The Weapons Encyclopaedia. Carro britannico Matilda MK II

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    The Weapons Encyclopaedia. Carro britannico Matilda MK II

    22.00

    Luca Cristini

    Il carro armato Matilda Mk II, fu un carro armato di fanteria utilizzato dall’Esercito Britannico durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo carro era famoso per la sua pesante corazza e la sua capacità di resistere agli attacchi nemici, soprattutto nelle fasi iniziali del conflitto.  La sua corazza, infatti, lo rendeva praticamente invulnerabile ai cannoni anticarro dell’epoca. Per contro la sua velocità e la sua capacità di fuoco erano limitate rispetto ai carri avversari. Era armato di un cannone principale da 2 libbre (40 mm) e una mitragliatrice coassiale. Per tutte queste caratteristiche il carro inglese Matilda era sopranominato “la regina del deserto”!

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    The Weapons Encyclopaedia. Carro Leggero Italiano L6-40 e Semovente L40

    22.00

    Luca Cristini

    Il Carro Armato L6/40 fu l’unico vero carro armato leggero italiano della Seconda Guerra Mondiale, utilizzato prevalentemente dal Regio Esercito che lo impiegò praticamente in tutti i teatri di guerra: Africa settentrionale e orientale, Russia, Balcani e resto dell’ Europa. Venne utilizzato soprattutto come mezzo di ricognizione a partire alla primavera del 1941 fino all’armistizio con gli alleati nel settembre 1943. Mezzo originariamente progettato per le operazioni in montagna, si rivelò tuttavia presto inadatto alle operazioni cui venne affidato. Già prima di entrare in azione, era obsoleto sia per l’armamento che per la debolezza della corazza.

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    The Weapons Encyclopaedia. Carro Leggero Russo T-26

    22.00

    Luca Cristini

    Il T-26 russo fu un carro armato leggero, prodotto in Unione Sovietica a partire dal 1931. Esso non nacque come un progetto autonomo, ma derivò principalmente dal mezzo britannico Vickers 6-ton o Vickers Type E. I carri armati T-26 erano armati di due torrette parallele al centro dello scafo, e dotate di una mitragliatrice leggera ciascuna. Il passo successivo fu quello di installare, su una torretta, un cannone da 27 mm o da 37 mm. Il pezzo venne sostituito da uno da 45 mm, e questo aumentò la potenza perforante ed esplosiva. Noto come Mod. 1933, ebbe un grande successo, e venne prodotto, da solo, in circa 5.500 esemplari; una tiratura eccezionale per l’epoca.

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    The Weapons Encyclopaedia. Carro medio Italiano M11-39

    22.00

    Luca Cristini

    Il carro M11/39, fu il carro armato di transizione tra il crro veloce L3 e l’M 13/40. L’M11/39 può essere considerato il primo carro medio italiano, con un peso di 11 tonnellate e l’armamento che era composto da un cannone da 37 mm in casamatta e da due mitragliatrici Breda Mod. 38 8 mm in torretta. Uno dei punti deboli era il motore di bassa potenza, del cannone posto in casamatta e della mancanza di apparecchiature radio. Poco adatto alla guerra del deserto. Nonostante le sue debolezze, l’M11/39 rappresentò un importante passo avanti nella storia dei corazzati italiani, in quanto aprì la strada alla famiglia dei carri armati medi, utilizzati per tutta la guerra.

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    The Weapons Encyclopaedia. Carro Medio Italiano M13-40, M14-41 & M15-42

    Il prezzo originale era: €22.00.Il prezzo attuale è: €15.40.

    Luca Cristini

    Il Carro Armato M13/40 è stato il più famoso carro operativo italiano della Seconda Guerra Mondiale; progettato per sostituire l’M11/39 nell’Esercito italiano all’inizio del conflitto. Fu il carro armato principale utilizzato dagli italiani per tutta la guerra. Il progetto iniziale fu influenzato dal Vickers 6-Ton britannico e si basava sul telaio modificato del precedente M11/39. La produzione dell’M11/39 fu apposta interrotta per far entrare in produzione l’M13/40. Il nome si riferisce alla “M” di Medio (medio) secondo gli standard di peso dei carri armati italiani dell’epoca, 13 tonnellate era il peso previsto e il 1940 l’anno iniziale di produzione.

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    The Weapons Encyclopaedia. Carro Medio US M3 Lee/Grant

    19.90

    Luca Cristini

    Ufficialmente designato come Medium Tank, M3, fu il primo carro armato medio statunitense ad essere fabbricato in grande serie. Venne ideato e progettato intorno al 1940 e divenne operativo nel 1941. La sua torretta venne realizzata in due varianti, una conformemente alle specifiche degli Stati Uniti e l’altra modificata per soddisfare i requisiti britannici, includendo in questo caso, la collocazione della radio accanto al comandante. Nel contesto del Commonwealth britannico, il carro armato acquisì due denominazioni distinte: quelli con torrette di modello statunitense furono chiamati “Lee”,  mentre quelli con torrette di modello britannico furono identificati come “Grant”.

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    The Weapons Encyclopaedia. Carro medio US M4 Sherman – Carri speciali Vol. III

    22.00

    Luca Cristini

    Considerato uno dei carri armati più significativi della Seconda Guerra Mondiale, lo Sherman divenne presto anche la spina dorsale delle forze corazzate britanniche. Dopo le sconfitte subite in Africa dalle truppe britanniche nel 1942, il presidente Roosevelt si impegnò a fornire un numero sufficiente di carri all’alleato inglese. Alla fine del conflitto, lo Sherman era utilizzato principalmente come carro medio, veicolo di recupero e in diversi ruoli specialistici. In questo secondo volume, ci concentreremo sulle numerose varianti specializzate, come gru, veicoli per il genio, mezzi per artiglieria semovente o cacciacarri, basate sul telaio dello Sherman.

