I Leoni di Takrouna – Il 66° Reggimento fanteria Trieste in Africa settentrionale (1941-1943)

Seconda Guerra Mondiale

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    I Leoni di Takrouna – Il 66° Reggimento fanteria Trieste in Africa settentrionale (1941-1943)

    15.00

    Una suggestiva ricostruzione delle gesta del 66° Reggimento fanteria “Trieste” durante la Seconda Guerra Mondiale. In questo volume ci vengono narrate in maniera sobria e dettagliata le azioni, ma anche le drammaticità e le carenze che misero a dura prova i soldati di questo reparto, unico del Regio esercito, se pur costretto a ripiegare più volte, a non aver mai subito una sconfitta ad opera del nemico. Protagonista delle operazioni più importanti condotte dalle forze dell’Asse sullo scacchiere nordafricano, dalla battaglia di el Agheila, a el Alamein, fino all’eroico episodio di Takrouna, dove il 66° scrisse l’ultima e la più bella pagina della sua storia, prima della resa delle forze italiane a Capo Bon.

    Brossura, 13 x 19 cm. pag. 214 con alcune foto b/n

    Stampato nel 2016 da Biblion

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    I mezzi d’assalto della X Flottiglia MAS della Regia Marina. Giugno 1940 Aprile 1945

    32.00

    Francesco Mattesini

    Nella prima guerra mondiale la Regia Marina italiana, impiegò in Adriatico i primi rudimentali mezzi d’assalto, ottenendo successi lusinghieri. Le esperienze raccolte furono poi valorizzate a partire dal 1935 quando la Regia Marina riprese lo studio e la costruzione di mezzi offensivi insidiosi, tra cui i Siluri a Lunga Corsa (SLC). Chiamati volgarmente “maiali”,, gli SLC furono poi accompagnati, da barchini esplosivi, MAS velocissimi, sommergibili speciali. Ed ancora reparti molto efficienti di incursori, spesso dipendenti dalle varie flottiglie MAS. Fra esse la Xª fu quella che si coprì di maggior gloria negli attacchi condotti a Gibilterra e ad Alessandria d’Egitto. In questo libro raccontiamo la storia di tutti questi uomini e dei loro mezzi speciali.

    Brossura, 17,5 x 25,5 cm. pag. 98 riccamente illustrato con foto b/n e colori

    Stampato nel 2024 da Soldiershop

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    I militari italiani nei campi di prigionia francesi Nord Africa 1943-1946 – Memoriale del Toppa club

    16.00

    Il 13 maggio 1943 la 10° Armata italiana in Tunisia si arrese agli Alleati. Caddero nelle mani degli inglesi e degli americani 140.000 italiani, dei quali 37.500 vennero consegnati ai francesi. Per questi militari iniziò un periodo di lunghe marce nel deserto, tra furti, fame, disperazione, umiliazione e tormenti. Prigionieri dei goumiers, degli spahis, dei soldati senegalesi, comandati da ufficiali francesi astiosi e vendicativi, i soldati italiani fino al 1946 furono in balia dell’esercito di De Gaulle, che ne portò a morte quasi 4.000. Il libro raccoglie le memorie, i diari e le testimonianze di Quinto Bonapace, Ernesto Buttura, Luigi Calì, Delio Comucci, don Giacomo Franco, don Aurelio Frezza, Ezio Mesolella, Otello Morani, Enrico Pradelli, Giovanni Rogiani, Camillo Tacchi, Francesco Traversa, Gino Cavani. Tutti reduci che al ritorno in Italia fondarono l’associazione “Toppa club” per non dimenticare e ricordare come una toppa di stoffa cucita sulle logore divise sia stata per migliaia di uomini l’unico distintivo, l’unico documento, l’unico segno di appartenenza per quasi tre anni di prigionia.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 304 con la riproduzione di alcuni documenti

    Stampato nel 2019 da Tralerighe Libri

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    I militari italiani nelle formazioni germaniche 1943 – 1945

    22.00

    In questa monografia l’autore, sulla base di corrispondenze e editti, localizza circa 2000 formazioni di feldpost nelle quali ha riscontrato la presenza di militari italiani (volontari, combattenti, collaboratori, internati, lavoratori ecc.). Con scrupolosità, ricostruisce appunto attraverso i numeri di posta militare, le vicissitudini dei nostri compatrioti che, a diverso titolo e con ruoli diversi hanno militato nel novero delle Forze Armate germaniche nei 20 mesi della Repubblica Sociale Italiana. Davvero un lavoro di notevole valore.

    Rilegato 17 x 24 cm. pag. 254 con circa 54 illustrazioni b/n

    Stampato nel 1996 da Unigraf

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    I Nisei in guerra – La partecipazione dei nippoamericani alla campagna d’Italia 1944-1945

    15.00

    Pearl harbour, 7 dicembre 1941. Il Giappone attacca gli Stati Uniti spingendo la potenza nordamericana ad entrare in guerra. In quel giorno inizia anche la storia della segregazione e dell’internamento di 120.000 americani di origine nipponica. Il governo americano con il Presidente Roosevelt fa costruire 10 campi di ricollocazione per gli “stranieri nemici”. Tra quei reticolati nasce lo spirito di combattimento dei giovani “Nisei” verso la bandiera a stelle e striscioe. Viene così costituito il 100° battaglione e il 442° reggimento di fanteria americana composti da soldati di origine giapponese. Giunti in Italia nel giugno del 1944, combatterono a Cassino, Anzio, Livorno e Firenze. A ottobre furono spostati in Francia e poi a partire dal marzo del 1945 tornarono in Italia per sfondare la Linea Gotica nel settore tirrenico. Con 18. 143 decorazioni individuali, quella dei “Nisei”, è stata l’unità più decorata della II G.M.

    Brossura, 13 x 20 cm. pag. 229

    Stampato nel 2010 da Prospettiva

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    I nove giorni di Dunkerque – Dall’avanzata tedesca all’operazione Dynamo

    22.00

    Se è vero che la storia non si scrive con i “se” e con i “ma”, è vero anche che a Dunkerque la sorte giocò un ruolo decisivo, influenzando il corso degli eventi in modo più che mai determinante. Cosa sarebbe accaduto se le forze corazzate tedesche, capitanate dagli abili condottieri Guderian e Rommel, non avessero subito un’improvvisa battuta d’arresto durante la loro avanzata? Pur conservando tutta la vivacità e il pathos della cronaca, il volume di David Divine offre un’accurata ricostruzione delle operazioni terrestri, iniziate con l’irruzione delle armate tedesche attraverso il territorio belga e olandese e terminate con l’arroccamento delle forze britanniche e francesi nel quadrilatero di Dunkerque, e una descrizione particolareggiata dell'”operazione Dynamo”, ovvero del reimbarco delle forze stesse sulla miriade di unità navali che l’ammiraglio Ramsay e i suoi collaboratori con abilità organizzativa e capacità d’improvvisazione riuscirono a raccogliere in poco più di una settimana. Dai porti in rovina e in presenza di un agguerrito nemico, queste disparate unità riuscirono a recuperare, nei “nove giorni di Dunkerque”, quasi 340.000 uomini.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 341 con alcune mappe b/n

