La guerra di Sardegna e di Sicilia 1717-1720. L’esercito sabaudo e le milizie siciliane Vol. 1. Le Vicende Storiche. 2ª Edizione

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    La guerra di Sardegna e di Sicilia 1717-1720. L’esercito sabaudo e le milizie siciliane Vol. 1. Le Vicende Storiche. 2ª Edizione

    29.00

    Giancarlo Boeri – Paolo Giacomone Piana- Roberto Vela – Guglielmo Aimaretti

    La serie è dedicata agli eserciti e alle marine operanti nell’area italiana durante un conflitto che vide il tentativo della Spagna di riconquistare la Sardegna e la Sicilia, divenute possesso degli Asburgo e dei Savoia. Gli aspetti militari del breve periodo in cui il Ducato di Savoia e il Regno di Sicilia furono uniti sotto la corona di Vittorio Amedeo II, e della successiva guerra, sono stati in passato pressoché ignorati. Un’ampia documentazione, prima poco fruibile, ha permesso di ricostruire una vicenda quasi ignorata, ma assai onorevole per le truppe sabaude che, circondate da una popolazione ostile, di fronte a forze avversarie soverchianti e con un alleato malfido, mantennero sempre la massina coesione, eseguendo a puntino il piano difensivo ideato da Vittorio Amedeo II fin dall’anno precedente e riuscendo a mantenersi sull’isola fino al 1720. Questo volume (diviso in tre tomi) è il primo della serie e tratta dell’esercito e della marina sabaudi, ma anche della milizia e degli altri corpi siciliani. Il tomo 1 riguarda in particolare le vicende storiche, il tomo 2 l’organizzazione e il tomo 3 le uniformi, gli equipaggiamenti e le bandiere.

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    La guerra di Sardegna e di Sicilia 1717-1720. L’esercito sabaudo e le milizie siciliane Vol. 2. L’organizzazione. 2ª Edizione

    29.00

    Giancarlo Boeri – Paolo Giacomone Piana- Roberto Vela – Guglielmo Aimaretti

    La serie è dedicata agli eserciti e alle marine operanti nell’area italiana durante un conflitto che vide il tentativo della Spagna di riconquistare la Sardegna e la Sicilia, divenute possesso degli Asburgo e dei Savoia. Gli aspetti militari del breve periodo in cui il Ducato di Savoia e il Regno di Sicilia furono uniti sotto la corona di Vittorio Amedeo II, e della successiva guerra, sono stati in passato pressoché ignorati. Un’ampia documentazione, prima poco fruibile, ha permesso di ricostruire una vicenda quasi ignorata, ma assai onorevole per le truppe sabaude che, circondate da una popolazione ostile, di fronte a forze avversarie soverchianti e con un alleato malfido, mantennero sempre la massina coesione, eseguendo a puntino il piano difensivo ideato da Vittorio Amedeo II fin dall’anno precedente e riuscendo a mantenersi sull’isola fino al 1720. Questo volume (diviso in tre tomi) è il primo della serie e tratta dell’esercito e della marina sabaudi, ma anche della milizia e degli altri corpi siciliani. Il tomo 1 riguarda in particolare le vicende storiche, il tomo 2 l’organizzazione e il tomo 3 le uniformi, gli equipaggiamenti e le bandiere.

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    La guerra di Sardegna e di Sicilia 1717-1720. L’esercito sabaudo e le milizie siciliane Vol. 3. Le Uniformi. 2ª Edizione

    29.00

    Giancarlo Boeri – Paolo Giacomone Piana- Roberto Vela – Guglielmo Aimaretti

    La serie è dedicata agli eserciti e alle marine operanti nell’area italiana durante un conflitto che vide il tentativo della Spagna di riconquistare la Sardegna e la Sicilia, divenute possesso degli Asburgo e dei Savoia. Gli aspetti militari del breve periodo in cui il Ducato di Savoia e il Regno di Sicilia furono uniti sotto la corona di Vittorio Amedeo II, e della successiva guerra, sono stati in passato pressoché ignorati. Un’ampia documentazione, prima poco fruibile, ha permesso di ricostruire una vicenda quasi ignorata, ma assai onorevole per le truppe sabaude che, circondate da una popolazione ostile, di fronte a forze avversarie soverchianti e con un alleato malfido, mantennero sempre la massina coesione, eseguendo a puntino il piano difensivo ideato da Vittorio Amedeo II fin dall’anno precedente e riuscendo a mantenersi sull’isola fino al 1720. Questo volume (diviso in tre tomi) è il primo della serie e tratta dell’esercito e della marina sabaudi, ma anche della milizia e degli altri corpi siciliani. Il tomo 1 riguarda in particolare le vicende storiche, il tomo 2 l’organizzazione e il tomo 3 le uniformi, gli equipaggiamenti e le bandiere.

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    La Guerra nel Mare Egeo. L’Ultimo Successo delle Forze Armate Germaniche nel Mediterraneo

    29.00

    Francesco Mattesini

    Guerra nel dodecaneso- Dopo il tragico Armistizio dell’Italia dell’8 settembre 1943 e lo sbarco degli anglo Americani a Salerno (Operazione “Avalance”) e nelle regioni del sud Italia, la Marina e l’Aviazione tedesca dovettero impegnarsi al massino nel Dodecaneso, il gruppo di dodici Isole dell’Egeo, tra cui Rodi, che l’Italia aveva ottenuto dopo la guerra italo-turca del 1911. La campagna militare che ne segui, detta del Dodecaneso comportò tutta una serie di eventi bellici ampiamente favoriti dalla grande confusione e mancanza spesso di direttive dallo stato maggiore generale italiano che portò le truppe italiane ad unirsi in gran parte con le forze alleate anglo-greche stanziate nel Dodecaneso, a cercare di far fronte alla potenza militare tedesca che immediatamente si organizzò per cercare di recuoperare il controllo della situazione. in alcuni casi ci furono aspri e terribili combattimenti, come a Lero, Rodi e Coo che si consclusero con la disfatta totale delle forze alleate. In alcuni casi, unità italiane si unirono al vecchio alleato tedesco.

    Brossura, 17,5 x 25,5 cm. pag. 222 con numerose foto b/n

    Stampato nel 2024 da Soldiershop

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    La guerra sul mare dell’Ammiraglio Luigi Biancheri (11 giugno 1940 – 28 luglio 1945)

    29.00

    Guido Biancheri

    In questo bel libro, Guido Biancheri narra le gesta militari compiute durante il secondo conflitto mondiale dal suo prozio, l’Ammiraglio di Squadra Luigi Biancheri, figura fuori dall’ordinario, che egli aveva d’altronde conosciuto negli anni della sua infanzia. Basandosi esclusivamente su documentazioni originali a disposizione della sua famiglia, l’autore ha integrato le tante informazioni ricavate dalle relazioni ufficiali, dai diari personali, dalle lettere e dai racconti di famiglia per riassumerle in una ricostruzione “autentica” del servizio prestato in guerra da questo Soldato del Mare nel difficile conflitto del 1940-1945.

