L’occasione mancata. Gli italiani in Africa settentrionale nel 1940

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    L’occasione mancata. Gli italiani in Africa settentrionale nel 1940

    25.00

    Pier Paolo Battistelli

    Tra il giugno e il dicembre 1940 l’Africa settentrionale vide le forze armate italiane passare dalla possibilità di una vittoria strategica al fronteggiare una disastrosa sconfitta. In giugno, a seguito della resa della Francia, da parte italiana si valutò la possibilità di invadere l’Egitto puntando al Canale di Suez, nonostante le molteplici carenze che affliggevano le forze armate, e l’esercito in particolare, in Libia. Solo in settembre il Maresciallo Graziani condusse una offensiva di portata e durata limitata, e in dicembre il contrattacco britannico mise in evidenza tutte le carenze delle forze italiane in Africa. La possibile invasione dell’Egitto nel 1940 fu senza dubbio una occasione mancata, come viene illustrato nel saggio che fa parte di questo libro insieme a una selezione di documenti che illustrano, selettivamente ma in dettaglio, vari aspetti dei piani e della situazione militare italiana in Africa settentrionale nella seconda metà del 1940

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    L’ultima battaglia. La fine del Terzo Reich e la caduta di Berlino

    15.00

    Cornelius Ryan

    La caduta del Terzo Reich e l’epilogo tragico del nazismo: Cornelius Ryan – autore del bestseller internazionale “Il giorno più lungo” e tra i massimi conoscitori della Seconda guerra mondiale – ci conduce in questo volume nel cuore della battaglia di Berlino. Guidati da una narrazione rigorosa e serrata, capitolo dopo capitolo ci troviamo nel bunker dove Hitler ormai impazzito spostava sulla carta divisioni e armate che non esistevano più, nel comando supremo sovietico dove Stalin assaporava la sua vendetta, in mezzo agli Alleati occidentali in disaccordo per l’ordine di rallentare la marcia su Berlino, e tra i gerarchi nazisti che tentavano di mettersi in salvo. Il tutto mentre la popolazione civile era travolta dalla ferocia del conflitto e si combatteva strada per strada.

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    L’espansione italiana in A.O.

    23.00

    Decio Zorini

    L’espansione italiana nell’Africa Orientale ebbe inizio per l’interesse di armatori e finanzieri dell’Alto Adriatico prima ancora dell’unità d’Italia. Essi furono con francesi e inglesi tra i finanziatori della Società del canale di Suez. Subito dopo l’apertura del canale, la marineria genovese stabilì una base ad Assab nel mar Rosso sulla rotta per l’india. Un decennio dopo l’interesse coloniale del regno d’Italia portò all’acquisizione della base, alla quale seguì la progressiva occupazione dell’Eritrea. L’espansione coloniale italiana fu interrotta dalle sconfitte di Dogali e Adua, tuttavia lo stato liberale riuscì a conservare e consolidare in Corno d’Africa le colonie di Eritrea e Somalia. Nel primo dopoguerra il regime rivolse la sua attenzione alla conquista dell’Abissina, cominciando le predisposizioni nel 1932, sfruttando abilmente delle provocazioni etiopi nel 1934. La campagna d’Etiopia iniziò nell’ottobre 1935 e si concluse nel maggio 1936 con la presa di Addis Abeba e la costituzione del Vicereame dell’A.O.I. In Etiopia il regime promosse la colonizzazione demografica, favorendo l’emigrazione di coloni nelle campagne. Dopo due anni di forte emigrazione, nel 1938-39 prevalse il rientro dei coloni, con il sostanziale fallimento della colonizzazione. Durante il riarmo europeo dal 1936, le FF.AA. in A.O.I. non furono sostanzialmente aggiornate. L’A.O.I. poteva, quindi, fare affidamento solo sulle risorse locali. Circondata da possedimenti avversari, allo scoppio delle ostilità furono possibili solo collegamenti aerei. L’esito del conflitto in A.O.I. era fin dal principio scontato e dopo la resa all’Amba Alagi, le residue truppe si arresero infine nel novembre 1941. Con il rientro di donne, bambini e civili invalidi con le “Navi bianche” nel 1942-43 l’Impero in A.O.I. ebbe termine.

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    La ‘Rus’ di Kiev. Un crocevia fra Europa e Asia nel Medioevo

    19.00

    Lorenzo Pubblici

    Il volume propone un viaggio in uno dei crocevia culturali, politici ed economici più significativi del medioevo. Attraverso una narrazione serrata e rigorosa l’autore ripercorre la storia della Rus’ dalle origini alla frammentazione, esplorandone le dinamiche sociali, le istituzioni, i rapporti coi poteri vicini: Bisanzio, l’Europa e le steppe dell’Asia. Il testo offre una visione delle vicende della Rus’, dai principi Rjurikidi alla cristianizzazione, dalle rotte commerciali ai conflitti dinastici, tracciando il ritratto di una società complessa, un ponte fra Oriente e Occidente, le cui eredità culturali e politiche risuonano ancora oggi. Una lettura che permette di comprendere le radici dell’Europa orientale e l’evoluzione di un’entità statuale che ha dato un contributo decisivo al medioevo europeo, e non solo.

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    La battaglia del Brennero

    20.00

    Agostino Alberti – Luca Merli

    La linea ferroviaria del Brennero costituiva il cordone ombelicale tra il III Reich e il fronte italiano. Le Mediaterranean Allied Air Forces intrapresero un’offensiva aerea contro questo strategico obiettivo al fine di isolare le forze armate tedesche attestate lungo la Linea Gotica. Questa operazione bellica costituì uno dei capitoli più difficili della Seconda Guerra Mondiale per il Trentino. Gli autori le dedicheranno tre volumi. Nel primo gli autori presentano gli obiettivi, le forze in campo e narrano la cronologia degli attacchi aerei condotti dagli Alleati. Nel secondo volume si tratterà la battaglia del Brennero dal punto di vista del 57th BW, mentre nel terzo verranno illustrate le incursioni dei cacciabombarideri.

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    La CIA come ci spia? Visione a distanza e obe nei documenti segreti dell’intelligence USA

    22.00

    Roberto Bartali

    Dal 1972 al 1995 gli Stati Uniti hanno fatto ricorso ad una unità di spionaggio psichico, ovvero a gruppi di sensitivi reclutati tra civili (all’inizio) e militari, che grazie alle loro doti innate e, poi, al ricorso ad appositi addestramenti, erano in grado di effettuare operazioni di intelligence “da remoto”, cioè senza essere fisicamente sul campo. Questo è un saggio storico, frutto di studi e ricerche effettuate sui documenti che grazie al FoIA il Governo degli Stati Uniti ha desecretato e messo a disposizione nella reading room virtuale della CIA, ed inerenti quello che è passato alla storia come “Progetto STARGATE”. Più di 11 mila documenti, quasi 83.000 pagine, inerenti ventitré anni di ricerche del Governo USA sulle possibili applicazioni delle cosiddette “Capacità ESP” (percezioni extra-sensoriali) all’intelligence, militare e no. Visti gli argomenti trattati è stata fatta una scelta iniziale ben precisa: quella di lasciare spazio, per quanto possibile, agli stessi documenti, che in alcuni casi sono stati riportati integralmente e che sono solamente da leggere e “da gustare”, anche perché spesso del tutto inediti

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    La conquista del monte Stol. 25-26 ottobre 1917. Il successo dell’esercito austro-ungarico nella Battaglia di Caporetto

    29.00

    Andrea Vazzaz

    Nel pomeriggio del 24 ottobre 1917 il Generale Arrighi ordinò alla 50a Divisione di abbandonare la munita stretta di Saga e ritirarsi sulla linea d’armata delle Prealpi Giulie. Nelle prime ore del 26 ottobre alcuni battaglioni austriaci della 22a Divisione Schützen strapparono la dorsale del Monte Stol al Regio Esercito Italiano. Perché la conquista di uno dei principali capisaldi dell’ultima linea di resistenza italiana dell’Alto Isonzo è stata pressoché dimenticata dalla memorialistica militare sulla “Battaglia di Caporetto”? La riuscita dell’offensiva Waffentreu fu possibile grazie all’intervento dell’esercito imperiale germanico, ma non mancarono brillanti azioni da parte dei reparti austro-ungarici. Molto probabilmente se il 24 ottobre 1917 fosse avanzato da Plezzo il tenente Erwin Rommel invece che i reparti austriaci, oggi si decanterebbe la conquista dello Stol e non la presa del Monte Matajur. Questa dettagliata ricerca fa finalmente riscoprire i combattimenti dei kaiserschützen, schützen e kaiserjäger del Gruppo Krauss contro gli alpini, i fanti e i bersaglieri della 50a e 34a Divisione italiana, aggiungendo un altro prezioso tassello alla complessa e ancora incompleta ricostruzione delle “Battaglie della ritirata di Caporetto”.