    Stampato nel 2016 da Res Gestae

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    I panzer della Leibstandarte 1940-1945

    29.00

    Massimiliano Afiero

    La Leibstandarte Adolf Hitler, fu la prima importante unità della Waffen-SS, ricevette mezzi corazzati già nel 1940, impiegandoli nei Balcani (1941) e nell’operazione Barbarossa. Riorganizzata nel 1942 come divisione corazzata, fu equipaggiata con Panzer III, IV e Tiger I, combattendo a Kharkov e Kursk. Trasferita in Italia nel 1943 per disarmare l’esercito italiano, tornò poi a est, ricevendo i Panther. Dopo aspri scontri, fu spostata in Belgio (1944) per contrastare lo sbarco alleato, combattendo in Normandia e nella sacca di Falaise. Partecipò all’offensiva delle Ardenne con il Kampfgruppe Peiper e, nel 1945, alle ultime battaglie in Ungheria prima di ritirarsi in Austria

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    I paracadutisti tedeschi 1939-1945 Vol. 1 – Storia Uniformi Equipaggiamento Distintivi

    39.00

    Figli di una dottrina evolutiva aggressiva ed elastica, sin dal loro primo utilizzo i Fallschirmjäger sono diventati immediatamente la chiave di volta di ogni azione. E’ infatti facendo tesoro dell’esperienza maturata dall’arma paracadutata tedesca e dai suoi exploit in Belgio, Norvegia e Grecia, che gli Alleati hanno potuto pianificare i lanci sulla Normandia prima e sull’Olanda successivamente. Ormai entrati nella memoria collettiva, gli elmetti, i giacconi e gli stivali da lancio sono diventati gli oggetti più ricercati dai collezionisti di tutto il mondo. Nelle oltre 350 immagini a colori de “I Paracadutisti Tedeschi 1939-1942” l’autore, collezionista da oltre un trentennio, presenta l’abbigliamento e gli equipaggiamenti in dotazione alla famosa forza d’élite tedesca, fotografati indosso a figuranti reali. Raramente le uniformi dei Fallschirmjäger sono state trattate come in questo libro, vestite da modelli in carne ed ossa e, quando possibile, ambientate nei relativi scenari.

    Rilegato, 21 x 30 cm. pag. 128 con circa 350 foto a colori

    Stampato nel 2017 da Milistoria

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    I paracadutisti tedeschi 1939-1945 Vol. 2 – Storia Uniformi Equipaggiamento Distintivi

    39.00

    Figli di una dottrina evolutiva aggressiva ed elastica, sin dal loro primo utilizzo i Fallschirmjäger sono diventati immediatamente la chiave di volta di ogni azione. E’ infatti facendo tesoro dell’esperienza maturata dall’arma paracadutata tedesca e dai suoi exploit in Belgio, Norvegia e Grecia, che gli Alleati hanno potuto pianificare i lanci sulla Normandia prima e sull’Olanda successivamente. Ormai entrati nella memoria collettiva, gli elmetti, i giacconi e gli stivali da lancio sono diventati gli oggetti più ricercati dai collezionisti di tutto il mondo. Nelle oltre 350 immagini a colori de “I Paracadutisti Tedeschi 1939-1945” l’autore, collezionista da oltre un trentennio, presenta l’abbigliamento e gli equipaggiamenti in dotazione alla famosa forza d’élite tedesca, fotografati indosso a figuranti reali. Dal lancio sulla Sicilia all’incredibile exploit del Gran Sasso, dai combattimenti fra le rovine di Montecassino al dispiegamento sul fronte delle Ardenne, nessuna formazione è stata capace – come lo sono stati i Fallschirmjäger – di rappresentare al tempo stesso l’audacia, la tenacia e la determinazione che è propria delle più blasonate forze d’élite. Raramente le uniformi dei Fallschirmjäger sono state trattate come in questo libro, vestite da modelli in carne ed ossa e, quando possibile, ambientate nei relativi scenari.

    Rilegato, 21 x 30 cm. pag. 128 con circa 350 foto a colori

    Stampato nel 2018 da Milistoria

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    I partigiani di Tito 1941-1945

    18.00

    Vuksic Velimir

    Le forze partigiane al comando di Josip Broz Tito furono una costante spina nel fianco delle divisioni della Wehrmacht nei Balcani, spingendo queste ultime a condurre molte operazioni antiguerriglia. Utilizzando materiale originale di primaria importanza, straordinarie foto d’epoca e resoconti personali, il libro esamina un argomento noto ma su cui poco si è scritto, facendo conoscere al lettore lo sviluppo, l’addestramento, le armi, la tattica e le esperienze di combattimento della formidabile forza partigiana di Tito e gli eventi di questo sanguinoso teatro di operazioni della Seconda Guerra Mondiale.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 132 con numerose foto b/n e 8 tavole a colori

    Stampato nel 2017 da Goriziana

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    I piastrini di riconoscimento italiani. Dal 1892 al 1945

    Il prezzo originale era: €28.00.Il prezzo attuale è: €16.80.

    Riccardo Ravizza – Samuel Rimoldi

    Questo volume non ha la pretesa di racchiudere in esso ogni modello di piastrino di riconoscimento esistente nel periodo indicato ma vuole mostrare un quadro generale e alquanto approfondito dei modelli, regolamentari e di fattura privata, in uso durante i principali conflitti ai quali l’Italia prese parte

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    I prigionieri italiani del Don nei campi di Stalin 1942 1954

    29.00

    Luca Vaglica

    Su circa 70.000 soldati italiani catturati dall’Esercito Rosso dopo la disfatta dell’ARMIR, 10.087 furono rimpatriati, ossia solamente il 14%. Tale percentuale risulta spaventosamente bassa soprattutto se confrontata con quella dei prigionieri di guerra italiani rimpatriati dalle altre potenze belligeranti Drammatiche sono state le circostanze in cui è avvenuta la cattura della maggior parte dei nostri militari: in pieno inverno russo (dicembre-gennaio 1942- 1943), caratterizzato da un’ondata di gelo eccezionale. Inoltre l’Unione Sovietica, almeno nel periodo iniziale, era quasi completamente sprovvista di lager capaci di ospitare le migliaia di prigionieri italiani, tedeschi, rumeni, ungheresi che vi affluivano in continuazione. Oltre che da queste tragiche condizioni di vita degli internati, la prigionia in Unione Sovietica fu contraddistinta da un altro fattore fondamentale: l’opera di propaganda e rieducazione politica svolta in maniera sistematica e asfissiante sui prigionieri.