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    La Landschutz del Litorale Adriatico

    19.00

    Paolo Crippa – Giovanni Maressi

    Dopo l’Armistizio e la conseguente occupazione tedesca delle regioni giuliane, di fatto annesse al Reich tedesco con la creazione della Zona di Operazioni del Litorale Adriatico, le autorità militari germaniche decretarono la costituzione di reparti di autodifesa territoriale, formati da cittadini italiani, sloveni e croati, da affiancare alle unità tedesche nella lotta al fenomeno partigiano. Si organizzò così la Landschutz, un corpo a base etnica, che doveva “contribuire al mantenimento dell’ordine e della sicurezza”, che fu formalmente costituita dal Supremo Commissario Rainer il 1° ottobre 1943. Nel variegato panorama dei reparti creati nel corso della guerra con personale non tedesco, non si è mai data sufficiente rilevanza a queste piccole unità di Difesa Territoriale e questo volume cerca di fornire un’analisi quanto più possibile approfondita della vita della Landschutz.

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    La Polizei-Division sul fronte di Leningrado, 1941

    22.00

    Il libro narra le vicende militari della SS Polizei-Division. Trattata inizialmente come una formazione di secondo livello, fu equipaggiata ed armata approssimativamente, così come fu impiegata in prima linea sempre come forza di riserva, soprattutto nella campagna sul fronte occidentale nel 1940. Tuttavia, come accadrà spesso nella storia della Waffen SS, anche per la Polizei la prova del fuoco servirà a farla diventare una formazione di élite grazie soprattutto all’esemplare comportamento dei suoi reparti e dei suoi comandanti sul campo di battaglia e nel febbraio del 1942, finalmente, fu trasformata in una vera e propria formazione SS, diventando la SS-Polizei-Division.

    Brossura, 17.5 x 25,5 cm. pag. 88 illustrato con numerose foto b/n

    Stampato nel 2020 da Soldiershop

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    La polizia repubblicana 1943-1945

    19.90

    Gabriele Malavoglia

    Anche la Repubblica Sociale ebbe la propria struttura di Pubblica Sicurezza, il corpo della Polizia Repubblicana, formata da una sorta di doppia anima: una territoriale, impegnata nei compiti d’istituto della Polizia, e una più spiccatamente figlia del tremendo periodo che si stava vivendo, dedita principalmente alla persecuzione degli avversari politici del fascismo, i partigiani, ed alla caccia agli ebrei. A volte queste due anime si compenetrarono, nonostante la suddivisione rimase molto netta. Fino ad oggi, ben poco è stato scritto sulle vicende della Polizia Repubblicana, le ricerche si sono concentrate, per motivi diversi e talora opposti, soprattutto su quei reparti di para-polizia, spesso conosciuti come “bande”, dediti alle attività più violente e crudeli, che operavano perlopiù in stretta dipendenza con i comandi germanici. È stato invece tralasciato l’aspetto più istituzionale della polizia Repubblicana, nelle cui file militarono moltissimo uomini onesti e probi, che, in molti casi, si prodigarono anche per salvare ebrei o militarono segretamente nella Resistenza. Lungi dall’avere realizzato uno studio sistematico ed esaustivo, in queste pagine si è cercato di compendiare tutti gli aspetti caratterizzanti la struttura della polizia nel periodo della Repubblica Sociale Italiana.

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    La prima armata di Federico II di Prussia Vol.1. La fanteria

    32.00

    Enrico Acerbi

    Federico il Grande fu una delle figure più importanti della storia europea. Nel XVIII secolo, era il monarca di uno stato tedesco, la Prussia, che aveva pochi vantaggi e tanti piccoli territori sparsi da est (Prussia orientale) ad ovest sul Reno (ducato di Kleve). La sua era una nazione relativamente piccola circondata da Francia, Austria, Svezia e Russia, tutte ostili agli interessi della Prussia. Questi due volumi trattano del periodo iniziale del regno di Federico II e dello sviluppo, da lui fortemente voluto, dell’esercito. Succeduto al padre il 31 maggio 1740, seppe trar profitto dalla difficile posizione in cui versava l’Austria, a causa la contrastata successione di Maria Teresa, ed entrò in guerra con la sua nuova armata con l’intento di entrare in possesso della Slesia. Con il trattato di Breslavia (11 giugno 1742) ottenne la sovranità su quasi tutta la Slesia e la contea di Glatz.

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    La prima armata di Federico II di Prussia Vol.2. La Cavalleria e Altre Unità

    32.00

    Enrico Acerbi

    Federico il Grande fu una delle figure più importanti della storia europea. Era, nel XVIII secolo, il monarca di uno stato tedesco, la Prussia, che aveva pochi vantaggi e tanti piccoli territori sparsi da est (Prussia orientale) ad ovest sul Reno (ducato di Kleve). La sua era una nazione relativamente piccola circondata da Francia, Austria, Svezia e Russia, tutte ostili agli interessi della Prussia.  Questi due volumi parlano degli inizi del regno di Federico II e dello sviluppo da lui ulteriormente portato all’esercito. Succeduto al padre il 31 maggio 1740, seppe trar profitto dalla difficile posizione in cui versava l’Austria, causa la contrastata successione di Maria Teresa, ed entrò in guerra con la sua nuova armata con l’intento di entrare in possesso della Slesia. Con il trattato di Breslavia (11 giugno 1742) ottenne la sovranità su quasi tutta la Slesia e la contea di Glatz.

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    La prima battaglia navale della Sirte (17 Dicembre 1941)

    29.00

    La notte del 8-9 novembre 1941 si verificò quella che, assieme alla Battaglia di Capo Matapan, fu la maggiore sconfitta della Marina italiana nella Seconda Guerra mondiale. Ciò avvenne a sud delle coste meridionali della Calabria quando, un convoglio di sette navi mercantili, denominato “Beta” (o “Duisburg”), che era scortato da due incrociatori pesanti e ben dieci cacciatorpediniere, fu letteralmente distrutta da un piccola formazione navale britannica (Forza K), da pochi giorni distaccata a Malta, costituita da due piccoli incrociatori leggeri e due cacciatorpediniere. Dal quel momento si determinò uno stato di crisi sulle rotte libiche che soltanto in seguito all’operazione M.42, che portò alla Battaglia della Prima Sirte, avrebbe permesso alla Regia Marina, con l’appoggio determinante della Luftwaffe, dei sommergibili tedeschi, dei mezzi d’assalto e degli sbarramenti minati italiani di riprendere il controllo nel Mediterraneo Centrale, ed assicurare un rifornimento continuo alla Libia.

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    La storia del radar in Italia prima e durante la guerra 1940-1945

    29.00

    Francesco Mattesini

    Basandomi su un mio grosso Saggio già pubblicato nel 1995 nel Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, ho raccolto molti nuovi dati e trovato nuove fonti, alla fine ho portato a termine questo nuovo Saggio, che risulta quindi molto aggiornato. In tal modo, sulla base di nuovi documenti in mio possesso, e dalle notizie riportate in nuove e attendibili pubblicazioni, ho sistemato tutti gli aggiornamenti che, dopo ventiquattro anni dal primo testo sulla difficile realizzazione del radar in Italia per scopi bellici durante la seconda guerra mondiale.