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    La conquista del Sabotino. Agosto 1916

    20.00

    Marco Cimmino

    La conquista del Sabotino, nei pressi di Gorizia, rappresentò un formidabile successo tattico e permise all’esercito italiano di espugnare la testa di ponte goriziana e di scardinare l’intero apparato difensivo creato da Boroević intorno al capoluogo isontino. Era più di un anno che le fanterie italiane tentavano, inutilmente, di cacciare gli avversari dal monte, che era, col tempo, diventato un’autentica fortezza. Nell’agosto del 1916, grazie a una preparazione accurata della perfetta cooperazione tra tutte le armi, dall’artiglieria al genio e dall’aeronautica alla fanteria, il terribile baluardo, finalmente, cadde in brevissimo tempo e con perdite irrisorie. La battaglia per il Sabotino dimostra come una logistica accurata e un approccio scientifico all’obiettivo contino più del numero o dei mezzi dispiegati, e forma un tragico contrasto con la tattica suicida con cui le fanterie del regio esercito furono condotte all’assalto delle ben munite trincee austro-ungariche, nel corso delle prime cinque battaglie dell’Isonzo. Per questo motivo, la conquista del Sabotino è un autentico laboratorio di storia militare, che ancora oggi merita di essere studiato e analizzato. Purtroppo, dopo la caduta della soglia di Gorizia, gli italiani tornarono alle vecchie modalità di assalto: questo rese, di fatto, la sesta battaglia dell’Isonzo un vero unicum nella storia militare dell’esercito italiano nella Grande Guerra.

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    La guerra di Braccio contro L’Aquila

    22.00

    Angelo Fonticulano

    La guerra di Braccio contro L’Aquila narra la storia dell’assedio con cui Braccio da Montone strinse la città dell’Aquila e il suo contrado per quasi tredici mesi, a partire dal 7 maggio 1423, e della battaglia del 2 giugno 1424, grazie alla quale un esercito messo in campo da papa Martino V, dalla regina Giovanni II di Napoli e da Filippo Maria Visconti, duca di Milano, affrontò in una sanguinosa battaglia campale l’esercito di Braccio e lo sconfisse, in seguito alla micidiale sortita delle milizie cittadine aquilane. In queste vicende, che ebbero un ruolo decisivo nella ricostituzione dello Stato della Chiesa dopo la crisi del Grande Scisma d’Occidente, si scontrarono e trovarono la morte, a pochi mesi di distanza, i due più grandi condottieri del tempo, Braccio da Montone e Muzio Attendolo Sforza, e si illustrarono alcuni dei capitani che saranno protagonisti delle guerre combattute in Italia alla metà del Quattrocento, come Francesco Sforza, Niccolò Piccinino e il Gattamelata. L’autore, Angelo Fonticulano (m. 1503), racconta lo svolgersi di quei fatti con animo partecipe alle sofferenze della propria comunità, ma anche con un’ammirazione sincera per la grandezza del nemico, aggiungendo, con la sua elegante prosa latina, un capitolo tutto nuovo al copioso filone dell’antica storiografia aquilana. L’edizione che qui se ne propone vede la luce a tre secoli di distanza dall’ultima ristampa (Leida 1723)

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    La guerra russo-ucraina. Strategie e percezioni di un conflitto intraeuropeo

    28.00

    Maurizio Boni

    Dopo il successo del suo primo libro sulla guerra russo-ucraina, “L’esercito russo che non abbiamo studiato”, l’autore prosegue il percorso di analisi del conflitto proponendo un’interpretazione aggiornata della sua evoluzione alla luce degli sviluppi più recenti. Con un approccio approfondito e non riservato ai soli esperti, il nuovo testo offre una prospettiva critica dello strumento operativo russo, inteso come espressione della politica estera di Mosca, alla luce delle sue dottrine d’impiego e del suo potenziale industriale militare. Inoltre, oltre a fornire elementi di valutazione riguardanti le capacità operative delle forze armate di Kiev, il libro esamina il complesso panorama informativo della comunicazione strategica occidentale che coinvolge la Russia, l’Ucraina e i suoi alleati. Una risorsa indispensabile per chiunque desideri comprendere, in maniera approfondita e accessibile, una guerra che ha ridefinito gli equilibri geopolitici globali.

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    La guerra sul fronte delle Alpi occidentali. Giugno 1940

    18.00

    Massimiliano Afiero

    Secondo la storiografia ufficiale l’Italia scendeva in guerra dopo che le armate tedesche avevano già conquistato mezza Europa. Una mossa ben calcolata e studiata a tavolino, prevedendo una guerra breve e vittoriosa e considerando l’attacco dell’Italia alla Francia solo come un espediente di Mussolini studiato per ottenere molto, dando poco e sedersi da grande al tavolo della pace e partecipare alla spartizione del bottino francese. Naturalmente tale decisione aveva ben altre motivazioni. Mussolini certo non avrebbe mai potuto scendere in guerra al fianco di Francia e Inghilterra, che negli anni precedenti avevano sempre ostacolato le aspirazioni territoriali italiane in terra d’Africa e nel Mediterraneo, mentre con la Germania c’erano analogie ideologiche e politiche e soprattutto intendeva risparmiare all’Italia un destino peggiore, quello di diventare il successivo obiettivo delle mire espansionistiche della Germania in Europa. Con le forze francesi già praticamente sconfitte da quelle tedesche, l’offensiva italiana doveva svilupparsi solo come una prova di forza, con alcune limitate penetrazioni oltre il confine francese. La campagna militare non fu però semplice: l’azione delle truppe italiane fu ostacolata dalle avverse condizioni del tempo che impedirono un adeguato appoggio dall’alto della Regia Aeronautica e sul terreno, un rapido movimento dei reparti in un settore motuoso già difficile da attraeversare e massicciamente fortificato dai Francesi. Ancora oggi si racconta di una forte resistenza delle truppe francesi e delle loro posizioni fortificate, dimenticando che gli Italiani avevano ricevuto l’ordine di aggirarle e proseguire oltre. E così fu, malgrado la presenza di alcune posizioni che si difesero fino all’ultimo. Supernado molte difficoltà, con armi ed equipaggiamenti non adeguati, i soldati italiani, fanti, bersaglieri, alpini, Guardie della Frontiera e Camicie Nere, seppero scrivere pagine di gloria militare combattendo valorosamente, con coraggio e abnegazione, compiendo numerosi colpi di mano e azioni eroiche, meritandosi anche gli encomi deli stessi comandanti francesi. Le tante medaglie al valor militare concesse ai soldati italiani in questa campagna militare durata solo pochi giorni, ne sono un esempio.

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    La muraglia d’acciaio. Le Forze armate cinesi tra cambiamento e continuità

    22.00

    Simone Dossi

    Dallo Stretto di Taiwan alle operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite, le Forze armate cinesi sono oggi una presenza ben visibile nell’arena politica internazionale. A loro spetta il compito di difendere interessi nazionali sempre più diversificati, operando alle frontiere dell’innovazione tecnologica in campo militare – una moderna «grande muraglia d’acciaio», secondo la metafora in uso nel discorso ufficiale cinese. Fino a pochi decenni fa, tuttavia, queste stesse Forze armate apparivano come un’organizzazione militare arretrata e incapace di proiettarsi al di là dei confini nazionali. Che cosa spiega questa profonda trasformazione? Quanto hanno pesato sfide e opportunità derivanti da un ambiente internazionale in costante mutamento? E quale ruolo hanno giocato le dinamiche politiche interne al paese, in particolare il rapporto tra Forze armate e Partito comunista? Attraverso gli strumenti della scienza politica e alla luce delle numerose fonti cinesi oggi disponibili, il volume risponde a questi interrogativi ricostruendo dottrina e organizzazione dell’Esercito popolare di liberazione dagli anni Cinquanta ai giorni nostri.

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    La questione di Osimo. Storia di un trattato 1945-1975

    18.00

    Giuseppina Mellace

    La genesi del Trattato di Osimo risale agli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, quando l’Italia fascista si era legata al Reich, e alla Pace di Parigi, che nel 1947 portò il paese sul banco degli imputati da punire duramente. Il confine orientale ne pagò le spese con profonde mutilazioni territoriali e lo svolgersi del drammatico esodo giuliano-dalmata, mentre il mondo si risollevava dalle macerie della guerra. Nella Venezia Giulia si continuò a combattere una battaglia sottaciuta, nell’assordante silenzio imposto dalla cultura ufficiale del tempo. Con il Memorandum di Londra (1954) e il fallimento degli incontri fra Italia e Jugoslavia, si giunse nel 1975 al Trattato di Osimo, che cristallizzò in confine definitivo la vecchia linea di demarcazione segnata provvisoriamente. Con una ricca analisi suffragata da ricerca archivistica, l’Autrice si sofferma sui retroscena dei vari documenti ufficiali e sulla preparazione del Trattato, nonché sulle conseguenze per Trieste, la Venezia Giulia, e il più ampio Confine orientale.