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    I prigionieri tedeschi in mano statunitense in Germania (1945-1947)

    24.00

    Sulla copertina di questo succinto, ma accurato, lavoro, spicca la copertina di un pamphlet del War Department statunitense del novembre 1944. È una guida dal titolo What about the German Prisoner. Indirizzata a tutti i comandanti dei campi di prigionieri tedeschi in Germania nelle mani degli Alleati, forniva istruzioni relative all’identificazione dei prigionieri. Divideva questi ultimi in cinque categorie: opportunisti, antinazisti, non nazisti, soldati di professione, veri nazionalsocialisti. La guida si chiudeva con un chiaro avvertimento: “Occorre ricordare che i più giovani elementi nazionalsocialisti costituiranno il problema più difficile”. Il libro è costituito di sette svelti capitoli. Essi trascorrono dalla questione dell’enorme massa (circa sette milioni) di Displaced Persons, cioè dall’emergenza profughi, che diventa immediatamente una priorità per i comandi alleati e in particolare per gli statunitensi, a quella dei prigionieri nella difficile transizione della resa incondizionata, al controverso e mutevole atteggiamento statunitense verso la Germania e i tedeschi, alla realtà dei campi. Grazie alla ricca documentazione inedita raccolta, l’autrice fornisce interessanti elementi conoscitivi anzitutto proprio sul complesso “incontro fra Americani e Tedeschi (…) foriero di situazioni imprevedibili, che spesso sfuggono al controllo della alte gerarchie dell’esercito”, collocato com’è all’intersezione fra le direttive della propaganda di guerra e la realtà quotidiana del rapporto fra i due popoli in armi, mediato e ridefinito dal contatto diretto fra i militari statunitensi e le donne e i bambini tedeschi. Distingue con chiarezza, mediante le carte della Croce Rossa, fra i campi-transito del Reno, i più duri e tormentati, nei quali prevale una logica “punitiva da tutti i punti di vista” e “le difficilissime condizioni di vita dei prigionieri (…) sembrerebbero una conseguenza di una gestione sbrigativa e frettolosa, per non dire negligente”, e quelli per

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    I racconti della guerra tradita

    20.00

    Pietro Caporilli (a cura di)

    Nei Racconti della guerra tradita si susseguono le testimonianze di giovani militari italiani che combatterono la seconda guerra mondiale tenendo le posizioni fino alla fine del conflitto. E’ in primo piano la storia attraverso la narrazione di chi in momenti fondamentali c’era, uomini e donne che non esitarono a mostrare al mondo la grandezza del proprio animo. Racconti di storie vere di Italiani al centro di un evento di grande portata che i veterani dell’epoca definivano “guerra tradita” per la fuga del re Vittorio Emanuele III e per i tradimenti di alcuni militari di alto grado. Nel 1950 la rivista “Asso di bastoni” lanciò un concorso invitando a partecipare con scritti sulla guerra da poco conclusasi. Qui sono raccolti alcuni dei testi che arrivarono in redazione.

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    I ragazzi del 1925

    11.00

    La classe del 1925 è stata l’ultima coinvolta nel secondo conflitto mondiale del secolo ventesimo. I diciottenni tedeschi inglesi, russi, italiani, giapponesi e nord-americani, levati alla fine del 1943, ebbero l’amaro privilegio di essere i più giovani soldati che militarono e vissero quella immane tragedia e gli ultimi di loro, reduci, vanno svanendo nel nulla come prescrivolo le imperscrutabili leggi eterne. Quanto troverà nella lettura, un racconto estremamente melanconico ed amaro, corrisponde alla realtà vissuta allora da tanti ragazzi, da tante famiglie viventi in terre lontane fra di loro, ma dove le vicende sono state le stesse pur cambiando lingue e gli orizzonti.

    Brossura, 14 x 20,5 cm. pag. 160 con circa 18 foto b/n

    Stampato nel 2006 da Greco & Greco

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    I ragazzi del Gruppo Buscaglia

    16.00

    Questo libro vuole essere un omaggio al pilota di aerosiluranti Carlo Faggioni che, avendo “anche” combattuto nell’Aeronautrica Nazionale Repubblicana, fu nel dopoguerra praticamente ignorato. L’autore del presente testo, Gianni Bianchi è un suo concittadino, e ha sentito, per la sua passione storica, il bisogno di dedicare questo saggio a un personaggio che “è nella storia dell’aeronautica italiana”. Le vicende si snodano in un susseguirsi appassionato, riportandoci a quelle azioni spesso temerarie che tanti piloti italiani dovettero affrontare durante il Secondo Conflitto Mondiale.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 120 con molte foto b/n

    Stampato nel 2005 da Sarasota

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    I ragazzi della Folgore ad El Alamein Vol. I

    30.00

    Scrive Gianni Bianchi a proposito di questo suo lavoro previsto in quattro volumi: – Per fare cosa diversa da quelle sinora apparse, ho dotato l’opera di un apparato fotografico d’epoca consistente, per facilitare l’entrata in sintonia con quei posti desolati: El Qattara, Qaret el Himeimat, Deir el Mussanib, dove combatterono i nostri giovani di allora che in questi scatti vediamo in azione… ho pensato di utilizzare per i testi quanto raccontarono i protagonisti stessi… un evento assolutamente straordinario di eroismo, dove invece che a ventidue uomini, le Medaglie d’Oro sarebbero spettate a decine, centinaia, migliaia di Folgorini che si opposero quasi a mani nude a intere brigate corazzate distruggendo un centinaio di carri armati, lasciati sotto il sole africano, sul campo di battaglia…..-

    Brossura, 24 x 22,5 cm. pag. 192 illustrato con numerose foto b/n e alcunei disegni a colori

    Stampato nel 2019 da Sarasota

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    I ragazzi della Folgore ad El Alamein Vol. II

    30.00

    Scrive Gianni Bianchi a proposito di questo suo lavoro previsto in quattro volumi: – Per fare cosa diversa da quelle sinora apparse, ho dotato l’opera di un apparato fotografico d’epoca consistente, per facilitare l’entrata in sintonia con quei posti desolati: El Qattara, Qaret el Himeimat, Deir el Mussanib, dove combatterono i nostri giovani di allora che in questi scatti vediamo in azione… ho pensato di utilizzare per i testi quanto raccontarono i protagonisti stessi… un evento assolutamente straordinario di eroismo, dove invece che a ventidue uomini, le Medaglie d’Oro sarebbero spettate a decine, centinaia, migliaia di Folgorini che si opposero quasi a mani nude a intere brigate corazzate distruggendo un centinaio di carri armati, lasciati sotto il sole africano, sul campo di battaglia…..-

    Brossura, 24 x 22,5 cm. pag. 198 illustrato con numerose foto b/n e alcunei disegni a colori

    Stampato nel 2019 da Sarasota

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    I ragazzi della Folgore ad El Alamein Vol. III

    30.00

    Scrive Gianni Bianchi a proposito di questo suo lavoro previsto in quattro volumi: – Per fare cosa diversa da quelle sinora apparse, ho dotato l’opera di un apparato fotografico d’epoca consistente, per facilitare l’entrata in sintonia con quei posti desolati: El Qattara, Qaret el Himeimat, Deir el Mussanib, dove combatterono i nostri giovani di allora che in questi scatti vediamo in azione… ho pensato di utilizzare per i testi quanto raccontarono i protagonisti stessi… un evento assolutamente straordinario di eroismo, dove invece che a ventidue uomini, le Medaglie d’Oro sarebbero spettate a decine, centinaia, migliaia di Folgorini che si opposero quasi a mani nude a intere brigate corazzate distruggendo un centinaio di carri armati, lasciati sotto il sole africano, sul campo di battaglia…..-

