L’offensiva italiana nei Balcani. Albania, Grecia e Yugoslavia. 1939-1941

21.00

Massimiliano Afiero

L’attacco alla Grecia è considerato dalla maggior parte degli storici come una risposta di Mussolini all’espansione tedesca. In realtà i Balcani e di conseguenza la stessa Grecia rientravano negli obiettivi strategici italiani fin dalla Prima Guerra Mondiale. La penetrazione italiana in Albania e, prima ancora, l’occupazione di Corfù (1923) avevano riacceso i vecchi contrasti con la Grecia. Con l’entrata in guerra dell’Italia, nel giugno 1940, il governo e la corona greca assunsero un atteggiamento filo-britannico, pur avendo instaurato nel Paese una dittatura nazionalista sul modello fascista. E così, lo Stato Maggiore italiano iniziò a pianificare l’invasione della Grecia. I comandanti militari italiani e lo stesso Mussolini fecero però un grave errore, decidendo di attaccare il territorio greco durante la stagione autunnale dal territorio albanese, in una regione montuosa, sotto la pioggia e tra il fango. Senza un idoneo sistema logistico, senza equipaggiamenti ed armi adeguate, dopo un’iniziale avanzata in territorio nemico, le forze italiane subirono la forte controffensiva greca e furono costrette a ripiegare in Albania.  Dall’Italia continuarono ad arrivare rinforzi, inviati al fronte senza adeguato addestramento e spesso senza armi pesanti e artiglieria. Solo nella primavera del 1941, grazie all’intervento delle forze armate tedesche, l’offensiva italiana poté riprendere e l’esercito greco infine battuto. La vittoria contro la Grecia fu pagata a caro prezzo e costò all’Italia pesantissime perdite e soprattutto il decisivo intervento tedesco sul fronte dei Balcani mise fine alla cosiddetta guerra parallela voluta da Mussolini nel suo vano tentativo di eguagliare le conquiste territoriali tedesche.

Disponibile su ordinazione

Qty:
COD: SB16286 Categorie: , Tag: , , , , Marchio:

Descrizione

Massimiliano Afiero

L’attacco alla Grecia è considerato dalla maggior parte degli storici come una risposta di Mussolini all’espansione tedesca. In realtà i Balcani e di conseguenza la stessa Grecia rientravano negli obiettivi strategici italiani fin dalla Prima Guerra Mondiale. La penetrazione italiana in Albania e, prima ancora, l’occupazione di Corfù (1923) avevano riacceso i vecchi contrasti con la Grecia. Con l’entrata in guerra dell’Italia, nel giugno 1940, il governo e la corona greca assunsero un atteggiamento filo-britannico, pur avendo instaurato nel Paese una dittatura nazionalista sul modello fascista. E così, lo Stato Maggiore italiano iniziò a pianificare l’invasione della Grecia. I comandanti militari italiani e lo stesso Mussolini fecero però un grave errore, decidendo di attaccare il territorio greco durante la stagione autunnale dal territorio albanese, in una regione montuosa, sotto la pioggia e tra il fango. Senza un idoneo sistema logistico, senza equipaggiamenti ed armi adeguate, dopo un’iniziale avanzata in territorio nemico, le forze italiane subirono la forte controffensiva greca e furono costrette a ripiegare in Albania.  Dall’Italia continuarono ad arrivare rinforzi, inviati al fronte senza adeguato addestramento e spesso senza armi pesanti e artiglieria. Solo nella primavera del 1941, grazie all’intervento delle forze armate tedesche, l’offensiva italiana poté riprendere e l’esercito greco infine battuto. La vittoria contro la Grecia fu pagata a caro prezzo e costò all’Italia pesantissime perdite e soprattutto il decisivo intervento tedesco sul fronte dei Balcani mise fine alla cosiddetta guerra parallela voluta da Mussolini nel suo vano tentativo di eguagliare le conquiste territoriali tedesche.

Brossura, 17 x 24 cm. pag. 236 con varie foto e cartine b/n

Stampato nel 2025 da IBN

Ti potrebbe interessare…