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    La rivoluzione in camicia nera. Dalle origini al 25 luglio 1943

    21.00

    Paolo Buchignani

    La tesi dello storico Buchignani è che sia esistito un gruppo di fascisti rivoluzionari separato dal fascismo “che conosciamo tutti” – conservatore, squadrista, autoritario, autocratico, totalitario, razzista – e che questo gruppo abbia poi inevitabilmente sposato i princìpi del partito comunista. L’indagine si dipana a partire dagli intensi rapporti intercorsi tra il fascismo di sinistra e alcuni importanti gerarchi e intellettuali, con il fine di spiegare i rapporti tra fascismo e cultura d’avanguardia nella Roma di Bontempelli, Pirandello, Ungaretti, Marinetti; nei romanzi di Moravia; nelle riviste e nei giornali fascisti. Un’analisi puntuale di una parte dolorosa della nostra storia.

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    La rivoluzione tedesca

    20.00

    Maurizio Rossi

    Nella storia politica del XX secolo, il secolo dei grandi conflitti ideologici, il nazionalsocialismo occupa uno spazio difficilmente trascurabile. Nonostante un verdetto inappellabile di assoluta condanna, il nazionalsocialismo e la stessa figura del Führer del Terzo Reich non cessano di essere oggetto di interesse, di studi e di approfondimenti, continuando ad alimentare accese polemiche e altrettanto accese scomuniche. Nel complesso della sua storia, il nazionalsocialismo attraversò un lasso di tempo di ventiquattro anni, compresa la Seconda guerra mondiale; di questi, i primi dodici furono dedicati a costruire il Partito e le organizzazioni da esso dipendenti, a sviluppare il patrimonio ideologico e a delineare le strategie operative necessarie per la conquista del potere. Il gennaio 1933, l’anno della rivoluzione tedesca, inaugurò sei anni di pace, impiegati per risollevare una nazione a pezzi, prostrata dal collasso economico, dal degrado sociale, dalla disoccupazione di massa. In quel periodo i nazionalsocialisti cominciarono a realizzare i loro obiettivi programmatici, facendo leva sugli elementi chiave della loro concezione del mondo: la comunità di popolo, il socialismo, l’idea di razza.

    Brossura, 13,5 x 19,5 cm. pag. 298

    Stampato nel 2025 da All’Insegna del Veltro

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    La stella e lo scettro: Storia della politica estera di Israele

    25.00

    Emmanuel Navon

    La stella e lo scettro è il primo libro onnicomprensivo dedicato alla politica estera di Israele e alla storia diplomatica del popolo ebraico. Dopo aver passato in rassegna la diplomazia degli antichi regni di Israele e delle diaspore ebraiche, il libro analizza la politica estera di Israele dal 1948 ai giorni nostri, ripercorrendo il conflitto arabo-israeliano e le relazioni di Israele con l’Europa, gli Stati Uniti, la Russia, l’Asia, l’Africa, l’America Latina, le Nazioni Unite, le diaspore ebraiche e la trasformazione del ruolo di Israele nello scacchiere energetico globale. Sostenendo che la diplomazia è un gioco di equilibri tra gli ideali (simboleggiati dalla stella) e la realpolitik (simboleggiata dallo scettro), il libro trae importanti lezioni dalla straordinaria storia diplomatica di Israele e spiega il suo emergere come grande potenza mondiale.

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    Late Roman Combat Tactics

    55.00

    Ilkka Syvanne

    “Tattiche di combattimento tardo-romane” del Dott. Ilkka Syvänne è una lettura essenziale per chiunque voglia comprendere il combattimento terrestre nel periodo che va dalla Tetrarchia alla morte di Eraclio, un periodo in cui i Romani affrontarono gravi e crescenti minacce militari su molti fronti. L’analisi dettagliata dell’autore fornisce al lettore una comprensione completa dell’equipaggiamento da combattimento indossato dai soldati, dei tipi di truppe, delle tattiche, dei diversi ordini di unità e delle formazioni utilizzate dai tardo-romani e dai loro nemici. È importante sottolineare che l’autore delinea gli sviluppi e i cambiamenti in questi aspetti durante questo periodo critico, valutando come i Romani si adattarono, o non riuscirono ad adattarsi, alla variegata e mutevole gamma di nemici, come Persiani, Avari e Arabi.

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    Le armi per Trieste italiana. L’inchiesta giudiziaria che ha cambiato la nostra storia

    16.00

    Silvio Maranzana

    Venezia, Ponte di Rialto, fine anni Novanta. Dietro le bancarelle del mercato si apre il portone degli uffici giudiziari. In due visite nel suo studio il giudice istruttore Carlo Mastelloni fotocopia personalmente e mi affida un centinaio di fogli dattiloscritti che cambiano la storia recente di Trieste. Sono gli incartamenti tenuti nascosti dai governi che si sono succeduti e che si riferiscono al fino allora sconosciuto Ufficio Zone di confine che fece segretamente da tramite tra lo Stato italiano e il Territorio Libero di Trieste. L’Italia non abbandonò la città inviando fiumi di armi, celate poi in nascondigli scavati nottetempo a Trieste, e denari, foraggiando oltre a tutti i partiti italiani, 11 giornali settimanali, 43 sodalizi sportivi, 56 circoli culturali, 14 associazioni di combattenti, reduci e partigiani, 20 associazioni giovanili. Tutto per tenere vivo il sentimento di italianità e contrastare le mire sulla città della Jugoslavia comunista di Tito. Inoltre elementi triestini venivano addestrati segretamente in Friuli all’uso delle armi e degli esplosivi. Un fatto che secondo Mastelloni può far retrodatare la nascita di “Gladio” e collocarla proprio a Trieste già a metà degli anni Quaranta. Tutte però operazioni illegali che rischiarono anche di dare ossigeno a una componente neofascista che caratterizzò le cosiddette Squadre del Viale e di Cavana. Dinanzi a Mastelloni, Giulio Andreotti negò tutto, ma l’ex ministro della Difesa Paolo Emilio Taviani finì per ammettere: “Si error, felix error”. A confermare tutto c’era la mole di documenti trovati da Mastelloni che per la prima volta ho pubblicato in modo un po’ confuso una ventina di anni fa e che ora qui riordinati assumono un valore particolare in occasione del settantesimo anniversario del ritorno di Trieste all’Italia

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    Le deludenti missioni della flotta italiana. Dallo scontro a Capo Spada a quello di Capo Passero

    29.00

    Francesco Mattesini

    La battaglia di Capo Spada (19 luglio 1940) fu uno scontro nel Mar Egeo tra un convoglio italiano e le forze navali britanniche. L’incrociatore leggero Bartolomeo Colleoni, della Regia Marina, fu affondato dal fuoco dell’incrociatore australiano HMAS Sydney e dei cacciatorpediniere britannici. Fu una delle prime battaglie navali della guerra e segnò una netta vittoria alleata, dimostrando la vulnerabilità italiana nel Mediterraneo orientale. Il 27 novembre 1940 avvenne poi la battaglia di Capo Teulada Chiamata anche Battaglia di Capo Spartivento, vide scontrarsi forze britanniche e italiane nel tentativo degli inglesi di intercettare un convoglio italiano diretto in Libia. Lo scontro fu inconcludente, con danni da entrambe le parti ma senza affondamenti. Tuttavia, evidenziò la prudenza (o indecisione) del comando italiano nell’impiego delle sue navi maggiori. Il 27-29 marzo 1941 fu invece la volta di Matapan, Un disastro per la Regia Marina: una forza italiana guidata dalla Vittorio Veneto venne intercettata e duramente colpita dalla Royal Navy, che beneficiava dell’intercettazione dei messaggi italiani e dell’uso del radar. Furono affondati tre incrociatori pesanti italiani (Zara, Fiume, Pola) e due cacciatorpediniere. La battaglia segnò la fine dell’impiego offensivo della marina italiana con unità maggiori. Per finire con la battaglia di Capo Passero (11-12 ottobre 1940) Uno scontro notturno tra una formazione britannica e la IV Squadriglia Torpediniere italiana nei pressi della Sicilia. Le torpediniere italiane Airone, Ariel e Artigliere attaccarono l’incrociatore britannico HMS Ajax, subendo perdite pesantissime: Airone e Ariel affondate, Artigliere danneggiata e poi affondata il giorno dopo. Lazione, pur valorosa, mise in luce la disparità tecnologica, specie nell’uso del radar. Questi scontri, pur spesso eroici, rivelarono le difficoltà strutturali della Regia Marina: mancanza di radar, carenze logistiche e indecisioni strategiche. Tuttavia, rappresentano anche una pagina di sacrificio e valore marinaro che merita rispetto.