    Brossura, 24 x 22,5 cm. pag. 191 illustrato con numerose foto b/n e alcunei disegni e cartine a colori

    Stampato nel 2019 da Sarasota

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    I ragazzi della Folgore ad El Alamein Vol. IV

    32.00

    Gianni Bianchi

    Scrive Gianni Bianchi a proposito di questo suo lavoro previsto in quattro volumi: – Per fare cosa diversa da quelle sinora apparse, ho dotato l’opera di un apparato fotografico d’epoca consistente, per facilitare l’entrata in sintonia con quei posti desolati: El Qattara, Qaret el Himeimat, Deir el Mussanib, dove combatterono i nostri giovani di allora che in questi scatti vediamo in azione… ho pensato di utilizzare per i testi quanto raccontarono i protagonisti stessi… un evento assolutamente straordinario di eroismo, dove invece che a ventidue uomini, le Medaglie d’Oro sarebbero spettate a decine, centinaia, migliaia di Folgorini che si opposero quasi a mani nude a intere brigate corazzate distruggendo un centinaio di carri armati, lasciati sotto il sole africano, sul campo di battaglia….. – Questo ultimo volume è dedicato alla battaglia finale di El Alamein, con rapporti, relazioni dei combattenti, di cui molti inediti. Materiale spesso scritto di proprio pugno dai protagonisti e perciò portatore di forte emozioni. Completano l’opera un centinaio di foto e disegni a tutta pagina, una ventina a colori.

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    I rapporti fra alleati e italiani nella cobelligeranza

    14.00

    Il libro descrive i non facili rapporti che, dal settembre 1943 al maggio 1945, intercorsero fra i vertici dell’Esercito Italiano e le Autorità alleate. Il lavoro che è corredato da una notevole appendice documentaria proveniente da fonti diverse, consente di ripercorrere quelle vicende in tutti i risvolti, anche psicologici. Vi figura un quadro completo del consistente apporto dato agli Alleati dal neocostituito Esercito del Sud, con l’indicazione delle perdite subite, da cui non furono esenti le stesse Unità Ausiliarie. Sui volumi editi dalle FFAA e’ applicato un rimborso delle spese di reperimento

    Rilegato, 18 x 25 cm. pag. 432 + 8 pagine fuori testo con foto b/n

    Stampato nel 1986 da Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito

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    I Reparti Arabi e Indiani dell’Esercito Italiano nella Seconda Guerra Mondiale (“Le Frecce Rosse”)

    24.00

    Nell’anno 1942, il Comando Supremo Italiano decise di creare, di sana pianta, e quasi sul modello del britannico “Long Range Desert Group”, alcune unità del tutto innovative nella storia militare italiana, reparti di volontari guastatori arabi, italo-tunisini e indiani, da impiegare ai confini tra la Cirenaica e l’Egitto per azioni di ricognizione, di propaganda, sabotaggio e informatori. Il volume delinea, nei suoi aspetti diplomatici, politici e militari la formazione, l’addestramento, l’impiego di queste forze, le cui attività si conclusero tragicamente nel maggio 1943, nella resa di Capo Bon. Un volume davvero interessantte dove si rivive, con emozione, il clima creatosi attorno a coloro che credevano nella bontà di un’iniziativa che avrebbe potuto dare, se sviluppata coerentemente e per tempo, buoni frutti per la politica dell’Asse e dell’Italia. Una ricerca che studiosi e appassionati di storia militare attendevano e leggeranno, quindi, con grande interesse anche perché i popoli di cui parla e le vicende di cui tratta sembrano davvero di incredibile attualità. Sui volumi editi dalle FFAA e’ applicato un rimborso delle spese di reperimento

    Brossura, 17,4 x 24 cm. pag. 273 con circa 33 foto b/n e alcune tabelle

    Stampato nel 2007 da Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito

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    I reparti corazzati del Regio Esercito e l’Armistizio

    19.00

    Paolo Crippa

    L’Armistizio dell’8 settembre 1943 colse i reparti corazzati italiani, sia dei Carristi che della Cavalleria, disseminati non solo sul territorio nazionale, ma anche all’estero.  Attraverso una analisi puntuale, nelle pagine di questo libro si analizzerà come si comportarono i reparti corazzati in quei tragici momenti, in una sintesi che sino ad ora non è stata mai proposta. I reparti che si opposero agli attacchi portati dai tedeschi, benché in affanno per quanti riguarda gli armamenti, combatterono per motivi di disperazione, in una guerra ormai perduta, e per una punta di orgoglio militare. Per questo motivo è doveroso ripercorrere le vicende di quelle giornate, per rendere in giusto omaggio ai caduti e a tutti coloro che fecero fino in fondo il loro dovere. Questo primo volume affronta, in modo particolare, gli eventi che portarono i tentativi di difesa della città di Roma, presso la quale si trovavano, alla vigilia dell’Armistizio molte unità di Carristi e di Cavalleria corazzata, che si sacrificarono quasi interamente in questo disperato tentativo, ed alla perdita della Capitale.

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    I reparti corazzati del Regio Esercito e l’Armistizio – Vol. 2

    19.00

    Paolo Crippa

    L’Armistizio dell’8 settembre 1943  colse i reparti corazzati italiani, sia dei Carristi che della Cavalleria, disseminati non solo sul territorio nazionale, ma anche all’estero. Similmente a quanto successo per tutte le Forze Armate, nemmeno essi passarono immuni la tempesta che si era scatenata  ed anche da parte di queste unità le reazioni al tragico annuncio di Badoglio furono le più disparate. Attraverso un’analisi puntuale, nelle pagine di questo libro si analizzerà come si comportarono i reparti corazzati in quei tragici momenti, in una sintesi che sino ad ora non è stata mai proposta. Il secondo volume racconta gli eventi successi a Roma, dopo la cessazione delle ostilità, gli eroici episodi di Resistenza occorsi a Piombino, Parma, Piacenza ed in Sardegna, senza dimenticare quanto accaduto ai reparti corazzati fuori dai confini nazionali. Il testo si conclude con la trattazione dei (falliti) tentativi di ricostruire reparti corazzati all’interno del Regio Esercito cobelligerante e del contributo dato dai Carristi alla lotta di Liberazione.

    Brossura, 18 x 25,5 cm. pag. 98 illustrato con numerose foto b/n

    Stampato nel 2021 da Soldiershop

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    I reparti corazzati finlandesi

    Il prezzo originale era: €19.90.Il prezzo attuale è: €12.93.

