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Avamposto Trieste. L’esercito italiano nel capoluogo giuliano durante la Guerra fredda. I reparti, la pianificazione difensiva e i compiti operativi
€25.00Quick viewPierpaolo Donvito
Trieste, durante il periodo della Guerra fredda, con la sua piccola provincia situata a pochi chilometri dal confine con la Jugoslavia e collegata al resto della nazione attraverso uno stretto corridoio terrestre, costituiva una sorta di avamposto quasi isolato racchiuso tra il Carso e l’Adriatico. Nell’ipotesi di un conflitto con il Patto di Varsavia e dinnanzi all’incognita rappresentata dalla Jugoslavia si pose il difficile problema della difesa della città e del suo territorio. La questione, oltre all’Italia direttamente interessata e che aveva profuso tanti sforzi nel tormentato dopoguerra per ricongiungere la città alla nazione, coinvolse ad un certo punto anche la NATO, nel più ampio contesto della pianificazione operativa per la difesa del confine nord-orientale italiano e del fianco sud dell’Europa.
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Pattuglie ad Est. L’Esercito Italiano alla frontiera orientale durante la Guerra Fredda
€16.00Quick viewPierpaolo Donvito
Per chi non ha vissuto il periodo della Guerra Fredda, può sembrare strano pensare a Trieste come la città tanto contesa, estremo avamposto alla frontiera orientale d’Italia, alla soglia di Gorizia, al Carso, alle Valli del Natisone e alle Alpi Giulie come baluardi contro una possibile invasione da est e come luoghi di una contrastata e sofferta storia di confine. Durante la Guerra Fredda il confine orientale fu il più delicato d’Italia e richiese la massiccia presenza dell’Esercito Italiano per garantire la sua difesa, principalmente nel quadro del confronto con il Patto di Varsavia ma anche nei momenti di tensione con la Repubblica Federale Socialista del Maresciallo Tito e per i contenziosi ancora esistenti dopo il Trattato di pace del 1947.


