Pagine ribelli. Vol. 2

pensiero politico

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    Pagine ribelli. Vol. 2

    18.00

    Dominique Venner

    Né la biografia né la bibliografia di Dominique Venner sono sufficienti a dipingere un ritratto completo della sua straordinaria personalità: occorreva qualcosa che ci restituisse i suoi riferimenti ideali, che fotografasse la sua interiorità e il suo universo mentale, che ci dipingesse le figure della sua mitologia personale. Il “samurai d’Occidente”  era come una spada con due lame: il suo lavoro da una parte, la sua vita dall’altra. Entrambe, riportate alla loro coerenza originaria, esprimono una potenza solare: è questo, tra gli altri, lo scopo delle “Pagine ribelli”. Il presente volume – che copre il periodo dal 1982 all’agosto 1991, in un continuo rimando agli anni giovanili – è solo il secondo di una lunga serie.

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    Paperino reazionario – Nuove note sull’ideologia di Walt Disney

    15.00

    Walt Disney non è stato, come per molto tempo si è creduto, un generico e caramelloso intrattenitore dell’infanzia. Al contrario, è stato un artista dotato di un notevole spessore e con una precisa visione culturale. Ciò è evidente soprattutto nei lungometraggi animati, ma non mancano spunti anche nei corti e nei fumetti. Questo testo, che segue idealmente un anteriore e analogo lavoro dell’autore, dà conto del dibattito interpretativo sull’opera disneyana svoltosi negli ultimi quindici anni, inclusa la ripresa di importanti letture precedenti. Si occupa così criticamente, per il passato, delle visioni di artisti come Ejzenstein e Dalì, nonché di quelle di pensatori come Benjamin e Adorno; per il presente, commenta tra gli altri le tesi di studiosi come Andrae, Ciotta e Giorello. Non mancano spunti polemici, che vivacizzano l’insieme.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 160

    Stampato nel 2017 da L’arco e la Corte

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    Patria o Muerte – Castro Guevara e le origini nazionaliste della rivoluzione

    15.00

    Ernesto Che Guevara e Fidel Castro hanno da sempre incarnato nell’immaginario internazionale lo spirito proprio di una rivoluzione – nazionalista, sociale e contadina – nata per sanare le ingiustizie e ripristinare i diritti e, soprattutto, dimostrare al mondo che la dignità di un popolo non ha prezzo. Queste pagine consentono di rileggere con occhi differenti le numerose vicende che hanno segnato profondamente la vita di uomini che, per amore della propria nazione e della giustizia negata, hanno ritenuto importante battersi incitando il proprio popolo alla ribellione. La rivoluzione cubana viene così presentata sotto una diversa angolatura, rispondendo ai tanti interrogativi di chi vuole comprendere uno degli eventi contemporanei più singolari che è riuscito a suscitare tante speranze e passioni non solo in America Latina.

    Brossura, 13,5 x 21,5 cm. pgg. 98

    Stampato nel 2014 da Edizioni Ritter

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    Pensiero armato. Gli scritti di Terracciano in “Orion” Vol 2

    28.00

    Sono passati gli anni, rispetto ad alcune previsioni contenute in questi editoriali di “Orion”, si possono fare alcune osservazioni. Il Mondialismo inteso come “governo mondiale politico” non ha realizzato il suo obbiettivo. Ciò che invece ha realizzato un pieno successo è stato il complesso “commerciale-economico-finanziario” che chiamiamo “globalizzazione”, conseguita di pari passo con la “sterilizzazione” della potenzialità islamica che negli anni ’80-’90 era legittimo pensare potesse avere un ruolo da giocare per arginare la conversione dei valori. Nelle pagine di “Orion” il mondialismo è presentato come un’ideologia, un progetto, una tendenza parte integrante di progetti variamente formulati da diverse organizzazioni tra di loro alleate e concorrenti al tempo stesso; si afferma che il Governo Mondiale è un progetto perseguito e non realizzato; che comunque queste organizzazioni hanno un potere enorme e controllano diversi Paesi attraverso mezzadri insediati nei governi, attraverso l’alta finanza, il sistema bancario, il sistema creditizio, l’infiltrazione in organismi come l’Onu, il Gatt, l’Unicef etc.; esse controllano inoltre la totalità dei mezzi di informazione e cercano di agire in modo discreto per plasmare menti e condizionare caratteri; lavora per lo sfruttamento intensivo del Terzo Mondo; lavora attraverso il controllo geopolitico, geofinanziario, geoenergetico; lavora per distruggere culture e popoli, per omologare, omogeneizzare, appiattire, uniformare.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 392

    Stampato nel 2020 da A.G.A.

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    Pensiero Politico – Dall’aquila imperiale alla bandiera rossa

    33.00

    Che dire di questo “potente” volume… Un avventura lunga una vita imperniata nel periodo imperiale zarista …Gioie e lacrime, sangue e sudore… Un mondo sicuramente in decadenza, ma perniato ancora di alti valori, un mondo nuovo che nasce… In mezzo un uomo fedele al suo giuramento, al suo Zar, ad un’epoca e ai valori ai quali è stato educato, ai valori con cui si è formato. Krassnoff in questo fantastico volume è riuscito a fare di piu del suo eroe nel libro, la sua stessa vita è stata messa in discussione piu volte, il suo onore no, Mai.

    2 Volumi in brossura, 13 x 18 cm. pag 298 + 284

    Stampato nel 1974 da Salani

    Condizioni del libro: usato in ottime condizioni con cofanetto in cartoncino. Dedica con pennarello e alcuni ritagli di giornale al suo interno

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    Pensiero Politico – Il tramonto dell’occidente

    55.00

    Il peso culturale de “Il Tramonto dell’Occidente”, più che la sua effettiva incidenza politica, nell’Europa degli anni venti è difficicilmente paragonabile a quello di altre opere storiche e filisofiche. Il lavoro si configura come un’immensa costruzione ideologica e mitologica, in cui una selva di dati è organizzata per rendere salienti le strutture cicliche della storia universale. Una storia di cui l’Autore, tenta per la prima volta, una “prognosi”. “Ci si e proposti – così egli introduce il libro – di predire il destino di una civiltà e, propiamente, dell’unica civiltà che oggi stia realizzandosi nel nostro pianeta, la civiltà euro-occidentale e americana, nei suoi stadi futuri”. Accolse con iniziale simpatia l’avvento del nazionalsocialismo, ma ben presto mostrò freddezza verso Hitler e il nuovo regime.