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    Les Francais de la Guerre de Coree. BF/ONU 1950-1953

    79.00

    Jean-Francois Pelletier

    La storia del Battaglione francese delle Nazioni Unite durante la terribile guerra di Corea era fino ad ora molto poco conosciuta. Dopo vent’anni di ricerche, l’autore ha raccolto testimonianze dirette, molte delle quali nel frattempo scomparse, e ha potuto così raccogliere i ricordi personali di ex ufficiali, sottufficiali, caporali e soldati semplici, ricordi a volte dolorosi, sempre carichi di emozione. Questo resoconto storico, un vero e proprio diario di bordo, attinge anche agli archivi di Vincennes e Pau.  Questo libro presenta materiale in gran parte inedito su un’epica storia dell’esercito francese, venerato in Corea per i sacrifici compiuti. È accompagnato da quindici mappe e 900 foto, in gran parte provenienti dagli archivi personali dei combattenti

    DISPONIBILE DA DICEMBRE 2025

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    Les prisonniers de guerre francais 1940-1945. Histoire – Objets – Temoignages

    46.00

    Moise Fournier

    Le immagini relative ai prigionieri di guerra francesi, durante il secondo conflitto mondiale, sono abbastanza limitate. Eppure, lontano dal cinema, 1,85 milioni di loro furono privati ​​della libertà, rinchiusi lontano dalle loro case e utilizzati come manodopera, dai tedeschi. Vittime di un’immagine monca e di una storia francese che si è svolta senza di loro, i soldati prigionieri, autentiche vittime essi stessi, sono per diverse ragioni i grandi dimenticati della storiografia della Seconda Guerra Mondiale. Grazie alle testimonianze dei prigionieri e dei loro discendenti, a una ricca collezione di oggetti realizzati negli stalag, a opere d’arte, a documenti e fotografie originali, quest’opera ci invita a comprendere meglio le origini di una storia poco conosciuta, che tuttavia ha avuto un impatto duraturo su numerose famiglie francesi.

    Brossura, 21 x 30 cm. pag. 128 con numerose foto a colori e b/n

    Testo in lingua francese

    Stampato nel 2025 da Memorabilia

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    Light Panzers

    49.00

    Thomas Anderson

    I carri armati leggeri di cui furono equipaggiate le prime divisioni corazzate tedesche erano originariamente concepiti come veicoli da addestramento o di supporto, utilizzati solo fino all’arrivo dei Panzerkampfwagen III e IV, meglio armati e corazzati. Nonostante i loro limiti, tuttavia, giocarono un ruolo chiave nelle vittoriose campagne dell’esercito tedesco dal 1939 al 1942. Questo titolo riccamente illustrato descrive lo sviluppo e la storia organizzativa del Panzerkampfwagen I, introdotto nel 1934, e del Panzerkampfwagen II, introdotto nel 1936. Spiega come l’annessione dei Sudeti di lingua tedesca nel 1938 e successivamente della stessa Cecoslovacchia abbia fornito alla Panzerwaffe un bonus inaspettato sotto forma di due carri armati leggeri dell’esercito ceco, che furono immessi in servizio in Germania come Panzerkampfwagen 35(t) e Panzerkampfwagen 38(t). Viene poi descritto l’ampio utilizzo di questi carri armati in Polonia, Francia e durante l’invasione dell’Unione Sovietica nel 1941. Furono ritirati dal servizio in prima linea alla fine del 1941, ma gli scafi furono utilizzati per l’artiglieria corazzata e come cacciacarri fino alla fine della guerra. In questo studio completo sui carri armati leggeri tedeschi che giocarono un ruolo chiave nei primi anni della Seconda Guerra Mondiale, l’esperto di carri armati Thomas Anderson si avvale di materiale d’archivio, resoconti del dopoguerra e fotografie rare.

    Rilegato, 19 x 24 cm. pag. 288 illustrato con numerose foto b/n

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2025 da Osprey

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    Linea Gotica. L’offensiva finale. Aprile 1945

    28.00

    Massimo Turchi

    La linea Gotica, nel secondo conflitto mondiale, rappresenta l’ultimo fronte di guerra in Italia, il terzo in Europa dopo quello orientale, dove avanzano i sovietici, e quello occidentale, in cui procedono gli angloamericani. A differenza degli altri due teatri, quello italiano insiste su un territorio relativamente limitato, e per ben otto mesi, dalla fine di agosto 1944 alla metà di aprile 1945. Alla fine del conflitto, che ha visto coinvolta tutta l’Italia, la stanchezza dei tanti anni di guerra pervade uomini e operazioni: c’è penuria di soldati su ambo i fronti, anche se in modo particolare in quello tedesco; c’è la fatica non solo fisica della popolazione, che si trova nel bel mezzo della guerra totale. “Guerra grande” a cui si sovrappone quella civile, che oppone fascisti e antifascisti (senza dimenticare il re e Badoglio), con le sue radici lunghe, le sue dinamiche fratricide, il suo surplus di violenza. E ancora la lotta di classe, tra chi difende i suoi privilegi e chi vede l’occasione di un riscatto. Ma anche le dispute territoriali, le faide personali e la criminalità diffusa che sempre prospera nel caos. E le mille e diverse sfumature di una “zona grigia”. La linea Gotica rappresenta quindi non solo un teatro bellico, ma anche e soprattutto un tassello importante nel processo col quale gli Alleati si apprestano a ridisegnare l’assetto politico dell’Italia – e del resto d’Europa – alla luce dei nuovi equilibri mondiali di potere economico-militare che si stanno delineando. Questo terzo e ultimo volume della maestosa trilogia di Massimo Turchi sulla linea Gotica (L’attacco. Agosto-ottobre 1944; Il lungo autunno. Ottobre 1944-marzo 1945; L’offensiva finale. Aprile 1945) riguarda lo sfondamento finale dell’aprile 1945, preludio alla fine della guerra nel maggio 1945, dopo un lungo inverno di scontri durissimi tra forze tedesche e della RSI, alleate e partigiane, dove si evidenziano tutte le contraddizioni dell’ultimo fronte di guerra in Italia; contraddizioni che avranno ripercussioni importanti nelle vicende del dopoguerra per le sorti italiane, europee e non solo.

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    Luftwaffe Fighter Aircraft. Profile Book No. 15. An Eastern Front Limited Edition with 230 Aircraft Profiles

    93.00

    Claes Sundin

    Questo libro si differenzia dalla maggior parte delle precedenti pubblicazioni di Claes Sundin in quanto si concentra sulla guerra aerea sul fronte orientale ed è simile al libro del 2019 “Pacific Fighter Aircraft. Profile Book No. 9”. Contiene 230 profili di alta qualità di aerei da combattimento tedeschi e riflette una selezione dei migliori lavori di Claes Sundin. Di questi, 30 sono profili di aerei completamente nuovi, mentre gli altri sono una selezione dai libri di profili n. 6, 10, 11, 12, 13 e 14 precedentemente pubblicati, che sono stati aggiornati o corretti ove necessario. Questa completa raccolta di aerei da combattimento tedeschi del fronte orientale offre ai lettori la possibilità di comprendere e apprezzare il modo in cui gli uomini e i mezzi della Luftwaffe risposero allo sviluppo del combattimento aereo tra il 1941 e il 1945, dai primi giorni dell’Operazione Barbarossa alla resa incondizionata del maggio 1945. Questa storia è presentata attraverso testi e profili dei vari tipi di aerei da combattimento utilizzati dalla Luftwaffe, che riflettono gli elaborati e in continua evoluzione di schemi e colori mimetici, le insegne di teatro, i contrassegni personali e di vittoria dei piloti e le insegne utilizzate dai vari squadroni, gruppi e staff.

    DISPONIBILE DA OTTOBRE 2025

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    Malta 1798. Il crepuscolo dei cavalieri e la geopolitica mediterranea

    23.00

    Alessandra Mita Ferraro

    Il 12 giugno 1798 il generale Bonaparte entrò nel Porto Grande della Valletta quasi senza colpo ferire. L’isola baluardo della cristianità gli era stata consegnata la notte precedente, segnando la fine della sovranità sull’arcipelago maltese dei cavalieri dell’Ordine di San Giovanni. Vi regnavano dal 1530 grazie alla donazione di Carlo V e nel corso dell’età moderna lo avevano modellato a immagine delle più raffinate avanguardie artistiche dell’epoca. Su poco più di 300 chilometri quadrati per quasi tre secoli era transitata, e in parte aveva trovato dimora, la migliore nobiltà europea, dando vita a una vera e propria “civiltà giovannita” che interpretava la missione religiosa del fondatore, tuitio fidei et obsequium pauperum. Ma quel distillato di antico regime, insieme all’idea di crociata contro l’infedele, non sopravvisse alla nuova situazione geopolitica e alla modernità. Attraverso il vaglio della più recente storiografia italiana e internazionale e lo studio di una documentazione in parte inedita, il volume analizza le molteplici cause che hanno portato alla consegna di Malta alla Repubblica francese e rivolge anche a un pubblico di non specialisti una ricognizione sintetica, ma criticamente orientata, della storia giovannita al suo crepuscolo.

