D’ordine del comando germanico. Misfatti ed eroismi raccontati nei «Rapporti» della GNR di Varese (novembre 1943-aprile 1945

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    D’ordine del comando germanico. Misfatti ed eroismi raccontati nei «Rapporti» della GNR di Varese (novembre 1943-aprile 1945

    25.00

    Claudio Macchi

    Nella storia della Repubblica Sociale Italiana la Guardia Nazionale Repubblicana occupa un posto di rilievo nel controllo del dissenso politico, della conflittualità nelle fabbriche, del dilagante rifiuto dei giovani alla chiamata alle armi e soprattutto nella repressione dell’attività partigiana. I rapporti dei presidi locali e le relazioni che il comandante provinciale della GNR invia ai comandi superiori, tedeschi inclusi, mettono in luce il progressivo peggioramento della situazione militare e le drammatiche ricadute sulla popolazione civile. Fame e paura sono crudamente annotate come una realtà quotidiana. Ne nasce una fotografia, scattata da chi del regime indossava la divisa, che fa vedere con chiarezza gli effetti devastanti dell’agonia del fascismo. Le sue convulsioni finali portano in primo piano la gratuita violenza di protagonisti imbarazzanti, come gli squadristi della Brigata Nera

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    La guardia della rivoluzione – La GNR nel 1944: organizzazione ed impiego militare

    20.00

    I primi mesi del 1944 furono dedicati all’organizzazione della nuova Milizia fascista che, prendendo per esempio le SS germaniche, si apprestava a diventare una vera e propria superpolizia politica, senza dimenticare, naturalmente, la “proiezione militare” con l’allestimento dei Battaglioni d’Assalto composti quasi esclusivamente da giovani e giovanissimi Volontari di Guerra, sui quali il Comando Generale della Guardia investì tutte le sue speranze. Si dispose l’assorbimento nei ranghi della GNR dei Carabinieri e della Polizia dell’Africa Orientale (cui si aggiunsero anche le Squadre di Polizia Federale allestite dal Partito nell’Autunno 1943). I Carabinieri erano fondamentali per avere una copertura capillare di tutto il territorio nazionale; le Squadre di Polizia Federale, invece, dopo la nascita della GNR, avrebbero solo rappresentato un doppione di “milizia politica”, oltretutto poco gestibile. Questo secondo volume vuole evidenziare il processo di organizzazione della Guardia Nazionale Repubblicana e il ruolo che questa Forza Armata ricoprì nel 1944, in particolare evidenziandone l’impiego sui fronti di guerra non solo italiani, ma anche all’estero. Infatti, dopo l’8 Settembre, in Balcania, numerosi Battaglioni CC.NN. non disarmarono e rimasero al fianco dell’alleato germanico. Di loro si è persa memoria storica. Pochi furono i Legionari che riuscirono a farsi rimpatriate. Per tutto il resto della guerra le Camicie Nere, inquadrate nelle Divisioni germaniche, continuarono una battaglia dimenticata da tutti in difesa dell’Europa perfino dall’avanzata sovietica.

    Brossura, 15 x 20,5 cm. pag. 424 con varie illustrazioni e foto a colori e b/n

    Stampato nel 2017 da Herald

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    La guardia della rivoluzione – La GNR: controguerriglia e difesa della Repubblica Sociale

    20.00

    La lotta antipartigiana, sebbene non preventivata all’atto della costituzione della Guardia, fu alla fine l’impiego principale delle unità della GNR. In questo terzo ed ultimo volume analizzeremo proprio questo aspetto di impiego dei reparti in camicia nera, evidenziandone i limiti ma anche i successi operativi. Se la Resistenza non riuscì mai ad avere quel peso militare su cui tanto si speculò nel dopoguerra, lo si deve proprio ai reparti della RSI e, in particolare, a quelli della Guardia Nazionale Repubblicana che fino agli ultimi giorni del conflitto tennero salde le proprie posizioni, impedendo alle unità partigiane non solo il – facile – successo sulla scia dell’avanzata angloamericana, ma anche la tanto proclamata insurrezione. In gran parte dei casi, le bande ribelli calarono sui paesi e sulle città dopo l’inizio dell’evacuazione dei reparti italo-tedeschi. Quello che avvenne dopo, nella Primavera di sangue del 1945, evidenzia il contributo della GNR al mantenimento dell’ordine pubblico durante la RSI: si impedì che lo stillicidio continuo di singoli esponenti fascisti si tramutasse in quel bagno di sangue “rigeneratore” ed epuratore di cui si facevano sostenitori quelle componenti più estremiste dei Comitati di Liberazione Nazionale. Solo dopo che si arresero volontariamente gli ultimi reparti in camicia nera iniziò quella mattanza che non ha precedenti nella storia d’Italia. In questo enorme sacrificio di sangue donato alla Patria dalla Guardia Nazionale Repubblicana vi è il significato più profondo della sua esistenza.