    Rilegato, 13 x 19,5 cm. pag. 1513

    Stampato nel 1981 da Longanesi

    Condizioni del libro: usato in perfette condizioni

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    Pensiero Politico/Antiche Civiltà – Origini Della Razza Italiana. Fondamenti Della Politica Razzista

    59.00

    Dall’introduzione di Giuseppe Petronio: “L’Europa di oggi volge il suo sguardo verso la purezza etnica e la potenza demografica in ogni sua nazione, e può essere considerata la continuazione e lo sviluppo di quegli avvenimenti che nel secolo scorso condussero alla formazione degli stati nazionali. Dopo la Prima Guerra Mondiale, risorsero a vita indipensente altri paesi che prima facevano parte di stati multinazionali: l’Ungheria, la Finlandia, la Jugoslavia. E oggi le nazioni e gli stati ricostituiti, tendono a liberarsi da elementi che potevano essergli estranei, tendono a risvegliare i caratteri etnici e spirituali dei suoi popoli e arrchirli di nuove energie, a curare con ogni prevvidenza che siano più sani e più forti e più compatti possibile, ricchi di energie vitali, freschi di giovani forze che ne raccolgono e ne trasmettono nei secoli il patrimonio e lo spirito.

    Rilegato, 12,5 x 17,5 cm. pag. 304

    Stampato nel 1941 da Istituto Per Gli Studi Di Politica Internazionale

    Condizioni del libro: usato in ottime condizioni

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    Per una critica positiva – Scritti di lotta per i militanti

    10.00

    “Per un critica positiva” è un vero e proprio manuale del rivoluzionario, il “Che fare?” della galassia identitaria. Nel testo, scritto in carcere da Dominique Venner, l’analisi storica si mescola alla lucidità pragmatica: sono passate in rassegna tutte le esperienze rivoluzionarie, al fine di elaborare un’efficace teoria della lotta e una nuova coscienza del soldato politico. I riferimenti sono netti e qualificanti: il richiamo alla disciplina e alla tenuta interiore, la centralità della Formazione e della dottrina ideologica, l’urgenza di costruire un’organizzazione strutturata ed efficiente, la volontà di edificare una Comunità organica di popolo. Orientamenti profondi e ancora attualissimi, che indagano e colpiscono le manchevolezze di un’area “nazionale” impreparata e improvvisata: il rischio del tribalismo e della frammentazione, l’assenza di Capi e di regole, il persistere di atteggiamenti caricaturali e di miti incapacitanti, la cedevolezza dinanzi alle lusinghe e alla repressione del sistema. Venner suggerisce una via, oltre la palude delle illusioni democratiche, dei dogmi progressisti e delle tentazioni liberal-capitaliste: il riscatto della Civiltà europea.

    Brossura, pag. 110

    Stampato nel 2018 da Passaggio al Bosco

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    Pierre Drieu La Rochelle

    15.00

    Pol Vandromme

    La biografia di un autore maledetto, che qualcuno ha definito il «fratello europeo di Francis Scott Fitzgerald». Uno scrittore tormentato che, invece di volgersi a una ricerca interiore, si è gettato nell’agone politico che, nel 1945, si concluse con il suicidio

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    Platonismo politico

    18.00

    Attraverso una serie di saggi e una lunga intervista, Aleksandr Dugin sottopone a una radicale decostruzione la filosofia politica moderna, rintracciandone i fondamenti metafisici e mostrandoci l’esistenza di un’altra possibilità. Il mondo circostante non è il solo possibile e la mondializzazione non è un destino ineluttabile. Dugin ci dischiude il percorso attraverso cui superare la palude stigia della Diabolopoli postmoderna – l’anti-polis le cui trame non conducono «alla sorgente unificata (simballo, in greco “unificare”) ma a divisione, corruzione, decomposizione, entropia e dispersione (diaballo, da cui diavolo, in greco “dividere”, “disunire”) – per fare approdo a Platonopoli, motore immobile della Storia e diaframma del cosmo.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 192

    Stampato nel 2020 da A.G.A.

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    Prolegomena sul patriottismo

    23.00

    Preambolo di Franco G. Freda. Questo volume si propone d’esaminare alcune importanti questioni preliminari relative al problema della patria e di mettere in rilievo alcuni criteri e fenomeni concomitanti del sentimento patriottico. Il libro si articola in quattro sezioni: il mito della patria; amor di patria e sentimento del focolare domestico; la sociologia dello straniero; la sociologia delle canzoni nazionali. L’Autore, sociologo tedesco naturalizzato italiano (Colonia 1876 – Roma 1936), fu professore di economia politica a Basilea (1914-18), e dal 1929 professore a Perugia. Sulla scia degli studî di Pareto e Mosca, approfondì la sociologia del partito politico in età moderna. Gli si deve la cosiddetta legge ferrea dell’oligarchia, punto d’arrivo dei suoi studî sul processo di formazione delle élites. Attraverso i suoi studi, sviluppò un atteggiamento sempre più pessimistico sulle possibilità di un autogoverno democratico, e si avvicinò, quindi, al fascismo.

    Brossura 14,5 x 21,5 cm. pag. 291 + IX

    Stampato nel 2011 da Edizioni di Ar

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    Psicologia delle folle

    10.00

    Gustave Le Bon

    «I veri sconvolgimenti storici non sono quelli che ci empiono di stupore per la loro vastità o violenza. I soli cambiamenti importanti ‘ quelli che consentono il rinnovarsi delle civiltà ‘ avvengono nelle opinioni, nei concetti e nelle credenze… Mentre le antiche credenze barcollano e spariscono, e le vetuste colonne della società si schiantano a una a una, la potenza delle folle è la sola che non subisca minacce e che veda crescere di continuo il suo prestigio. L’età che inizia sarà veramente l’era delle folle… La conoscenza della psicologia delle folle costituisce la grande risorsa dell’uomo di Stato che voglia non dico governarle (cosa divenuta ormai ben difficile), ma almeno non essere da esse interamente governato.» Pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1895, Psicologia delle folle seppe cogliere i primi segnali dell’entrata in scena di un nuovo attore sociale: la folla, soggetto e oggetto di un nuovo operare politico.