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    Massoneria e fascismo. Dalla Grande Guerra alla messa al bando delle logge

    29.00

    Fulvio Conti

    Nel 1914, al congresso nazionale di Ancona del PSI, il massimalista Mussolini riuscì a far cacciare i massoni dal partito in nome di una fedele adesione ai principi di classe del socialismo. Ma alla fine della Grande Guerra, mentre imperversavano le agitazioni del biennio rosso e il nuovo partito popolare di ispirazione cattolica sembrava minacciare la tenuta dello Stato laico, sarebbe stata proprio la massoneria a contribuire all’ascesa del regime, giudicato il minore dei mali. Salvo poi subire la messa al bando delle logge nel novembre 1925 come conseguenza delle restrizioni attuate dallo stesso fascismo. Cadeva così l’illusione di poter controllare Mussolini e irreggimentare il fascismo, e si apriva la strada verso un’opposizione morale e politica. Quella del rapporto fra massoneria e fascismo è una storia complessa, mutevole, non riducibile a interpretazioni univoche.

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    Mediterranean Sweep. The USAAF in the Italian Campaign

    37.00

    Thomas McKelvey Cleaver

    Con la sconfitta di tedeschi e italiani in Sicilia a metà luglio del 1943, tutti gli occhi si rivolsero alla battaglia per la penisola italiana. Questa campagna fu definita “dimenticata” da molti, poiché molte delle migliori unità delle campagne del Nord Africa e della Sicilia furono ritirate per prepararsi all’imminente invasione della Francia, mentre alle unità rimanenti fu data una priorità inferiore nel rinnovamento di personale e materiali. Nonostante queste difficoltà, la guerra aerea nella campagna d’Italia è un ottimo esempio dell’uso riuscito del potere aereo tattico. Lo studio descrive come le forze dell’USAAF combatterono la guerra contro l’Asse al fianco della Francia Libera, degli alleati italiani, delle unità britanniche e del Commonwealth e persino di uno squadrone dell’Aeronautica Militare Brasiliana, sia nelle operazioni dei cacciabombardieri che nell’Operazione Bingo, la vittoriosa campagna di bombardamenti per interrompere i rifornimenti alle truppe tedesche sulla Linea Gotica. Basandosi sulla storia dell’USAAF nel Nord Africa e sulla Sicilia raccontata nel suo precedente lavoro “Turning the Tide”, l’esperto di aviazione Thomas Cleaver si avvale di una serie di resoconti di prima mano di piloti e altri equipaggi americani, alleati, tedeschi e italiani per far rivivere la feroce battaglia nei cieli sopra l’Italia dalla metà del 1943 al maggio 1945.

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    Mettez le Feu au IIIe Reich! Unites Speciales, Commandos et Formations de Guerilla Britaniques 1939-1945

    54.00

    Eric Denece

    La Seconda Guerra Mondiale fu il vero banco di prova per quelle che oggi chiamiamo forze speciali. Sebbene tutte le parti in conflitto istituissero unità di commando, sabotaggio o guerriglia, furono gli inglesi a creare il maggior numero di unità, spesso le più originali. In effetti, l’esercito britannico ha sempre dimostrato un talento innato nel riunire soldati non ortodossi in formazioni speciali in tempo di guerra. Lo fece dall’estate del 1940 in poi contro la Germania in Europa e Nord Africa e contro il Giappone nel Sud-est asiatico, creando più di trenta forze speciali subordinate, allo stato maggiore o ai comandanti di teatro e incaricate di supportare i movimenti di resistenza, condurre operazioni strategiche di sabotaggio o difficili missioni di ricognizione e attacco a supporto delle operazioni militari. La loro forza variava notevolmente: alcune unità contavano meno di venti uomini, altre più di mille. Anche i loro metodi operativi erano molto diversi: a piedi, in aria, in acqua, motorizzate, ecc. Tuttavia, tutti avevano un obiettivo simile: condurre una guerra non convenzionale contro le potenze dell’Asse, in cui erano consentiti tutti i mezzi.

    Rilegato, 21 x 30 cm. pag. 208 riccamente illustrato con foto b/n e alcune foto a colori

    Testo in lingua francese

    Stampato nel 2025 da Histoire et Collections

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    Mohacs 1526. La battaglia che mise fine alla potenza medievale ungherese

    31.00

    Gizella Nemeth Papo – Adriano Papo

    La disfatta subita a opera degli ottomani a Mohács il 29 agosto 1526 fu per l’Ungheria un evento traumatico, che sancì la fine della potenza medievale magiara, ma anche l’insediamento degli Asburgo nel bacino carpatodanubiano e l’ingresso dei turchi nella politica centroeuropea. Il volume racconta gli antefatti della battaglia: dall’ascesa al trono di Mattia Corvino, sotto il quale l’Ungheria attraversò l’ultimo periodo di floridezza della sua storia, alla decadenza del regno magiaro retto dalla debole dinastia lituano-polacca degli Jagellone. Al declino dell’Ungheria concorsero diversi fattori: la cristallizzazione della società, l’assenza di una classe dirigente responsabile della modernizzazione del paese, la crisi economica e politica e la dissoluzione della temibile “Armata nera” di Mattia Corvino. Il libro analizza anche le conseguenze di Mohács, che determinarono la tripartizione dell’Ungheria: l’elezione di due re, la guerra civile e il ritorno perentorio dei turchi a Buda nel 1541, dopo che nel 1526 erano momentaneamente rientrati a Costantinopoli.

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    Napoleon’s Last Army. Waterloo.

    135.00

    Keith Rocco – Paul Dawson

    Al suo ritorno dall’Isola d’Elba all’inizio del 1815, Napoleone dovette rimodellare un esercito che era stato notevolmente ridotto durante il suo esilio dalla Francia. Fu la sua ultima campagna. Per oltre vent’anni, lo storico, ricercatore e autore Paul L. Dawson ha approfondito gli archivi dell’esercito francese, traducendo risme di documenti originali e rapporti relativi alla ricostruzione dell’esercito imperiale di Napoleone nel 1815. Questo libro rappresenta visivamente i risultati di quella ricerca e descrive le numerose varianti di uniformi francesi frettolosamente imposte dai quartiermastri affrettati a ricostruire e riallestire un esercito che avrebbe concluso la sua vita a Waterloo.

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    Number 788. My Experiences in Swedish Special Operations. Preparing for NATO and the War on Terror

    39.00

    Max Lauker – Antonio Garcia

    Sono un soldato e un ranger, specializzato in ricognizione, intelligence e operazioni segrete. Non ho mai voluto fare il soldato, ma ho scoperto di eccellere in questo. Ho sparato con rabbia, mi sono infiltrato in gruppi terroristici e ho creato e bruciato fonti. Il numero 788 è la mia storia. Essere bravi a fare cose cattive non è sempre una benedizione. Non puoi essere il giudice, solo il boia. Il concetto di “per il bene superiore” ha sempre un rovescio della medaglia. Ti muovi e vivi nell’ombra. Chi ha il controllo ti concede il potere supremo della vita, ma una vita vissuta nell’ombra non è mai tua. Il mio sviluppo è stato lento e meticoloso; è stato improvvisato e innovativo. Ora scrivo di questo e di cosa ha significato essere spinto oltre il limite di ciò che pensavo fosse umanamente possibile. La mia storia potrebbe entusiasmare alcuni e annoiare altri. Sono stato addestrato in un momento unico, quando mi sono arruolato nelle forze armate dopo la Guerra Fredda, ma poco prima degli attacchi dell’11 settembre. Durante la mia formazione, la mancanza di controlli e regolamenti ha comportato rischi enormi, ma anche opportunità significative: le ho colte al volo. Sono il prodotto di ufficiali coraggiosi che hanno agito con grande rischio personale per salvare un reggimento senza permesso e chiedendo perdono in seguito. Ufficiali che credevano nel detto “Chi osa vince”. Condivido il mio piccolo ruolo di mediatore silenzioso tra luci e ombre nella lunga e imperfetta storia dei combattenti occidentali e nordici. Il contesto più ampio di questa storia è che la fine della Guerra Fredda e le successive missioni di mantenimento della pace hanno colto di sorpresa l’esercito svedese quando è scoppiata la Guerra al Terrore. La richiesta di forze per operazioni speciali era molto elevata, ma la Svezia, per la maggior parte, non disponeva di questa capacità di nicchia. Pur essendo ancora nella sua forma concettuale, il Plotone Ranger Internazionale, una forza d’élite che divenne un’Unità per Scopi Speciali all’interno del Battaglione Ranger, fu utilizzato per colmare la lacuna. Appena reclutato, fui attratto dalla sfida e dall’avventura che tutto ciò comportava; affrontai il duro percorso di selezione: la ricompensa era far parte di qualcosa di nuovo: le Unità per Scopi Speciali.