    Brossura, 15 x 20,5 cm. pag. 408 con numerose tabelle

    Stampato nel 2017 da Herald

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    La guardia della rivoluzione – La Milizia fascista nel 1943: crisi militare – 25 lugio – 8 settembre – Repubblica Sociale

    20.00

    Lo studio rappresenta un primo volume di un’opera complessiva in tre tomi che ha l’ambizione di descrivere in maniera nuova ed esaustiva gli ultimi due anni di vita di quella che fu chiamata “la Guardia Armata della Rivoluzione”. Infatti, sugli ultimi due anni di vita della Milizia, ossia l’organizzazione militare creata originariamente per difendere la Rivoluzione fascista, non esistono studi esaurienti. Questo per una serie di fattori. Il 1943-1945, infatti, è un periodo straordinariamente, quanto drammaticamente, ricco di eventi: si pensi solo che nel primo anno di questo biennio si verificarono il 25 Luglio, ossia la caduta di Mussolini; l’8 Settembre, la resa incondizionata del Regno d’Italia agli Angloamericani; la nascita della Repubblica Sociale Italiana. Con questo primo volume si è evidenziato il ruolo della MVSN nel drammatico 1943. Fu un anno cruciale per la storia d’Italia. Lo studio di come la Milizia abbia reagito davanti agli eventi che si succedettero con rapidità impressionante ha permesso di revisionare alcune pagine di storia molto spesso travisate.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 307

    Stampato nel 2013 da Herald

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    Paracadutisti – 1° battaglione paracadutisti GNR “Mazzarini”

    39.00

    Il libro narra le vicende di un pugno di paracadutisti veterani e di molti ragazzi poco più che adolescenti, i quali rifiutata la resa e rialzata la bandiera, avevano ripreso le armi con il desiderio di battersi per difendere l’Onore e la dignità della Patria. Essi si ispiravano al combattimento “a viso aperto” con il nemico, invece si trovano a combattere una “guerra sporca” contro altri italiani. Riusciranno comunque a destreggiarsi contro un nemico subdolo e sfuggente pronto a colpire alle spalle. E’ dunque questa, la storia, frutto di ricerche presso fonti private e documenti ufficiali, del 1° Battaglione Paracadutisti “A. Mazzarini” della guardia Nazionale Repubblicana, comandato dal capitano paracadutista Giuseppe Genovesi.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 242 + 64 pagine fuori testo con foto b/n

    Stampato nel 1995 da Istituto storico RSI

    Condizioni del libro: usato in ottime condizioni

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    R.S.I. – Impeto

    90.00

    Questa ristampa anastatica, ripropone un volume edito nel 1944 per ricordare il Corso Allievi Ufficiali “Impeto” della GNR. Oltre alle vicende, fedelmente descritte, il volume propone molte centinaia di fotografie che riprendono gli Allievi Ufficiali in addestramento, durante le cerimonie e i momenti liberi. Vengono alresì riportati innumerevoli documenti e tabelle riepologative. A Modena, presso la Caserma “Ciro Menotti”, il 14 marzo 1944 inizia il Corso Allievi Ufficiali della GNR denominato “Impeto” che avrebbe dovuto essere l’erede della famosa Scuola Allievi Ufficiali di MOdena. Gli allievi sono organizzati in un Battaglione, suddiviso in 4 compagnie: la prima è formata da veneti e lombardi; la seconda da emiliani, umbri, marchigiani e bergamaschi; la terza è eterogenea, ma soprattutto friulani; la quarta da milanesi e bresciani. Gli allievi all’inizio del Corso sono 550 e appartengono soprattutto alle classi 1923-1924-1925. Comandante la Scuola è il ten. colonnello Battaglia Ignazio. Il 13 maggio 1944, la Caserma “Ciro Menotti” viene bombardata; il 7 giugno la Scuola arriva a Velo d’Astico sotto il nuovo comando del Ten. Colonnello Pifferi Adolfo; l’accampamento è piantato a circa 400 m s.l.m., in località Crestana, sopra Contrà Salgarola, sotto il M. Summano e il Passo Colletto Grande, di fronte al Monte Cengio e a ovest del M. Priaforà e Cimone. A metà giugno il Battaglione partecipa a un rastrellamento sul M. Summano. A fine giugno, una cinquantina di allievi del “Modena”, costituiscono la Compagnia “Orsolini” e si trasferiscono ad Edolo, in Val Camonica, per effettuare una serie di rastrellamenti agli ordini dei tenenti Langella e Licitra e il capitano Orsolini Alvaro. Il 15 luglio 1944 una Compagnia della “Modena”, composto da 9 ufficiali e 144 Allievi viene inviata a Tonezza in soccorso delle “Fiamme Bianche” attaccate dai Partigiani garibaldini di “Turco”. La Scuola ai primi di agosto si trasferisce a Bellano, sul Lago di Como, dove assume il comando il

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    R.S.I. – Soldato dell’onore. Memorie di un volontario della R.S.I. : 1943-1946

    33.00

    Memorie di un volntario della Repubblica Sociale Italiana che fra l’autunno del 1944 e la primavera del 1945, frequentò la scuola per allievi ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana ad Oderzo. Questi ragazzi, poco più che adolescenti, erano visuuti negli anni “gloriosi” del fascismo, e un certo numero di loro preferì, a discapito dell’oppurtunità di stare rintanati in casa o, passare con i partigiani, arruolarsi nelle nuove forze armate della Repubblica, dove non pochi trovarono una morte prematura. Il libro può anche essere interpretato come un messaggio per coloro che scelgono “la via più facile” nel corso della propria vita.

    Brossura, 16 x 24 cm. pag. 218 illustrato con foto b/n

    Stampato nel 2000 da Edizioni Nuovo Fronte

    Condizioni del libro: usato in perfette condizioni

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