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    Late 18th Century Turkish Cavalry. Uniforms Tactics and Organization

    29.00

    Chris Flaherty

    Un segno distintivo dello stile di guerra turco di fine XVIII secolo era un attacco iniziale di migliaia di cavalieri in massa come principale forza offensiva sul campo di battaglia. Considerati i migliori in Europa e temuti a ragione per la loro maestria con la spada e il valore in battaglia, le tattiche europee cambiarono di fronte alla minaccia della cavalleria turca. I Kapikulu Ocaklari: la cavalleria dell’esercito permanente era composta dai reggimenti della guardia di casa del sultano, Zirkhli: corazzieri – sipahi corazzati, cavalleria leggera sipahi o lancieri; Deli; cavalleria leggera mamelucca, beduina e tatara. Le riforme militari dell’esercito del nuovo ordine del sultano Selim III (dal 1789 al 1807), all’inizio delle guerre napoleoniche avevano aggiunto diversi reggimenti a cavallo provinciali di fanteria a cavallo addestrata nelle caserme di Uskudar e dieci reggimenti di regolari a cavallo pagati, che fornivano cavalleria leggera o lancieri. Questo libro tratta anche di armi, equipaggiamento e tattiche di battaglia della cavalleria.

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    Le Artiglierie del Regio Esercito nella Seconda Guerra Mondiale

    27.00

    In questo volume vengono trattati tutti i pezzi d’artiglieria di produzione nazionale, straniera e di preda bellica utilizzati dal Regio Esercito, in organico ai Reggimenti di Artiglieria Divisionale ed ai Raggruppamenti di Corpo d’Armata e di Armata, illustrandone in schede sintetiche ma esaustive le principali caratteristiche tecniche, permettendone un confronto immediato con le artiglierie degli altri eserciti, e l’impiego che ne è stato fatto sui diversi teatri. Il volume è corredato da centoventi immagini, molte delle quali inedite, provenienti dai fronti di guerra, dagli archivi fotografici dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano e della Fondazione Ansaldo, da musei italiani e stranieri, e da alcune collezioni private.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 146 con numerose foto b/n

    Stampato nel 2017 da Soldiershop

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    Le artiglierie delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana

    19.00

    Carlo Cucut

    Il presente studio intende colmare, o almeno cercare di colmare parzialmente, una lacuna relativa alla dotazione di artiglieria presente nei Reparti delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana. Si tratta di un argomento di difficile valutazione poichè, ad eccezione delle quattro divisioni addestrate in Germania ed equipaggiate sulla base di tabelle di armamento ben definite, tutti i reparti che hanno combattuto sotto la bandiera della R.S.I. non avevano un ordine di battaglia definito da tabelle di armamento, ma erano piuttosto armate con quello che avevano trovato o recuperato durante i mesi della ricostruzione.

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    Le battaglie del Barbarossa. Da Carcano a Legnano

    27.00

    Alberto Peruffo

    La quinta discesa in Italia del Barbarossa nel 1174 fu sicuramente quella più importante fatta dall’imperatore. I risultati della guerra che portò alla battaglia di Legnano furono pieni di conseguenze per la successiva storia dell’impero e del regno d’Italia. I comandanti, gli opposti eserciti: gli eserciti comunali e quelli imperiali, le loro strategie, organizzazione, reclutamento, armamento. Lo studio delle due più importanti battaglie della campagna quella di Carcano e quella assai più nota di Legnano. Lo scontro fu cruciale nella lunga guerra intrapresa dal Sacro Romano Impero per tentare di affermare il suo potere sui comuni dell’Italia settentrionale che decisero di mettere da parte le reciproche rivalità alleandosi in un’unione militare guidata simbolicamente da papa Alessandro III, la Lega Lombarda.

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    Le bombe dell’USAAF sull’Italia

    19.90

    Salvo Fagone

    Trascinati con forza dal Giappone nel Secondo Conflitto Mondiale, gli Stati Uniti d’America nel 1942 incrementarono gradualmente la loro presenza anche nel bacino del Mediterraneo. Qui, fino ad allora la bilancia del conflitto era rimasta sempre in bilico tra le forze dell’Asse e quelle Britanniche e del Commonwealth. L’innovazione tecnologica e la corsa agli armamenti messa in campo dall’industria bellica statunitense fece sì che rapidamente anche le sorti del conflitto dell’area del Mediterraneo cambiassero radicalmente a favore delle forze Alleate. Una potenza di fuoco inaudita si scagliò dapprima sulle città dell’Italia meridionale e, nel corso del 1943, su tutto il territorio nazionale

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    Le camicie nere sul fronte russo 1941-1943

    Il prezzo originale era: €19.00.Il prezzo attuale è: €11.40.

    Pierluigi Romeo di Colloredo

    Le Camicie Nere vennero inviate sul Fronte Orientale per costituire la punta di lancia ideologica della lotta tra il fascismo ed il comunismo sovietico: riassunta da Mussolini con lo slogan: O Roma o Mosca. Dopo i buoni risultati ottenuti nel 1941 dalla 63a Legione Tagliamento, altre unità vennero inviate in Russia nel corso del 1942 venendo a costituire i Raggruppamenti 3 Gennaio e 23 Marzo, che erano in pratica due brigate che, insieme alla Legione Croata della MVSN, si distinsero nel corso dell’avanzata verso il Don e il Volga e nel corso delle battaglie difensive dell’estate-inverno 1942, e che subirono fortissime perdite nel corso della ritirata italiana dell’inverno del 1942-43.

    Brossura, 18 x 25,5 cm. pag. 98 riccamente illustrato con foto b/n

    Stampato nel 2020 da Soldiershop

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    Le camionette della Repubblica Sociale Italiana 1943-1945

    19.90

    Arturo Giusti

    Le camionette furono un perfetto esempio di capacità di adattamento delle forze del Regio Esercito nella Seconda Guerra Mondiale, sia i modelli sviluppati in patria che le versioni improvvisate. Vennero ovviamente recuperate e ripiegate dalle forze della Repubblica Sociale Italiana dopo l’Armistizio dell’8 Settembre 1943 con compiti completamente nuovi. Dalla perlustrazione delle vaste aree desertiche nordafricane, le camionette vennero impiegate e trasformate per la lotta antipartigiana che performarono con non pochi limiti. In questo libro analizzeremo il servizio delle camionette con i vari reparti della Guardia Nazionale Repubblicana, l’Esercito Nazionale Repubblicano e le truppe della Wehrmacht dal Settembre 1945 fino all’Aprile 1945.

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    Le cingolette britanniche della Seconda Guerra Mondiale

    19.00

    Il generico termine Carrier viene di norma utilizzato per identificare una serie di piccoli veicoli cingolati a cielo aperto, protetti solitamente da una leggera corazzatura, divenuti autentiche ‘icone’ dell’esercito britannico tra il 1939 e il 1945. Inizialmente destinati ad assicurare opportuna mobilità al fucile mitragliatore Bren, i Carriers furono successivamente adattati a ruoli differenti. Prodotti in grandi quantità, questi versatili mezzi ebbero modo di essere impiegati da quasi tutte le nazioni coinvolte nella Seconda Guerra Mondiale.

