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Il congresso di Verona – 14 novembre 1943) – Una antologia di documenti e testimonianze
€18.10Nell’ambito degli studi sulla Repubblica Sociale Italiana, sono poco noti gli avvenimenti che portarono all’approvazione del documento, noto di volta in volta come “Manifesto”, “Programma” o “18 punti di Verona”. Il lavoro prende in esame il reale svolgimento del congresso, l’atmosfera e le tensioni che lo precedono e l’accompagnano, l’intensità e lo spirito delle idee, la direzione impressa ai documenti programmatici preparatori e gli interventi durante le sedute. Con questo intento si ripubblica il manuale stenografico del congresso, con le note neccessarie a rievocare uomini e fatti che poi caratterizzarono in senso indelebile il biennio successivo.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 215
Stampato nel 1994 da Settimo Sigillo
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Il processo di Verona – Una ricostruzione attraverso gli atti
€23.00Rigorosa ricostruzione attraverso gli atti, del processo di Verona, dove furono giudicati e condannati i gerarchi e gli appartenenti al Gran Consiglio del Fascismo che avevano votato la mozione che provocò la caduta di Mussolini e il suo successivo arresto per volontà monarchica. Vengono riportate le tesi dell’accusa e del colleggio difensivo, le motivazione che gli imputati diedero come motivazione per il loro operato. Ne vengono fuori dei personaggi abbastanza meschini che avevano messo davanti a tutto il loro interesse personale, dimenticando tra l’altro che a livello personale e politico dovevano quasi tutto a quel Benito Mussolini a cui avevano voltato le spalle in un batter di ciglia.
Brossura 17 x 24 cm. pag. 140
Stampato nel 2003 da Effepi
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L’arena del Duce – Storia del Partito Nazionale Fascista a Verona
€28.00Niente cannibalismo e niente politica” era la frase che amava ripetere il federale Giuseppe Frediani, giunto alla guida della federazione fascista veronese nel maggio 1934. Un motto semplice, schiettamente fascista, che nella sostanza riassumeva i nuovi sistemi di gestione del partito voluti da Mussolini e da Achille Starace, tesi a eliminare ogni residuo di politica liberal-democratica che minacciava di riproporsi, nel sistema a partito unico, come “cannibalismo” e “lotta di fazione”. La vicenda del Fascio scaligero, detto anche “Terzogenito” perché nato dopo quelli di Torino e di Genova, fu infatti caratterizzata dal “beghismo” e da lotte intestine al partito e prese corpo nelle piazze della città e della provincia veronese, uscite esangui dalla prima guerra mondiale per merito di uno sparuto gruppo di diciannovisti, fascisti della prima ora, che accolsero e imposero con la forza il verbo mussoliniano. Da lì gli eventi si dipanano passando attraverso la fascistizzazione della società e le dinamiche del consenso. Un consenso plasmato da una classe dirigente periferica rissosa, talvolta corrotta, spesso incapace e arrivista, che fece scempio delle fragili strutture dello Stato liberale.
Brossura, 14 x 21 cm. pag. XXIII + 295
Stampato nel 2016 da Donzelli