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    The Weapons Encyclopaedia. Carro Medio US M4 Sherman. Carri UK e Allied Vol. 2

    22.00

    Luca Cristini

    Considerato uno dei carri armati più significativi della Seconda Guerra Mondiale, lo Sherman divenne presto anche la spina dorsale delle forze corazzate britanniche. Dopo le sconfitte subite in Africa dalle truppe britanniche nel 1942, il presidente Roosevelt si impegnò a fornire un numero sufficiente di carri all’alleato inglese. Alla fine del conflitto, lo Sherman era utilizzato principalmente come carro medio, veicolo di recupero e in diversi ruoli specialistici.  In questo secondo volume, ci concentreremo sugli Sherman in servizio presso le forze britanniche, del Commonwealth, ed anche delle forze polacche, francesi e russe. Non saranno invece trattate le numerose varianti specializzate, come gru, veicoli per il genio, mezzi per artiglieria semovente o cacciacarri, basate sul telaio dello Sherman. Questi saranno invece il tema del terzo e ultimo volume dedicato al dossier Sherman!

    Brossura, 17,5 x 25,5 cm. pag. 58 con varie foto e profili di mezzi a colori

    Stampato nel 2024 da Soldiershop

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    The Weapons Encyclopaedia. Carro Medio US M4 Sherman. Carri USA Vol. 1

    22.00

    Luca Cristini

    L’M4 Sherman fu il carro armato simbolo dell’esercito statunitense, introdotto nel febbraio 1942 come risposta alle innovazioni nella guerra corazzata, realizzate in Europa dalla Wehrmacht. Il mezzo venne progettato per soddisfare l’urgenza di creare grandi formazioni corazzate mobili, e fu equipaggiato con un cannone da 75 mm (poi costantemente migliorato nel tempo) e due mitragliatrici. Ebbe un ruolo consistente durante la Seconda guerra mondiale e, successivamente, nella guerra di Corea. Sebbene le prime versioni soffrissero di una certa vulnerabilità, come la facilità di incendiarsi lo Sherman poté vantare uno dei tassi di sopravvivenza più alti della guerra fra i carri armati. L’M4 Sherman divenne presto uno dei carri armati più costruiti della WW2, con quasi 50.000 esemplari realizzati in ben 19 varianti, condividendo questo primato con il celebre T-34 sovietico.

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    The Weapons Encyclopaedia. Corazzata Roma e le altre navi da Battaglia della Classe Littorio

    25.00

    Luca Cristini

    La corazzata Roma: orgoglio e tragedia della Regia Marina Italiana – Un gigante dei mari nato tra le tensioni belliche. Nell’incandescente scenario geopolitico che precedette la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia varò la corazzata Roma, terza unità della prestigiosa classe Littorio, dopo la Vittorio Veneto, la Littorio, e l’Impero (mai terminata). Ultimo gioiello della flotta italiana, completato nel giugno 1942, questo colosso degli abissi non ebbe però mai l’opportunità di dimostrare il suo valore in battaglia. Il suo destino crudele si compì tragicamente durante la resa dell’Italia, quando due rivoluzionarie bombe plananti tedesche la colarono a picco nel Mediterraneo, mentre era diretta a Malta per consegnarsi agli Alleati.

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    The Weapons Encyclopaedia. Fiat 3000 e Fiat 2000

    22.00

    Luca cristini

    Il FIAT 3000 è stato un veicolo importante nell’armamento dell’Esercito Italiano, entrato in servizio dopo la Prima Guerra Mondiale. Prodotto in due versioni, il Modello 1921 e il Modello 1930, questo carro armato leggero è stato essenziale per le unità corazzate italiane fino agli anni ‘30. Originariamente basato sul Renault FT francese, presentava notevoli miglioramenti, come un motore più potente e una disposizione interna ottimizzata. Il FIAT 3000 rappresenta un capitolo importante nella storia dell’esercito italiano, in quanto è stato uno dei primi carri armati a essere impiegato in modo significativo dopo la Prima Guerra Mondiale e ha permesso agli equipaggi italiani di acquisire esperienza nell’uso dei carri armati, preparandoli alle future sfide sul campo di battaglia.  È presente anche un capitolo sul Fiat 2000, il carro armato “gigante”!

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    The Weapons Encyclopaedia. Fiat C.R. 42 Falco

    22.00

    Luca Cristini

    Il Fiat C.R.42 Falco è stato un celebre biplano italiano, monoposto e monomotore da caccia e caccia notturna con carrello fisso e struttura metallica a rivestimento misto (parte in metallo e parte in tela), realizzato dalla famosa casa torinese alla fine degli anni trenta. Venne utilizzato nella Seconda Guerra Mondiale prevalentemente dalla Regia Aeronautica, ma fu acquistato anche da paesi come Belgio, Ungheria, Finlandia e Svezia. Il “Falco”, così venne soprannominato l’aereo italiano,  fu l’ultimo caccia biplano della storia ad essere costruito in serie.  Fu anche l’ultimo caccia biplano a combattere nel secondo conflitto mondiale e l’ultimo biplano nella storia ad abbattere, nel 1945, un aereo nemico.

    Brossura, 18 x 25,5 cm. pag. 58 illustrato con foto b/n e colori e profili di mezzi a colori

    Stampato nel 2022 da Soldiershop

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    The Weapons Encyclopaedia. Focke Wulf FW-190

    22.00

    Luca Cristini

    Fra i tanti aerei prodotti dalla industria tedesca il Focke-Wulf Fw 190 fu in assoluto uno dei migliori. Battezzato presto col nomignolo di Würger (passero, in italiano) la macchina sviluppata da Focke-Wulf a Brema sotto la direzione del capo progettista Kurt Tank venne prodotta in più di 20.000 esemplari, a partire dal 1941. Condivide con l’altrettanto celebre Messerschmitt Bf 109 la fama di caccia più famosi della Luftwaffe. Il Focke-Wulf Fw 190 A-8 era dotato di un motore radiale BMW 801 D-2 a doppia stella con 14 cilindri da 1.700 Hp che permetteva di raggiungere la velocità massima di 653 Km/h.

