità e tende all’uniformità sopprimendo le diversità; proprio per questo l’antiamericanismo è un probema di identità nazionale. Partendo da questo assunto l’Autore del presente saggio analizza l’antiamericanismo in Italia a partire dal 1893 fino ad oggi pendendo in esame le tre correnti principali: l’antiamericanismo di destra, quello di sinistra e quello di matrice cattolica. Soffermandosi approfonditamente sul periodo relativo a ventennio fascista il lavoro è stato elaborato analizzando i testi originari degli autori presi in esame, dimostrando l’infondatezza della tesi di un fascismo beceramente antiamericano e mettendo in luce quanto Mussolini abbia saputo opportunamente equilibrare le istanze ideologiche con le esigenze di politica estera.

    Brossura 15 x 21 pag. 196

    Stampato nel 2012 da Settimo Sigillo

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    L’enigma della modernità

    20.00

    Carl Schmitt e Hans Blumenberg erano due opposti speculari: il primo critico acuto e radicale della modernità, il secondo teorico della sua piena legittimità e autonomia. Ma entrambi interni alle correnti più innovative e originali della cultura contemporanea. Estraneo a ogni nostalgia tradizionalista il primo, alieno da ogni ingenua retorica progressista il secondo. Furono avversari scientifici, Hans Blumenberg e Carl Schmitt: le rispettive concezioni sul fondamento e la giustificazione delle pretese conoscitive dell’epoca moderna erano radicalmente differenti e la discussione a riguardo proseguì anche in una serie di lettere che si scambiarono tra il 1971 e il 1978. Tale corrispondenza e i testi ritrovati nel lascito di Blumenberg documentano una controversia assai significativa, da cui emergono scambi di tipo scientifico e biografico. Ma furono avversari “necessari” l’uno all’altro, come due interlocutori che sanno di trovare nel confronto con l’altro la propria vera “questione”. La replica di Carl Schmitt ha influito in maniera decisiva sul rifacimento della “Legittimità dell’età moderna” di Blumenberg e ha lasciato tracce evidenti sino alla successiva “Elaborazione del mito”. Per questo motivo la presente opera riporta brani da entrambi i volumi, oltre a tutto lo scambio epistolare, testi inediti provenienti da opere postume di Blumenberg ed estratti da altri saggi già pubblicati.

    Brossura 14 x 21 cm. pag. 228

    Stampato nel 2011 da Laterza

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    L’estremo sacrificio e la violenza – Il mito politico della morte nella destra rivoluzionaria del Novecento

    39.00

    La celebrazione della morte ha costituito un tema fondamentale della destra nazionalrivoluzionaria del Novecento. Questa constatazione implica che il tema della morte può essere utilizzato quale laboratorio d’analisi per osservare alcuni aspetti fondamentali dell’universo ideologico di questa cultura politica. Infatti, fenomeni quali il “rito politico”, l'”estetizzazione della politica” e la “sacralizzazione della politica” – sui quali negli ultimi decenni si è concentrata l’attenzione della più avvertita storiografia sul fascismo, da George L. Mosse a Emilio Gentile – intrattengono un rapporto molto stretto con la celebrazione politica della morte. Celebrando la morte, la destra nazionalrivoluzionaria ha inteso offrire una risposta alla crisi di senso diffusasi in settori consistenti delle masse nel corso del Novecento. Inoltre, proprio il rivendicato confronto con la morte tradisce la vocazione nazionalrivoluzionaria alla “radicalizzazione dello scontro politico”.

    Brossura, 12 x 21 cm. pag. 539

    Stampato nel 2018 da Asterios

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    L’Europa come rivoluzione – Pensiero e azione di Jean Thiriart

    15.00

    Definito “rivoluzionario iunclassificabile” o “geopolitico militante” Thiriart era sicuramente un europeista radicale. L’obiettivo di tutta la sua arttività politica ed intellettuale fu quello di contribuire alla nascita di un’Europa unita, sovrana e indipendente, ovvero un’Europa politica. In questo saggio, che si basa sugli scitti principali di Thiriart, viene analizzato il pensiero politico e geopolitico di quello che rimane, al momento attuale un personaggio tanto controverso quanto poco consciuto.

    Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 112

    Stampato nel 2020 da ll’Insegna del Veltro

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    L’Europa e l’umanità

    18.00

    Nikolaj S. Trubeckoj

    Il saggio qui proposto è uno studio che, prendendo le mosse da alcune considerazioni prettamente linguistiche e antropologiche, analizza in una chiave che si potrebbe dire quasi “psicologica”, oltre che politica e culturale, il rapporto tra nazionalismo, cosmopolitismo e sciovinismo, e, in particolare, quello tra la civiltà occidentale – “romanogermanica”, secondo la definizione dell’Autore – e le civiltà del resto del mondo, auspicandone un “riscatto dalla schiavitù spirituale”.

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    L’europa; un impero di 400 milioni di uomini

    24.00

    Apparso nel 1964 in lingua francese, questo libro nel giro di due anni vide la luce in altre sei lingue europee. Nonostante le riserve che alcune impostazioni ideologiche dell’autore (eurocentrismo, razionalismo, giacobinismo, …) possono suscitare non si può non concordare sul fatto che questo libro, senza dubbio uno dei più famosi redatti da Thiriart, è preveggente ed attuale, per quanto inevitabilmente risenta della situazione storica in cui venne concepito. Preveggente perchè anticipa il crollo del sistema sovietico, e questo una decina di anni prima dell’eurocomunismo; attuale, perché la descrizione dell’egemonia statunitense in Europa è ancora un dato reale; ricordando che l’Impero è l’esatto contrario dell’imperialismo e che gli Stati Uniti non sono Roma, bensì Cartagine.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 228 con una foto b/n

    Stampato nel 2011 da Avatar Editions

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    L’idea di Stato

    10.00

    Vividiscritti di Evola sull’idea-archetipo in tempo rale del regime politicovero, il cui fondamento consiste nella trascendenza del principio disovranità, e il cui processo di caduta è scandito dalla ‘legge’ dellaregressione delle caste. Lungi dal proporre una ‘ideologia’ delloStato, il pensatore tradizionalista ricostruisce e ripercorre, inqueste pagine, la via che conduce alla fonte stessa che conferiscel’autorità.

    Brossura 13,5 x 20,5 cm. pag. 110

    Stampato nel 1994 da Edizioni di Ar

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    L’idealismo pratico di Richard N. Coudenhove-Kalergi

    22.00

    Molti sentono parlare del Piano Kalergi e lo riferiscono confusamente all’ambito dell’immigrazione, ma fanno fatica a focalizzare le notizie. Questo testo si propone di colmare la lacuna – non semplicemente sul versante dei fatti, ma soprattutto su quello dell’origine culturale di un “progetto” per molti versi fantapolitico, che ricorda molto da vicino certi episodi di 007. L’ideatore di un rimescolamento razziale in Europa e nel mondo, così da ottenere una massa di meticci dominabili con facilità, è un gentiluomo di vecchio stampo, il conte Richard Coudenhove-Kalergi (1894 – 1972), suddito austriaco, poi cittadino cecoslovacco, in seguito naturalizzato francese, esule negli U.S.A. durante la Seconda Guerra Mondiale e deciso assertore degli Stati Uniti d’Europa fino agli anni Venti del secolo scorso. Kalergi aveva le carte in regola per essere legato non ad una nazionalità specifica, ma ad un intero continente, l’Europa, e, in considerazione della madre giapponese, all’Eurasia. Non si devono inoltre scordare i suoi buoni rapporti con l’alta finanza ebraica, quella che, durante la Grande Guerra, aveva stretto un patto di contro-assicurazione per il tramite della famiglia Warburg, la stessa che finanziava i rivoluzionari russi per far crollare un sistema e sostituirlo con un altro. A lui dobbiamo principalmente l’attuale Europa.