    Carlo Cucut           Prezzo di listino: 19.90 (sconto 35%)

    Dopo aver ottenuto l’indipendenza nel 1917, la Finlandia cadde in una guerra civile durata 3 mesi, al termine della quale il fronte formato da repubblicani, conservatori e monarchici mise in fuga gli avversari socialisti e comunisti. Iniziò così la costituzione dell’Esercito Finlandese (Suomen Armeija), basato sulla coscrizione e, purtroppo, scarsamente armato. Il Corpo Corazzato Finlandese può far risalire la sua origine al 1919, quando il 15 luglio fu costituito il Reggimento Carri, con carri armati FT-17. Tra la Prima e la Seconda guerra mondiale, l’esercito finlandese operò uno sforzo per modernizzare le proprie forze corazzate, acquisendo mezzi dall’estero e riorganizzando più volte la propria struttura. Le unità corazzate finlandesi presero parte a 3 grandi conflitti: la Guerra d’Inverno (1939-40), la Guerra di Continuazione (1941-1944) e la Guerra di Lapponia (1944-45).

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    I reparti corazzati italiani nei Balcani 1941 – 1945

    Il prezzo originale era: €19.00.Il prezzo attuale è: €12.35.

    Paolo Crippa – Carlo Cucutprezzo di listino: 19.00 (sc. 35%)

    Il Regno d’Italia vantava già dal 1912 il possedimento delle Isole del Dodecaneso e dal 1926 il protettorato sull’Albania e, con questi presupposti, dopo l’occupazione del Regno di Albania del 1939 e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale l’anno successivo, Mussolini concentrò i suoi sforzi contro la Grecia, iniziando nell’ottobre 1940 una disastrosa campagna militare, che costrinse il Reich tedesco ad un massiccio intervento a sostegno delle Forze Armate Italiane nei Balcani. La debolezza militare italiana trasformò così quella che poteva considerarsi per l’Italia una guerra “parallela” per assicurarsi il controllo di Albania, Grecia e Jugoslavia, in una guerra subordinata alla Germania. In questo volume si prende in analisi la storia delle unità corazzate impegnate nei Balcani dal Regio Esercito e, dopo l’8 settembre 1943, dai reparti della Repubblica Sociale, dalle unità tedesche, croate, slovene e dei partigiani, che dopo l’Armistizio poterono fare confluire nelle loro fila larga parte dei mezzi corazzati italiani abbandonati.

    Brossura, 17,8 x 25 cm. pag. 98 con numerose foto b/n

    Stampato nel 2019 da Soldiershop

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    I reparti ungheresi durante la Seconda Guerra Mondiale – Vol. 1. 1938 – 1943

    19.90

    Eduardo Gil Martínez

    Le azioni delle forze corazzate tedesche durante la Seconda guerra mondiale sono ben note. Ciò che non è ancora stato raccontato con altrettanta precisione sono le azioni delle forze corazzate degli alleati della Germania. Se è vero che le loro prestazioni sono state in genere del tutto secondarie rispetto a quelle che hanno potuto permettersi le forze del Reich tedesco, occorre sottolineare le azioni delle forze corazzate ungheresi, che non solo sono riuscite a organizzare in sostanziale autonomia le proprie forze corazzate, ma hanno anche sviluppato una propria industria militare in grado di fornire armi ed equipaggiamenti alle proprie truppe.

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    I reparti ungheresi durante la Seconda Guerra Mondiale – Vol. 2. 1944 – 1945

    19.90

    Eduardo Gil Martínez

    Le azioni delle forze corazzate tedesche durante la Seconda guerra mondiale sono ben note. Ciò che non è ancora stato raccontato con altrettanta precisione sono le azioni delle forze corazzate degli alleati della Germania. Se è vero che le loro prestazioni sono state in genere del tutto secondarie rispetto a quelle che hanno potuto permettersi le forze del Reich tedesco, occorre sottolineare le azioni delle forze corazzate ungheresi, che non solo sono riuscite a organizzare in sostanziale autonomia le proprie forze corazzate, ma hanno anche sviluppato una propria industria militare in grado di fornire armi ed equipaggiamenti alle proprie truppe.

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    I rifugi antiaerei di Torino

    15.90

    Con la fine della Seconda Guerra Mondiale buona parte dei rifugi antiaerei costruiti per proteggere i civili dai bombardamenti vennero chiusi per motivi di sicurezza e smantellati per il recupero dei materiali utili in un piano di ricostruzione generale. Il loro ricordo diventò sempre più lontano nel tempo e nella memoria, e solo le testimonianze di chi visse gli anni di guerra, i lavori di trasformazione delle città e i documenti d’archivio hanno dato la possibilità di riscoprire, a distanza di decenni, alcune di queste strutture ipogee considerate perdute. Il libro analizza quanto messo in atto nella città di Torino dalle autorità sin dai primi anni Trenta in merito all’apprestamento dell’impianto dei ricoveri antiaerei, uno dei pilastri sui quali poggiava l’intero sistema per la protezione della popolazione contro i bombardamenti. Un’attenta analisi descrive le diverse categorie di opere protettive, le disposizioni per il loro allestimento e l’aggiornamento dei parametri di sicurezza sotto un profilo storico-tecnico, mettendo a confronto la documentazione d’archivio con le strutture studiate e rilevate ancora oggi presenti nel sottosuolo della Città.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 310 con numerose foto e disegni tecnici b/n

    Stampato nel 2018 da Persiani

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    I Rothschild – Un film contro l’usura

    20.00

    Die Rothschild è solitamente inserito nella lista del piano di Goebbels per film antisemiti, sviluppatosi accanto a lavori storici o patriottici, ma il film richiede forse una collocazione più attenta e sfumata, presentando caratteristiche dei vari generi e toni comunque non truci o esasperati, e rappresentando piuttosto una risposta allo stesso precedente hollywoodiano… Il ricorso alla miscela di dati storici e aspetti romanzeschi risulta comunque efficace, anche perché, come si è detto, alcuni dettagli della vicenda familiare e storica dei Rothschild sono stati volutamente ammantati di leggenda dai protagonisti stessi.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 114. In allegato Dvd

    Stampato nel 2018 da Effepi

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    I segreti dell’Ammiragliato: Mediterraneo 1939-1945

    22.00

    Enrico Cernuschi – Michele Maria Gaetani

    Frutto di molti anni di studio, sulla base degli Admiralty’s War Diaries dell’Ammiragliato britannico e di un’imponente massa di documenti inediti e mai citati in precedenza, questo libro riscrive non solo la storia della guerra navale nel Mediterraneo tra il 1940 e il 1945, ma anche le stesse vicende politiche e strategiche dei protagonisti di quel tempo. Molti misteri e segreti che si sono trascinati per tre generazioni sono, a questo punto, risolti. Parimenti, molti personaggi scendono dal piedistallo sul quale erano stati collocati in virtù di parecchie, disinvolte omissioni. Lo scambio di migliaia di messaggi riservati rivela, infatti, verità banali e profonde, emerse grazie a un puntuale confronto tra le varie fonti primarie, tutte documentate pagina per pagina.