    Brossura, 18 x 25,5 cm. pag. 58 illustrato con foto e profili a colori e disegni b/n

    Stampato nel 2022 da Soldiershop

    TITOLO DISPONIBILE ANCHE IN LINGUA INGLESE – SU RICHIESTA

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    The Weapons Encyclopaedia. I carri leggeri CV L3/33-35-38

    22.00

    Luca Cristini

    Nato nei primi anni ‘30 per fornire all’esercito italiano un carro armato leggero su larga scala, l’L3 rimase in prima linea nelle unità corazzate fino al 1941. Anche se ebbe un ruolo importante solo nei combattimenti della campagna d’Etiopia e della guerra civile spagnola, la “scatola di sardine” successivamente si limitò al combattimento antipartigiani e al sostegno delle truppe d’occupazione dopo l’inizio difficile della seconda guerra mondiale. Prodotto in largo numero, in considerazione della capacità industriali del paese negli anni 30. Ne furono realizzati circa 2.000 esemplari a partire dal 1933 e fino al 1938, anno in cui cessò la produzione.

    TITOLO DISPONIBILE ANCHE IN LINGUA INGLESE – SU RICHIESTA

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    The Weapons Encyclopaedia. Le prime autoblinde italiane: Lancia 1Z, Fiat 611 e altre minori

    22.00

    Luca Cristini

    In questo primo volume dedicato alle autoblinde italiane, iniziamo a presentare le prime e più antiche.  Delle blindo più antiche come la Bianchi, già presente nel conflitto italo-turca, o la Fiat-Terni Tripoli nata nel 1918. Passiamo poi alla leggenda della Lancia 1Z, mezzo fortunato nato nel primo conflitto mondiale e che rimase operativo fino al 1945! Si trattò di un massiccio mezzo, interamente di progettazione italiana. A condividere buona parte del libro chiudiamo con l’autoblindo Fiat 611 costruita nel 1932, come spesso accadeva al tempo con la Ansaldo, e specificatamente progettata per uso coloniale. Operò infatti soprattutto nella A.O.I. insieme alla sorella più anziana Lancia 1Z e i carri veloci.

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    The Weapons Encyclopaedia. Messerschmitt BF 109 Vol 1. Versioni A-B-C-D-E

    22.00

    Luca Cristini

    Il Messerschmitt BF 109, moto anche come ME 109, fu forse il più famoso aereo da caccia della Luftwaffe. Sviluppato durante la prima metà degli anni ’30 da Wilhelm Messerschmitt e Robert Lusser. Questo fantastico aereo da caccia si caratterizzava per la sua struttura monoscocca completamente in metallo, una cabina chiusa, un carrello d’atterraggio fisso e un motore aeronautico a forma di V con 12 cilindri invertiti, raffreddati ad acqua. I primi esemplari del Bf 109 fecero la loro comparsa già durante la guerra civile spagnola e rimasero in servizio fino alla fine della seconda guerra mondiale. Durante questo periodo, gli aerei Bf 109 costituirono la principale forza dei caccia dell’aeronautica tedesca.

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    The Weapons Encyclopaedia. Messerschmitt BF 109 Vol.2

    25.00

    Luca Cristini

    Per oltre un decennio, il Messerschmitt Bf 109 servì come caccia standard della Luftwaffe, adattandosi costantemente alle esigenze operative e al progresso tecnologico. Questo processo diede origine a una straordinaria varietà di versioni, tanto che pochi aerei nella storia hanno conosciuto una tale diversificazione. Il presente volume completa e termina il nostro lavoro iniziato col 1° volume sul BF-109, il TWE-18 che ha trattato tutte le prime serie, prototipi compresi fino alla serie E. Il lavoro si distingue per l’approccio metodologico innovativo, grazie sopratutto alla sopraffina arte del nostro illustratore, il Dott. Björn Huber che ha realizzato stupendi profili inediti. Frutto delle sue ultime ricerche disponibili e supportato da un vasto repertorio iconografico consultato. il libro offre quindi una panoramica concisa ma precisa dell’evoluzione del Bf 109, dalle versioni F alla K.

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    The Weapons Encyclopaedia. Mezzi Speciali della Marina Italiana WWII

    25.00

    Luca Cristini

    Durante il secondo conflitto mondiale, l’Italia sviluppò numerosi progetti di armi speciali, sia nell’esercito sia nell’aviazione. Tuttavia, fu soprattutto nella Marina che si registrarono le innovazioni più audaci e affascinanti. Tra queste spiccano i celebri mezzi d’assalto: i “maiali” (siluri a lenta corsa), i M.A.S. (motoscafi armati siluranti) e i barchini esplosivi, protagonisti di operazioni gloriose che culminarono in episodi leggendari come l’affondamento delle navi britanniche nella rada di Alessandria d’Egitto. Accanto a queste imprese, va ricordato anche lo sviluppo dei minisommergibili, settore in cui l’Italia fu tra i pionieri assoluti. In basi segrete furono concepiti progetti estremamente arditi, tra cui quello – mai realizzato a causa dell’armistizio – di colpire il porto di New York con un minisommergibile trasportato da un sommergibile oceanico, una strategia che dimostra l’ingegno e il coraggio dei progettisti italiani dell’epoca.

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    The Weapons Encyclopaedia. Panzer 38 (t)

    22.00

    Luca Cristini

    Il Panzerkampfwagen 38(t) non nasce tedesco.  Il suo nome originale era LT vz. 38, ed era il miglior carro armato cecoslovacco realizzato tra le due guerre. Ebbe però fortuna e sostanziale utilizzo solo  in un altro esercito, quello tedesco che ribattezzò il mezzo Pz.Kpfw.38(t). Nella Wehrmacht, questo carro armato divenne uno dei simboli della Blitzkrieg, combattendo nell’avanguardia delle unità corazzate tedesche. Fu quindi così che nella primavera del 1940, i carri armati costruiti a Praga distrussero i veicoli britannici e francesi che due anni prima non erano riusciti a venire in aiuto della Cecoslovacchia.

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    The Weapons Encyclopaedia. Panzer I SD.KFZ. 101

    25.00

    Luca Cristini

    Il Panzerkampfwagen I, comunemente conosciuto come Panzer I, fu il primo carro armato tedesco prodotto in serie nel periodo tra le due guerre mondiali. Progettato originariamente come veicolo d’addestramento, divenne presto uno degli strumenti fondamentali per la rinascita della forza corazzata tedesca e costituì la base dell’arsenale della Wehrmacht nelle prime fasi della Seconda guerra mondiale. Le due principali versioni prodotte che andremo ad analizzare in questo volume, Ausführung A e Ausführung B, condividono caratteristiche simili, ma presentano anche differenze rilevanti, frutto dell’esperienza operativa e dei limiti riscontrati nei primi modelli. Verso il 1940, il Panzer I visse una seconda vita attraverso numerose varianti, nate dalla necessità di sfruttare un mezzo ormai superato in prima linea. Già obsoleto al suo esordio per l’armamento inadeguato, il piccolo carro tedesco divenne una piattaforma versatile per ruoli specializzati.

