La crescente marea di colore. Contro la supremazia del mondo bianco

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Lothrop Stoddard

Pubblicato negli Stati Uniti nel 1920, La crescente marea di colore analizza i profondi mutamenti demografici, economici e geopolitici che, secondo Lothrop Stoddard, avrebbero ridefinito gli equilibri mondiali nel XX secolo. L’autore, all’indomani della Prima guerra mondiale, osservava come l’indebolimento delle potenze europee, unito alla crescita delle popolazioni non bianche, stesse preparando il terreno per una trasformazione dell’ordine internazionale. La pressione demografica esercitata dall’Africa, in particolare con l’espansione delle popolazioni nere, e il rafforzamento del mondo islamico, consolidato da una forte identità culturale e religiosa, emergevano come fattori chiave di questo processo. Stoddard esamina altresì l’impatto dell’immigrazione asiatica sulle economie industrializzate.  L’accettazione di salari inferiori e di condizioni di impiego più precarie e gravose da parte degli immigrati determinava, infatti, un abbassamento generale dei compensi, modificava gli equilibri sociali e alimentava tensioni con i lavoratori autoctoni. A questa prima fase ne stava facendo seguito un’altra ancora più significativa: l’industrializzazione dell’Asia e, in particolare, della Cina, che, adottando modelli produttivi occidentali, si trasformava in una potenza manifatturiera in grado di competere direttamente con l’Europa e l’America. Un fenomeno questo che, secondo l’autore, non solo avrebbe accelerato il declino della supremazia industriale occidentale, ma poneva le basi per una nuova fase della competizione economica su scala globale.

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Lothrop Stoddard

Pubblicato negli Stati Uniti nel 1920, La crescente marea di colore analizza i profondi mutamenti demografici, economici e geopolitici che, secondo Lothrop Stoddard, avrebbero ridefinito gli equilibri mondiali nel XX secolo. L’autore, all’indomani della Prima guerra mondiale, osservava come l’indebolimento delle potenze europee, unito alla crescita delle popolazioni non bianche, stesse preparando il terreno per una trasformazione dell’ordine internazionale. La pressione demografica esercitata dall’Africa, in particolare con l’espansione delle popolazioni nere, e il rafforzamento del mondo islamico, consolidato da una forte identità culturale e religiosa, emergevano come fattori chiave di questo processo. Stoddard esamina altresì l’impatto dell’immigrazione asiatica sulle economie industrializzate.  L’accettazione di salari inferiori e di condizioni di impiego più precarie e gravose da parte degli immigrati determinava, infatti, un abbassamento generale dei compensi, modificava gli equilibri sociali e alimentava tensioni con i lavoratori autoctoni. A questa prima fase ne stava facendo seguito un’altra ancora più significativa: l’industrializzazione dell’Asia e, in particolare, della Cina, che, adottando modelli produttivi occidentali, si trasformava in una potenza manifatturiera in grado di competere direttamente con l’Europa e l’America. Un fenomeno questo che, secondo l’autore, non solo avrebbe accelerato il declino della supremazia industriale occidentale, ma poneva le basi per una nuova fase della competizione economica su scala globale.

Brossura, 15 x 21 cm. pag. 218

Stampato nel 2025 da Thule

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