Camions

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Si può affermare con una certa sicurezza che il movimento delle squadre se ebbe a Milano, con Mussolini ed il gruppo gravitante intorno al “Popolo d’Italia”, il suo vertice politico, conobbe in Toscana ed in Emilia i maggiori successi in termini di adesioni ed attività. Si trattò, però, di due tipi di squadrismo diversi nei caratteri e nelle figure più rappresentative. Guascone, con uno spiccato gusto per lo scherzo (anche feroce) quello toscano — che pure assunse rilevanza numerica di tutto rispetto, tanto che, secondo i dati forniti da Marco Palla, nel maggio del 1922 «erano concentrati in Toscana più di un quinto dei fasci e circa un sesto dei fascisti di tutta Italia» —, più politico quello emiliano, dove già nel ’21 prese corpo il sindacalismo fascista. È anche per questo che il primo non espresse alcuna figura veramente importante nel Fascismo (gli stessi Renato Ricci e Carlo Scorza possono considerarsi dei comprimari, mentre Pavolini era stato solo uno squadrista diciassettenne, come tanti altri), nel secondo, invece, emersero Arpinati e Balbo, Grandi e Muti, giusto per fare i primi nomi che vengono a mente. (Dalla prefazione di Giacinto Reale)

Brossura, 15 x 21 cm. pag. 130

Stampato nel 2017 da Aga

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Descrizione

Adolfo Baiocchi

Si può affermare con una certa sicurezza che il movimento delle squadre se ebbe a Milano, con Mussolini ed il gruppo gravitante intorno al “Popolo d’Italia”, il suo vertice politico, conobbe in Toscana ed in Emilia i maggiori successi in termini di adesioni ed attività. Si trattò, però, di due tipi di squadrismo diversi nei caratteri e nelle figure più rappresentative. Guascone, con uno spiccato gusto per lo scherzo (anche feroce) quello toscano — che pure assunse rilevanza numerica di tutto rispetto, tanto che, secondo i dati forniti da Marco Palla, nel maggio del 1922 «erano concentrati in Toscana più di un quinto dei fasci e circa un sesto dei fascisti di tutta Italia» —, più politico quello emiliano, dove già nel ’21 prese corpo il sindacalismo fascista. È anche per questo che il primo non espresse alcuna figura veramente importante nel Fascismo (gli stessi Renato Ricci e Carlo Scorza possono considerarsi dei comprimari, mentre Pavolini era stato solo uno squadrista diciassettenne, come tanti altri), nel secondo, invece, emersero Arpinati e Balbo, Grandi e Muti, giusto per fare i primi nomi che vengono a mente. (Dalla prefazione di Giacinto Reale)

Brossura, 15 x 21 cm. pag. 130

Stampato nel 2017 da Aga

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