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    Putin contro Putin

    22.00

    Questo libro contiene riflessioni sulla Russia, il suo governo, la sua politica e i suoi problemi […]. È un ininterrotto, benché emotivo, flusso di riflessioni, valutazioni filosofiche e note disparate, tenute insieme da una preoccupazione decisa e accorata per il destino della Madrepatria, della Grande Russia, e del nostro incredibile e misterioso popolo, per il quale provo uno sconfinato amore e una infinita preoccupazione dal profondo del mio cuore. […] Ciò che veramente conta è questo confronto tra il conflitto terrestre e la luce abbagliante delle idee astratte

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 382

    Stampato nel 2018 da Aga Editore

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    Quale progresso? Come lasciarsi alle spalle un’ideologia

    16.00

    Lord Northbourne

    Convinta dell’essenziale bontà del progresso, gran parte dell’umanità è decisamente coinvolta nel proteiforme culto del cambiamento. In effetti i presupposti che sono alla base dell’ideologia progressista non sono mai stati messi seriamente in discussione, né minimamente divulgati. Nel presente saggio l’autore pone la questione da vari punti di vista. La penetrante chiarezza e freschezza delle immagini presentate al lettore non potranno che contribuire a una migliore e provvidenziale comprensione dell’illusoria fede nel progresso, sia nelle sue origini che nelle sue tendenze contemporanee.

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    Quel braccio alzato. Storia del saluto romano

    20.00

    Massimo Arcangeli

    La storia del saluto romano è, in realtà, la storia di un saluto che romano non è. Le sue origini risalgono alla rinascita della tradizione greco-latina in epoca neoclassica, di cui il dipinto di Jacques-Louis David, dove tre Orazi romani giurano con determinazione mostrando il loro braccio destro teso, è l’esempio più celebre. Secoli dopo, in un impeto antiborghese, Mussolini ordina di abbandonare la tradizionale stretta di mano a favore del saluto a braccio teso. Un gesto che da quel momento attraversa le piazze e scuote le folle, non solo italiane. Massimo Arcangeli ricostruisce la storia del saluto fascista analizzando la simbologia e la politica linguistico-culturale del Ventennio, comparando le con quelle della dittatura nazista. Una storia che, tra aquile, parate e camicie nere, non è mai stata dimenticata dai militanti di estrema destra oggi al potere, tornati a rialzare prepotentemente la testa, e il braccio.

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    Qui Ezra Pound – Pagine poundiane nella RSI

    18.00

    “Quel che ci vuole per fare la repubblica sul serio, è un battaglione degli INFORMATI, cioè di coloro non idonei al servizio militare o non richiamati, che farebbero la guerra ideologica con un ardore pari a quello degli eroi, non contentandosi del PRESSAPOCO, non insabbiandosi nella pigrizia, nell’ignoranza sulla natura della Rivoluzione, nell’incidenza del Fascismo nel processo storico, nella posizione ideologica del nemico”. Casi scrivevo Ezra Pound il 23 Aprile del 1944 su Il Popolo di Alessandria, una delle testate dove il poeta americano conduceva la sua battaglia in favore dello Repubblica Sociale Italiana creata do Mussolini dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943. Pound, da sempre sostenitore del Fascismo, dette senza sosta il suo contributo alla Repubblica Sociale Italiana, pagato poi o durissimo prezzo nel dopoguerra con un internamento durato tredici, lunghissimi anni. Articoli. Poesie. Note, Manifesti. Opuscoli. Traduzioni. Saggi. Una produzione febbrile, solo in porte recuperata alla fine della guerra.

    Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 202

    Stampato nel 2017 da Eclettica

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    Revolution

    17.00

    Che cosa serve per fare la rivoluzione? Ripulire il passato dai falsi miti, conoscere e analizzare il presente, slanciarsi verso il futuro. Ecco cosa si trova all’interno di Revolution, un testo che affronta tutti questi passaggi, fornendo i migliori strumenti per comprendere la realtà che ci circonda e poter ribattere a chiunque sia vittima di una narrazione a senso unico. Da una puntuale analisi dei primi decenni del Novecento, alla fotografia attualizzante dell’oggi con i suoi problemi da affrontare e risolvere, per giungere, infine, a una completa strategia d’azione per preparare la rivoluzione di domani

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    Romanticismo politico

    23.00

    Carl Schmitt

    Pubblicato a Monaco nel 1919, «Romanticismo politico» è uno dei libri più rilevanti e controversi di Carl Schmitt. Nel confrontarsi con il romanticismo, la corrente di pensiero e di letteratura che è ancora oggi parte costitutiva dell’autocoscienza della Germania, il giurista tedesco legge il fenomeno culturale alla luce delle categorie combinate di mediazione e immediatezza, di soggetto e oggetto, di esperienza vissuta e forma, realizzando un incrocio azzardato e affascinante fra letteratura, filosofia e politica. È l’opera di un autore poco più che trentenne, che si dimostra tuttavia già studioso maturo, capace di sviluppare e concludere un rapporto antagonistico col proprio tempo.

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    Russofobia – Mille anni di diffidenza

    22.00

    “La Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro un enigma”, affermava Churchill nel 1939. Ma l’Occidente ha mai provato davvero a risolvere questo rompicapo? È l’oggetto osservato a essere imperscrutabile, o sono forse gli occhi dell’osservatore a essere offuscati? Partendo da Carlo Magno, fino ad arrivare alla recente crisi ucraina, Guy Mettan ricostruisce le linee di forza religiose, geopolitiche e ideologiche di cui si nutre la russofobia europea e americana. Attraverso una discussione critica delle fonti mette in luce le debolezze e le mistificazioni del pregiudizio che ancora oggi porta l’Occidente a odiare l’orso russo e a temere il suo presunto imperialismo. “Oggi – sostiene Mettan – il mistero russo non esiste più, poiché le informazioni sono disponibili, per tutti coloro che vogliano decifrarle”.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 400

    Stampato nel 2016 da Sandro Teti Editore

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    Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane

    28.00

    Per l’autore il fattore degenerativo dominante del mondo occidentale è la confusione delle razze; ciascuna di loro differisce dalle altre non tanto per fisionomie quanto per strutture e dinamiche psichiche, le quali esercitano diretta influenza sulle forme politiche.