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    Oltre gli orizzonti. Gruppo Portaerei Cavour. Storia di un viaggio attraverso l’Indo-Pacifico

    40.00

    Greta Cristini

    Un racconto per immagini e parole di cinque mesi di missione nell’oceano Indo-Pacifico. Un’avventura in mari lontani eppure così vicini agli interessi del nostro Paese. Il Carrier Strike Group italiano centrato sulla portaerei Cavour, con la fregata antisommergibile Alpino e l’unità combattente multi missione Montecuccoli, e con i suoi caccia di quinta generazione, ha dato prova di essere lo strumento più versatile e flessibile di cui l’Italia dispone per proiettare potenza e influenza su scala globale, in piena sintonia con alleati e partner.  Il racconto di un grande risultato ottenuto grazie alla professionalità e all’impegno del Gruppo Portaerei Italiano; un’operazione che ha coinvolto quasi mille donne e uomini che hanno lavorato in mare per più di cento giorni, navigando per oltre 30.000 miglia nautiche su ognuna delle tre unità, mentre gli aeromobili imbarcati hanno volato più di mille ore di missioni. Ancora una volta la prova eccellente di un “grande equipaggio”.

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    Operazione C 3. I piani per l’invasione di Malta nel 1942. Studi e Documenti

    26.00

    Pier Paolo Battistelli

    Malta era un punto chiave nel Mediterraneo. Dall’isola i britannici erano in grado di attaccare con le loro forze aeree e navali le navi italiane dirette in Libia, bloccando così il flusso di rifornimenti per l’Africa settentrionale. La possibilità di attaccare e occupare l’isola di Malta venne presa in considerazione prima della guerra, per essere poi scartata. Fu solamente a seguito della crisi dei rifornimenti nell’autunno – inverno 1941-42 che la possibilità di occupare l’isola venne nuovamente presa in considerazione, in questo caso come una operazione congiunta italo-tedesca. I piani, sviluppati a partire dalla primavera del 1942, furono eventualmente abbandonati nell’autunno seguente quando ormai le possibilità di una invasione dell’isola erano svanite del tutto. L’operazione C 3 (il nome in codice usato dagli italiani, quello usato dai tedeschi era Operazione ‘Herkules’) non venne mai portata a termine, lasciando così agli storici un mare di domande destinate a rimanere senza risposta. Poteva l’occupazione di Malta cambiare il corso della guerra nel Mediterraneo e, di converso, anche in Africa settentrionale? Secondo alcuni storici la decisione di Rommel di proseguire con l’offensiva in Egitto abbandonando l’Operazione C 3 fu un clamoroso errore che è stato definito come la ‘decisione nel Mediterraneo’, le cui conseguenze sono note. Ancora più dubbia è la effettiva possibilità di successo nel caso in cui l’attacco fosse stato sferrato, considerate le scarse capacità combattenti degli italiani e il limitato appoggio tedesco. Questo libro esamina sia la storia dei piani per l’Operazione C 3 / Herkules, dal loro sviluppo fino all’abbandono, e li descrive in dettaglio permettendo così al lettore di formare una propria opinione

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    Opere Pubbliche 1922-1932

    50.00

    AA.VV.

    Il volume “Opere Pubbliche 1922-1932”, a cura del Ministero dei Lavori Pubblici, fu editato in occasione del Decennale del Fascismo per divulgare l’attività delle numerose amministrazioni preposte agli interventi urbanistici e territoriali. Il libro, un’opera monumentale realizzata “in veste moderna e appariscente”, per usare le parole dell’allora ministro dei Lavori Pubblici Araldo di Crollalanza nella sua Introduzione, ebbe, al tempo, una tale considerazione da fare bella mostra di sé sulla scrivania di Benito Mussolini a Palazzo Venezia. Di questo volume esiste anche un’edizione francese, “Les travaux publics exécutés pendant les dix premières années du régime fasciste”, uscita nel 1934. Il progetto editoriale fu affidato all’architetto antifascista Attilio Calzavara, uno dei principali ideatori di quello stile noto come “déco futurista”. Calzavara, peraltro, fu autore di molti diplomi, manifesti e cartoline tra i più scenografici commissionati in quegli anni dall’Opera Nazionale Balilla. Si tratta di una straordinaria fonte storica, un documento di grande valore anche dal punto di vista estetico, un prodotto allora destinato a creare e trasmettere un’immagine di estrema efficienza dell’operoso Ministero dei Lavori Pubblici, il principale artefice della modernizzazione di un paese all’epoca pressoché privo di infrastrutture in grado di garantirne e assecondarne lo sviluppo. A impreziosire questa nuova edizione anastatica, un saggio introduttivo di Franco Cardini che riporta gli anni del fascismo alla loro autentica dimensione storica.

    Brossura, 21 x 30 cm. pag. 552 interamente illustrato b/n

    Stampato nel 2025 da La Vela

    DISPONIBILE DAL 10 OTTOBRE CIRCA

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    Oskar Dirlewanger. The Infamous War Criminal and His SS Sonderkommando

    52.00

    Soraya Kuklinska

    Oskar Dirlewanger è stato uno degli ufficiali delle waffen-SS più discussi, anche all’interno dello stesso Corpo.. L’uomo alto, scarno e dall’aspetto sinistro comandava un’unità penale delle Waffen-SS. L’unità speciale Dirlewanger si sviluppò da una compagnia di uomini precedentemente incarcerati per bracconaggio, fino a diventare una forza di migliaia di uomini, molti dei quali dei quali erano ex prigionieri dei campi di concentramento. I ranghi erano composti da un’ampia varietà di detenuti, da soldati che avevano commesso reati disciplinari minori a prigionieri politici, prigionieri di guerra stranieri, e anche elementi con reati gravi. Il presente studio su Dirlewanger è molto approfondito, anche se pecca alle volte di qualche preconcetto. Inoltre, il libro offre nuovi spunti sugli uomini che hanno servito sotto di lui e sul loro comportamento durante la campagna

    DISPONIBILE DA GENNAIO 2026

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    Panzer Aces of the Wehrmacht and the Waffen-SS. The Ultimate Tank Killers of WW2

    46.00

    Federico Bussone

    Durante la guerra, centinaia di comandanti e artiglieri di carri armati tedeschi compirono l’impresa di distruggere personalmente almeno 20 carri armati nemici. In questo libro sono raccolti per la prima volta tutti insieme, con le loro storie individuali esaminate in dettaglio attraverso azioni di combattimento, vittorie e onorificenze documentate ufficialmente, il tutto illustrato con oltre 300 fotografie.

    Rilegato, 17 x 25 cm. pag. 274 riccamente illustrato con foto b/n

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2024 da Pen & Sword

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    Panzerkommandant. Band 1. Kurt Sametreiter

    55.00

    Kurt Sametreiter – Peter Moone

    Primo volume della serie “Panzerkommandant. Album Photos”, che ripercorre le carriere militari dei soldati dei reparti corazzati tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, attraverso album personali e memorie inedite. In questo primo volume, vengono messe in luce le vicende di Kurt Sametreiter, un giovane austriaco che si arruolò nell’esercito all’età di 15 anni, fu insignito della Croce di Cavaliere della Croce di Ferro nel 1943 e divenne ufficiale dei Panzer delle Waffen-SS. Morì nella sua terra natia, nel 2017. Questo libro racconta non solo la straordinaria storia di Kurt Sametreiter, ma anche quella di Heinz Klose, un giovane di Danzica che divenne sottufficiale e fu ucciso sul fronte russo nel 1944. I destini di questi due giovani, sono veramente affascinanti: uniti nelle vicende belliche nella Germania nord-orientale, combatterono assieme e poi vennero nuovamente separati dalla guerra. Divennero amici e compagni d’armi nella stessa compagnia di Panzerjäger della “Leibstandarte SS Adolf Hitler”, e Kurt sposò la sorella di Heinz, Ulla, diventando così suo cognato. Questo volume accompagna Kurt Sametreiter e il suo amico Heinz passo dopo passo attraverso la guerra, dai primi giorni del conflitto con l’invasione tedesca di Danzica, attraverso le campagne in Occidente (Francia) e nei Balcani, fino al fronte orientale dal 1941 al 1944, la battaglia di Normandia e la fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa.