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    The Weapons Encyclopaedia. Panzer III

    22.00

    Luca Cristini

    Il Panzer III, (Panzerkampfwagen III) nell’esercito tedesco era Sd.Kfz. 141, fu insieme al successivo Panzer IV il carro armato medio più noto delle Panzer Division durante la seconda guerra mondiale. Fu progettato espressamente come mezzo anticarro per contrastare i veicoli blindati avversari, ruolo che ricoprì con successo almeno fino al 1942. Il Panzer III, venne continuamente migliorato nel corso del tempo con il potenziamento dell’armamento principale e della corazzatura. La versione J, dotata di un cannone da 50 mm lungo 60 calibri (L/60), fu in grado di contrastare anche mezzi più potenti. Tuttavia a partire dal 1943 il Panzer III fu progressivamente superato dall’introduzione di veicoli nemici più corazzati e dotati di armamento pesante.

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    The Weapons Encyclopaedia. Panzer IV SD.KFZ. 161

    22.00

    Luca Cristini

    Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Panzer IV si impose come il cuore pulsante delle divisioni corazzate tedesche, adattandosi a ogni evoluzione del conflitto. Questo libro ripercorre la storia del leggendario carro armato tedesco, dalla sua progettazione agli scontri più cruenti in cui fu protagonista, come a Stalingrado, in Normandia e nei deserti del Nord Africa. Attraverso testimonianze dei soldati, dettagli tecnici e analisi delle strategie militari, l’opera svela come il Panzer IV abbia influenzato le sorti della guerra e ridefinito il concetto stesso di guerra corazzata. Un viaggio tra tecnologia, tattiche e umanità che rivela il ruolo cruciale di questa macchina da guerra e il destino di chi la guidava

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    The Weapons Encyclopaedia. Semovente 75/18 e 75/34

    22.00

    Luca Cristini

    Il semovente da 75/18, così come tutte le sue varianti successive, fu progettato dalla Fiat Ansaldo. Il carro si basava sullo scafo dei carri M e fu l’unico blindato italiano della Seconda Guerra Mondiale prodotto in numero sufficiente da rappresentare un problema per le forze corazzate nemiche. Il 75/18 diede prova della sua potenza sin dal suo esordio sul fronte africano, ma anche nello sbarco alleato in Sicilia e nei successivi reparti corazzati del Regno del Sud e della Repubblica Sociale Italiana. L’idea derivava dall’entrata in servizio nell’esercito tedesco degli “Sturmgeshütz” (cacciacarri), e dei positivi risultati che questi ottennero sui vari fronti che li avevano visti impegnati.

    TITOLO DISPONIBILE ANCHE IN LINGUA INGLESE – SU RICHIESTA

     

     

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    The Weapons Encyclopaedia. Semoventi italiani Vol. 2. 75/34-75/46-90/53-102/25-149/40

    Il prezzo originale era: €22.00.Il prezzo attuale è: €15.40.

    Luca Cristini

    In questo secondo volume, completiamo la storia della dotazione dei mezzi semoventi in forza all’esercito italiano, sia quello del Regno che quello della Repubblica Sociale Italiana dopo il 1943! Dopo il grande successo del 75/18 presentato nel primo volume, ci occupiamo quindi dei fratelli maggiori, vale a dire del mezzo 75/34 già in parte presente nel primo volume, della sua variante, il 75/46, del famoso Bassotto, ovvero il semovente 105/25, forse il mezzo più potente dell’arsenale italiano, per concludere con due mezzi atipici: il 90/53 con la scudatura posteriore, e il moderno 149/40, vero cannone montato su carro, realizzato solo in un prototipo.

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    The Weapons Encyclopaedia. Semoventi Italiani WWII. Special Album

    39.00

    Luca Cristini

    Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’interesse per i cannoni semoventi—veicoli corazzati privi di torretta ma dotati di potenti cannoni montati in casamatta—si diffuse rapidamente in molti paesi, a partire dalla Germania. Anche l’Italia avviò lo sviluppo di questi mezzi, inizialmente basandosi sul carro armato M13/40. I primi modelli, armati con cannoni da 75/18 mm, dimostrarono fin da subito la loro grande efficacia. In questo speciale volume di 120 pagine abbiamo raccolto tutti gli studi precedentemente pubblicati su questi veicoli, arricchendoli con contenuti inediti. Il libro copre l’evoluzione dei cannoni semoventi, dai prototipi più arcaici e rudimentali sviluppati alla fine della Prima Guerra Mondiale fino ai modelli più avanzati e performanti. Esaminiamo oltre 132 modelli diversi, corredati da numerose immagini rare, fotografie a colori e più di 53 profili dettagliati

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    The Weapons Encyclopaedia. Somua S35

    22.00

    Luca Cristini

    Il SOMUA S-35 era un carro armato in forza ai reggimenti di cavalleria francesi durante la seconda guerra mondiale. Il mezzo fu messo a punto e prodotto tra il 1936 e il 1940 da SOMUA. Insieme al carro armato pesante B1 Bis, viene sempre considerato il miglior carro armato francese disponibile allo scoppio del conflitto nel 1940. Il Somua S-35 venne realizzato in 430 unità. Ben concepito, il mezzo era veloce, ben corazzato (costruito con sezioni di corazza inclinate e fuse direttamente) e dotato di un potente cannone anticarro per l’epoca. Tuttavia, queste caratteristiche lo rendevano anche un carro armato costoso da produrre e piuttosto complicato da mantenere in ordine. Durante l’invasione tedesca del maggio 1940, il Somua S-35 si dimostrò un carro armato efficace e all’altezza della situazione, ma purtroppo per la Francia non fu in grado di ribaltare la situazione da solo.