    Brossura, 17,8 x 25,5 cm. pag. 98 completamente illustrato con foto b/n

    Stampato nel 2019 da Soldiershop

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    Le deludenti missioni della flotta italiana. Dallo scontro a Capo Spada a quello di Capo Passero

    29.00

    Francesco Mattesini

    La battaglia di Capo Spada (19 luglio 1940) fu uno scontro nel Mar Egeo tra un convoglio italiano e le forze navali britanniche. L’incrociatore leggero Bartolomeo Colleoni, della Regia Marina, fu affondato dal fuoco dell’incrociatore australiano HMAS Sydney e dei cacciatorpediniere britannici. Fu una delle prime battaglie navali della guerra e segnò una netta vittoria alleata, dimostrando la vulnerabilità italiana nel Mediterraneo orientale. Il 27 novembre 1940 avvenne poi la battaglia di Capo Teulada Chiamata anche Battaglia di Capo Spartivento, vide scontrarsi forze britanniche e italiane nel tentativo degli inglesi di intercettare un convoglio italiano diretto in Libia. Lo scontro fu inconcludente, con danni da entrambe le parti ma senza affondamenti. Tuttavia, evidenziò la prudenza (o indecisione) del comando italiano nell’impiego delle sue navi maggiori. Il 27-29 marzo 1941 fu invece la volta di Matapan, Un disastro per la Regia Marina: una forza italiana guidata dalla Vittorio Veneto venne intercettata e duramente colpita dalla Royal Navy, che beneficiava dell’intercettazione dei messaggi italiani e dell’uso del radar. Furono affondati tre incrociatori pesanti italiani (Zara, Fiume, Pola) e due cacciatorpediniere. La battaglia segnò la fine dell’impiego offensivo della marina italiana con unità maggiori. Per finire con la battaglia di Capo Passero (11-12 ottobre 1940) Uno scontro notturno tra una formazione britannica e la IV Squadriglia Torpediniere italiana nei pressi della Sicilia. Le torpediniere italiane Airone, Ariel e Artigliere attaccarono l’incrociatore britannico HMS Ajax, subendo perdite pesantissime: Airone e Ariel affondate, Artigliere danneggiata e poi affondata il giorno dopo. Lazione, pur valorosa, mise in luce la disparità tecnologica, specie nell’uso del radar. Questi scontri, pur spesso eroici, rivelarono le difficoltà strutturali della Regia Marina: mancanza di radar, carenze logistiche e indecisioni strategiche. Tuttavia, rappresentano anche una pagina di sacrificio e valore marinaro che merita rispetto.

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    Le divisioni dell’E.N.R. 1943-1945. Vol. 2. 3ª San Marco. 4ª Monteros

    19.00

    L’obiettivo che ci siamo prefissi con questa serie di due volumi, scritti a quattro mani, è di dare un quadro complessivo delle Divisioni formate dall’Esercito della R.S.I. a sui reparti impiegati nella lotta contro i partigiani dall’Esercito Nazionale Repubblicano, a partire dagli ultimi mesi del 1943, offrendo un punto di visto puramente militare, scevro da giudizi di alcun tipo. Il proposito di “continuare la guerra” era sempre stato presente sin dall’inizio dell’autunno 1943 nelle autorità militari della Repubblica Sociale. Nel corso di colloqui intercorsi tre Mussolini ed Hitler fu concordato di formare un nuovo esercito fascista, che, nelle intenzioni del Führer doveva essere composto da un’armata di 10/15 Divisioni. Ne furono previste e formate dall’Esercito Nazionale Repubblicano in realtà solo 4: 1ª Divisione Bersaglieri “Italia”, 2ª Divisione Granatieri “Littorio”, 3ª Divisione Fanteria di Marina “San Marco”, 4ª Divisione Alpina “Monterosa”. Questo secondo volume è dedicato alla Divisione “San Marco”, che operò in Liguria ed in Garfagnana, contro gli Alleati, sino al termine del conflitto ed alla Divisione Alpina “Monterosa”.

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    Le divisioni dell’E.N.R. 1943-1945 – Vol. 1. 1ª Divisione Italia. 2ª Divisione Littorio

    19.00

    Paolo Crippa – Carlo Cucut

    La monografia prende in esame le vicende di due delle quattri divisioni dell’esercito repubblicano addestrate in Germania per essere destinate a comattere contro gli Alleati sul fonte italiano. Le Divisioni “Italia” e “Littorio” furono utilizzate in maniera frammentata, per così dire, i loro reggimenti e battaglioni furono quasi sempre inquadrate in seno a maggiori unità tedesche e spesso utilizzate (non poteva essere altrimenti) anche per operazioni anti-partigiane. La combattività dei vari reparti era diversa, dipendeva dalla qualità del materiale unano. Nel complesso i reparti di queste divisioni didero una buona prova, anche se l’armamento rimase un po carente per delle unità così numerose. Come moltri altri reparti, anche queste unità furono caratterizzate da un certo numero di casi di diserzione, ma nel complesso costituirono un valido strumento anche in un contesto operativo che oramai risentiva dell’andamento, assolutamente negativo, del conflitto.

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    Le divisioni di cavalleria delle SS

    Il prezzo originale era: €19.90.Il prezzo attuale è: €12.93.

    Alberto Peruffo

    La divisione Florian Geyer era nata come un’unità predisposta per combattere le forze partigiane ma si trovò a svolgere anche compiti di prima linea a cui non era preparata. Rispetto alle altre divisioni delle SS la Florian Geyer si trovò svantaggiata nei combattimenti regolari soprattutto per quanto riguardava la preparazione tattica degli ufficiali intermedi. Queste carenze furono sopperite, in parte, dal forte spirito di corpo degli uomini della divisione che non venne mai meno neppure alla fine, facendone così un unità d’élite. Le vicende della 22° divisione Maria Theresia rimangono strettamente legate alla terribile battaglia di Budapest. Questa unità delle SS seppe tenere testa alle preponderanti forze nemiche, questo malgrado che la formazione della divisione risalisse a soli pochi mesi prima della decisiva battaglia.  Nonostante ciò i suoi soldati preferirono l’annientamento totale piuttosto che la resa, dimostrando un valore non comune.

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    Le eleganti uniformi degli ufficiali del Regio Esercito Italiano 1863-1864

    39.00

    Enrico Ricchiardi

    17 marzo 1861: Nasce il Regno d’Italia Vittorio Emanuele II diventa Re d’Italia, anche se la penisola non è ancora completamente unita (mancano Lazio e Venezie). Un traguardo storico, reso possibile dall’impresa di Garibaldi. Pochi mesi dopo, il 4 maggio 1861, il ministro della guerra Manfredo Fanti annuncia con una nota ufficiale: «D’ora in poi il Regio Esercito si chiamerà Esercito Italiano». Un passo cruciale, che corona un processo iniziato nel 1859 con l’integrazione delle truppe lombarde, toscane, emiliane e, successivamente, di quelle del Centro-Sud. Nasce così un esercito unificato, con soldati di provenienza diversa, tradizioni differenti e la sfida di creare una forza ben equipaggiata, addestrata e uniformata. 1863-1864: Il grande restyling delle uniformi Alessandro Della Rovere, ministro della guerra, vuole modernizzare le uniformi degli ufficiali. Il progetto viene portato a termine dal suo successore, Agostino Petitti, che nel dicembre 1864 pubblica un regolamento dettagliato con 65 tavole litografate, una vera bibbia per sarti e artigiani. In questo volume, per la prima volta, viene presentata la tavola mancante e il testo integrale del regolamento. E per immergersi nello stile dell’epoca, sono incluse rare illustrazioni a colori di Luigi Crosio e le curiose vignette di Draner (Jules Renard), che ritraggono gli ufficiali italiani in eleganti pose galanti. Un viaggio nella storia, tra rigore militare e fascino ottocentesco

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    Le Fiamme Rosse del 31° Reggimento carristi

    29.00

    Maurizio Parri

    Il volume ripercorre le vicende storiche di una delle più importanti unità corazzate italiane, il 31° Reggimento Carri, dalla sua costituzione a Siena il 15 luglio 1937, con un particolare approfondimento delle operazioni svolte durante la Seconda Guerra Mondiale. Senza tema di smentita, il suo prestigioso passato e il suo eccezionale Albo d’Onore – 388 ricompense individuali al Valor Militare in cinque anni di guerra combattuta ininterrottamente e contemporaneamente su sei fronti diversi- lo rendono una delle unità simbolo del carrismo italiano non solo per le sue vicende di guerra ma anche perché, assieme al 132° carri, è stata l’unità più longeva della Specialità di cui seppe conservare sempre intatti i caratteri più puri.