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    I sentieri della Linea Gotica – Guida e taccuino per il viaggio

    14.90

    Non è una guida, e neanche un racconto o una cronaca. Il taccuino dedicato ai Sentieri della Linea Gotica è il compagno ideale di viaggio, su cui controllare la via di ogni giorno e dove scrivere note, pensieri, telefoni e ricette. Fondamentale per programmare il percorso – con la lunghezza delle tappe, i tempi, i dislivelli e tutti i punti sosta – e da conservare al ritorno. Piccolo, tascabile e comodo, questo taccuino, con la descrizione in dettaglio dei 20 itinerari sul fronte che nella seconda Guerra mondiale divise in due l’Italia, entra facilmente in una tasca o nello zaino. Poco peso, molte informazioni e tanto spazio per giungere alla meta e conservare i ricordi di un viaggio straordinario.

    Rilegato, 12 x 18,5 cm. pag. 78

    Stampato nel 2015 da Touring

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    I servizi segreti dell’Asse. L’organizzazione e le missioni di spionaggio e controspionaggio (1939-1945)

    24.00

    Gabriele Faggioni

    I rapporti sulle attività di spionaggio e i resoconti degli interrogatori delle spie catturate durante il conflitto, recentemente desecretati da CIA e NSA, hanno permesso all’autore di ricostruire un quadro complessivo dell’organizzazione e del funzionamento dei servizi segreti delle nazioni che aderirono all’Asse. A fianco della documentazione e delle fonti d’archivio trovano però spazio anche articoli di quotidiani dell’epoca, che ci aiutano a comprendere meglio la realtà e i mezzi con i quali le spie operavano, oltre a fornirci una dimensione temporale quanto mai puntuale. Non mancano inoltre di essere narrati episodi che, per la loro trama avvincente, ci portano in una dimensione quasi cinematografica. Troveremo quindi, tra gli altri, un orologiaio che contribuì al successo dell’ U-47 a Scapa Flow, un pittore che con le sue opere fornì ai giapponesi informazioni determinanti per l’attacco a Pearl Harbor e un negozio di bambole a New York che trasmetteva agli U-Boot tedeschi le coordinate dei convogli nell’Oceano Atlantico

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    I siluri arrivano dal cielo

    33.00

    Giuseppe Cimicchi

    Le “avventure”, talvolta inverosimili a chi non ha mai conosciuto questi personaggi, degli aviatori italiani che hanno portato in missione contro le vavi alleate, gli aerosiluranti della Regia Aeronautica, durante il secondo conflitto mondiale. Uomini coraggiosi, impavidi, che talvolta seppero sopperire alle inferiorità di mezzi e armamenti, proprio con il loro spirito indomito.

    Rilegato, 11 x 18,5 cm. pag. 190

    Stampato nel 1965 da Edizioni Ardita

    Condizioni del libro: usato in buone condizioni. lievi danni sul dorso della copertina

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    I siluri arrivano dal cielo

    18.00

    Giuseppe Cimicchi

    In questo libro di memorie sono narrate le operazioni militari degli aerosiluranti italiani, specialità istituita per affondare i grandi convogli e le grandi navi nemiche con una tecnica nuova e speciale: portarsi fin sotto la fiancata della nave nemica e lanciare – all’ultimo momento – grandi siluri destinati ad affondare il naviglio. Dal campo di Decimomannu in Sardegna, dove furono addestrati i primi piloti di aerosiluranti fino ai campi di Rodi, Littoria, Reggio Emilia, Grottaglie, la storia di queste squadriglie, narrate da un protagonista di quella stagione, Giuseppe Cimicchi, medaglia d’oro al valor militare, si dipana fra azioni di guerra e speranze di vittoria, vita personale e vita militare e, non ultima, la delusione per l’armistizio dell’8 settembre. Emerge la forza e il coraggio del soldato italiano che non si tirava indietro neanche davanti al supremo sacrificio realizzando gloriose imprese sopperendo, nella seconda parte del conflitto, alle deficienze e carenze di materiali con creatività e audacia.

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    I soldati di Anders – L’odissea dei militari polacchi dalla prigionia in Siberia alla battaglia di Montecassino

    16.00

    In un testo struggente, ricco di pathos, un giovane polacco di Wilno raccoglie le sue memorie di guerra, dall’arruolamento in Polonia a fine agosto 1939, fino all’arrivo a Bologna nell’aprile del 1945. Fatto prigioniero dall’esercito russo, l’autore descrive il lungo viaggio verso l’inferno siberiano e i quattordici mesi di prigionia. Nella fredda e desolata taiga la fatica (ben dodici ore di lavoro al giorno), il dolore, la paura, assalgono lui e i suoi compagni, come morsi di lupi affamati. L’entrata in guerra dell’URSS contro la Germania di Hitler cambia le sorti dei prigionieri polacchi. Formata una nuova Armata sotto il comando del generale Anders, i soldati attraversano l’Asia centrale, il Medio Oriente e dal porto di Alessandria raggiungono l’Italia. Qui sono protagonisti della sanguinosa battaglia di Montecassino. Successivamente l’Armata prosegue il suo lungo cammino e, sfondata la Linea Gotica, arriva a Bologna, dove la coglie la notizia che le truppe tedesche si sono arrese agli alleati.

    Brossura, 12,3 x 20 cm. pag. 200

    Stampato nel 2016 da Filo Spinato

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    I soldati italiani in Africa settentrionale (1941-43)

    18.00

    Nonostante sia stata data preminenza negli anni all’Afrikakorps, furono le forze numericamente molto superiori dell’esercito italiano che tennero il fronte e formarono la massa della forza combattente disponibile per le potenze dell’Asse nel corso della guerra nel deserto dal 1941 al 1943. Il loro comportamento è stato ingiustamente criticato per anni – i migliori reparti italiani erano equivalenti a quelli britannici e tedeschi – ma esse soffrirono a causa di una mancanza di mobilità e per l’equipaggiamento mediocre che rese loro impossibile poter affrontare ad armi pari le forze britanniche motorizzate. Malgrado questo, l’esercito italiano fu soggetto a molti cambiamenti durante questo periodo di tempo, con l’immissione di una serie di reparti d’elite – divisioni corazzate, meccanizzate e paracadutiste che fecero molto per ripristinare la reputazione di combattente del soldato italiano nella guerra del deserto. Questo libro descrive nel dettaglio il reclutamento, l’organizzazione e le esperienze delle forze italiane in questo teatro, gettando nuova luce su di una forza le cui capacità e potenzialità combattenti sono state troppo a lungo a torto ignorate

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 126 con circa 54 foto b/n e 8 tavole a colori

    Stampato nel 2016 da Goriziana

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    I soliti quattro gatti

    18.00

    I soliti quattro gatti: così si definirono gli aviatori italiani che, durante la Seconda Guerra Mondiale, trasferiti da un fronte all’altro, avendo a disposizione velivoli spesso superati o disponibili in numero inadeguato, diedero prova di grande coraggio e senso del dovere. L’autore conferma in questo libro tutta la sua passione per l’aviazione italiana e cerca di restituire alla verità storica quanto i nostri piloti e specialisti hanno fatto tra il 1940 e il 1945, pur in condizioni molto difficili, e di rendere giustizia a chi è caduto, a chi ha pagato di persona, a chi, nell’ora delle scelte, ha deciso secondo coscienza.