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    The Weapons Encyclopaedia. Speciale Album. Carri Leggeri Italiani WW2

    39.00

    Luca Cristini

    Negli anni dalla fine della Grande Guerra e fino al 1945, l’Italia sviluppò e impiegò diversi carri armati leggeri. Gli italiani all’inizio sembravano intenzionati solo a produrre un mezzo ricavato da un carro francese Renault, dando vita al FIAT 3000. Poi arrivarono i famosi carri leggeri, le “scatole di sardine” fino al L6/40! In questo secondo speciale volume di 120 pagine abbiamo raccolto tutti gli studi fatti su Fiat 3000, CV 33 e L6/40, arricchendoli con contenuti inediti. Il libro aggiunge però anche mezzi rari, sperimentali e poco conosciuti, come il CV 29, il CVP-4 e il curioso scudo mobile MIAS, il tutto come sempre corredato da numerose immagini rare, fotografie a colori e più di 68 profili dettagliatti

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    The Weapons Encyclopaedia. Stug III Sd.Kfz. 142

    22.00

    Luca Cristini

    Lo Sturmgeschutz III Sd.Kfz. 142, denominazione quasi sempre abbreviata in StuG III, fu un formidabile cannone d’assalto in dotazione all’esercito tedesco durante la Seconda guerra mondiale, ricavato dallo scafo del carro armato medio Panzer III del quale mutuò per intero il treno di rotolamento, cingoli ecc. L’installazione dell’armamento principale era predisposta in casamatta rigida anziché in una torretta girevole. Questo fatto, ovviamente, riduceva le capacità del mezzo, in quanto si trattava di artiglieria semovente (ma sempre più spesso venne usato anche in versione controcarro). Tuttavia, il veicolo risultava di facile produzione e più economico, tanto da divenire, nei fatti, l’asso nella manica della Wehrmacht, venendo prodotto in più di 10.000 unità.

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    The Weapons Encyclopaedia. Tankette TK/TKS

    22.00

    Peter Mujzer

    Il progetto TK fu intrapreso per ottenere una tankette derivato da un progetto similare britannico, il Vickers Carden Loyd Mk. VI. allo scoppio del conflitto le 575 tankette TK/TKS costituivano il grosso delle forze corazzate polacche prima dello scoppio della guerra contro la Germania di Hitler. Come tutta l’armata polacca, anche le tankette subirono gravi perdite durante l’invasione della Polonia, essendo spesso gli unici veicoli corazzati da combattimento disponibili. Le loro dimensioni assai ridotte le rendevano adatti alla ricognizione e al supporto della fanteria, ma con il loro armamento leggero, costituito da una sola mitragliatrice, questi mezzi non avevano alcuna possibilità di combattere contro i carri armati tedeschi, tranne forse che contro i Panzer I. Dopo la sconfitta vennero utilizzate dai tedeschi che tuttavia non le apprezzarono particolarmente.

    Brossura, 17,5 x 25,5 cm. pag. 58 con numerose foto e profili a colori

    Stampato nel 2024 da Soldiershop

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    The Weapons Encyclopaedia.. Carro Leggero Giapponese TYPE 95 HA-GO e derivati

    22.00

    Luca Cristini

    Il Type 95 Ha-Go fu un carro armato leggero impiegato dal Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, utilizzato sia dai reggimenti corazzati dell’Esercito imperiale giapponese, sia dalle unità corazzate delle forze da sbarco speciali della Marina imperiale. Progettato originariamente per supportare e proteggere la fanteria motorizzata, era in grado di muoversi alla stessa velocità delle truppe e di offrire sostegno tattico durante le operazioni. Era equipaggiato con un cannone Type 94 da 37 mm e due mitragliatrici da 6,5 mm. Questo carro armato divenne il principale veicolo giapponese nella sua categoria, con circa 2000 unità prodotte fino al 1943. Tra queste, alcune versioni furono aggiornate con un cannone Type 98 da 37 mm, caratterizzato da una maggiore velocità iniziale, e due mitragliatrici Type 97 da 7,7 mm, più efficienti e affidabili rispetto ai modelli precedenti. Numerose le varianti prodotte a partire dal Type 95!

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    The Weapons Encyclopaedia.. Carro Leggero Placco 7TP

    22.00

    Luca Cristini

    Tra il 1932 e il 1933, la Polonia ricevette i primi 16 carri armati con doppia torretta (Modello A) e 22 modelli con torretta singola (Modello B), del carro inglese Vickers Mk E prodotto dalla omonima casa. I carri a doppia torretta erano armati con due mitragliatrici Ckm wz. 25 Hotchkiss da 7,92 mm, mentre quelli a torretta singola montavano un cannone da 47 mm e una mitragliatrice Browning wz. 30 da 7,92 mm. Dopo la consueta serie di test, l’ufficio tecnico della PZI, su richiesta dell’esercito, sviluppò un programma chiamato VAU-33 (Vickers-Armstrong-Ursus 33), con l’obiettivo di creare ex-novo carri armati a torretta singola o doppia a partire proprio dal design del Vickers Mk. E Modello A.  Le due versioni erano familiarmente denominate dai soldati polacchi con le sigle “dw” e “jw”, abbreviazioni delle parole polacche “dwuwieżowy” (doppia torretta) e “jednowieżowy” (torretta singola). Nei primi anni il modello standard era quello a doppia torretta, ma sia questo che quello a torretta singola da allora vennero comunemente indicati con il nome 7TP, completando così questa strana transizione.  In sostanza, il 7TP rappresentò l’evoluzione polacca del carro armato britannico.

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    The Weapons Encyclopaedia.. Char B1, B1 Bis, B1 Ter e Varianti

    22.00

    Luca Cristini

    Lo Char B1 era un pesante carro armato da combattimento francese, progettato tra le due guerre e utilizzato all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, probabilmente il più famoso e noto in uso in quel fatale maggio del 1940. La sua progettazione iniziò negli anni ‘20 con diversi prototipi, finché venne scelto il modello Renault nel 1929, ma la produzione in serie fu avviata solo nel 1934. Vennero prodotti 35 esemplari nel primo modello, il carro B1 (del 1935) e 365 esemplari nel modello B1-bis (del 1937). Il carro armato francese godette, sin dall’inizio, di una notevole reputazione come il mezzo più potente e agguerrito dell’esercito francese del 1940, e persino i tedeschi lo temevano. Il B1 Bis alla prova dei fatti si rivelò per quello che era: un mezzo assai problematico da manovrare in battaglia, oltre che costoso da produrre.