    Brossura, 14,5 x 21,5 cm. pag. 306

    Stampato nel 2016 da Ar

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    San Pietro (1957)

    15.00

    Ernst Junger

    “Di isole si potrebbe raccontare molto e nel farlo l’inizio riesce più facile della fine”. Così l’incipit di San Pietro dove a Junger è invece “riuscito” molto facile raccontare dall’inizio alla fine l’isola che ha tanto amato. Lo ha fatto con il suo inconfondibile stile di narratore incline alla filosofia e al fascino della natura. In San Pietro questo e quella si confondono e si fondono in un tutt’uno, in un trasognato ma lucido discorso. L’isola di San Pietro e Carloforte, suo unico centro abitato, con il loro paesaggio e le loro tradizioni si incastrano perfettamente, anzi sembrano fatte appositamente per le indagini e le riflessioni jungheriane. Così è per le persone che incontra sull’isola, alle quali attribuisce uno pseudomino (salvo poi indicarle in altri lavori come per l’oste Ambrosio con Damico, che è il suo vero nome). Così è quando assiste ad uno spettacolo teatrale, quando presenzia al varo di una imbarcazione o quando partecipa, non manualmente ma con la mente e lo spirito, ad una mattanza. Ed è ancora così quando esplora l’isola e si lascia andare libero alle sue speculazioni visionarie e profetiche insieme perché “sono pochi i posti nel nostro continente che danno una sensazione di solitudine pari a quella che si gode qui”. San Pietro di Ernst Junger, che per la prima volta viene tradotto in italiano, è come un antico reperto archeologico, un piccolo tesoro ritrovato.

    Brossura, 15,5 x 23 cm. pag. 68 con 2 foto b/n

    Stampato nel 2015 da Lupetti Editore

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    Santa giusta umanitaria – La guerra nella civiltà occidentale

    13.00

    Plurimillenaria, spesso appassionata, talora sofferta ma sempre rigorosa, è la riflessione sulla guerra: poderosi (e ponderosi) sistemi speculativi sono stati innalzati per giustificare sotto il profilo giuridico e politico il ricorso alle armi. Ai nostri giorni i tentativi di afferrare concettualmente il fenomeno bellico e inserirlo in schemi politico-giuridici si sono moltiplicati e amplificati. Il terrorismo internazionale si diffonde come un virus geneticamente mutato: siamo di fronte all’epidemia di un male che non sembra riconducibile alla – pur tragicamente variegata – esperienza delle guerre. Ma la follia omicida prosegue la sua corsa e il suo corso lungo il medesimo solco antropologico scavato da interrogativi e questioni antiche. Dunque, per acquisirne consapevolezza sarà più che opportuno, necessario, rintracciare e ritracciare almeno alcuni dei principali tratti, snodi, tornanti di un itinerario che, nel bene e nel male (o tra Bene e Male), ha dato forma alla nostra civiltà.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 170

    Stampato nel 2015 da Salerno Editore

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    Schmitt

    16.00

    “La guerra di Stati non è né giusta né ingiusta: è un affare di Stato, e in quanto tale non le occorre esser giusta. Ordo hoc non includit. Lo Stato ha il proprio ordine in se stesso, non fuori di sé. Al diritto internazionale fondato sugli Stati inerisce pertanto necessariamente un concetto di guerra non discriminatorio, che non distingue, nel diritto internazionale, un giusto e un ingiusto.” (Carl Schmitt)

    Brossura 13 x 21 cm. pag. 182

    Stampato nel 2012 da Carocci

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    Scontro con Ferdinando Camon

    9.00

    Riproduzione dell’ ntervista di Freda a Camon, stampata nel 1987 dall’associazione culturale “L’aratro” di Battipaglia. Solo il titolo è stato modificato da quell’edizione curata da Camon, togliendo il prefisso in di “incontro”.

    Brossura, 14,5 x 21,5 cm. pag. 44

    Stampato nel 2019 da Ar

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    Scritti sul ’68

    15.00

    Il cinquantenario del ’68 ha fatto riemergere il periodico impulso alla celebrazione di quell’evento. In qualche caso esso ha coinciso con un nostalgico “come eravamo” degli invecchiati contestatori di ieri, ma poi inseritisi perfettamente nei gangli vitali del sistema. Ad essi si sono aggiunti i paralleli rimpianti per ciò che avrebbe potuto essere e non fu di qualche antico contestatore di destra. Per questi ultimi l’idea era quella di una spallata destra-sinistra contro il sistema. Gli scritti di Julius Evola apparsi in quel periodo sulle testate nazionali, che qui si offrono, stroncano senza mezzi termini il fenomeno ribellistico; ne colgono il senso ultimo come rivoluzione del nulla. Evola rigetta anche le posizioni dei cosiddetti “nazi-maoisti”. L’antologia è integrata dai coevi interventi di giornalisti e intellettuali come Giano Accame, Mario Tedeschi e Adriano Romualdi. Essi consentono di inquadrare il ruolo critico di Evola all’interno di un mondo, quello della destra, diviso inizialmente tra attrazione e repulsione per la novità studentesca. Postfazione di Manlio Triggiani.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 130

    Stampato nel 2019 da L’arco e la Corte

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    Scritti sulla guerra (1745-1748)

    12.00

    Il volume raccoglie gli scritti di David Hume sulla guerra: “L’insurrezione giacobita del 1745 e la difesa del prevosto di Edimburgo”, “L’incursione britannica del 1746 sulla costa francese” e “La spedizione del 1748 presso le corti di Vienna e Torino”. I primi due fanno luce sulla guerra civile e sul conflitto Inghilterra-Francia, mentre il terzo riproduce integralmente un diario di viaggio tra le capitali europee settecentesche in tempo di guerra. Tali testi, da cui emerge lo sguardo realista e a tratti ironico di Hume sulla “miserabile guerra”, si collocano in una fase decisiva per lo sviluppo del suo pensiero politico e ci consegnano una figura inedita del filosofo come cultore dell’arte bellica, esperto di strategie militari, ufficiale amico di generali e ministri, osservatore acuto delle personalità dei sovrani e delle dinamiche internazionali.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 112

