Firenze 1530. L’assedio il tradimento – Vita battaglie e inganni di Malatesta Baglioni capitano dei Fiorentini

Firenze

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    Firenze 1530. L’assedio il tradimento – Vita battaglie e inganni di Malatesta Baglioni capitano dei Fiorentini

    16.00

    L’autore propone come argomento, l’assedio di Firenze: un conflitto voluto da papa Clemente VII, fiorentino, per riportare al potere la sua famiglia cacciata pochi anni prima. L’assedio fu un lungo dramma, e nel suo ruolo di capitano generale Malatesta ne fu il protagonista: al servizio di Firenze contro gli eserciti dell’imperatore e del papa. Firenze ne uscì sconfitta, e fu l’inizio del Principato mediceo. Malatesta ne uscì invece vincitore: salvò la città dalla distruzione proteggendola contro i più potenti eserciti del tempo. Fu la massima espressione dell’arte militare di Malatesta, anche se nessuno storico ne ha mai riconosciuto i meriti. Al contrario: l’assedio fu l’episodio dal quale il Baglioni uscì con l’imperitura fama di traditore, per avere imposto con la forza la resa a quei vertici politici che volevano sacrificare la città pur di non cedere le armi. Gli sconfitti non gliela perdonarono. Fu così che l’uomo che aveva salvato Firenze, costringendo il nemico già vincitore a scendere a patti, divenne il prototipo del traditore.

    Brossura, 13 x 21 cm. pag. 214

    Stampato nel 2008 da Editoriale Olimpia

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    Firenze 1944. Tutto quello che non è mai stato detto sulla Liberazione

    14.00

    Paolo Paoletti

    Le novità che emergono da questa ricerca sulle fonti storiche sono così rilevanti da ribaltare le verità consolidate. Una è contenuta in un libro del 1948, “Storia della seconda guerra mondiale”, di Winston Churchill. Per quarant’anni il libro del premier inglese non è stato mai citato a Firenze, poi lei sue parole sono state manipolate. Solo perché Churchill aveva ammesso che “l’VIII Armata britannica costrinse i tedeschi a ritirarsi attraverso la città e a far saltare i ponti alle spalle”. Poi aveva aggiunto: “Kesselring fece ogni sforzo per danneggiare il meno possibile Firenze”. Ma forse la novità più clamorosa è quella trovata su “La Nazione del Popolo”, organo del Comitato di Liberazione, dove si lanciava un allarme: nel settembre 1944 erano morte di fame 600 persone, il doppio di tutti i decessi della battaglia combattuta a Firenze in agosto.

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    Firenze in camicia nera – Le cerimonie, le adunate, le celebrazioni del ventennio sulle rive dell’Arno

    9.90

    Se si pensa alla storia di Firenze e a quanto essa esprime nell’opposizione al fascismo, viene da sgranare gli occhi nel vedere la città in camicia nera. Chi non conoscesse come stanno le cose potrebbe pensare a una comunità più ligia e devota di altre al regime e al suo duce Mussolini; e in effetti Firenze non fu meno fascista di altre città italiane. Attraverso la messa in divisa della città il regime attua la sua rivoluzione sulla città medesima a dimostrazione di essere riuscito nell’impresa di sopirne il tradizionale cuore autonomistico e repubblicano.

    Brossura, 24 x 24 cm. pag. 128 illustrato

    Stampato nel 2007 da Pendragon

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    I Caduti della RSI. Firenze 1943-1946. I Caduti Civili e Militari della Repubblica Sociale Italiana nei Sacrari del Cimitero di Trespiano e in altri Cimiteri Fiorentini

    60.00

    Mauro Franciolini – Andrea Scampoli

    Il libro, con oltre quattrocento immagini a colori e in bianco e nero, è suddiviso in tre parti. La prima è dedicata al ricordo del professor Gigi Salvagnini, il primo a cimentarsi in questo tipo di ricerca a Firenze, integrato da una breve storia dei Sacrari di Trespiano e da una sintesi della situazione militare in Toscana dopo l’otto settembre 1943. La seconda parte è invece inerente all’organizzazione militare della RSI a Firenze. La terza riguarda la “battaglia” di Firenze dell’agosto 1944

    Brossura, 21 x 30 cm. pag. 356 con numerose foto b/n e colori

    Stampato nel 2024 da Arnaud

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    In difesa della «dolce libertà» – L’assedio di Firenze (1529-1530)

    29.00

    Nuovi spogli documentari conservati all’Archivio di Stato consentono, per la prima volta, di verificare e integrare fonti quali il Varchi e il Nardi, e pervenire a una ricostruzione pressoché giornaliera e attuale degli avvenimenti svoltisi nei dieci mesi dell’assedio da parte di Carlo V, dall’ottobre del 1529 all’agosto del 1530. Nessun sacrificio fu ritenuto inaccettabile per la difesa di quella «dolce libertà», citata in ogni documento e per cui i Fiorentini erano pronti a dare la vita e la “roba”.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 302 con 32 tavole a colori fuori testo

    Stampato nel 2018 da Olschki

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