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Carlo Scorza – L’ultimo gerarca
€17.00Carlo Scorza (1897-1988) è stato, per soli cento giorni, il decimo e ultimo segretario del Partito Nazionale Fascista. Volontario nella Prima guerra mondiale, pluridecorato al Valor Militare, segretario federale di Lucca, deputato e consigliere nazionale, cade in disgrazia durante la segreteria Starace. Volontario in Etiopia, Spagna e Africa Settentrionale, nell’aprile del 1943 Mussolini lo nomina, all’improvviso, segretario nazionale del partito. Nei giorni che precedono il 25 luglio e durante l’ultima seduta del Gran Consiglio del Fascismo, mantiene comportamenti confusi, se non ambigui, tra il gruppo di Grandi, gli estremisti di Farinacci e lo stesso Mussolini. In seguito fa atto di sottomissione al governo Badoglio e per questo viene processato per tradimento. Arrestato a Gallarate, nei giorni della “Liberazione”, riesce a riparare in Argentina. La sua lunga e intensa vita viene ripercorsa per la prima volta in questo volume: eroe di guerra o violento ras di provincia, fedelissimo di Mussolini o traditore del fascismo, con lui rivive un intero ventennio della nostra storia recente, dallo squadrismo alla Marcia su Roma, dalla guerra alla caduta del Regime.
Brossura 14 x 21 cm. pag. 238 + 14 pagine fuori testo con foto b/n
Stampato nel 2010 da Mursia
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Divise del P.N.F.
€40.00Per la prima volta nel dopoguerra vengono pubblicate le disposizioni ufficiali del Partito Nazionale Fascista sulla composizione e l’utilizzo delle divise del partito. Ogni disposizione è accompagnata dalla riproduzione a colori del figurino originale dell’Istituto Nazionale della Moda di Torino. nella visione totaliatria propria del Fascismo, l’apparato organizzativo non poteva logicamente prescindere dall’uniforme. Erano pertanto previste divise maschili e femminili, estive ed invernali, sportive e da cerimoni (anche per l’Africa italiana e i possedimenti dell’Egeo), stabilite per ogni ordine e grado degli iscritti: dal Segretario del Partito ai componenti sdel Gran Consiglio, dai G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti) ai Figli della Lupa, dagli ufficiali medici ai Cappellani militari, dagli Avanguardisti ai Balilla, dai Segretari dei Fasci Italiani all’Estero agli atleti e ai dirigenti del C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), ai Capisquadra e graduati della M.V.S.N. (Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale), fino alla Gioventù Italiana del Littorio.
Rilegato, 21,5 x 30,5 cm. pag. 144 pagine interamente illustrate a colori
Stampato nel 2003 da Ritter Edizioni
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Ettore Muti – La vita e l’azione di un eroe dimenticato
€25.00Eroe a 15 anni durante la Grande Guerra, diverrà il soldato più decorato d’Italia, partecipando ad ogni avvenimento bellico della sua epoca. Muti incarna completamente l’immagine dell’uomo d’azione, del combattente senza macchia e senza paura. Pretende sempre il massimo dai mezzi aerei che pilotava, guadagnandosi in questo modo l’ammirazione dei suoi comandanti e il rispetto degli avversari. Durante l’anno che è segretario del PNF, introduce anche nel partito il suo attivismo e la sua intraprendenza, rinnovandolo quasi del tutto dopo l’era Starace. Si rende interprete con la sua squadriglia di imprese memorabili, diventa un mito vivente, rispettato e ammirato da tutti anche dopo la caduta del fascismo. Viene ucciso proditoriamente durante i 45 giorni del governo Badoglio, atto che contribuirà ulteriormente ad avvolgere ancorra più di leggenda la sua figura.
Brossura 17 x 24 cm. pag. 140 con circa 15 foto b/n
Stampato nel 2011 da Grafica Ma.Ro
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L’arena del Duce – Storia del Partito Nazionale Fascista a Verona
€28.00Niente cannibalismo e niente politica” era la frase che amava ripetere il federale Giuseppe Frediani, giunto alla guida della federazione fascista veronese nel maggio 1934. Un motto semplice, schiettamente fascista, che nella sostanza riassumeva i nuovi sistemi di gestione del partito voluti da Mussolini e da Achille Starace, tesi a eliminare ogni residuo di politica liberal-democratica che minacciava di riproporsi, nel sistema a partito unico, come “cannibalismo” e “lotta di fazione”. La vicenda del Fascio scaligero, detto anche “Terzogenito” perché nato dopo quelli di Torino e di Genova, fu infatti caratterizzata dal “beghismo” e da lotte intestine al partito e prese corpo nelle piazze della città e della provincia veronese, uscite esangui dalla prima guerra mondiale per merito di uno sparuto gruppo di diciannovisti, fascisti della prima ora, che accolsero e imposero con la forza il verbo mussoliniano. Da lì gli eventi si dipanano passando attraverso la fascistizzazione della società e le dinamiche del consenso. Un consenso plasmato da una classe dirigente periferica rissosa, talvolta corrotta, spesso incapace e arrivista, che fece scempio delle fragili strutture dello Stato liberale.
Brossura, 14 x 21 cm. pag. XXIII + 295
Stampato nel 2016 da Donzelli