Castra Albana. Analisi delle Strutture delle Evidenze Archeologiche ed Epigrafiche

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Giuseppe Lugli

I Castra Albana erano un accampamento fortificato stabile della Legio II Parthica in Italia fondato dall’imperatore Settimio Severo (193-211) nel sito dell’attuale centro di Albano Laziale. Attualmente, le rovine delle strutture interne ai castra, delle terme di Caracalla e dell’anfiteatro romano di Albano Laziale rappresentano una delle maggiori concentrazioni urbane di resti archeologici di età romana nel Lazio fuori da Roma. Come tutti i castra romani, i Castra Albana seguono uno schema urbanistico rigoroso: si presentano come un grande rettangolo fortificato, dotato di quattro porte (praetoria, decumana, principalis sinixtra e principalis dextra), con gli angolo arrotondati e rinforzati da torrette circolari (caratteristica anomala, simile ai castra del Vallo di Adriano nel Regno Unito). La tecnica di costruzione è l’opus quadratum, in una delle sue più tarde comparse nell’Agro Romano (sarà sostituita dall’opus latericium). Il materiale da costruzione è il peperino, estratto in situ dal suolo vulcanico su cui sorgono i castra, con notevole risparmio di tempo e denaro: la costruzione fu resa difficile dall’infelice posizione dell’accampamento, posto su un declivio con pendenza all’11%, situazione che richiese alcune soluzioni tecniche come una diversa disposizione dei blocchi secondo la pendenza dei vari punti delle mura. Il perimetro della cerchia è di 1 334 metri: il lato nord-ovest misura 434 metri, mentre il parallelo lato sud-est misura 437 metri, ed i lati corti misurano 224 metri quello a nord-est e 239 quello a sud-ovest. L’area complessiva si aggira di conseguenza sui 95 000 metri quadrati.

Brossura, 21 x 30 cm. pag. 160 con varie illustrazioni e foto b/n

Stampato nel 2024 da Arbor Sapientiae

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Giuseppe Lugli

I Castra Albana erano un accampamento fortificato stabile della Legio II Parthica in Italia fondato dall’imperatore Settimio Severo (193-211) nel sito dell’attuale centro di Albano Laziale. Attualmente, le rovine delle strutture interne ai castra, delle terme di Caracalla e dell’anfiteatro romano di Albano Laziale rappresentano una delle maggiori concentrazioni urbane di resti archeologici di età romana nel Lazio fuori da Roma. Come tutti i castra romani, i Castra Albana seguono uno schema urbanistico rigoroso: si presentano come un grande rettangolo fortificato, dotato di quattro porte (praetoria, decumana, principalis sinixtra e principalis dextra), con gli angolo arrotondati e rinforzati da torrette circolari (caratteristica anomala, simile ai castra del Vallo di Adriano nel Regno Unito). La tecnica di costruzione è l’opus quadratum, in una delle sue più tarde comparse nell’Agro Romano (sarà sostituita dall’opus latericium). Il materiale da costruzione è il peperino, estratto in situ dal suolo vulcanico su cui sorgono i castra, con notevole risparmio di tempo e denaro: la costruzione fu resa difficile dall’infelice posizione dell’accampamento, posto su un declivio con pendenza all’11%, situazione che richiese alcune soluzioni tecniche come una diversa disposizione dei blocchi secondo la pendenza dei vari punti delle mura. Il perimetro della cerchia è di 1 334 metri: il lato nord-ovest misura 434 metri, mentre il parallelo lato sud-est misura 437 metri, ed i lati corti misurano 224 metri quello a nord-est e 239 quello a sud-ovest. L’area complessiva si aggira di conseguenza sui 95 000 metri quadrati.

Brossura, 21 x 30 cm. pag. 160 con varie illustrazioni e foto b/n

Stampato nel 2024 da Arbor Sapientiae

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