    Brossura, 17,5  x 25,5  cm. pag. 58 con foto e illustrazioni a colori

    Stampato nel 2024 da Soldiershop

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    Tiger nel fango. La vita e i combattimenti del comandante di panzer Otto Carius

    29.00

    Otto Carius

    Questo libro, presenta le memorie del comandante di Tiger Otto Carius, decorato della Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia, e uno dei maggiori assi della Panzertruppe con più di 150 carri armati nemici distrutti. Queste avvincenti memorie narrano “dalla cupola del capocarro” le vicende di Carius, da semplice porgitore in un leggero Panzerkampfwagen 38 (t) nella fulminea avanzata della Wehrmacht in Russia nell’estate del 1941 a comandante di una Compagnia dei possenti Tiger, impegnati a contrastare gli attacchi di massa dei corazzati e della fanteria sovietica nelle battaglie difensive tra Leningrado e i Paesi Baltici del 1943-1944, sino al suo drammatico ultimo ferimento in azione, alla degenza in Germania e quindi alle ultime azioni sui giganteschi cacciacarri Jagdtiger nella sacca della Ruhr nel 1945. Il testo è accompagnato dalle fotografie scattate dall’autore durante la sua intera carriera militare, dall’addestramento prebellico all’operazione Barbarossa, al passaggio ai Tiger con lo schwere Panzer Abteilung 502; sono inoltre riprodotti i diplomi di conferimento delle sue alte decorazioni e diversi rapporti tecnici sui Tiger e sulle azioni del Battaglione.

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    Treni blindati delle Repubbliche Baltiche

    19.90

    Carlo Cucut

    I movimenti indipendentisti estone, lettone e lituano colsero l’occasione dello scoppio della Rivoluzione russa per rivendicare la propria identità nazionale, dichiarando l’indipendenza nel corso del 1918, a cui seguirono anni di sanguinose guerre con il neonato stato sovietico. Il dato comune a tutti e tre i conflitti, seguiti alla dichiarazione d’indipendenza delle tre Repubbliche Baltiche, fu la carenza di armi, leggere e pesanti, mezzi blindati e corazzati, autoveicoli e autocarri che interessarono i neonati eserciti. Un notevole contributo operativo, logistico e strategico venne invece dall’utilizzo delle ferrovie, con linee ferroviarie e materiale rotabile, molto sviluppate in tutte e tre le Repubbliche.

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    Tunisia 1943: Gli ultimi combattimenti dell’Asse sul fronte Africano

    19.90

    Massimiliano Afiero

    Quando si pensa alla guerra d’Africa, la mente corre subito alla battaglia di El Alamein come ultimo atto della presenza delle forze italiane e tedesche in sul fronte dell’Africa Settentionale. In realtà la guerra  si protrasse per altri sei mesi, durante i quali i reparti italo-tedeschi furono impegnati in durissimi combattimenti sul fronte tunisino,. Infatti subito dopo lo sbarco delle forze alleate in Marocco ed in Algeria (Operazione Torch) tra l’8 e il 16 novembre 1942, affluirono in Tunisia numerose forze dell’Asse per fronteggiare questa nuova minaccia. Le forze alleate avevano sperato in una facile passeggiata per arrivare a Tunisi ed invece furono affrontate tenacemente dalle truppe italo-tedesche, subendo alcune pesanti sconfitte e lamentando numerose perdite. Nel frattempo, le forze italo-tedesche in ritirata dall’Egitto, si attestarono sulla linea del Mareth, in Tunisia, per fronteggiare l’8a armata di Montgomery. Le forze italo-tedesche si ritrovarono quindi a combattere sia a nord sia a sud del fronte tunisino, contendendo ogni palmo di terreno al nemico. Sid Bou Zid, Kasserine, Sbeitla, Medenine, El Guettar, Uadi Akarit, Enfidaville sono solo alcuni nomi delle località dove si svolsero le principali ed epiche battaglie sul fronte tunisino

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    Turkish & Egyptian cavalry 1879-1922

    29.00

    Chris Flaherty

    Questo volume esamina la cavalleria imperiale turca e quella egiziana dagli anni ’70 dell’Ottocento fino a dopo la Prima Guerra Mondiale. Dal 1879, venne introdotto un set di uniformi e insegne standardizzate e regolamentate, e la cavalleria turca era composta dai suoi reggimenti di dragoni e lancieri, Hamidiye e gendarmi a cavallo. Questo volume esamina poi le uniformi della cavalleria imperiale turca e in seguito dell’esercito nazionalista durante la Grande Guerra e la guerra greco-turca. La cavalleria egiziana si divide in due periodi principali, prima e dopo il 1883 (quando fu formalmente creato il nuovo esercito egiziano). In seguito ai cambiamenti nell’esercito britannico nello stesso periodo, l’esercito egiziano dopo il 1885 vide l’introduzione dell’uniforme cachi per il servizio sul campo, oltre al suo tradizionale abito estivo e invernale, che fu relegato all’uso in caserma.

    Brossura, 17,5 x 25 cm. pag. 94 con numerose tavole e foto a colori

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2025 da Soldiershop

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    Turkish and Egyptian navy uniforms

    29.00

    Chris Flaherty

    Questo libro esamina le uniformi e le insegne navali turche ed egiziane dall’era dei giannizzeri fino alla fine della prima guerra mondiale. La nave Janissary è stata distinta con tatuaggi di foto di ancoraggio o cambusa. Le prime uniformi rosse e verdi furono introdotte con i Nizam-i-Cedid Galeongees, seguiti dalle uniformi dell’ufficiale in stile europeo che apparvero nei primi anni 1830. L’era della guerra di Crimea ha visto Ufficiali e marinai in uniformi standardizzate. Nel 1861 furono introdotte uniformi e insegne di rango, in linea con le altre potenze navali europee. Incluso in questo studio, sono l’Accademia della Marina, i Marines, i Vigili della Marina, le truppe dell’aria della Marina e le uniformi e le insegne tedesche. Anche le uniformi della Marina egiziana sono in linea con questa rubrica. Come la Divisione egiziana nella Flotta, le sue uniformi rimasero le stesse del resto della Marina turca fino al 1860, quando la Marina egiziana fu ridotta ai servizi portuali e all’equipaggio del Khedival Royal Yacht.