    Brossura 14 x 21 cm. pag. 294 + 24 di foto b/n

    Stampato nel 2008 da Mursia

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    I sommergibili britannici nella 2a Guerra Mondiale

    22.00

    Questo libro è dedicato alle operazioni dei sommergibili britannici durante la Seconda Guerra Mondiale, che nei primi anni di guerra ottennero molte vittorie ma subirono anche perdite dolorose. Dopo l’8 settembre 1943, quando solo più gli U-Boote tedeschi rappresentavano un pericolo nei mari europei, un certo numero di sommergibili della Royal Navy venne inviato a combattere in Estremo Oriente contro l’avversario di tutto rispetto rappresentato dalla Marina Giapponese. Viene inoltre trattata la vicenda dell’U-570, il sommergibile tedesco che, dopo essere stato catturato dalla Royal navy, divenne lo HMS Graph. Il volume è corredato da un nutrito apparato iconografico.

    Brossura 14,5 x 21 cm. pag. 238 con alcune foto b/n

    Stampato nel 2012 a cura dell’Autore

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    I sommergibili negli oceani

    40.00

    Dal volume in questione risulta che i sommergibili italiani affondarono in Atlantico 101 navi mercantili per conplessive 569.000 tonellate circa di stazza lorda. Un risultato operativo che può considerarsi soddisfacente quando lo si rapporti al numero complessivo dei battelli italiani che operavano in Atlantico e quando si tenga presente che dalla metà del 1941 in poi, i sommergibili presenti a Bordeaux alla base Betasom, superarono di poco la ventina e che di essi mai più della metà erano efficenti. Dai primi mesi del 1942 all’estate del 1943 il numero dei battelli presenti andò poi progressivamente calando per ridursi praticamente a zero alla viglia dell’armistizio. Il grafico n. 15 fornisce eloquenti e precisi ragguagli sul numero di sommergibili presenti a Bordeaux, quelli efficienti e opativi. Il volume è dedicato agli equipaggi dei sedici battelli che non sono più tornati alla base.

    Rilegato, 18 x 25 cm. pag. 390 con circa 43 foto b/n e 33 grafici

    Stampato nel 2002 dall’Ufficio Storico della Marina Militare

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    I tedeschi e l’intelligence italiana. Documenti del Servizio Informazioni Militare

    16.00

    Pier Paolo Battistelli

    Una raccolta unica di documenti del Servizio Informazioni Militare, la principale organizzazione di intelligence italiana durante la seconda guerra mondiale. Una prima parte dettaglia l’organizzazione e l’attività del SIM nel 1941-43, la seconda raccoglie le informative del SIM relative ai metodi tedeschi di sabotaggio e comprende un’ampia e dettagliata analisi dei servizi di informazione e di sabotaggio tedeschi in Italia nel periodo 1943-44. Questi documenti permettono di valutare le capacità operative del SIM nel corso della guerra, oltre che le possibilità delle organizzazioni tedesche che ne erano divenute la controparte dopo la resa del 1943

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    I Tiger delle Waffen-SS in Azione. Russia 1943-1944 – Normandia 1944 Germania 1945

    29.00

    Will Fey – Dai diari di guerra dei carristi delle Waffen-SS Ernst Streng e Heinz Trautmann

    Queste pagine sono la testimonianza diretta di un giovanissimo equipaggio di un Tiger in tutti i punti più cruciali dei vari teatri di guerra da est a ovest nel 1943-1945, terminante nella zona dei drammatici scontri della disfatta finale intorno a Berlino. Troviamo questi stessi carristi negli attacchi fulminei contro Charkov e Bielgorod nel 1943 e nei combattimenti difensivi tra Kiev e Zhitomir dell’inverno 1943-1944; viviamo con loro l’assalto massiccio delle truppe Alleate sbarcate in Normandia e i contrattacchi dei Panzer e Grenadiere sotto la martellante supremazia numerica, aerea e d’artiglieria nemica; li ritroviamo infine nelle disperate azioni per aprire un varco alla 9ª Armata attraverso le masse dell’Esercito russo tra l’Oder e l’Elba nel 1945. Edizione riveduta di un classico storico-militare ampliata con decine di rare fotografie, profili a colori e mappe e in appendice una cronistoria delle unità protagoniste, ossia la schwere Kompanie della SS-Panzergrenadier-Division “Das Reich” e dello schwere SS-Panzer-Abteilung 102/502, ordini di battaglia e due testimonianze inedite.

    Brossura, 15 x2 3cm.  pag. 302  decine di fotografie b/n mappe e profili a colori

    Stampato nel 2024 da Italia Storica

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    I Tigre della Leibstandarte – L’epopea dei Panzer SS nei diari dei carristi Streng e Trautmann

    35.00

    Al termine di un conflitto, quando ex-comandanti e scrittori prendono la penna, vengono esaltate o dannate le grandi figure della storia a seconda che si tratti di vincitori o vinti. Ma poco o nulla si parla dei soldati semplici, di quelle schiere di ignoti giovani carristi che si fregiano di invisibili decorazioni al valore e offrono un luminoso esempio di senso del dovere, fede e sentimento cameratesco. Questo libro riporta le cronache di un’esperienza vissuta tra le pareti d’acciaio di un Tigre, la via percorsa dal giovanissimo equipaggio del Panzer fino ai drammatici scontri intorno a Berlino. Ci fa vivere con loro le peripezie subite a Kharkov e Belgorod, nella sacca dei Cerkassi, nella grande ritirata dell’inverno 1944-45, come in Normandia, e infine, nei combattimenti senza speranza di vittoria tra l’Oder e l’Elba, con un’unico desiderio: la pace! Sicuramente uno dei racconti più entusisasmati e toccanti riferito alla guerra di corazzati della II Guerra Mondiale.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 240 + 8 pagine fuori testo con 15 foto b/n

    Stampato nel 2008 da Effepi

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    I verbali di Hitler – Rapporti stenografici di guerra. Vol. I: 1942-1943.