    Brossura 15 x 21 cm., pagg. 311

    Stampato nel 2018 da Edizioni Ritter

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    L’impero Euro-sovietico da Valdivostok a Dublino

    25.00

    L’Empire Euro-soviétique de Vladivostok à Dublin, scritto nel 1984-’85, non vide mai la luce durante la vita di Thiriart. Perché pubblicare oggi questo libro, il cui titolo basta a rivelare l’anacronismo dell’argomento? È necessario sottolineare tutto quello che ci separa dagli anni Ottanta? La caduta del muro di Berlino (novembre 1989), la dissoluzione dell’URSS (dicembre 1991), la funesta parentesi di El’cin (1991-1999), le guerre della NATO e più in generale lo sconvolgimento a livello planetario hanno radicalmente modificato le cose. Tuttavia, al di là della testimonianza storica, non sarà inutile interrogarsi circa l’attualità retrospettiva degli scritti di Thiriart alla luce delle tensioni e degli sconvolgimenti in corso. A ben riflettere, infatti, il nemico russo ha rimpiazzato (dal punto di vista della strategia americana) il nemico sovietico; l’Europa è sempre il medesimo nano politico e, sempre più a rimorchio degli USA, si distingue per la sua assenza sulla scena internazionale.

    Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 268

    Stampato nel 2018 da Edizioni All’insegna del Veltro

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    L’invasione – Prodomi di una eliminazione etnica

    12.00

    Negli ultimi anni, oltre settecentomila extraeuropei si sono riversati sulle coste italiane. Il solo mantenimento immediato di questa massa di intrusi è costato a noi italiani quasi dieci miliardi di euro. Oggi sono riconoscibili due direttrici, tracciate dalla finanza internazionale, lungo le quali si vanno disponendo i movimenti migratorii: la prima consiste nella costruzione di piani di potere globale sempre più distanti dai popoli; la seconda è rappresentata dall’opera di sfiguramento etnico delle nazioni europee, allo scopo di ottenere qui un composto umano privo delle nostre qualità, una docile massa brulicante di bisogni.

    Brossura, 14,5 x 21,5 cm. pag. 86

    Stampato nel 2017 da Ar

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    L’inverno della democrazia o il nuovo regime

    23.00

    Berlusconi ha inventato la telerepubblica italiana, Tony Blair ha galvanizzato gli inglesi con il suo new Labour, i populisti moderni sono scesi dalla scandinavia per invadere l’Europa. Il vecchio continente deve fare i conti con la democrazia e soprattutto con il suo tramonto. Questo nuovo regime che si manifesta all’orizzonte, è ancora definibile come democrazia, governo o potere del popolo? probabilmente no. E allora quali speranze nutrire per il prossimo futuro?

    Brossura 15 x 21 cm. pag. 223

    Stampato nel 2010 da Settimo Sigillo

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    L’operaio

    14.00

    Apparso in Germania nel 1932, “L’operaio” èuno dei testi più discussi e profetici di Junger. Un saggio politico digrande energia e straordinaria lucidità, in cui la figura dell’operaioassurge a dimensione mitica come intreprete supremo del mondo moderno edelle forze che esso sprigiona.

     

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    L’operaio di Ernst Jünger – Una visione metafisica della tecnica