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    Turkish Army and Navy 1826 – 1850

    Il prezzo originale era: €32.00.Il prezzo attuale è: €19.20.

    Chris Flaherty

    Questo libro esamina lo sviluppo e l’organizzazione delle uniformi dell’esercito, della marina e della polizia turche dal 1826 fino all’inizio degli anni ’50 dell’Ottocento. Nel 1826, l’uso del giannizzero come principale tipologia di soldato, ebbe fine e nuovi soldati furono uniformati, organizzati, equipaggiati e addestrati secondo un progetto di esercito sul modello europeo. Nel 1826, in seguito alla repressione della rivolta dei giannizzeri e al loro formale scioglimento, fu formato il nuovo esercito, sotto la guida di Abdul Mahmud II, 30 ° sultano dell’Impero ottomano. Le riforme continuarono per tutta la prima metà del XIX secolo, fino all’era del sultano Abdulmecid I. Le riforme in corso mutarono sostanzialmente l’aspetto del soldato turco e il loro sistema di insegne di grado, e crearono l’embrione del moderno esercito turco, che gli Europei impararono a conoscere nella guerra di Crimea e in altre circostanze.

    Brossura, 18 x 25,5 cm. pag. 100 con numerose illustrazioni a colori

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2023 da Soldiershop

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    Turkish army Crimean war uniforms Vol. 1

    29.00

    Chris Flaherty

    Le uniformi dell’esercito turco nel periodo della guerra di Crimea e il Volume 2, che copre la Marina turca, i contingenti, le unità di cavalleria aggiuntive e l’esercito rumeno, riconoscono entrambi come fonte chiave di informazioni, la ricerca di Charles A. Norman, un noto artista e ricercatore militare britannico.

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    U-Boot tedeschi nel Mediterraneo ( aprile 1942 – Settembre 1944 ) Parte

    35.00

    Francesco Mattesini

    Il primo volume di questa collana ha riguardato l’attività dei sommergibili tedeschi nel Mediterraneo, che Hitler trasferì in numero consistente dal fronte dell’Atlantico per dare un aiuto alla Marina italiana, la quale, di fronte agli attacchi della Marina britannica e pur disponendo di un complesso rilevante di navi da guerra, a causa di una strategia del tutto errata, si trovava in uno stato di piena crisi nei confronti del nemico. Questo determinante aiuto, a cui si aggiunse quello altrettanto determinante della Luftwaffe, proseguì, soprattutto dal punto di vista offensivo, fino all’armistizio dell’Italia, l’8 settembre 1943, per poi continuare, come viene narrato in questo secondo volume, con rilevanti successi, fino al settembre del 1944, quando gli ultimi U-Boot della 29ª Flottiglia furono distrutti dagli attacchi dell’aviazione anglo-americana nelle basi di Tolone e di Salamina.

    Brossura, 17,5 x 25,5 cm. pag. 318 con numerose foto b/n

    Stampato nel 2022 da Soldiershop

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    U-Boot tedeschi nel Mediterraneo (settembre 1941 – aprile 1942)

    29.00

    Francesco Mattesini

    Nell’estate 1941 la situazione sulle rotte tra l’Italia e la Libia era divenuta drammatica per gli attacchi degli aerei e dei sommergibili britannici. Poiché gli italiani non riuscivano a fermare il salasso di affondamento delle loro navi con i rifornimenti, situazione che con l’intervento di navi di superficie dislocate a Malta divenne drammatica, Berlino decise di correre in aiuto dell’Alleato mediterraneo con i suoi sommergibili che, nel periodo ottobre 1941-gennaio 1942, ristabilirono la situazione strategica.

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    Un Alpino nel Battaglione Barbarigo

    29.00

    Pierluigi Tajana

    Queste sono le memorie di Pierluigi Tajana, artigliere da montagna in Grecia-Albania e poi comandante della 4a Compagnia Mortai del Battaglione Barbarigo della Decima Flottiglia MAS. Le vicende di Tajana, da lui narrate con grande brio, ci trasportano dalla Scuola Allievi Ufficiali di Complemento di Artiglieria Alpina di Bra, dove l’anticonformista Tajana muove i primi passi tra le anacronistiche regole del Regio Esercito, alla Grecia-Albania. Rientrato in Italia, in seguito allo sfascio del Regio Esercito all’8 settembre 1943 si arruolerà nel Battaglione Barbarigo della Decima MAS, comandandone la Compagnia Mortai nel Goriziano nel 1944/1945, e nei disperati combattimenti contro gli Alleati sul fronte Sud nell’aprile 1945. Dopo la difficile ritirata oltre il Po, e la resa con l’onore delle armi del Barbarigo a Padova, sarà inviato al POW Camp 211 in Algeria, dove, tra le altre vicende che lo vedranno protagonista, riceverà notizia del cosiddetto “massacro di Sétif”, una serie di brutali rappresaglie eseguite dall’esercito francese contro la popolazione civile algerina nel maggio 1945.

    Brossura, 17,5 x 25 cm. pag. 162 con varie foto b/n

    Stampato nel 2020 da Soldiershop

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    Una guerra navale fallimentare. Le operazioni della Regia Marina Italiana nel Mediterraneo nel periodo 10 giugno 1940 – 31 dicembre 1941

