Il fascismo e gli italiani all’estero

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Gli italiani residenti all’estero furono per il regime fascista un importante strumento di politica estera. Gli obiettivi di Mussolini nel mondo furono diversi e il Duce ritenne di dover adottare una strategia flessibile a seconda dei paesi e delle comunità italiane nei confronti delle quali ci si rivolgeva. Il capo del fascismo sottopose tali comunità a una massiccia propaganda, enfatizzando l’importanza dell’italianità nei contesti esteri, sottolineando come l’immigrato dovesse divenire un sorta di “italiano nuovo” forgiato dai valori fascisti. Molti immigrati espressero consenso nei confronti del regime di cui sostennero le politiche. Specialmente nel corso del conflitto con l’Etiopia le comunità si mobilitarono per raccogliere fedi e denaro a sostegno della madre patria impegnata in guerra. Prioritaria fu poi la ricerca del consenso delle giovani generazioni attraverso l’organizzazione di colonie estive, l’inquadramento paramilitare e la gestione delle scuole italiane. La guerra giocò negativamente contro questo progetto, in molti paesi le autorità locali reagirono contro gli immigrati italiani accusati di essere potenziali “quinte colonne”, sottoponendoli a misure restrittive delle loro libertà personali e giungendo a internare una minoranza di estremisti.

Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 160

Stampato nel 2010 da Clueb

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Matteo Pretelli

Gli italiani residenti all’estero furono per il regime fascista un importante strumento di politica estera. Gli obiettivi di Mussolini nel mondo furono diversi e il Duce ritenne di dover adottare una strategia flessibile a seconda dei paesi e delle comunità italiane nei confronti delle quali ci si rivolgeva. Il capo del fascismo sottopose tali comunità a una massiccia propaganda, enfatizzando l’importanza dell’italianità nei contesti esteri, sottolineando come l’immigrato dovesse divenire un sorta di “italiano nuovo” forgiato dai valori fascisti. Molti immigrati espressero consenso nei confronti del regime di cui sostennero le politiche. Specialmente nel corso del conflitto con l’Etiopia le comunità si mobilitarono per raccogliere fedi e denaro a sostegno della madre patria impegnata in guerra. Prioritaria fu poi la ricerca del consenso delle giovani generazioni attraverso l’organizzazione di colonie estive, l’inquadramento paramilitare e la gestione delle scuole italiane. La guerra giocò negativamente contro questo progetto, in molti paesi le autorità locali reagirono contro gli immigrati italiani accusati di essere potenziali “quinte colonne”, sottoponendoli a misure restrittive delle loro libertà personali e giungendo a internare una minoranza di estremisti.

Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 160

Stampato nel 2010 da Clueb

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