Apologia di Brasillach

letteratura

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    Apologia di Brasillach

    5.20

    Lo scopo di questa breve pubblicazione è quello, in questo mondo in cui tutto dipende dai media e gli scrittori non si dividono più in buoni e cattivi, in eccellenti e mediocri, ma soltanto in noti e ignoti, è quello di far conoscere Brasillach, simbolo della tragedia di una parte della gioventù europea nel corso della seconda Guerra Mondiale.

    Brossura 12 x 16,5 cm. pag. 64

    Stampato nel 1989 da Settimo Sigillo

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    Ars venandi. La caccia tra storia e simbolismo

    Il prezzo originale era: €15.00.Il prezzo attuale è: €9.00.

    Nicola Sgueo        prezzo di listino: 15.00 (sc. 40%)

    Con o senza armi, con la caccia faccio ritorno alle mie fonti essenziali: la foresta magica, il silenzio, il mistero del sangue selvaggio, l’antica fratellanza del clan”. È da interpretarsi in questi termini il contributo di “Ars venandi”, agile saggio dedicato alla più antica pratica rituale della storia. Un viaggio nella tradizione di una manifestazione ancestrale, capace di trasmettersi dalle prime pitture rupestri alla modernità post-industriale: dal mutamento delle tecniche all’evoluzione delle armi; dalle forme spirituali alla mistica sacrale; dal ruolo sociale al diritto venatorio, passando per gli aspetti esoterici, per il simbolismo animale e per le divinità dedicate. Curiosità, aneddoti e consigli, oltre il moralismo del “politicamente corretto”: questo libro non è un manuale, ma un compendio storico e filosofico che trova riscontro nelle opere di Federico II, Sant’Uberto, Ortega y Gasset, Roger Scruton e Dominique Venner.

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    Arturo Reghini. La sapienza pagana e pitagorica del ‘900

    30.00

    AA.VV.

    Dal tema dell’Imperialismo Pagano al tema della continuità dell’iniziazione pitagorica, dalla genealogia familiare alla ricezione e riscoperta del pensiero reghiniano nella massoneria, nell’area degli studi tradizionali e nello stesso mondo della matematica, questo volume monografico, nulla tralascia al fine di restituire un’immagine autentica e integrale di una delle più originali “anime antiche” dell’Italia moderna, rendendo altresì vicino ed appassionante ai lettori di oggi il mondo dei suoi ideali, delle sue lotte intellettuali, dei suoi simboli e dei suoi luoghi sacri.

    Rilegato, 15,5 x 21 cm. pag. 271 con circa 45 illustrazioni

    Stampato nel 2007 da Libri del Graal

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    Autunno in Sardegna

    14.00

    Ernst Junger

    Il volume raccoglie tre testi, “San Pietro”, “Serpentara” e “Autunno in Sardegna”, uniti da un filo rosso agli scritti dedicati alla Prima guerra mondiale che hanno reso famoso Ernst Jünger. Egli approda in Sardegna animato da quella stessa volontà di rinnovarsi interiormente tramite la fuga da una civiltà moderna “lontana dalla terra” che lo aveva condotto sui campi di battaglia. Certo, Jünger è un testimone del suo tempo troppo lucido per non accorgersi che la Sardegna è un microcosmo arcaico prossimo al tramonto, in cui si vanno già moltiplicando i segni della modernità e dunque dell’“annessione alla tecnica planetaria”. Tuttavia, l’Isola offre ancora la possibilità di aprirsi un varco verso la pienezza di vita della natura

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    Brasillach giornalista – 1941 – 1944 gli anni della collaborazione

    26.00

    Con saggi introduttivi di Mario M. Merlino e Rodolfo Sideri, un Robert Brasillach inedito quello che questo volume vuole presentare, attraverso una selezione ragionata degli articoli che l’Autore, in modo continuativo dal marzo 1941 all’agosto 1944, ha scritto sui due più importanti giornali della Collaborazione: Je suis partout e Révolution Nationale.

    Brossura 15 x 21 cm., pagg. 236

    Stampato nel 2016 da Settimo Sigillo

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    Céline ci scrive

    25.00

    Presentiamo qui, per la prima volta in italiano, le discusse lettere e gli scritti di Céline alla stampa collaborazionista francese e apparse su “Je suis partout”, “Au Pilori” e “La Gerbe”.I temi toccati da Céline in queste lettere “maledette”, vanno dalla disfatta del 1940 e Vichy, gli ebrei, il razzismo, la guerra, la collaborazione franco-tedesca e gli intellettuali, alla polemica letteraria contro Proust, Coctau e Peguy. Nel volume sono anche riprodotte le pagine originali delle ormai introvabili riviste e quotidiani dove apparvero gli scritti tradotti, mentre le appendici comprendono la risposta di Céline alle accuse della Procura francese, un ricordo di Céline scritto da Karl Epting, direttore dell’Istituto Tedesco di Parigi, un breve saggio sulla cultura politicizzata della Sinistra in quegli stessi anni e uno sui rapporti tra gli intellettuali francesi e tedeschi, oltre a numerose fotografie.