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    Le forze armate della RSI 1943-1945

    Il prezzo originale era: €29.00.Il prezzo attuale è: €18.85.

    Dopo l’armistizio di Cassibile del settembre 1943 il proposito di “continuare la guerra” fu alla base di buona parte dei soldati e generali avversi a tradire l’alleato tedesco. Esso fu una costante sempre presente nella natura del fascismo repubblicano fino dalla sua fondazione. Durante i colloqui svoltisi al Quartier generale del Führer, Mussolini e Hitler concordarono quindi la formazione di un nuovo esercito fascista: I propositi iniziali erano di costituire un’armata di circa 10 o 15 divisioni, ma poi nella sua direttiva per l’attuazione del piano ne furono previste solo quattro. Mussolini tornato in Italia ad ottobre elaborò insieme al neo-ministro della difesa maresciallo Rodolfo Graziani la ricostituzione dell’esercito: venne considerata realistica la prospettiva di arruolare ben 500.000 militari, con i quali armare 25 divisioni, delle quali 5 corazzate e 10 motorizzate. Il progetto, però, apparve subito alquanto pretenzioso e in definitiva impossibile da attuare. Alla fine le forze armate e di combattimento della RSI furono essenzialmente composte dalle truppe appartenenti all’Esercito Nazionale Repubblicano, della Guardia Nazionale Repubblicana, delle Brigate Nere e altre formazioni come Paracadutisti, svariate unità autonome e la Xª MAS, un’unità speciale della Marina repubblicana. Rispetto alla prima edizione, il presente volume ha più pagine e più illustrazioni a colori.

    Brossura, 17,8 x 25,5 cm. pag. 88 riccamente illustrato con foto a colori e b/n e tavole a colori

    Stampato nel 2023 da Soldiershop

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    Le guerre di Carlo d’Angiò – Dalle battaglie di Benevento e Tagliacozzo alla guerra dei Vespri: l’epopea dimenticata del più grande sovrano del sud

    29.00

    Carlo I d’Angiò, re di Sicilia di qua e di là del faro, d’Albania e di Gerusalemme, principe di Acaia, conte di Provenza, del Maine, di Forcalquier e d’Anjou è un personaggio dimenticato, la cui figura in Italia è oscurata da quella di Federico II, che pure non fu all’altezza dell’Angioino e in Francia del troppo esaltato fratello Luigi IX: ma Carlo I fu un grande sovrano, considerato il re europeo più potente del suo tempo; personaggio contraddittorio, come si vedrà, pragmatico e spietato, amato ed odiato, sconta forse il fatto di esser considerato troppo francese per gli italiani- che preferirono esaltare i Vespri Siciliani come movimento di liberazione dai francesi invasori, anziché ricordare che questo agire, portò alla conquista aragonese- -e troppo italiano per i francesi. In questo libro non abbiamo la pretesa di trattare esaustivamente le realizzazioni di Carlo I nei suoi mol-teplici campi di attività come sovrano di Sicilia, dall’amministrazione del regno, all’erezione dei castelli e al mecenatismo ed alla protezioni delle arti, ma solo di tracciare un quadro delle guerre da lui combattute a partire dalla conquista del regno di Sicilia, con la vittoria nella battaglia di Benevento del febbraio del 1266 in cui morì Manfredi di Hohenstaufen; tratteremo poi la spedizione di Corradino di Svevia, la sconfitta sveva a Tagliacozzo nell’agosto del 1268 e la decapitazione dello Svevo a Napoli, sino a giungere alle imprese angioine in Albania e nei Balcani, culminate nell’assedio vittorioso di Belgrado e le lotte contro il risorgente impero bizantino di Michele VIII Paleologo, sino all’interminabile guerra del Vespro contro gli Aragonesi.E’ la storia del sovrano francese che che spostò la capitale da Palermo a Napoli e che fece del regno di Sicilia la prima potenza europea e mediterranea, il cui potere si estendeva sino alla Provenza, al Peloponneso ed alle isole ioniche, ai Balcani, all’Albania ed a Tunisi.

    Brossura, 17,8 x 25,3 cm. pag. 163con alcune illustrazio

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    Le guerre etrusche 482-264 a.C.

    29.00

    Pierluigi di Colloredo Mels

    I conflitti che opposero Romani ed Etruschi durante l’età repubblicana segnarono la fine dell’Etruria come potenza indipendente e la sua assimilazione nel mondo romano. La guerra più lunga fu quella contro Veio, la più potente città etrusca che sorgeva venti chilometri a nord di Roma, il cui racconto sfuma spesso nella leggenda. Fu una lotta mortale, cui pose fine un assedio che secondo la tradizione durò trent’anni, come quello di Troia, e che vide come protagonista Furio Camillo. Veio, la più tenace nemica di Roma, venne distrutta e i suoi abitanti venduti come schiavi. Seguirono poi una serie di guerre che portarono alla sottomissione di Tarquinia, Vulci, Rosellae, Chiusi, sino alla decisiva battaglia del lago Vadimone (309 a.C.). La lotta tra gli Etruschi, alleati volta a volta con Celti e Sanniti in chiave antiromana, vide come ultimo episodio l’assedio e la distruzione di Velzna- Volsinii nel 264.

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    Le guerre Hussite Vol. 1 – Gli eserciti e gli armamenti, le tattiche le battaglie e le campagne 1419-1437

    29.00

    Le guerre contro gli Hussiti furono una serie di guerre di religione contro gli eretici Hussiti, avvenute a più riprese nell’arco di un quindicennio dal 1419 al 1434. L’episodio iniziale, il casus belli, fu offerto dalla prima defenestrazione di Praga nel luglio 1419, quando la fazione taborita, condotta da Jan Troznowski detto Žižka, il condottiero cieco da un occhio, defenestrò sette magistrati del re Venceslao IV (1378-1419), detto il Pigro, che si rifiutavano di rilasciare alcuni loro compagni: i giudici morirono infilzati dalle lance dei soldati che aspettavano sotto le finestre. Un mese dopo morì anche re Venceslao, e il suo fratellastro Sigismondo di Lussemburgo (che aveva avallato l’esecuzione del leader hussita Jan Hus a Costanza), re di Germania dal 1410, si proclamò re di Boemia e la invase con il suo esercito nel marzo dell’anno successivo, in virtù di una bolla papale emanata da Martino V, che dichiarava scomunicati tutti gli Hussiti e indiceva una crociata contro di essi. La crociata fu una disfatta completa per Sigismondo, ripetutamente sconfitto nel corso del 1420 dagli Hussiti di Žižka, che dimostrò di ben meritare la sua fama di comandante. Nel frattempo iniziarono a nascere delle sette interne alla fede hussita, che era già da tempo divisa in fazioni, che provocarono disordini e scontri. Alla fine del 1421 i crociati tentarono una seconda campagna: la Boemia fu invasa da un nuovo esercito, più grande e potente, ma Žižka (del tutto cieco dal 1421) e i suoi sconfissero anche questa armata a Kuttenberg nel gennaio 1422. Con l’avvento della pace, però, il collante del pericolo esterno che fino a quel momento aveva tenuto compatti gli Hussiti venne meno e ripresero le lotte fra le varie fazioni hussite, finché non fu nominato capo Andreas Prokop (o Procopius) (1380-1434), detto il Grande o lo Sbarbato, altrettanto abile del suo predecessore sul piano militare. Prokop sconfisse di nuovo i crociati tedeschi ad Aussig (1426) e a Mies (1427) e invase la Lu