    29.00

    Francesco Mattesini

    Il libro è stato realizzato da Francesco Mattesini, sulla base delle introduzioni della sua collana Direttive tecnico operative di Superaereo, consistente in due volumi, ciascuno di due tomi, prodotti per conto dell’Ufficio Storico della Marina Militare, che coprono il periodo 1939-1941, con una esposizione di documenti scelti, in cui vi sono inseriti gli argomenti essenziali e importanti, per l’interesse degli storici e degli studiosi, senza menomarne troppo il contenuto; e ciò allo scopo di dare la visione di un quadro d’insieme molto dettagliato. Oltre ad essere stati selezionati dal copioso carteggio di Supermarina, il Comando Operativo dello Stato Maggiore della Regia Marina, custodito nell’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, i documenti sono stati integrati con elementi di grande rilevanza elaborati dai Comandi delle altre Forze Armate e dal Comando Supremo, reperiti dall’autore negli archivi degli Uffici Storici degli Stati Maggiori dell’Aeronautica e dell’Esercito, e che riportano gran parte degli scambi di corrispondenza tra tali Enti militari italiani e con l’alleato germanico che poi servirono per compilare i promemoria, gli studi operativi, e le più importanti direttive di carattere navale o strettamente legate alla guerra aero-navale. Sulla base di questi documenti l’Autore ha sviluppato gran parte dell’attività strategica e operativa navale guidata da Supermarina, espressa di propria iniziativa e su direttive del Comando Supremo, a cui per delega del Duce, Capo del Governo e Ministro della Guerra, spettava la direzione delle operazioni delle Forze Armate italiane. L’esposizione trattata è riferita, in particolare, alle operazioni che si ebbero, nel periodo 10 giugno 1940 – 31 dicembre 1941, nel Mediterraneo orientale, e quindi, come il lettore constaterà, soprattutto alla politica strategico-militare che si svolse in questo bacino del “Mare nostrum”, e che riguardò l’attività dei cacciatorpediniere e dei sommergibili italiani, impiegati nel contrasto alle missioni offensive della Marina britannica

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    Unbekannte Fuhrer. Hitler come non lo avete mai visto!

    23.00

    Fiumi di inchiostro sono stati versati per analizzare la figura di Hitler comandante e la sua filosofia, invece questo breve saggio – frutto di una avida ricerca nella vita privata di Hitler alla ricerca di curiosità, aneddoti e notizie poco conosciute – analizza il suo lato più intimo e personale, da piccolo borghese austro-bavarese, innamorato dei cuscini ricamati e dei mobili Biedermeier di dubbio gusto, di fiori e gerani che a iosa voleva sui davanzali, delle marcette militari e dei valzer di Strauss. Il tutto illustrato da foto poco conosciute o con inedite ricolorazioni che offrono un nuovo ritratto di un uomo che non beveva, non fumava, era gentile con i collaboratori e galante con le signore, non mangiava carne perché amava gli animali, ma al contempo attribuiva scarso valore alla vita dei singoli, fossero anche i suoi soldati e la sua gente, in vista del suo scopo primario che era quello di creare il grande impero tedesco.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 80 interamente illustrate con foto b/n e colori

    Stampato nel 2012 da Soldiershop

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    Uniforms distinction and other insignia of the Austro-Hungarian Army 1877-1897

    35.00

    Luca Stefano Cristini

    Per la prima volta in assoluto, il celebre trattato sulle uniformi dell’esercito austro-ungarico dell’Imperial-Regio (KuK) degli anni ’80 del XIX secolo, originariamente pubblicato da Moritz Rühl a Lipsia, è ora disponibile in traduzione inglese. Questa edizione non solo presenta il testo completo in inglese, ma presenta anche tavole a colori meticolosamente restaurate, garantendo la migliore riproduzione grafica possibile. Inoltre, l’appendice include una selezione di tavole pregiate e di grande valore storico della stessa epoca, dipinte da J. V. Kulas e F. Franceschini, nonché il secondo libro di Rühl: “Die Österreichisch-Ungarische Armee” (ante 1881/82). Queste fonti, tratte dalle tavole restaurate della Collezione Viskuezzen, offrono un’affascinante panoramica sulle uniformi e l’organizzazione dell’esercito imperiale.

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    Uniforms of European Armies during the Batavian Revolution: From the Amsterdam Civic Guard to foreign armies: French, Dutch, English, Austrian

    Il prezzo originale era: €39.00.Il prezzo attuale è: €25.35.

    Preceduta da una concisa ed illustrata presentazione del periodo storico esaminato, abbiamo in quest’opera una descrizione storica dell’abbigliamento e delle armi dei soldati della Rivoluzione Batava tramite immagini di due rare e stupende collezioni di stampe olandesi. La prima serie fu realizzata da S.G. Casten, ed è dedicata alle uniformi e alle armi della Rivoluzione Batava dal 1787 al 1795. La seconda (più piccola) collezione è un bel lavoro del grande pittore, disegnatore ed incisore olandese Jan Hendrik Langendijk, che ritrae i soldati della Repubblica Batava sino al 1806. Le riproduzioni si sono effettuate basandosi sulle copie originali conservate nell’Amsterdam Rijksmuseum. Possiamo qui ammirare le 79 tavole della prima serie e, della seconda,17 incisioni veramente magnifiche con le uniformi degli anni francesi della repubblica batava, dal 1799 al 1806.

    Brossura, 20 x 25,5 cm. pag. 124 illustrato con 100 tavole a colori

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2017 da Soldiershop

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    Uniforms of French armies 1750-1870 Vol. 2 – In the art of job

    29.00

    Sviluppo e complessità delle divise francesi (dall’epoca di Luigi XV al Secondo Impero di Napoleone III) attraverso gli occhi del grande artista Jacques Marie Gaston Onfroy de Breville, noto con lo pseudonimo Job (1858-1931). Serie di 3 volumi che comprende oltre 200 illustrazioni restaurate dalla maestrìa dell’autore e artista grafico. Meravigliosa documentazione pittorica dell’aspetto dei soldati francesi con il supporto di brevi saggi sulla storia militare della Francia.

    Brossura, 20,3 x 25,4 cm. pag. 84 completamente illustrato con tavole a colori

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2019 da Soldiershop

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    Uniforms of French armies 1750-1870 Vol. 3 – In the art of job

    29.00

    Sviluppo e complessità delle divise francesi (dall’epoca di Luigi XV al Secondo Impero di Napoleone III) attraverso gli occhi del grande artista Jacques Marie Gaston Onfroy de Breville, noto con lo pseudonimo Job (1858-1931). Serie di 3 volumi che comprende oltre 200 illustrazioni restaurate dalla maestrìa dell’autore e artista grafico. Meravigliosa documentazione pittorica dell’aspetto dei soldati francesi con il supporto di brevi saggi sulla storia militare della Francia.

    Brossura, 20,3 x 25,4 cm. pag. 84 completamente illustrato con tavole a colori

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2019 da Soldiershop

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