    26.00

    Il volume esamina la metafisica di Ernst Jùnger traendo spunto dallo studio circostanziato di DerArbeiter (1932). lI confronto tra Jùnger e altri eminenti pensatori quali Spengier, Heidegger, Simmel, Schmitt, Evola, Guénon ed Eliade conduce a esplorare i principi di una metafisica che si abbevera alle fonti della filosofia antica (Platone, Plotino) e alle sorgenti della dottrina nietzscheana manifestandosi nella determinazione di diverse Figure: l’Operaio. il Ribelle, l’Anarca. Il saggio misura la valenza metapolitica de L’Operaio rispettando l’idea ‘tradizionale” secondo cui la metafisica si concreta nel tempo fornendo all’uomo una lente per interpretare la storia. Con Der Arbeiter Ernst Junger concepisce un “nuovo” Tipo umano che, tramite l’utilizzo eroico della tecnica, incarna una gestaltica sovraindividualità servendo con totale abnegazione il destino di dominio della Forma. Anche in virtù del suo valore metafisico, lo scritto del ’32 appare, in modo complesso e originale, un tipico germoglio della Rivoluzione Conservatrice.

    Brossura, 20 x 26 cm. pag. 342

    Stampato nel 2012 da Mimesis

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    L’operaio fra gli Dei e i Titani. Ernst Junger «Sismografo» dell’era della tecnica

    16.00

    Alain De Benoist

    In questo saggio denso e stimolante il filosofo francese Alain De Benoist rilegge l’opera dello scrittore ed eroe di guerra tedesco Ernst Jünger alla luce del suo libro epocale L’Operaio. Il presente volume, arricchito ora da un’appendice di articoli inediti, l’autore intende evidenziare la capacità del saggista tedesco non solo di comprendere il presente ma soprattutto di prevedere il futuro. È qui che Ernst Jünger viene chiamato “sismografo”, poiché in contatto con le energie elementari che dettano il ritmo del tempo profondo e della storia delle civiltà. Questa vicinanza con le forze sottili lo pone quindi a un grado di importanza altissimo nella comprensione dell’era delle macchine e del nichilismo scatenato. Lo sguardo impassibile ma profondo del realismo eroico sembra quindi costituire lo strumento principe di un approccio all’era tecnologica che non sia passivo o accondiscendente, ma assestato su posizioni di contrattacco.

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    L’ultimo Bianco

    6.00

    Certo: oggi la questione razziale non può andare oltre lo stato di discussione teorica, o di fiction, se si preferisce. Ed è già tanto se può sopravvivere lì, custodita dalla “sospensione dell’incredulità” del lettore. Robert Erwin Howard saprebbe raccontare a lungo di questo tempo subdolo e tempestato di menzogne, lui che ha sempre amato narrare di lotte primordiali e cicliche catastrofi. Comunque, se diamo retta ai suoi istinti, che cercano nei momenti del più greve declino i segni di nuove aurore e rigenerazioni, dovremmo essere agli sgoccioli: il ciclo nuovo a un passo. Oltre il viale dell’indistinto, i gorghi delle falsificazioni, le vibrazioni della meschinità e del risentimento. Un mondo vergine, terra fertile per il gigante della sua specie, l’ultimo Bianco, che magari, nel dopo del dopo, nel domani del domani guardato da Friedrich Nietzsche, oltre il recinto dell’ultima battaglia, potrà di nuovo “generare verso l’alto”.

    Un racconto sulla fine dell’uomo bianco. con illustrazioni e una postfazione

    Brossura, 11 x 16,5 cm. pag 26 con 4 illustrazioni b/n

    Stampato nel 2013 da Ar

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    L’umanesimo nazionale di Carlo Costamagna