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    Le guerre Hussite Vol. 2 – Gli eserciti e gli armamenti, le tattiche le battaglie e le campagne 1419-1437

    29.00

    Le guerre contro gli Hussiti furono una serie di guerre di religione contro gli eretici Hussiti, avvenute a più riprese nell’arco di un quindicennio dal 1419 al 1434. L’episodio iniziale, il casus belli, fu offerto dalla prima defenestrazione di Praga nel luglio 1419, quando la fazione taborita, condotta da Jan Troznowski detto Žižka, il condottiero cieco da un occhio, defenestrò sette magistrati del re Venceslao IV (1378-1419), detto il Pigro, che si rifiutavano di rilasciare alcuni loro compagni: i giudici morirono infilzati dalle lance dei soldati che aspettavano sotto le finestre. Un mese dopo morì anche re Venceslao, e il suo fratellastro Sigismondo di Lussemburgo (che aveva avallato l’esecuzione del leader hussita Jan Hus a Costanza), re di Germania dal 1410, si proclamò re di Boemia e la invase con il suo esercito nel marzo dell’anno successivo, in virtù di una bolla papale emanata da Martino V, che dichiarava scomunicati tutti gli Hussiti e indiceva una crociata contro di essi. La crociata fu una disfatta completa per Sigismondo, ripetutamente sconfitto nel corso del 1420 dagli Hussiti di Žižka, che dimostrò di ben meritare la sua fama di comandante. Nel frattempo iniziarono a nascere delle sette interne alla fede hussita, che era già da tempo divisa in fazioni, che provocarono disordini e scontri. Alla fine del 1421 i crociati tentarono una seconda campagna: la Boemia fu invasa da un nuovo esercito, più grande e potente, ma Žižka (del tutto cieco dal 1421) e i suoi sconfissero anche questa armata a Kuttenberg nel gennaio 1422. Con l’avvento della pace, però, il collante del pericolo esterno che fino a quel momento aveva tenuto compatti gli Hussiti venne meno e ripresero le lotte fra le varie fazioni hussite, finché non fu nominato capo Andreas Prokop (o Procopius) (1380-1434), detto il Grande o lo Sbarbato, altrettanto abile del suo predecessore sul piano militare. Prokop sconfisse di nuovo i crociati tedeschi ad Aussig (1426) e a Mies (1427) e invase la Lu

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    Le guerre Sannitiche 343-290 a.C.

    29.00

    Pierluigi Romeo di Colloredo Mels

    “Da questo momento bisogna parlare di conflitti di ben altre proporzioni sia per le forze messe in campo dai nemici sia per la lontananza della loro terra di provenienza e per la durata di quelle guerre. Nel corso dell’anno si presero infatti le armi contro i Sanniti, un popolo potente per risorse e per dotazioni militari. Dopo la guerra, dall’esito incerto, con i Sanniti, si combatté contro Pirro e dopo di lui fu la volta dei Cartaginesi. Quale serie di formidabili eventi! Quante volte i Romani giunsero a rischiare il massimo perché lo Stato potesse essere innalzato alla grandezza che ora a stento si regge”. (Tito Livio, Storia di Roma dalla fondazione, VII, 29)La narrazione di Livio costituisce la documentazione più importante sulle Guerre Sannitiche, il conflitto più lungo (350- 280 a.C.) e difficile affrontato da Roma durante la conquista dell’Italia. Per narrare le guerre combattute tra i Romani ed i Sanniti abbiamo ritenuto di integrare la narrazione degli eventi che di tali campagne e della battaglie combattute tra i due popoli italici fa Tito Livio nei libri dal VII al X della sua storia Ab Urbe Condita, e che viene presentata al lettore con un inquadramento rigorosamente basato sulle odierne conoscenze archeologiche e storiche. Fu l’urto feroce e decisivo tra due popoli giovani in fase di espansione e di pari forza; soltanto uno di essi sarebbe sopravvissuto come potenza. Si tratta di un argomento tanto importante quanto le guerre puniche o le guerre di conquista di Cesare, anche se non altrettanto noo; ma sicuramente segnò l’Italia per i secoli a venire e sino ai giorni nostri quanto e più di quegli eventi. Le guerre sannitiche è il testo più completo ad oggi pubblicato sull’argomento, con un ricco corredo iconografico ricco di fotografie dei luoghi, dei reperti archeologici e con una numerosa cartografia.

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    Le mura di Bergamo e l’esercito veneto fra 500 e 600 – Venetian army and fortress in XVI and XVII centuries

    25.00

    Bergamo vanta un notevole numero di vestigia, una fantastica scenografia abbracciata dalle sua mura venete. In questo libro tuttavia si racconta anche della Bergamo esistente prima delle mura rinascimentali. Quando a far da anello protettivo alla città orobica ci pensavano le fortificazioni romane prima e quelle medioevali poi. Ma parla anche della locale guarnigione veneta fatta di picchieri, moschettieri, cappelletti balcanici, cavalleggeri e uomini d’arme, ma soprattutto di bombardieri che coi loro cannoni e obici mantennero alta la guardia e la difesa nella città che, anche per questo non fu mai assediata.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 86 illustrato con circa 70 foto a colori e varie illustrazioni b/n

    Testo in lingua italiana, didascalie italiano/inglese

    Stampato nel 2018 da Soldiershop

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    Le mura di Bergamo e la guarnigione veneta fra 500 e 600 – Venetian army and fortress in XVI and XVII centuries

    Il prezzo originale era: €20.00.Il prezzo attuale è: €12.00.

    Luca Cristini            Prezzo di listino  20.00 (sconto 40%)

    Bergamo vanta un notevole numero di vestigia, una fantastica scenografia abbracciata dalle sua mura venete. In questo libro tuttavia si racconta anche della Bergamo esistente prima delle mura rinascimentali. Quando a far da anello protettivo alla città orobica ci pensavano le fortificazioni romane prima e quelle medioevali poi. Ma parla anche della locale guarnigione veneta fatta di picchieri, moschettieri, cappelletti balcanici, cavalleggeri e uomini d’arme, ma soprattutto di bombardieri che coi loro cannoni e obici mantennero alta la guardia e la difesa nella città che, anche per questo non fu mai assediata.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 79 illustrato con circa 70 foto a colori.