    Stampato nel 2017 da Mimesis

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    Scrittori militari italiani dell’età moderna. Dizionario bio-bibliografico 1410-1799

    75.00

    Virgilio Ilari

    Frutto di una ricerca decennale, il dizionario comprende un’ampia introduzione e circa 1600 voci in ordine alfabetico per autore, composte da un profilo biografico essenziale, con rinvii alla più re­cente bibliografia, seguito dal dettagliato elenco delle singole opere e delle singole edizioni e traduzioni. Il dizionario è inoltre corredato da 3 tabelle, 6 quadri sinottici per aeree geopolitiche e per materia, e da 140 tavole a tutta pagina e illustrazioni nel testo. Sono inclusi trattati militari scritti o tradotti in Italiano o stampati in Italia, nonché traduzioni o edizioni estere di trattati italiani: • Storia politica e militare, biografia, memorie • Ragion di stato e di guerra e arte della guerra • Trattati militari greci, romani e bizantini • Disciplina militare • Artiglieria, pirotecnica, balistica, meccanica, • Fortificazione e architettura militare • Navigazione, marina, arte militare navale • Geografia e cartografia • Etica militare e catechesi cattolica • retorica e letteratura bellica e militare • Scienza cavalleresca, duello, scherma, ippologia.

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    Seconda Guerra Mondiale – L’occidente contro l’Europa

    34.00

    Con questo libro – per la prima volta nella storiografia europea – il tema della dominazione statunitense e sovietica sul nostro continente viene affrontato in maniera completa e senza alcuna interessata reticenza. Ne vengono infividuati l’origine, il consolidamento e le conseguenze più negative sulle istituzioni e sul costume europei. Il panorama storico è come visto dall’alto, così da risultare nittido e senza fratture. Gli eventi tra le due guerre e quelli successivi sono riesaminati e seguiti nel loro lineare sviluppo. Il collegamento tra le vicende del passato e l’odierna realtà geopolitica europea (ci si riferisce a metà degli anni ottanta) – collegamento che, pesanti condizionamenti culturali cercano sistematicamente di escludere – è puntualmente dimostrato.

    Rilegato, 15 x 22 cm. pag. 386

    Stampato nel 1985 da Edizioni dell’Uomo Libero

    Condizioni del libro: usato in perfette condizioni con sovracopertina. Quest’ultima presenta una lieve imperfezione in basso.

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    Seconda Guerra Mondiale – La nemesi del potere. storia dello Stato Maggiore tedesco dal 1918 al 1945

    35.00

    In assoluto l’esame più approfondito esistente sul ruolo svolto nella vita politica (e sociale) dall’esercito tedesco tra il 1918, termine del primo conflitto mondiale e il 1945, anno che segna la disfatta della germania nazionalsocialista, sopraffata dall’alleanza tra il blocco capitalista e quello comunista. Un’opera che per vastità di ricerca, raccolta di notizie, solidità di costruzione, rigore narrativo, rimarrà un punto di sicuro riferimento per chiunque vorrà approfondire la storia dei rapporti tra potere politico e potere militare nella Germania della Repubblica di Weimar e nella Germania del Terzo Reich.

    Brossura, 14 x 22 cm. pag. 658

    Stampato nel 1967 da Feltrinelli

    Condizioni del libro: usato in buone condizioni

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    Sessantottismo – Radici ebraiche di una devastazione

    18.00

    Se mai ci fu nella storia una rivoluzione i cui obiettivi vennero per la maggior parte realizzati, questa è rappresentata dai moti studenteschi e politici che possiamo raggruppare sotto il termine “Sessantotto”, che però mostrò – ai più diffidenti ed avveduti – tutta l’eterogenesi dei suoi fini e tutto il suo fallimento politico, tanto da far sospettare che dietro ai protagonisti di quegli eventi e alle masse giovanili ci fossero una precisa volontà di destabilizzazione geopolitica ed una longa mano di persone fisiche, portatrici di un progetto di distruzione delle nazioni europee. Il presente volume non vuole tracciare la storia di quella callida “utopia”, né la parabola dell’involuzione dei suoi attori nell’individualismo di massa, nella droga, nel sesso, nel disimpegno, nel fricchettonismo, nella resa al Sistema profumatamente pagata anche con cariche istituzionali. Né vuole ricordare i gruppi “fascisti” davvero contestatori del Sistema fin dalle sue radici ideali, ridotti al silenzio dall’onnipresenza manesca del Sessantottismo, dall’infantilismo dei loro “capi”, dalla repressione politica. Il volume vuole invece mettere in evidenza chi ha illuso la disgraziata gioventù del 1968 consegnandola alla tirannia del più bieco liberalcapitalismo.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 210

    Stampato nel 2014 da Ritter

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    Sismografie. Ernst Jünger e la Grande Guerra

    16.00

    a cura di Giuliana Gregorio – Sandro Gorgone

    L’imprescindibile riflessione di Ernst Jünger sulla Grande Guerra è ritornata al centro del dibattito degli studiosi a partire dalla pubblicazione, avvenuta nel 2010, dei suoi diari di guerra originari. In questo scarno giornale di bordo, Jünger, come un sensibilissimo sismografo, registra il ritmo incalzante delle battaglie e delle marce militari e quello dilatato e quasi surreale delle veglie di guardia notturne, la monotonia e il degrado della vita in trincea e l’inferno di sangue e acciaio della “guerra di materiali”, in cui non solo si consumavano i sogni e la vita di intere generazioni di europei, ma vacillavano le stesse fondamenta di un mondo e di una cultura.

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    Socialismo. Fascismo. Europa

    20.00

    Pierre Drieu La Rochelle

    «La più importante raccolta degli scritti politici di Drieu a cura di Jean Mabire. Un altro autore francese che ci trasmette uno stesso messaggio europeo è Pierre Drieu La Rochelle. Drieu non è stato soltanto un romanziere; ma uno scrittore politico, forse il più lucido testimone dell’esperienza europea del fascismo. È perciò che invitiamo a rileggere l’antologia politica di Drieu curata da Jean Mabire, da cui il lettore può trarre un quadro completo della fede e della passione di questo autore. Fede nell’Europa, per cui Drieu si fece propagandista del nuovo ordine hitleriano, e tragica passione di chi vede il suo sogno infranto e l’Europa distrutta.