    15.00

    In un’epoca in cui lo Stato-Nazione e lo stesso concetto di sovranità sono bersaglio polemico dei fautori della società “liquida”, il pensiero di Carlo Costamagna costituisce un invito a rivalutarne il ruolo in una prospettiva di reintegrazione di comunità autenticamente umane e di superamento dell’economia come destino. La sua copiosa produzione scientifica si inserisce nel dibattito giuridico, politico e filosofico europeo e non in un ruolo marginale. Costamagna affronta la lunga e irreversibile crisi dello Stato liberale e le speranze suscitate dal fascismo, le polemiche sul corporativismo e la socializzazione, la costruzione di un’Europa come federazione di Nazioni in un quadro di giustizia sociale internazionale e il ruolo di un diritto nazionale e storico nel nuovo ordine che il fascismo avrebbe dovuto realizzare. Il libro si sofferma particolarmente sul Costamagna del dopoguerra, fondatore del Msi, e sulle sue battaglie politiche, sempre coerenti e intransigenti, ancora capaci di offrire visioni preveggenti e utili considerazioni sul presente. In particolare, la critica a una Costituzione “impossibile” che nasceva da una lotta fratricida ed era considerata un cavallo di Troia per la conquista partitica dello Stato, la critica al regionalismo come leva con la quale scardinare l’unità della patria e moltiplicare sprechi e corruzione, la battaglia a favore del presidenzialismo e per la restaurazione di un umanesimo nazionale che «ci consente di piantar bene i piedi sulla terra, anche senza perdere di vista il cielo e di affrontare così preparati la lotta della vita».

    Brossura, 15 x 21 cm. pag.144

    Stampato nel 2015 da Settimo Sigillo

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    L’uovo di Colombo. Lettera a un Senatore americano

    16.00

    Maurice Bardeche

    Lettera aperta a un senatore americano. L’Autore, intellettuale e letterato rancese vicino agli ambienti della “Collaborazione” indica la politica degli Usa durante e dopo il secondo conflitto mondiale, come responsabile della situazione dell’Europa dell’epoca, nel secondo dopoguerra.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 120

    Stampato nel 2025 da Effepi

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    La colpa fu tutta tedesca? Storia delle responsabilità americane nello scoppio dello Seconda guerra mondiale

    25.00

    “Charles Beard rifiutava la qualifica di “isolazionista”, definendosi un “non interventista” e un “continentalista americano”, nella tradizione di George Washington e Thomas Jefferson. I Jeffersoniani “sostengono che la politica estera americana dovrebbe preoccuparsi meno di diffondere la democrazia all’estero e più di salvaguardarla in patria”. Pur credendo che la democrazia sia la migliore forma di governo, essi sono scettici sulla possibilità di esportarla con successo. La politica estera non è un mondo di opportunità, ma di pericoli incombenti, che il Paese deve cercare d’evitare. L’intervento armato, lungi dall’essere uno strumento per esportare democrazia, dovrebbe sempre essere usato come ultima risorsa e solo nel caso in cui la sopravvivenza del Paese sia messa in pericolo. La guerra, infatti, non solo ha costi economici enormi, ma comporta anche l’introduzione di pericolosi limiti alla libertà individuale.” (Dalla Prefazione di Massimo de Leonardis)

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 424

    Stampato nel 2017 da Oaks

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    La commedia di Charleroi

    15.00

    “Sono partito, non sono più ritornato, questa volta”. Così chiude l’ultimo racconto di questa raccolta, scritta nel1934, che svela il senso della guerra per Drieu la Rochelle: l’impossibilità di fare ritorno alle commedie della vita civile dopo aver provato il disgusto e l’ebbrezza del grande conflitto del ’14-18 ,che la tecnica ha reso ancor più disumano. Eroismo e viltà, esaltazione, disincanto, ideologia e cinismo si confondono nei personaggi della Commedia, che narrano la loro esperienza sapendo di non poter essere creduti da chi nella pace è ansioso di ritrovare soprattutto le proprie illusioni.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 253

    Stampato nel 2007 da Fazi

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    La democrazia di Atene – Storia di un mito