    Testo in lingua italiana, didascalie italiano/inglese

    Stampato nel 2012 da Soldiershop

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    Le ultime battaglie degli Ostrogoti

    29.00

    Alberto Peruffo – Luca Stefano Cristini

    Morto il grande Teodorico nel 526, il Regno Ostrogoto cadde in preda a contese successorie che offrirono il pretesto all’imperatore bizantino Giustiniano di poter intervenire in Italia nel 535 allo scopo di restaurare una situazione che riportasse la penisola in ambito “romano”. Belisario fu il primo grande generale bizantino mandato a cercare di recuperare l’Italia. Questi vinse su tutti i campi fino all’avvento di Baduila detto Totila che a partire dal 541 invertì la tendenza riportando gli ostrogoti alla riscossa. Alla fine, Giustiniano, mandò in Italia un nuovo generale: Narsete. Un uomo abile e capace che riuscì a portare lo scontro in campo aperto   nella grande battaglia di Tagina, l’attuale Gualdo Tadino riportando una vittoria schiacciante. A peggiorare le cose per gli ostrogoti, nella battaglia trovò la morte il grande re Totila. Il nuovo re ostrogoto, Teia non si diede per vinto e rimesso in piedi un forte esercito nel 553 cercò e trovò un nuovo scontro ai Monti Lattari presso il Vesuvio. Gli ostrogoti furono nuovamente  sconfitti e anche re Teia morì in battaglia

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    Le uniformi militari del Regno delle Due Sicilie 1850-1856

    39.00

    Luca Stefano Cristini – Giancarlo Boeri

    L’importanza dell’opera realizzata da Antonio Zezon, tra il 1850 ed il 1856 (anno in cui furono aggiunte le ultime tavole sul Corpo dei Tiragliatori della Guardia Reale, appena creati) è di rappresentare in modo completo ed esatto le forze armate di Terra e di Mare del Regno delle Due Sicilie negli ultimi anni della sua esistenza. L’eccellente qualità delle incisioni (i personaggi che compaiono nelle tavole sono dei veri e propri ritratti fotografici) e l’accuratezza dei particolari conferiscono all’opera la natura di un vero e proprio documento

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    Le uniformi militari dell’armata sarda 1840-1855 – I piemontesi dalla guerra del 1848 alla Crimea

    35.00

    Le tavole presentate in questo volume provengono da due antichi e rarissimi volumi appartenenti alla nostra collezione e a quelle dei nostri collaboratori. Essi contengono alcune decine di tavole litografiche in grande formato splendidamente illustrate. Il primo è opera di due insigni artisti contemporanei: Lorenzo Pedrone e Francesco Gonin e fanno riferimento all’esercito di Sua Maestà il re di Sardegna negli anni immediatamente precedenti la prima guerra di Indipendenza del 1848. Si tratta di 30 tavole accompagnate da cartigli indicanti alcune note uniformologiche. Nella seconda parte invece presentiamo una raccolta di 20 tavole litografiche a cui sono state aggiunte 2 tavole di dimensione doppia al termine del volume, relative alla guerra di Crimea del 1854-55, alla Battaglia di Cernaja e ai piemontesi sotto le mura di Sebastopoli.

    Brossura, 20 x 20,5 cm. pag. 162riccamente illustrato con tavole a colori

    Stampato nel 2019 da Soldiershop

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    Le unità albanesi della Seconda Guerra Mondiale

    19.90

    Luigi Manes

    Il 16 aprile 1939, presso il Quirinale, Vittorio Emanuele III ricevette la Corona d’Albania. Le sorti del “Paese delle Aquile” furono così unite a quelle d’Italia. Alle trasformazioni istituzionali si accompagnò l’incorporazione delle forze armate albanesi in quelle italiane. L’Albania riuscì a ricreare un autonomo ma piccolo esercito solo dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943. A partire da tale data i tedeschi, massimamente interessati al controllo del territorio e alla salvaguardia della neutralità dello Stato balcanico, si avvalsero del supporto di milizie locali in funzione antipartigiana e procedettero all’arruolamento di alcune migliaia di albanesi, tra i quali molti kosovari, in unità da montagna delle Waffen-SS. Sul fronte opposto la Resistenza schipetara, che annoverava nelle proprie file anche formazioni costituite da soldati del Regio Esercito, andò progressivamente rafforzandosi.

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    Le Vivandiere. Umili eroine che la storia ha dimenticato

    29.00

    Diana Nardacchione

    A partire dalla Guerra dei Trent’anni, tutti i governi trovarono conveniente accreditare e formalizzare quell’erogazione periferica dei servizi di vettovagliamento e lavanderia che, da sempre, le donne avevano, comunque, esercitato, a favore delle truppe.Progressivamente si configurarono le figure della Vivandiera, addetta all’integrazione della razione alimentare di base, e la Lavandaia, addetta all’igienizzazione dell’abbigliamento. Dipendenti civili salariate, erano tuttavia militarizzate, vale a dire sottoposte al regolamento di disciplina militare. Non potevano essere costrette a combattere ma potevano essere armate per difendersi. Erano invece obbligate, da regolamento, alla raccolta, al soccorso e alla cura dei feriti e alla partecipazione dello spegnimento degli incendi.

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    Le Waffen SS germaniche sul fronte italiano – Le divisioni Reichsfuhrer e Karstjager

    19.00

    .La campagna d’Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale, vide diverse formazioni combattenti dell’esercito tedesco, dalla Wehrmacht alla Luftwaffe, tra queste vi furono anche reparti delle Waffen–SS che affiancavano reparti della SS Polizei e dei servizi dell’intelligence germanica. Nell’estate del 1943 le Waffen-SS in Italia erano presenti solo con la Sturmbrigade “Reichsführer”, dislocata a presidio della Corsica. La “Reichsführer” sarà l’unica unità delle Waffen SS a combattere in Italia fino a quando, all’inizio del 1944, sarà affiancata dalla 29° divisione SS “Italien”, formata da soldati italiani coadiuvati da ufficiali tedeschi delle SS, a cui si aggiunse la 24° divisone SS “Karstjäger”, una unità di montagna che si troverà coinvolta in Istria, nelle montagne slovene e nell’Italia orientale nella guerriglia contro le forze partigiane.

    Brossura, 18 x 25,5 cm. pag. 98 riccamente illustrato con foto b/n

    Stampato nel 2020 da Soldiershop

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    Leonessa a noi! – La 15° Legione camicie nere d’assalto “Leonessa” nella guerra Italo-Greca (1941)

    25.00

    Pierluigi Romeo di Colloredo Mels

    Con anche una ricchissima appendice fotografica relativa alla Quindicesima Legione “Leonessa” sul fronte di Grecia, questo volume analizza la storia e l’impiego operativo della 15a Legione Camicia Nere formata da legionari bresciani e bergamaschi, un reparto che non venne mai sconfitto dai Greci. Al di là del politicamente corretto, l’autore inquadra con precisione la storia delle Camicie Nere de “Leonessa” nel quadro “complesso” della Campagna Italo -Greca.