    Brossura 15 x 21 cm. pag. 240 con diverse foto b/n

    Stampato nel 2011 da Settimo Sigillo

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    Confessioni di una maschera

    7.50

    Un’opera dolce, crudele, struggente.Chi ama Mishima non può che amare questo libro dove l’autore ripercorrela sua infanzia e la sua adolescenza, fino ai primi anni di una etàadulta segnata dall’impossibilità di realizzarsi in una rassicurantenormalità.Da una parte un’omosessualità costantemente negata, dall’altraun’intera nazione, quella giapponese, segnata da improvvisi e tragicicambiamenti, relegano il protagonista in un territorio sempre incerto,dove fragili alibi lasciano il passo a dolorose prese di consapevolezzain un crescendo intenso e doloroso.Romanzo forte ed equilibrato. Uno stile inconfondibile.

    Brossura pag. 224

    Stampato nel 2002 da Feltrinelli

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    D’Annunzio, la massoneria e le barricate di Parma

    18.00

    Franco Morini

    Nell’estate 1922, il capitolo “possibilità di una rivoluzione fascista con D’Annunzio” era chiuso. Il mito dannunziano, pur non del tutto tramontato, aveva subito un notevole processo di invecchiamento. Ma la propensione per la solitudine, tipica in D’Annunzio dai giorni della Versiliana a quelli della Capponcina, a quelli delle Lande, a quelli della casetta rossa veneziana, assegnava un valore perenne all’ignoto del quale ogni sua decisione si ovattava. La sua irraggiungibilità si trasformava quasi sempre nell’immaginazione di una più che fatale indispensabilità della piazza. Gli arditi che difendevano “Il Popolo d’Italia”, unica centrale della rivoluzione, avevano militato nelle sue disperate compagnie corsare. Gli avversari del Fascismo avevano anch’essi una loro città contro la cui comunalistica indipendenza nulla aveva potuto lo Stato nell’aprile, nel maggio, nel giugno 1908: Parma. Contro Parma, nulla avevano potuto le sperimentate milizie di Balbo in questo stesso 1922. Il Comandante era troppo fine politico per non valutare i pericoli che il rivoluzionarismo tipo Parma avrebbe introdotto in una situazione nazionale la cui incertezza poteva essere annullata soltanto dalla rivoluzione fascista che si stava conducendo a maturazione. Di qui, il sostanziale favore che il Comandante non poteva non riservare a favore dell’intervento contro i rivoluzionari.

    Brossura, 13 x 19 cm. pag. 122

    Stampato nel 2023 da All’Insegna del Veltro

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    Domrémy

    18.00

    Domrémy, opera di teatro scritta da Robert Brasillach a soli 23 anni, è l’originale tentativo di proporre la figura di Giovanna d’Arco quale irrompere dell’eroismo e del sacrificio con cui ciascuno di noi è obbligato a confrontarsi. Nel centenario della nascita di Brasillach non sorprende il silenzio, la complice omissione verso uno scrittore che rappresentò le aspettative della gioventù francese fra le due guerre. Al plotone d’esecuzione dei “vincitori” che gli tolse la vita, si è sostituita la dimenticanza. E colpa ancor più grave, aver visto nel fascismo l’incarnazione della fierezza, della speranza, della gioia irriverente e anticonformista, ieri come oggi non gli è perdonato. Il lavoro di Brasillach è arrichito dai saggi di Mario Merlino e Rodolfo Sideri.

    Brossura 12,5 x 19,5 cm. pag. 192

    Stampato nel 2010 da Edizioni Settimo Sigillo

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    Drieu La Rochelle una bibliovita

    10.00

    Il volume di Marchi costituisce una veloce ricognizione sulla vastissima produzione dello scrittore politico francese, una bio-bibliografia nella quale la vita s’intreccia di continuo, tragicamente ed ineluttabilmente con l’opera, in un connubbio di finzione e realtà, di creazione e impegno, che ha rappresentato l’essenza stessa della sua attività di scrittore e delle sue scelte di uomo.

