I resoconti personali di questi soldati, la maggior parte dei quali provenienti dal fronte russo, dove prestò servizio la maggioranza dei fanti tedeschi, dipingono un ritratto ricco di sfumature del “Landser” che illustra la complessità della sua vita quotidiana. Con capitoli dedicati all’addestramento, alla visione diretta dei combattimenti, alle condizioni di vita, allo stress da combattimento, alle sensazioni personali della guerra, ai legami di cameratismo e spirito di corpo, all’ideologia e alla motivazione, Fritz offre un senso di immediatezza e intimità, rivelando la guerra attraverso gli occhi di questi “uomini comuni”. Con il suo sguardo approfondito sulla vita quotidiana dei soldati tedeschi, questo è un libro che non parla di guerra, ma di uomini. La sua lettura sarà di vitale importanza per chiunque sia interessato alla Seconda guerra mondiale, alla storia militare tedesca o alle esperienze dei soldati comuni di ogni nazione.
Dopo l’umiliante sconfitta della Seconda Guerra Mondiale, molti generali tedeschi pubblicarono biografie e memorie in cui incolpavano il Führer e le sue decisioni impulsive per la crisi della leadership militare tedesca, in passato brillante. Stephen Fritz decostruisce la caricatura di un Hitler impreparato militarmente e sottolinea i tratti più coerenti ed efficaci della sua visione strategica dalla salita al potere alla fine della guerra. Nell’immaginario collettivo liberale, il male è l’assenza della ragione, così la tendenza è quella di considerare Hitler una persona irrazionale; egli, tuttavia, pensava e agiva secondo una propria logica, seguendo il suo istinto e le sue intuizioni, mentre il dinamismo e la sua mente fortemente creativa davano forma a una versione della storia difficile da confutare, mirata a vendicare i presunti insulti rivolti alla Germania dopo la grande Guerra e a inseguire una vocazione egemonica. Hitler ha poi innalzato il suo obiettivo politico-ideologico, trasformandolo in intento esistenziale. Per nutrire un desiderio, tuttavia, bisogna anche possedere i mezzi necessari per realizzarlo, ed egli capiva bene che la Germania era manchevole da questo punto di vista: avrebbe dovuto conquistare un Lebensraum (lo spazio vitale) in una guerra che, dal momento che sarebbe stata combattuta per l’esistenza stessa della nazione, avrebbe avuto un carattere assoluto, senza spazio per compromessi. Riuscì inoltre a comprendere meglio dei suoi generali che quella guerra avrebbe inasprito gli animi al punto che i suoi nemici sarebbero stati ben poco inclini a negoziazioni o a compromessi di sorta; anche per loro, sarebbe diventata una questione di vittoria o distruzione assoluta.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 560 con alcune cartine e foto
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