    Brossura, 17,5 x 25,5 cm. pag. 135 con foto b/n

    Stampato nel 2018 da Soldiershop

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    Lo sprecato – Con il battaglione valanga nella Decima Mas

    29.00

    In questo libro lo “Sprecato”, Raffaele la Serra classe 1920 e Volontario di guerra, ci racconta la sua storia, quella di tanti soldati italiani, in modo vivo e ironico, narrando la sua esperienza di guerra tra i Bersaglieri della Divisione Ariete nelle battaglie di corazzati in Nord Africa nel 1941, quindi nel rinato XXXI Battaglione Guastatori in Italia e dopo l’8 settembre 1943 nel Battaglione Guastatori Alpini “Valanga” della Decima Flottiglia MAS, coinvolto nelle operazioni di controguerriglia e di difesa del confine orientale dell’Italia nel 1944-45, distinguendosi nei duri scontri contro il IX Corpus di Tito nella valle dell’Isonzo e a Tarnova. In appendice fotografie di proprietà dell’autore e alcune rare foto dell’archivio del ricercatore Riccardo Maculati e di veterani del Battaglione Valanga.

    Brossura, 18 x 25,5 cm. pag. 312 con varie foto b/n

    Stampato nel 2018 da Soldiershop

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    Lucknow 1857 – A terrible siege

    29.00

    Pubblicazione in lingua originale inglese di un diario che è affascinante e ‘sanguinoso’ resoconto dell’assedio di Lucknow durante la ribellione indiana nel 1857. Autrice ne è Julia Selina Inglis (1833-1903), moglie del Major-General Sir John Eardley Inglis, che comandava in quel terribile frangente ed in quel luogo le truppe Britanniche impegnate in quelle terre. Il libro è arricchito da numerose foto di Felice Beato e del Fenton, colorizzate efficacemente per l’occasione e da un’altra quarantina di varie illustrazioni. Dopo una essenziale presentazione fatti che lo scritto testimonierà in prima persona, il diario di Lady Inglis ci immerge con corrusca e precisa narrazione nel cuore di quegli eventi dell’Impero Inglese in Asia.

    Brossura, 17,5 x 25,5 cm. pag. 102 con varie illustrazioni a colori e b/n

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2016 da Soldiershop

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    Luigi Cadorna – Una Biografia Militare

    29.00

    Uno studio obiettivo e assai approfondito della conduzione della guerra da parte di Cadorna porta alla smentita di tanti luoghi comuni spacciati per verità storiche: si scoprirà che l’esercito italiano, unico esercito alleato costantemente all’offensiva dall’inizio della guerra, fu quello che fece le maggiori conquiste territoriali, che le perdite italiane furono inferiori a quelle francesi ed inglesi, che le fucilazioni e gli atti d’indisciplina nell’esercito italiano furono molti meno di quelli avvenuti in Francia, che gli italiani nel 1917 avevano superato tecnicamente l’avversario, cui erano inferiori nel 1915, che Cadorna fu l’unico generale alleato a ragionare in termini di guerra di coalizione e non di guerra parallela. Sotto Cadorna l’esercito italiano inquadrò circa tre milioni di uomini, quanti mai né prima né dopo, e combatté le più grandi e sanguinose battaglie della propria storia arrivando ad essere una macchina militare mastodontica, lenta e possente, capace di rialzarsi senza l’aiuto alleato e vincere una guerra, dopo aver subito una catastrofica disfatta. Anche la figura dello spietato macellaio, del fautore di una disciplina crudele ed ottusa tanto cara alla storiografia progressista viene ridimensionata sulla base della corrispondenza con il governo, riportata in appendice. In questo lavoro la figura di Cadorna è vista come appare dai documenti d’archivio, dalla corrispondenza privata, dai giudizi di amici ed avversari, per restituirne un ritratto imparziale basato su una documentazione spesso inedita, che cerca di ristabilire la verità al di là di apologie e denigrazioni.

    Brossura, 17,8 x 25,3 cm. pag. 252

    Stampato nel 2018 da Soldiershop

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    Lupi sulla linea gotica

    25.00

    Spartaco Zeloni       Prezzo di listino  25.00 (sconto 30%)

    La forza contenuta nelle pagine di Spartaco Zeloni risiede essenzialmente nella verità. Sono i ricordi di un soldato, semplici e drammatici. Pagine di una guerra condotta con lucida e consapevole volontà da chi rifiutò la resa ignobile dell’8 settembre 1943. Da chi sentì, magari confusamente, per istinto generoso e spinta ideale, che nel combattere e nel sacrificio era la strada non già dell’impossibile vittoria delle armi, ma la radice di una futura redenzione nazionale. Spartaco Zeloni è un combattente del “Lupo”, Battaglione della Decima Mas. Dico è, non uso il passato, perché nessuno, vivo o morto, ha mai abbandonato la sua gente, la sua insegna, la sua bandiera.

    Brossura, 17,5 x 25,5 cm. pag. 80 con alcune foto b/n

    Stampato nel 2020 da Soldiershop

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    Luzzara 1702. La battaglia di ferragosto

    35.00

    Fabio Fiorentin

    La sanguinosa battaglia combattuta il 15 agosto 1702 sulle sponde del Po segnò l’inizio di una cruenta lotta durata fino al 1706, che non risparmiò le città e vide l’attiva partecipazione delle popolazioni coinvolte. L’autore rivolge la sua attenzione agli eventi che portarono alla battaglia e alla composizione degli eserciti coinvolti, con particolare attenzione a quello dello stato di Milano, in parte composto da ufficiali e soldati originari della penisola.  È da rimarcare l’accurato studio dello stato dei luoghi al tempo della battaglia, oggi non più paragonabile a quella del 1702, per le alterazioni che nel tempo ha subito il corso del Po e per l’attività umana e gli insediamenti che si sono succeduti: senza di essa non sarebbe semplice comprendere i movimenti delle truppe nella zona e lo svolgimento della battaglia stessa.

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    LVF. Legione dei volontari francesi contro il bolscevismo

    25.00

    Massimiliano Afiero

    La Legione dei Volontari Francesi contro il Bolscevismo (in francese: Légion des volontaires français contre le bolchévisme, abbreviata in Légion des volontaires français o LVF) Cia un’unità militare composta da volontari francesi, istituita l’8 luglio 1941. Il suo obiettivo principale era partecipare alla cosiddetta “Crociata contro il bolscevismo”, ossia l’invasione dell’Unione Sovietica da parte delle forze dell’Asse nell’ambito dell’Operazione Barbarossa. I membri della legione partirono volontariamente per combattere sul Fronte Orientale contro l’Unione Sovietica. All’interno della Wehrmacht, la Legione era conosciuta con il nome di 638° Reggimento di Fanteria (Infanterieregiment 638)

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    M.V.S.N. La storia e le uniformi dell’esercito in camicia nera

    49.00

    Carlo Rastrelli

    La M.V.S.N. fu un vero e proprio esercito, su base volontaria, divenendo la quarta Forza Armata dello Stato. Oggi è di fatto un esercito. Pesano su questa “damnatio memoriae” la connotazione politica della Milizia, definita la “Guardia armata della Rivoluzione”. Ad oltre settant’anni da quegli avvenimenti, sopite le esasperazioni e le strumentalizzazione di parte, alla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale dev’essere giustamente riconosciuto un proprio ruolo nella storia militare italiana testimoniato dagli oltre 14000 suoi caduti, da 20 ordini militari di Savoia e da 37 ricompense al valore ai labari di legioni di CC.NN., oltre a 90 medaglie d’oro, 1232 d’argento, 2421 di bronzo e da 3658 croci di guerra al valor militare meritate dalle camicie nere in Libia, in Africa orientale, in Spagna e sui fronti del secondo conflitto mondiale

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