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    Panzerkorps Grossdeutschland. The Battle of France to Operation Barbarossa

    39.00

    Helmuth Spaeter

    Questo è il primo libro sulla storia di una delle unità più d’élite della Wehrmacht tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale. Il libro ripercorre la storia del “GD” dalla sua fondazione come reggimento della “Guardia” nel 1921 fino alla sua trasformazione in reggimento di fanteria. Ripercorre i primi schieramenti dell’unità in Francia nel 1940, i preparativi per l’Operazione Leone Marino, l’invasione della Gran Bretagna, il suo dispiegamento nei Balcani e il successivo trasferimento sul fronte orientale per partecipare all’Operazione Barbarossa, l’invasione dell’Unione Sovietica.

    DISPONIBILE DA OTTOBRE 2025

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    Panzerkrieg. German Armoured Operations at Stalingrad. Vol. 2

    169.00

    Jason D. Mark

    In questo tanto atteso secondo volume in una serie che esamina le operazioni corazzate tedesche a Stalingrado, la storia di combattimento del Reggimento Panzer 2 viene esaminata in dettaglio. Questo reggimento fu una delle prime formazioni corazzate ad essere formata a metà degli anni ’30 e prese parte alla maggior parte delle campagne che stabilirono la reputazione dei Panzerwaffe: nei Sudeti, in Polonia, Francia, nei Balcani e nell’Unione Sovietica. Il reggimento guidò molti attacchi vittoriosi durante l’Operazione Barbarossa – a Verba, Monastyrishche, Pervomaisk, Voznesensk, Nikolayev e nel calderone di Kiev – e spesso si trovò sul lato orientale di un calderone. Anche se vittoriosi, tutte queste battaglie di accerchiamento ebbero un terribile impatto sugli uomini e sull’equipaggiamento del reggimento. Nel drammatico inverno del 1941/42, il reggimento indebolito fu schierato in distaccamenti di piccole dimensioni, in supporto a varie divisioni di fanteria lungo il fronte meridionale. L’ora più eclatante del reggimento arrivò durante la campagna del 1942, quando guidò la 16a Divisione corazzata dal Don al Volga a nord di Stalingrado in un solo giorno, un’audace avanzata che mandò in panico lo Stato Maggiore sovietico. Tre mesi dopo, svolse un ruolo cruciale nella difesa del fianco settentrionale della 6a Armata, mentre le unità di fanteria tentavano di conquistare completamente la città. Quando la controffensiva sovietica iniziò il 19 novembre 1942, il reggimento fu spinto a ovest per respingere le punte corazzate russe che si precipitavano verso il ponte di Kalach. Dopo questa missione fallita, i carri armati rimanenti furono ritirati dall’accerchiamento che i sovietici, stavano mettendo in atto. Alcuni furono tenuti in riserva per un possibile breakout, altri furono utilizzati per contrattacchi localizzati per tenere a bada i sovietici sempre più portati all’offensiva. Il reggimento resistette fino a quando il carburante, le munizioni e il morale non si esaurirono; pochi fortunati ce la fecero, la maggior parte degli elemnti dell’unità sopravvisse agli ultimi giorni della battaglia, finendo in prigionia. L’accesso ai rapporti, ha permesso di analizzare in dettaglio la storia del reggimento. La narrazione è arricchita da centinaia di rare fotografie, accuratamente raccolte dall’autore da collezioni private e fornite dagli stessi veterani.

    Rilegato, 21 x 28 cm. pag. 640 illustrato con circa 601 foto b/n, 2 fotografie aeree, 100 mappe

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2025 da Leaping Horseman Books

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    Panzers Berlin 1945. SS-Panzer-Abteilung 11 Hermann von Salza”, schwere SS-Panzer-Abteilung 103/503 1943-1945

    56.00

    Stephan Cazenave – Stephane Neuhaus

    Storia del Battaglione Panzer SS 11 “Hermann von Salza” e del Battaglione Panzer SS pesante 103/503. Quest’opera di riferimento descrive in dettaglio la storia della SS-Panzerabteilung 11 Hermann von Salza e della Heavy SS-Panzerabteilung 103/503 dalla loro costituzione a metà del 1943. fino agli ultimi combattimenti a Berlino nel maggio 1945. La SS-Panzerabteilung 11 era senza dubbio il battaglione carri armati più versatile delle Waffen-SS. Inizialmente schierato come fanteria all’inizio del 1944, il battaglione ricevette una dozzina di veicoli Panther pre-serie difettosi, poi gli Sturmgeschütze III (cannoni d’assalto III), e combatté da Narva alla Curlandia fino alla fine del 1944. Dopo un’ulteriore ristrutturazione, i nuovi cannoni d’assalto III dell’SS Panzer Battalion 11, insieme al Heavy SS Panzer Battalion 503, che fu finalmente equipaggiato con i Tiger II, furono schierati in Pomerania finché non furono costretti a ritirarsi a Berlino. La documentazione visiva di questo lavoro si basa su numerose fotografie inedite, tra cui diverse decine provenienti dagli album fotografici originali di Philipp Wild, uno dei soli due soldati carristi dell’unità ad essere insignito della prestigiosa Croce di Cavaliere della Croce di Ferro. Il secondo destinatario del premio fu il comandante del Battaglione Panzer SS 11, SS-Ostubaf. Paul Albert Kausch, ufficiale di mezzo corazzato che guidò la sua unità dalla sua costituzione fino alla fine del 1945 a Berlino. I resoconti inediti dei soldati carristi di entrambi i battaglioni permettono di ottenere un quadro il più accurato possibile della storia di questi uomini. L’eccezionale documentazione rende questo lavoro un’opera di riferimento su due unità relativamente sconosciute e poco documentate.

    Rilegato, 15,5 x 21,8 cm. pag. 224 illustrato con circa 350 foto e documenti b/n

    Testo in lingua francese

    Stampato nel 2025 da Maranes Editions

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    Phoenicis tempus caelestis. Il mito della fenice nell’eternità di Roma

    36.00

    Vittorio Sorci

    Il mito della Fenice nell’Eternità di Roma. Una contrada accessibile ai tempi dell’età dell’oro ma poi occultatasi con la successione delle ere secondo la concezione esiodea. Questa terra, sacra e primordiale, si rivela essere la dimora urania dei Patres romani.

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    Pioggia di distruzione. Tokyo, Hiroshima e la bomba

    25.00

    Richard Overy

    Servirono veramente le bombe atomiche a porre fine alla guerra o vennero sganciate seguendo altre logiche e finalità? Perché non fu sufficiente il precedente bombardamento incendiario di Tokyo, quasi altrettanto distruttivo e crudele? Uno dei maggiori storici militari al mondo, Richard Overy, ripercorre quei mesi drammatici, dalla guerra nel Pacifico agli sforzi tecnologici e scientifici della corsa atomica, fino all’escalation che portò alla scelta di colpire Hiroshima e Nagasaki.  Nei mesi conclusivi della Seconda guerra mondiale centinaia di migliaia di giapponesi, per lo piú civili, morirono in un’ultima esplosione di violenza dal cielo. Dopo aver devastato Tokyo gli aerei americani iniziavano a non avere molti obiettivi plausibili a disposizione, e si decise allora di utilizzare due armi atomiche per chiudere definitivamente la guerra. Da allora, il ruolo dei bombardamenti incendiari e delle armi nucleari nella lettura della resa giapponese è sempre stato oggetto di un acceso dibattito. Richard Overy ripensa a come dovremmo considerare quest’ultima fase del conflitto. Il popolare racconto secondo cui i bombardamenti furono efficaci va inserito nel contesto piú ampio di quanto stava accadendo in Giappone all’inizio del 1945. E la facile equazione «bombardamento uguale resa» non può piú essere data per scontata. Queste pagine ricostruiscono il processo attraverso il quale, nel corso di una guerra lunga e tremenda, la volontà di uccidere i civili e distruggere intere città è diventata una cosa normale. E ci mostrano come le preoccupazioni morali si sono potute attenuare fino al punto in cui gli scienziati, gli aviatori e i politici hanno approvato una strategia di distruzione di massa che non avrebbero mai approvato prima. Rivelandoci però allo stesso tempo quale sia stato lo sforzo messo in campo per cercare di porre fine alle ostilità in Giappone, un Paese in cui il concetto di «resa» era del tutto estraneo alla cultura nazionale

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    PK 666. Die Propaganda-Kompanie 666. Einblicke in die Geschichte einer Propaganda-Einheit. Volume 1: Aufstellung und Westfeldzug 1940