    38.00

    Fu la grave crisi di fiducia nei confronti dei suoi generali – in particolare Halder e Jodl -, sorta a motivo dell’arbitraria esecuzione delle sue direttive durante l’avanzata tedesca nel Caucaso nell’estate del 1942, a indurre Hitler a istituire il “Servizio Stenografico al quartier generale del Führer” (Stenographischer Dienst im Führerhauptquartier). A suo vedere, la registrazione stenografica delle riunioni con i collaboratori militari avrebbe evitato che i comandanti potessero in futuro addurre, a propria giustificazione, l’aver ricevuto ordini diversi da quelli effettivamente da lui trasmessi. Già nei primi due anni di guerra Hitler richiedeva due volte al giorno un rapporto sulla situazione bellica, senza però che i capi militari supremi venissero convocati, a meno che la situazione lo richiedesse. Con l’inizio della campagna orientale, le riunioni informative – che si tenevano nella cosiddetta “Wolfsschanze”, presso Rastenburg, nella Prussia Orientale – diventarono più regolari. Quando, a metà aprile 1945, l’attività degli stenografi presso il quartier generale del Führer si concluse, erano stati accumulati 103.000 fogli, redatti su una sola facciata. A fine mese, con il tracollo tedesco e in previsione dell’imminente occupazione americana, si dovette decidere il destino dei verbali; i primi di maggio del 1945, all’Hintersee, non distante da Berchtesgaden, i documenti furono bruciati (in tale decisione, fu determinate l’influenza dello storico militare Scherff, mentre l’ordine partì sostanzialmente da Bormann), ma un migliaio di pagine – quelle che costituiscono pressoché integralmente il materiale di questo libro, trascrizione fedele delle parole di Hitler nei suoi incontri con i vertici militari del Reich dal dicembre del ’42 alla primavera del ’45 – si salvarono, grazie al lavoro svolto dal Military Intelligence Service americano nei giorni immediatamente successivi all’occupazione. Di inestimabile valore storico.

    Brossur

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    I verbali di Hitler – Rapporti stenografici di guerra. Vol. II: 1944-1945

    35.00

    Fu la grave crisi di fiducia nei confronti dei suoi generali – in particolare Halder e Jodl -, sorta a motivo dell’arbitraria esecuzione delle sue direttive durante l’avanzata tedesca nel Caucaso nell’estate del 1942, a indurre Hitler a istituire il “Servizio Stenografico al quartier generale del Führer” (Stenographischer Dienst im Führerhauptquartier). A suo vedere, la registrazione stenografica delle riunioni con i collaboratori militari avrebbe evitato che i comandanti potessero in futuro addurre, a propria giustificazione, l’aver ricevuto ordini diversi da quelli effettivamente da lui trasmessi. Già nei primi due anni di guerra Hitler richiedeva due volte al giorno un rapporto sulla situazione bellica, senza però che i capi militari supremi venissero convocati, a meno che la situazione lo richiedesse. Con l’inizio della campagna orientale, le riunioni informative – che si tenevano nella cosiddetta “Wolfsschanze”, presso Rastenburg, nella Prussia Orientale – diventarono più regolari. Quando, a metà aprile 1945, l’attività degli stenografi presso il quartier generale del Führer si concluse, erano stati accumulati 103.000 fogli, redatti su una sola facciata. A fine mese, con il tracollo tedesco e in previsione dell’imminente occupazione americana, si dovette decidere il destino dei verbali; i primi di maggio del 1945, all’Hintersee, non distante da Berchtesgaden, i documenti furono bruciati (in tale decisione, fu determinate l’influenza dello storico militare Scherff, mentre l’ordine partì sostanzialmente da Bormann), ma un migliaio di pagine – quelle che costituiscono pressoché integralmente il materiale di questo libro, trascrizione fedele delle parole di Hitler nei suoi incontri con i vertici militari del Reich dal dicembre del ’42 alla primavera del ’45 – si salvarono, grazie al lavoro svolto dal Military Intelligence Service americano nei giorni immediatamente successivi all’occupazione. Di inestimabile valore storico.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 564 con 15

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    I vinti della liberazione – Epurazioni, esecuzioni, eliminazioni sommarie in Europa dopo la Seconda guerra mondiale

    28.00

    Cosa accadde in Europa Occidentale al termine della Seconda guerra mondiale? Lo scrittore Paul Sérant riapre una pagina di storia dimenticata, allo scopo di riportare l’attenzione sull’epurazione avvenuta in Europa Occidentale e sulla repressione politica che fu messa in atto in diverse nazioni al termine del conflitto più sanguinoso che l’umanità abbia mai conosciuto. Attraverso una precisa ricostruzione dei fatti, Sérant ricorda che la fine di una guerra non coincide mai con la firma di un trattato o con una data stampata su un libro di storia.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 408

    Stampato nel 2016 da Oaks Editrice

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    I violatori di blocco italiani. Storia di uomini e navi

    12.50

    Alberto Rosselli

    In questo piccolo libro denso di notizie, si ricordano i marinai italiani dimenticati, i “forzatori di blocco”, autentici eroi sconosciuti della Seconda Guerra Mondiale: uomini a metà strada tra militari e civil, tra pirati e gentiluomini di mare. Si tratta di una storia davvero poco nota, di una guerra asimmetrica e particolare, tra Betasom e Massaua, Kobe e Singapore, che ha interessato mercantili e sommergibili, sulle rotte del Pacifico e dell’Atlantico.

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    III Germanic SS Panzer-Korps: The History of Himmler’s Favourite SS-Panzer-Korps, 1943-1945 Vol. 1. Creation-September 1944

    49.00

    Questo volume fotografico descrive il III Panzerkorps SS “germanico”. questo Corpo corazzato era costituito, in gran parte, da volontari delle SS provenienti dai paesi dell’Europa occidentale e settentrionale. Sebbene oggi ampiamente dimenticata, questa unità SS combatté su una varietà di campi di battaglia che vanno dalla Croazia alle foreste innevate nei pressi di Leningrado fino alla storica città estone di Narva, dove difese i paesi baltici dell’Estonia e della Lettonia contro l’Armata Rossa nel periodo 1944-45. I resti dei Panzerkorps furono adoperati nella difesa senza speranza della Pomerania e nella battaglia per il Brandeburgo e Berlino nell’aprile-maggio 1945, quando il Terzo Reich cadde in una tempesta di fuoco e acciaio. Questo primo volume (di due) analizza il periodo che va dalla creazione della III SS Panzerkorps nell’estate del 1943 fino all’evacuazione tedesca dell’Estonia nel settembre 1944. Lo studio analizza anche il periodo del coinvolgimento dell’unità nelle operazioni antipartigiane in Croazia (settembre-dicembre 1943), i combattimenti a Oranienbaum-Leningrado e la battaglia per Ingria (gennaio-febbraio 1944); la difesa della testa di ponte di Narva e le battaglie per Dorpat e le Blue Hills, finendo con l’evacuazione tedesca dell’Estonia (febbraio-settembre 1944). Come già detto, in questo III Panzerkorps SS “germanico”, combatterono molte nazionalità “notrdiche” inclusi Norvegesi, Danesi, Svedesi, Svizzeri, Olandesi, Fiamminghi, Valloni, Estoni, Tedeschi e Rumeni di etnia tedesca. Anche una manciata di volontari britannici furono inglobati in questa Unità. I 2 volumi che compongono questo lavoro includeranno non solo oltre 1.000 fotografie per lo più inedite della III SS Panzerkorps durante il 1943-45, ma anche un gran numero di racconti inediti di ufficiali e soldati sopravvissuti. Le fotografie sono inoltre accompagnate da biografie, commenti su armi e veicoli, nonché da analisi delle tattiche del campo di battaglia.

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