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    Soggetto Radicale – Teoria e fenomenologia

    28.00

    Una rivolta contro il mondo post-moderno: così potrebbe essere definito questo libro, manualetto per orientarsi in una realtà che ha travolto i sistemi di riferimento tradizionali, gettando l’umanità in un mondo liquido e spersonalizzato. Il post-moderno fa a pezzi i princìpi moderni, che, a loro volta, sono la negazione del mondo della Tradizione. Nasce così la società dei cyborg, della dissoluzione, della pandemia del gender, della virtualizzazione delle esistenze. Qui tutto è “post”: post-scienza, post-umano, post-politica… Il post-moderno è l’apocalisse dei popoli, l’ultimo atto della civiltà, la Grande Mezzanotte dell’Essere. Per reagire a questo stato di cose, è fallimentare affidarsi a vecchi valori, resuscitando princìpi che hanno dichiarato bancarotta, messi al bando dalla necessità della Storia. Nasce proprio da questa consapevolezza l’idea di un Soggetto Radicale, che si manifesta quando tutto sembra perduto, facendo capolino solo alla chiusura dei cicli. Versione “aggiornata” dell’Uomo differenziato, protagonista di Cavalcare la tigre di Julius Evola, il Soggetto Radicale è un Sole che si accende nel cuore della notte, quando il ricordo della Tradizione è completamente svanito, quando la post-modernità trionfa ovunque. Solo allora si manifesta, alchimia della Fine dei Tempi, nonché promessa di un Nuovo Inizio.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 432

    Stampato nel 2019 da A.G.A.

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    Solstizio d’inverno. Dialoghi alla luce del Sole di Mezzanotte

    18.00

    AA.VV.

    Il libro è suddiviso in due parti. La prima si compone della trascrizione del simposio tenutosi la notte del solstizio d’inverno 2020, un dialogo filosofico che ha ruotato attorno al concetto del Sole di Mezzanotte con uno sguardo prospettico sulle dinamiche innescate dal ciclo della post-modernità. Proprio per affrontare tale fase il filosofo russo Aleksandr Dugin ha indicato e descritto la via per conseguire un radicale affrancamento da questo ciclo mortifero, definendo altresì la figura che questo compito può assolvere: il Soggetto Radicale. La conversazione a cinque voci – oltre ad Aleksandr Dugin, Rainaldo Graziani, Lorenzo Maria Pacini, Andrea Scarabelli, e Luca Siniscalco – ha delineato alcune coordinate teoriche utili alla realizzazione del Soggetto Radicale, non solo per salvarlo dalle mortifere spirali del ciclo, ma anche e soprattutto per renderlo attivo di fronte alle tenebre calate sull’intera umanità. La risoluzione del duello fra la luce (solare) e le tenebre trova piena manifestazione nella simbolica ritualità che fin dai primordi l’uomo ha celebrato vegliando, attorno al fuoco, la notte del solstizio d’inverno; ed è per questa ragione che proprio in tale ricorrenza si è voluta tenere la conversazione qui riprodotta. Per la stessa ragione si è ritenuto utile comporre, nella seconda parte del libro, un’Appendice che propone un’analisi del senso e della ritualità celebrativa del solstizio, in un quadro simbolico che, riconciliando “paganesimo” e cristianità, ricollega il solstizio invernale al Natale cristiano, lumeggiandone l’essenza trascendente piuttosto che la formula storica entro cui il mito solstiziale si è inverato.

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    Stasis – La guerra civile come paradigma politico Homo sacer, II, 2

    14.00

    Stasis è il nome della guerra civile nella Grecia antica. Un concetto così inquietante o impresentabile per la filosofia politica posteriore da non essere fatto oggetto sinora di una dottrina adeguata, neppure da parte dei teorici della rivoluzione. Eppure, sostiene Giorgio Agamben fornendo qui i primi elementi di una necessaria “stasiologia”, la guerra civile costituisce la fondamentale soglia di politicizzazione dell’Occidente, un dispositivo che nel corso della storia ha permesso alternativamente di depoliticizzare la cittadinanza e mobilitare l’impolitico, e che vediamo oggi precipitare nella figura del terrore su scala planetaria. Al suo paradigma concorrono insieme due poli antitetici dei quali Agamben mette allo scoperto la segreta solidarietà, quello classico secondo cui la guerra civile è coessenziale alla polis, al punto che chi non vi prende parte è privato dei diritti politici, e quello moderno rappresentato dal Leviathan di Hobbes, che ne decreta l’interdizione, ma introduce una scissione – e con questa la possibilità della guerra civile – all’interno stesso del concetto di popolo.

    Brossura, 10,5 x 19,5 cm. pag. 84

    Stampato nel 2015 da Boringhier

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    Stato mondiale o nomos della terra – Carl Schmitt tra universo e pluriverso

    13.00

    A distanza ormai di quasi sessanta anni dalle pagine dedicate da Schmitt al Nomos della terra, la “grande antitesi della politica mondiale” tra pluriverso e universo, lungi dall’aver trovato soluzione, è divenuta, semmai, di ancor più scottante attualità con il sopraggiungere dell’età globale. Pur con tutti i suoi limiti intrinseci, la teoria schmittiana dei grandi spazi ha l’indubbio merito di porre l’accento sulla necessità di pensare a un pluriverso in grado di contrastare le spinte universalistiche della potenza imperiale di turno, oltre a smascherare il carattere ideologico dell’attuale “umanitarismo”. Tuttavia, oltre l’antitesi schmittiana tra universo e pluriverso, se davvero si vuole fugare lo spettro di un Impero universale o quello, altrettanto minaccioso, di una guerra civile mondiale, nell’epoca della globalizzazione universo e pluriverso non sono i termini di un’alternativa, ma vanno pensati insieme.

