Servirono veramente le bombe atomiche a porre fine alla guerra o vennero sganciate seguendo altre logiche e finalità? Perché non fu sufficiente il precedente bombardamento incendiario di Tokyo, quasi altrettanto distruttivo e crudele? Uno dei maggiori storici militari al mondo, Richard Overy, ripercorre quei mesi drammatici, dalla guerra nel Pacifico agli sforzi tecnologici e scientifici della corsa atomica, fino all’escalation che portò alla scelta di colpire Hiroshima e Nagasaki. Nei mesi conclusivi della Seconda guerra mondiale centinaia di migliaia di giapponesi, per lo piú civili, morirono in un’ultima esplosione di violenza dal cielo. Dopo aver devastato Tokyo gli aerei americani iniziavano a non avere molti obiettivi plausibili a disposizione, e si decise allora di utilizzare due armi atomiche per chiudere definitivamente la guerra. Da allora, il ruolo dei bombardamenti incendiari e delle armi nucleari nella lettura della resa giapponese è sempre stato oggetto di un acceso dibattito. Richard Overy ripensa a come dovremmo considerare quest’ultima fase del conflitto. Il popolare racconto secondo cui i bombardamenti furono efficaci va inserito nel contesto piú ampio di quanto stava accadendo in Giappone all’inizio del 1945. E la facile equazione «bombardamento uguale resa» non può piú essere data per scontata. Queste pagine ricostruiscono il processo attraverso il quale, nel corso di una guerra lunga e tremenda, la volontà di uccidere i civili e distruggere intere città è diventata una cosa normale. E ci mostrano come le preoccupazioni morali si sono potute attenuare fino al punto in cui gli scienziati, gli aviatori e i politici hanno approvato una strategia di distruzione di massa che non avrebbero mai approvato prima. Rivelandoci però allo stesso tempo quale sia stato lo sforzo messo in campo per cercare di porre fine alle ostilità in Giappone, un Paese in cui il concetto di «resa» era del tutto estraneo alla cultura nazionale
Nel 1942 le forze dell’Asse erano vittoriose ovunque; nel 1944 divenne evidente che un esito della guerra favorevole agli Alleati era solo questione di tempo. Cosa rese possibili questo rovesciamento di equilibri? In questo libro Overy analizza i grandi settori in cui gli Alleati seppero volgere a proprio favore le sorti del conflitto: la guerra sul mare, le grandi battaglie del fronte orientale, la guerra aerea, lo sbarco in Normandia. Ma risalendo a monte, Overy mostra dove ebbe origine la superiorità militare alleata: nella maggiore capacità di riconvertire alla guerra il sistema economico, nella superiorità tecnologica, nella maggiore efficienza della dirigenza militare, e infine nella mobilitazione morale delle popolazioni.
Brossura, 15,5 x 21,3 cm. pag. 515 + 16 pagine fuori testo con 31 illustrazioni b/n
Stampato nel 2002 da Il Mulino
Condizioni del libro: usato in perfette condizioni
Nella notte del 22 giugno 1941 la Germania nazionalsocialista attaccò l’Unione Sovietica, dando inizio all’operazione Barbarossa, una delle più impressionanti offensive della storia. Con un’avanzata travolgente le forze del Reich, dopo pochi mesi, stringevano d’assedio Mosca e Leningrado. Come potè l’Unione Sovietica vincere una guerra iniziata sotto i peggiori auspici e sferrare la controffensiva che portò alla disfatta di Hitler? La risposta di Richard Overy tiene conto di una pluralità di fattori: la strenua resistenza delle truppe sovietiche, le strategie di generali eccezionali, la partecipazione dell’intero popolo russo a un conflitto titanico costato oltre venti milioni di morti.
Rilegato, 14,5 x 22,5 cm. pag. 414 + 16 pagine fuori testo con foto b/n
Stampato nel 2000 da Il Saggiatore
Condizioni del libro: usato in ottime condizioni con sovracopertina
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