    105.00

    Axel Urbanke

    La prima parte del libro offre un’introduzione al PK e affronta molti interrogativi sulla propaganda mai posti prima. La seconda parte del libro, che costituisce circa l’80% del volume, descrive l’impiego di tale unità nella campagna occidentale, prendendo come esempio la Compagnia di Propaganda 666. I giornalisti della compagnia furono assegnati alla 12ª Armata e quindi schierati con le divisioni di fanteria del III Corpo d’Armata e del Corpo Corazzato “Guderian”. Il libro descrive cronologicamente le battaglie delle divisioni. Foto e resoconti dei corrispondenti di guerra del PK 666 sono integrati in questi eventi. Il lettore segue l’avanzata di Guderian attraverso le Ardenne, partecipa alle battaglie intorno a Sedan e al valico della Mosa, avanza con le divisioni corazzate attraverso Stonne, St. Quentin, Péronne, Abbeville e Montreuil fino a Boulogne e Calais sulla Manica e infine assiste alle battaglie per le fortezze saldamente difese nelle due città portuali. I carri armati marciano poi verso sud e attaccano con le divisioni di fanteria attraverso l’Aisne verso il confine svizzero. Il lettore assiste alle battaglie sull’Aisne, intorno a Rethel e nella Champagne, a Châlons, sul Canale Reno-Marna, a St. Dizier, Chaumont, Langres e Besançon. Le battaglie di tutte le divisioni coinvolte sono descritte sulla base di documenti originali e integrate da foto e resoconti degli uomini del PK 666. Non è mai stato pubblicato un libro simile prima d’ora. Il libro elenca i nomi di tutti i corrispondenti di guerra del PK 666 e ne fornisce brevi biografie. Molti di loro salirono alla ribalta dopo la guerra, ricoprendo ruoli completamente diversi. È la prima volta che la storia di una compagnia di propaganda viene documentata in termini concreti.

    Rilegato, 28 x 25 cm. pag. 568 illustrato con circa  490 foto, di cui circa 65 a colori, circa 38 mappe a colori, grande formato

    Testo in lingua tedesca/inglese

    Stampato nel 2025 da Luftfahrt Verlag

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    Point Mugu test centers. A Pictorial History – Part One (1945-1975)

    48.00

    Angelo Romano

    La Marina degli Stati Uniti ha istituito e mantenuto diversi centri di collaudo e sperimentazione per testare e valutare velivoli e sistemi d’arma. Pochi hanno raggiunto le dimensioni e la portata delle attività come quello con sede a Point Mugu, in California. Nel corso degli anni, il Naval Air Missile Test Center, insieme al Pacific Missile Range, è diventato Naval Missile Center e Pacific Missile Test Center, riflettendo l’evoluzione della tecnologia, della complessità e della sofisticazione necessarie per valutare accuratamente le prestazioni delle armi. Quest’ultimo libro di Angelo Romano  un’opera illustrata che copre gli aerei e i missili impiegati durante i primi trent’anni (1945-1975) di attività presso la Naval Air Station di Point Mugu e le sue stazioni e poligoni periferici. Il libro descrive in dettaglio una moltitudine di progetti, aerei, squadron e modifiche alla base e alle strutture fino al 1975. I lettori troveranno un’affascinante ricchezza di informazioni tecniche e storiche su aerei e armi associati dall’inizio delle attività a Point Mugu, il tutto organizzato cronologicamente per capitoli. A corredo del testo ci sono circa 600 fotografie in bianco e nero e a colori, quasi completamente inedite, che illustrano i velivoli, le modifiche e i dettagli dei progetti.

    Brossura, 21 x 30 cm. pag. 192 illustrato con 597 foto a colori e in bianco e nero, 24 stemmi di reparto

    Stampato nel 2025 da RN Publishing

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    Point Mugu test centers. A Pictorial History – Vol. 2 (1975-2002)

    55.00

    Angelo Romano

    La Marina degli Stati Uniti ha istituito e mantenuto diversi centri di collaudo e sperimentazione per testare e valutare velivoli e sistemi d’arma. Pochi hanno raggiunto le dimensioni e la portata delle attività come quello con sede a Point Mugu, in California. Nel corso degli anni, il Naval Air Missile Test Center, insieme al Pacific Missile Range, è diventato Naval Missile Center e Pacific Missile Test Center, riflettendo l’evoluzione della tecnologia, della complessità e della sofisticazione necessarie per valutare accuratamente le prestazioni delle armi. Quest’ultimo libro di Angelo Romano  un’opera illustrata che copre gli aerei e i missili impiegati durante i primi trent’anni (1945-1975) di attività presso la Naval Air Station di Point Mugu e le sue stazioni e poligoni periferici. Il libro descrive in dettaglio una moltitudine di progetti, aerei, squadron e modifiche alla base e alle strutture fino al 1975. I lettori troveranno un’affascinante ricchezza di informazioni tecniche e storiche su aerei e armi associati dall’inizio delle attività a Point Mugu, il tutto organizzato cronologicamente per capitoli. A corredo del testo ci sono circa 600 fotografie in bianco e nero e a colori, quasi completamente inedite, che illustrano i velivoli, le modifiche e i dettagli dei progetti.

    Brossura, 21 x 30 cm. pag. 192 illustrato con 597 foto a colori e in bianco e nero, 24 stemmi di reparto

    Stampato nel 2025 da RN Publishing

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    Politica e martirio. Il rogo di Primavalle tra storia e memoria

    28.00

    Amy King

    Il 16 aprile 1973, nella borgata di Primavalle, zona nord-ovest della capitale, intorno alle 3 di notte, qualcuno versa una tanica di benzina davanti alla porta di un appartamento. È l’abitazione della famiglia Mattei: il padre, Mario, è segretario della sede locale del Movimento sociale italiano. Nell’incendio moriranno due dei sei figli: Virgilio, di 22 anni, e Stefano, di 10. Gli autori dell’attentato sono tre ragazzi di Potere operaio; saranno dichiarati colpevoli solo nel 1987, ma di fatto non pagheranno mai. La tragedia – cui seguirono depistaggi e mistificazioni – viene ricostruita in queste pagine da una studiosa inglese, che con il vantaggio della «distanza» illumina la vicenda e per la prima volta ne chiarisce le distorsioni, intrecciando il racconto storico e la documentazione giudiziaria, le reazioni della stampa e le testimonianze di uno dei figli sopravvissuti e della gente del quartiere. Il «rogo di Primavalle» si delinea così come un punto di svolta nella storia della violenza politica in Italia: per la sinistra, che fino a quel momento se ne era considerata immune, significò la fine dell’innocenza; per il partito di Giorgio Almirante, nell’occhio del ciclone per una sequela di azioni terroristiche ad opera degli estremisti, significò la possibilità di un riscatto. L’attentato favorì infatti la costruzione di una “versione” intessuta di sacrificio e martirio, alimentata sia dall’esito del primo processo sia dalla campagna contro il Msi portata avanti dai media, autori di una manipolazione della memoria giunta fino ai nostri giorni.

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    Profiles

    15.00

    Mario Stefanoni – Riccardo Vestuto

    Volume “companion” del volume “Project 083 – 70 Years of Starfighter” interamente dedicato ai profili a colori, alle colorazioni e ai dettagli. Tabella riassuntiva delle colorazioni di ogni aeronautica che ha avuto in dotazione questo iconico velivlo. Viene anche delineata l’evoluzione delle mimetiche adottate. Particolarmente consigliato per i modellisti.

    Brossura, 21 x 30 cm. pag. 40 interamento illustrato con profili a colori

    Stampato nel 2025 da Mister Kit

    DISPONIBILE OTTOBRE 2025

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    Project 083. 70 Years of Starfighter

    45.00

    Claudio Col – Marco Tomassoni – Riccardo Vestuto – Aldo Zanfi

    Un volume unico sulla leggenda del Lockheed F-104. Un’opera monumentale e senza precedenti in lingua italiana, dedicata al caccia più iconico della Guerra Fredda: il Lockheed F-104 Starfighter, il “missile con un uomo dentro”. Con oltre 400 pagine e più di 1200 immagini, di cui 300 inedite, Project 083 racconta la genesi, l’evoluzione tecnica, l’impiego operativo e il mito del velivolo che ha segnato un’epoca.

    • Approfondito e accessibile: una trattazione rigorosa, ricca di dati, testimonianze e documenti d’archivio, ma scritta con un linguaggio chiaro.

    • Completo: tutte le versioni dello Starfighter, dai prototipi alle varianti operative USAF, NATO, Giappone, Canada e Italia, fino agli ultimi impieghi civili NASA.

    • Ricco di contenuti speciali: walkaround tecnico per modellisti, schede comparative, glossario, profili a colori e interviste esclusive a piloti e manutentori.

    • Un viaggio nella storia: dal progetto Lockheed degli anni ’50 al ruolo dello Starfighter nella deterrenza nucleare NATO, passando per record, missioni reali e modernizzazioni.

    Perché proporlo in libreria?

    • Titolo di grande fascino per appassionati di aviazione, studiosi di storia militare e modellisti.

    • Opera inedita in Italia, con materiali e interviste mai pubblicati prima.

    DISPONIBILE OTTOBRE 2025

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