    Brossura, 12 x 18 cm. pag. 140

    Stampato nel 2009 da Diabasis

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    Stato, grande spazio, nomos

    60.00

    Molto tempo prima che venisse coniato il semplicistico termine di “globalizzazione”, Carl Schmitt aveva visto, con lucidità profetica, come “l’universalismo dell’egemonia anglo-americana” fosse destinato a cancellare ogni distinzione e pluralità spaziale in un “mondo unitario” totalmente amministrato dalla tecnica e dalle strategie economiche transnazionali, e soggetto a una sorta di ‘polizia internazionale’. Un mondo spazialmente neutro, senza partizioni e senza contrasti – dunque senza politica. Per Schmitt non il migliore, ma il peggiore dei mondi possibili, sradicato dai suoi fondamenti tellurici. Fedele alla ‘justissima tellus’, Schmitt persegue invece l’idea che non possa esservi ‘Ordnung’ (ordinamento) mondiale senza ‘Ortung’ (localizzazione), cioè senza un’adeguata, differenziata suddivisione dello spazio terrestre. Una suddivisione che superi però l’angustia territoriale dei vecchi Stati nazionali chiusi, per approdare al ‘principio dei grandi spazi’: l’unico in grado di creare un nuovo ‘jus gentium’, al cui centro ideale dovrebbe tornare a porsi l’antica terra d’Europa, autentico ‘katechon’ di fronte all’Anticristo dell’uniformazione planetaria nel segno di un unico “signore del mondo”. Certo è che la prospettiva di Schmitt, già delineata ottant’anni fa, appare oggi più attuale che mai, e il suo pensiero si conferma come essenziale per la lettura della nostra epoca.

    Rilegato, 15 x 22,8 cm. pag. 528

    Stampato nel 2015 da Adelphi

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    Stato, movimento, popolo

    15.00

    Carl Schmitt

    Il saggio di Schmitt, pubblicato ad Amburgo nel 1933, è stato ripreso (sempre in parte) prima in Principi Politici del Nazionalsocialismo e poi in Le categorie del Politico. Qui viene riprodotto integralmente con un saggio introduttivo dell’allora trentenne Delio Cantimori che fu usata per la prefazione italiana di “Principi politici del Nazionalsocialismo nell’edizione del 1934.

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    Storia dell’estrema destra inglese – Da «Joe» Chamberlain a Nigel Farage

    20.00

    Un lungo racconto che attraversa oltre centoquaranta anni di storia britannica durante i quali si svolgono parallelamente le vicende dei movimenti e dei partiti di estrema destra. In un continuo crescendo, il libro racconta la nascita del sentimento ultra conservatore inglese, partendo dalla storia politica di Joseph Chamberlain e dei Pari irriducibili passando per i primi movimenti anti-immigrazione, fino ad arrivare all’analisi del fascismo britannico guidato da Sir Oswald Mosley. Alla fine della seconda guerra mondiale si riprendono le fila dell’estrema destra inglese che, rinata dalle sue ceneri, sarà ancora guidata da Mosley e si svilupperà fino all’inizio degli anni Novanta. Nella fase contemporanea del racconto l’estrema destra populista si mostrerà con tutta la sua forza dirompente e riformatrice fino a “guidare” il Regno Unito oltre i confini della Brexit.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 250

    Stampato nel 2017 da Idrovolante Edizioni

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    Storia Generale – La terza Roma

    10.00

    Un’iniziativa utile per iniziare a conoscere l’opera di questo pensatore russo del secolo scorso (…) Leont’ev è scrittore anomalo proprio perché salda in maniera originale la tradizione religiosa ortodossa con le esigenze pratiche dell’Impero russo del secolo scorso. Avverso alle correnti liberaleggianti di filiazione europea, non fu più tenero con i rappresentanti del nazionalismo panslavista, cui negava la dignità di “risposta” autenticamente russa ai pericoli derivanti dalla penetrazione progressiva in Russia delle ideologie illuministe e liberali.

    Brossura, 12 x 19,5 cm. pag. 63

    Stampato nel 1986 da Edizioni all’Insegna del Veltro

    Condizioni del libro: usato in perfette condizioni

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    Sul problema della guerra. Orientamenti per un’interpretazione tradizionale

    14.00

    Gianfranco Peroncini

    Dal punto di vista tradizionale, una guerra è “giusta” se è condotta per ragioni che oltrepassano gli egoismi e gli interessi materiali. Nella Roma antica c’era il “bellum iustum”, che prevedeva un quadro di riferimento sacro, in armonia con le sue qualità spirituali ed etiche. Nella tradizione islamica – invece – si distinguono la “grande” e la “piccola guerra santa”, laddove la prima è interiore e spirituale, mentre la seconda si combatte contro un nemico esterno. Una concezione guerriera della vita, oggi liquidata da una modernità decadente e ipocrita, non si esaurisce nel mestiere delle armi: essa contempla una verticalità fondata sul senso del dovere e dell’onore, sulla disciplina e sullo spirito di sacrificio, sul coraggio e sul cameratismo. Da ciò, in una società ordinata, derivano rigore, efficienza e professionalità. Dalla tradizione indù della Bhagavad-Gîtâ al Bushidö, passando per la cavalleria medievale, questo saggio ripercorre i codici esistenziali dei guerrieri, indagandone i principi e le applicazioni, le origini e le declinazioni, i fondamenti e gli utilizzi.

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    Sulla tirannide

    49.00

    Durata più di un trentennio, la contesa fra due dei massimi pensatori del Nove­cento – Leo Strauss e Alexandre Kojève – ha come oggetto la relazione tra il potere po­litico e la filosofia come saggezza, e dun­que la responsabilità della filosofia in rap­porto alla società. Nella prospettiva hege­liana di Kojève: la stessa ragione d’essere della filosofia. I due sono pienamente d’accordo sul­l’esistenza di una opposizione tra filosofia e società, ma non concordano sulla solu­zione del conflitto. Per Strauss quest’ul­timo è inevitabile, e la filosofia deve pro­cedere per la sua strada giacché non vi è soluzione politica compatibile con la ve­rità. Dunque la piena conciliazione tra filosofia e società non è necessaria, non è auspicabile, non è nemmeno pos­sibile, e lo sforzo in quella direzione è de­stinato solo a essere distruttivo per en­trambe. Per Kojève, invece, la filosofia è essenzialmente politica e la politica filo­sofica, il progresso filosofico e quello poli­tico de­vono procedere di pari passo verso il loro com­pimento: un uomo libero che riconosca universalmente di esserlo. E già dietro questa elementare contrapposizione si in­travede come la disputa Strauss-Kojève in­vesta tutto il Novecento, secolo dei to­ta­litarismi e dell’invadenza capillare della società nel pensiero. Condotta in pubblico e in pri­vato – come testimoniano i saggi e la den­sa corrispondenza che compongono que­sto volume –, la lunga sfida spe­culativa non era destinata a fi­nire con una conciliazione. E ciò la rende tanto più preziosa, perché le que­­stioni che tratta ri­mangono aperte e ur­genti.