    18.00

    Ma io a questo popolo la democrazia la perdono!” Con queste parole, nel V secolo a.C., un anonimo aristocratico sintetizzava la propria visione del regime democratico, sostenuto dal popolo e reso possibile dalle élites. Come è nata la democrazia ateniese? È stata una rivendicazione delle masse o una costruzione elitaria? E quali sono stati i moventi sociali, economici e culturali che hanno dato vita a questa creazione politica del genio ellenico? Ma soprattutto, in che modo le criticità della democrazia ateniese si riverberano sulla instabilità delle democrazie contemporanee? Mentre si susseguono le sfide ai sistemi odierni – meri involucri formali del potere popolare – l’esempio di Atene ci ammonisce sui limiti intrinseci alla struttura democratica. Il presente saggio, che contiene anche una nuova traduzione della Costituzione degli degli Ateniesi dello Pseudo-Senofonte, aggiunge un prezioso contributo al dibattito. Un discorso che giunge a noi con l’emergere, sullo sfondo della dialettica fra imperi e ideologie, del potere sfrenato della tecnica: un nuovo Gran Re contro il quale occorre ergere, come Temistocle a Salamina, il formidabile muro di legno della lotta per la libertà

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 348

    Stampato nel 2020 da Passaggio al Bosco

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    La dittatura

    35.00

    Il termine “dittatura” getta cattiva luce sull’Autore che ha pensato di dedicarvi un libro. Superficiali detrattori ignorano il contenuto storico e tecnico dell’argomento affrontato e si immaginano un libello di propaganda politica, preparatorio di un nazionalsocialismo di cui non vi era traccia al momento in cui il libro veniva scritto e concepito. Questa edizione è condotta sulla quarta edizione tedesca del 1978, completa quindi delle parti omesse nell’edizione Laterza del 1975, e corredata da un ampio indice analitico. L’integrazione più importante è l’appendice sulla dittatura del Presidente del Reich aggiunta da Schmitt alla seconda edizione tedesca. A questa appendice ne è aggiunta un’altra, riguardante una voce di enciclopedia col titolo “Dittatura”, scritta da Schmitt nel 1926 per lo Staatslexikon della Gorres-Gesellschaft.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 338

    Stampato nel 2006 da Settimo Sigillo

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    La genesi delle nazioni

    18.00

    Antoun Sa’ade (1 marzo 1904 – 8 luglio 1949), fondatore del Partito Nazionalista Sociale Siriano, ne “La Genesi delle Nazioni” definisce, partendo da concetti oggettivi, scientifici, antropologici e sociologici, il significato dell’idea di nazione, partendo dalle più primitive e semplici forme di aggregazione umana, analizzando tutte le fasi evolutive, fino a giungere alle moderne forme di Stato e di nazione. Ne “La Genesi delle Nazioni” possiamo trovare un’analisi dettagliata di come le comunità umane si sono formate ed evolute nel tempo utilizzando come strumenti lo studio dell’ambiente e del territorio in cui un gruppo di persone si trova a dover vivere, delle difficoltà a cui questo gruppo deve far fronte per poter svilupparsi, crescere e migliorare le proprie condizioni di vita, di come questo gruppo sviluppa i propri rapporti sociali ed economici al suo interno e verso i gruppi esterni, di come forma le proprie regole di convivenza ed il proprio ordinamento giuridico. In breve, Sa’ade, in quest’opera è in grado di far comprendere quale sia il percorso che porta l’essere umano alla formazione di una nazione e di cosa ci sia alla base del sentimento nazionale che permea ogni individuo. Saggio introduttivo di Claudio Mutti. Introduzione di Ouday Ramadan.

    Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 189

    Stampato nel 2014 da Anteo

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    La guerra d’aggressione come crimine internazionale

    16.00

    Nel 1945 nella desolata Berlino postbellica, mentre i giuristi delle Forze alleate discutono sulle norme fondamentali dei processi contro i crimini di guerra, Schmitt redige un lungo parere giuridico sulla punibilità dei responsabili della guerra d’aggressione, affermando che non esistono precedenti per considerarla un crimine. E anche se le guerre di aggressione fossero state trattate come un crimine, gli industriali che avevano contribuito ad armare il Reich non avrebbero potuto essere incriminati, vista l’enorme pressione a cui erano sottoposti nel regime nazista.

    Brossura, 13,5 x 21,5 cm. pag. 142

    Stampato nel 2015 da Il Mulino

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