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Catturati in Africa internati in India. I prigionieri italiani: le fughe dal Tibet ad Ancona. La Free Force Italia Redenta e la Repubblica Fascista dell’Himalaya
€18.00Lucio Martino
Nelle parole del giornalista la storia dei prigionieri italiani catturati dagli inglesi in Africa, nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Diecimila di loro, tutti ufficiali, vennero internati nel campo di Yol, ai piedi dell’Himalaya. Come vivevano? Come passavano i lunghi giorni di prigionia? Chi ebbe successo, a guerra finita, nella vita civile? Chi non ce l’ha fatta e perché? Come venne affrontato l’Armistizio quando anche nel Tibet nacque la Repubblica Fascista? Il libro è una galleria di eventi e di personaggi, dai compagni di fuga come i due ufficiali di Marina anconetani, Elios Toschi e Camillo Milesi Ferretti, vera ossessione degli inglesi, che sulle loro teste misero una taglia di 20.000 rupie, alle guide indù, o alle avventurose scalate himalayane di chi divenuto collaborazionista ebbe il permesso, di uscire dal campo, giurando sul proprio onore di rientrare o infine agli “irriducibili” che furono tutti raggruppati nel recinto 25, uno dei quattro di Yol.
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Gli irlandesi contro i Savoia. The Irish against the Savoys
€16.00Lucio Martino
Durante il Risorgimento, in special modo nelle invasioni di Umbria e Marche da parte dell’esercito del Regno di Sardegna, una forza multinazionale accorse in difesa di Pio IX. Quella legione straniera, in cui militarono migliaia di volontari giunti dai paesi di matrice cristiana, venne definita l’ultima Crociata. Oltre ai corpi indigeni, c’erano austriaci, francesi, belgi, svizzeri, irlandesi e altri ancora. Degli zuavi franco belgi una vasta pubblicistica ha messo in risalto il mito di quella forza armata. Nella breve campagna di Marche e Umbria, però, anche otto compagnie di irlandesi inquadrate nel Battaglione di San Patrizio scrissero autentiche pagine di gloria. Il destino di alcuni dei reduci di quel Battaglione irlandese si concluderà poi nel Nord America. Tra loro c’era anche Myles Walter Keogh, sottotenente ad Ancona. Divenne addirittura il vice del generale Custer e con lui fu massacrato, assieme ad altri 240 uomini, a Little Big Horn dai Sioux di Toro Seduto.
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La grande guerra in Adriatico
€18.00La Grande Guerra trasformò il modo di combattere, non solo nelle trincee o sulle montagne, ma anche sul mare per la comparsa di nuove macchine micidiali e nuove armi: sommergibili, Mas, aerei, mine. I sommergibili e i veloci Mas cambiarono il modo di guerreggiare in mare aperto; gli idrovolanti, che bombardavano dal cielo, costrinsero a rivedere la preparazione dei combattimenti. Infine le mine, arma nuova e insidiosa, erano capaci di colare a picco imponenti corazzate; nel solo Adriatico le parti belligeranti ne disseminarono lungo le coste più di 22.000! Insomma per la prima volta nella storia le navi vennero impegnate mello spazio tridimensionale: guerra di superficie, subacquea e aerea. Oltre ai Mas, ai sommergibili e alla forza aerea comparvero i treni armati equipaggiati con potenti cannoni a difesa delle nostre coste basse e sabbiose. Infine nacque e si consolidò uno dei più gloriosi reparti delle nostre forze armate: la Brigata Marina. La nostra Marina, non potendo fare conto sulle basi naturali che ben proteggevano la flotta austro-ungarica, moltiplicò gli sforzi grazie all’intuito del suo Capo di Stato Maggiore Thaon di Revel, all’ingegno dei tecnici navali e, soprattutto, al coraggio dei nostri uomini di mare che scrissero eroiche pagine di storia. Di quelle missioni, di quei combattimenti, di quelle storie, l’Autore ricostruisce la cronaca fedele rifacendosi ai rapporti ufficiali, ai documenti riservati e alle testimonianze dirette.
Brossura, 17 x 24 cm. pag. 244 con numerose foto e illustrazioni b/n
Stampato nel 2014 da Il Cerchio