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La difesa della fede ortodossa in Montenegro – Il possibile cambiamento geopolitico nei Balcani
€13.00Il silenzio mediatico e l’incomprensione di quanto sta accadendo nel 2020 in Montenegro; centinaia di migliaia di persone, ogni settimana nelle serate di giovedì e di domenica, marciano compatte nelle strade di Podgorica e delle principali città del Paese, per la riaffermazione di un principio essenziale: “I luoghi sacri non devono essere toccati”. Motivo scatenante della protesta, la “Legge sulla libertà religiosa e lo statuto delle comunità religiose” voluta a tutti i costi dal padre-padrone del Montenegro, Milo Djukanovic, che sfugge alle maglie della giustizia internazionale ormai da 20 anni grazie alla protezione dei suoi burattinai atlantici. Un passo falso che non solo mette a rischio la tenuta del suo regime personalistico ma che potrebbe innescare dinamiche di cambiamento geopolitiche ben più ampie in tutta la regione, se solo si pensa che contemporaneamente alla crisi del Crna Gora assistiamo alla volontà emancipatrice della Repubblica Serba di Bosnia e alla ridefinizione strategica della Macedonia. La conferma, ancora una volta, che “i Balcani producono più storia di quanta ne possano contenere”.
Brossura, 15 x 21 cm. pag. 158
Stampato nel 2020 da Anteo
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La questione di Taiwan e la riunificazione pacifica della Cina
€16.00Marco Costa – Andrea Turi – Stefano Vernole
La collocazione geopolitica di Taiwan conserva un’importanza vitale in relazione alle vie essenziali del traffico marittimo, attraverso cui vengono trasportati greggio e altre materie prime verso la Repubblica Popolare Cinese: in caso di conflitto, per gli USA diverrebbe essenziale tagliare o rallentare le forniture di petrolio a Pechino. Taiwan possiede inoltre una posizione geografica strategica globale sulla rotta commerciale marittima che collega l’Asia orientale al Sud-est asiatico e al Canale di Suez. L’amputazione di Taiwan rappresenta per la Cina una “ferita aperta” e la sua riunificazione alla madrepatria segnerebbe la conclusione definitiva della guerra civile sfociata nella nascita della Repubblica Popolare Cinese; questa è la ragione per cui la diplomazia di Pechino l’ha definita “una linea rossa” nei suoi rapporti con Washington.