    Rilegato, 14 x 23 cm. pag. 397

    Stampato nel 2010 da Adelphi

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    Tecnica del colpo di Stato

    14.00

    Uscito per la prima volta in Francia nel 1931 grazie alla mediazione di Daniel Halévy (e in Italia solo nel 1948), immediatamente commentato da Trockij, bruciato sulla piazza di Lipsia e costato al suo autore l’arresto e il confino a Lipari per “manifestazioni di antifascismo compiute all’estero”, “Tecnica del colpo di Stato”, spietata dissezione delle varie tipologie di golpe e delle loro costanti, viene subito avversato da tutti. Sta di fatto che ancor oggi lo si legge d’un fiato: non solo per l'”attualità” della sua analisi di ingegneria politica, ma soprattutto per lo stile, insieme icastico e concitato, geometrico e visionario, dove Malaparte sembra assumere le cadenze di un allievo di Tacito. Stile che risalta in tutte le sequenze su trionfi e fallimenti del golpismo classico, a partire dalla violenta “campagna di stampa” con cui Cicerone smaschera la congiura di Catilina, ma che tocca l’acme nelle ricostruzioni dei colpi di Stato dei primi decenni del secolo scorso, come nelle pagine sulla imminente rivoluzione a Pietrogrado, con le “dense nuvole nere sulle officine di Putilow” cui si contrappone la nebbia rossastra del sobborgo di Wiborg dove si nasconde Lenin. E nella parte finale spiccano, ritratti con rara vividezza, i volti e le psicologie degli autocrati a capo dei vari totalitarismi.

    Brossura 10,5 x 17,5 cm. pag. 270

    Stampato nel 2011 da Adelphi

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    Tecnica lavoro resistenza

    17.00

    Nell’orizzonte dell’incessante produzione di lavoro, tipica della tarda modernità, Ernst Juenger emerge come una figura in grado di elaborare una tra le più acute rappresentazione del “mondo nuovo”, tanto da costituire un terreno di confronto ineludibile per chi voglia intraprendere un’archeologia del presente e orientarsi in un’età in cui il complesso dell’architettura materiale, simbolica, culturale del “mondo di ieri” si sta inabissando. Gli studi qui presentati si propongono da un lato di investigare la dissoluzione della capacità di presa analitica sul reale delle categorie epistemologiche tradizionali e dall’altro di delineare la possibilità di una riconsiderazione simbolica della natura, in grado di cogliere l’intima coappartenenza di profondità e superficie, lasciando così apparire il volto umano e vivente dell’universo.

    Brossura 14 x 21 cm. pag. 180

    Stampato nel 2008 da Mimesis

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    Teoria del mondo multipolare

    25.00

    La parola chiave è multipolarità, in tutti i sensi: geopolitica, culturale, valoriale, economica, ecc. Solo un nuovo “ordine mondiale multipolare” che al pensiero unico, all’uniformità globale e all’unipolarismo americanocentrico contrapponga l’idea di un’umanità costituita da diversi poli decisionali sovrani corrispondenti alle molte civiltà che la caratterizzano, ciascuno dotato di un peculiare sistema valoriale conforme alle proprie radici storiche e culturali, potrà garantire il rispetto delle identità, delle tradizioni e dell’autodeterminazione dei popoli, nella convinzione che molteplicità e diversità siano da intendersi come una ricchezza e un tesoro da preservare, non come un motivo di inevitabile conflitto da eliminare. Saggio introduttivo di Giuseppe Marro.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 328

    Stampato nel 2019 da AGA

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    Teoria del partigiano

    10.00

    Unendo il rigore del giurista alla penetrazione del filosofo, Schmitt delinea in questo libro i tratti distintivi del combattente “irregolare”, ossia di colui che si è posto al di fuori dell’inimicizia convenzionale della guerra controllata e circoscritta tra Stato e Stato per trasferirsi in un’altra dimensione, quella dell’annientamento. Muovendo dai progenitori spagnoli che combattevano contro l’invasore francese al tempo di Napoleone, l’autore illustra l’evoluzione del “guerrigliero”, passando per i rivoluzionari di professione di Lenin, i partigiani della seconda guerra mondiale, i terroristi algerini, i guerriglieri vietnamiti ecc.

    Brossura pag. 179

    Stampato nel 2005 da adelphi

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    Teoria della destra contemporanea. Nuovi indirizzi per vincere le sfide del presente e del futuro

    22.00

    Antonio Carulli

    Cos’è la Destra? Domanda apparentemente semplice cui nessuno riesce oggi a rispondere. Ci prova Carulli, a partire da un rinnovato senso – ontologico – di Conservazione: che ogni essente, cioè, diminuisca fermandosi alle porte del Nulla, non finendovi dentro. E neppure l’Umano riuscirà a sottrarsi a questo Destino. Nel mondo che dismette l’uomo, solo la Destra, col suo fingere che tutte le strutture del Passato restino inviolabili, può riscriverle aiutandoci ad individuare la “giusta” Tradizione. Reazione, Nazione, Inumano: tutti termini che andranno soggetti ad una risemantizzazione totale e sorprendente. Il tutto sempre alla luce della fedeltà della Destra alla democrazia, all’Europa, all’America, al Capitalismo. Sarà invece sul versante etico e nei rapporti col Magistero cattolico che la Destra, sino ad oggi data per anacronistica, conoscerà coerenti novità. La Destra che verrà è servita.

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