Bari 1943 la seconda Pearl Harbor. I bombardamenti tedeschi sui porti dell’Italia meridionale

19.00

Francesco Mattesini

Il bombardamento notturno di Bari del 2 dicembre 1943 fu un’azione spettacolare effettuata a bassa quota da velivoli della Luftwaffe, con lo scopo di attaccare le navi da trasporto di un importante convoglio che si trovavano nel porto sotto scarico nei moli.  La sera del 2 dicembre decollarono dagli aeroporti dell’Italia settentrionale 105 bombardieri Junker 88  e di essi 88 attaccarono l’obiettivo con effetti disastrosi per gli alleati, successo conseguito con la sola perdita di due Ju. 88.  Le navi affondate a Bari, incluse quelle di piccolo tonnellaggio furono 21 ed altre 12 più o meno danneggiate. I relitti delle navi affondate causarono il blocco del porto per tre settimane, con il risultato che per sbarcare i rifornimenti, gli anglo-americani dovettero usare al massimo delle loro possibilità di attracco i porti di Brindisi e di Taranto. Particolarmente grave  risultò l’affondamento per esplosione del carico delle munizioni la nave Liberty statunitense John Harvey, che trasportava anche 2.000 micidiali bombe all’iprite per 1.350 tonnellate, dalle cui stive fuoriuscirono una grande quantità di sostanze chimiche di quel micidiale gas tossico, che non solo contaminarono le acque del porto ma uccisero oltre 1.000 tra militari e i civili della zona, ciò che rappresentò uno dei più grandi disastri ecologici  di ogni tempo.

 

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Francesco Mattesini

Il bombardamento notturno di Bari del 2 dicembre 1943 fu un’azione spettacolare effettuata a bassa quota da velivoli della Luftwaffe, con lo scopo di attaccare le navi da trasporto di un importante convoglio che si trovavano nel porto sotto scarico nei moli.  La sera del 2 dicembre decollarono dagli aeroporti dell’Italia settentrionale 105 bombardieri Junker 88  e di essi 88 attaccarono l’obiettivo con effetti disastrosi per gli alleati, successo conseguito con la sola perdita di due Ju. 88.  Le navi affondate a Bari, incluse quelle di piccolo tonnellaggio furono 21 ed altre 12 più o meno danneggiate. I relitti delle navi affondate causarono il blocco del porto per tre settimane, con il risultato che per sbarcare i rifornimenti, gli anglo-americani dovettero usare al massimo delle loro possibilità di attracco i porti di Brindisi e di Taranto. Particolarmente grave  risultò l’affondamento per esplosione del carico delle munizioni la nave Liberty statunitense John Harvey, che trasportava anche 2.000 micidiali bombe all’iprite per 1.350 tonnellate, dalle cui stive fuoriuscirono una grande quantità di sostanze chimiche di quel micidiale gas tossico, che non solo contaminarono le acque del porto ma uccisero oltre 1.000 tra militari e i civili della zona, ciò che rappresentò uno dei più grandi disastri ecologici  di ogni tempo.

Brossura, 17,5 x 25,5 cm. pag. 98 con numeros efoto b/n

Stampato nel 2020 da Soldiershop

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