    Brossura 12,5 x 19,5 cm. pag. 98

    Stampato nel 1993 da Settimo Sigillo

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    Ezra Pound a Pisa. Un poeta in prigione

    15.00

    Luca Gallesi

    Questo lavoro di Luca Gallesi intende ricostruire le vicende che hanno portato Ezra Pound, oramai anziano, alla reclusione prima in una gabbia per animali a Pisa e successivamente alla detenzione per tredici anni in un manicomio criminale statunitense, senza processo. Il valore del saggio sta nell’analizzare dettagliatamente il contenuto di tutti i Canti pisani, senza trascurare le vicissitudini legate al conferimento del prestigioso Premio Bollingen, vinto da Pound con questa opera nel 1949.

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    Ezra Pound un folle contro l’usura

    10.00

    AA.VV.

    Non conosci Ezra Pound? Non sei un lettore disposto ad impegnarti sui poderosi volumi scritti dall’Autore o sui testi curati dai suoi esegeti? Questo agile libretto ti consente di conoscere Ezra Pound e di farti un’idea degli argomenti da lui trattai. Sai che per le sue idee, a proposito delle quali diceva “Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui”, fu internato per 12 anni in manicomio dopo essere stato prima rinchiuso in una gabbia per scimpanzé? In questo libretto potrai leggere le motivazioni con le quali Ezra Pound, il più grande poeta americano del ’900, fu prima condannato a morte e poi, in base alla perizia psichiatrica qui pubblicata, internato.

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    Gilles

    39.00

    “Un bel morir tutta una vita onora” e Drieu – artista di buon gusto, come questo Gilles che gli permette di raccontarsi con discrezione – non mancò l’appuntamento. Da romanziere aveva scoperto l’inganno della letteratura: parlare quasi sempre e quasi solo di ciò che è di mediocri dimensioni e tacere con ostinazione la vera grandezza, fosse dolcissima oppure terribile (“intorno a loro grava un silenzio, una paura, come di fronte a un grande sacrilegio”). Da uomo aveva subìto e patito i mille condizionamenti di una navigazione pascaliana in mari inospitali. Da ribelle aveva ritenuto di eludere e l’uno e l’altro scacco, pretendendo di cantare e descrivere ciò che è eroico, forte, sano; imponendo come condizione al proprio vivere l’accesso all’epopea. La guerra e l’eresia fascista lo accontentarono. Per una stagione poté inspirare lo spettacolo della forza e del valore. Fuori dalla torre d’avorio, finalmente. Tra pari, finalmente. Comunismo castrense, finalmente. Certo che, conosciuta l’aria di vetta, non si può più tornare a vivere immersi nelle deprimenti convenzioni borghesi, riempiendo schede elettorali invece di esplodere granate, scrivendo corsivi sui quotidiani invece che procedendo alla selezione e alla distinzione con il pugnale tra i denti. Sciroppandosi il tran tran ordinario e fingendo di trovare interessanti gli argomenti vacui dei vili. Mimando l’amore per convenienza. Arrendendosi alla tirannide dei luoghi comuni per non patire l’isolamento. Svanendo nella falsità del mondo, mai così immondo come quando vi si ritorna dopo un sogno di gloria. Prima di prendere congedo dall’ipocrisia del suo dopoguerra, Drieu ne trasse fiera e feroce vendetta con questo romanzo, che è tutto vero, dall’amore alla morte.

    Brossura 13 x 20,5 cm. pag. 634

    Stampato nel 2010 da Edizioni di Ar

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    Gilles (Romanzo)

    28.00

    Romanzo-romanzo, romanzo-saggio, “Gilles” è la narrazione in terza persona della vita di un intellettuale francese tra le due guerre, preso nel gioco spietato delle idee e delle passioni estreme entro cui si attorciglia la sua ricerca di un senso ultimo. Autobiografico romanzo della decadenza, raffinato e cinico, è la storia di un giovane che piace alle donne e ama la guerra. Di ritorno a Parigi dopo le trincee della prima guerra mondiale, egli si scontra con la morale del mondo borghese, che cerca di superare dall’interno, fino a comprendere che l’unica via d’uscita, pur nella consapevolezza della sconfitta, è la distruzione di quel mondo. Fedele alla propria figura di scrittore moralista lucido e ostinato, Drieu La Rochelle, tagliente e contradditorio, antidemocratico e suicidario, “agente doppio” romantico e reazionario, in quello che è il suo romanzo maggiore non risparmia se stesso più della propria epoca. Così “Gilles”, come il suo autore, per alcuni sarà uno specchio nitidissimo, per altri deformante, mentre qualcun altro ancora, dopo averlo infranto, si taglierà con i suoi pezzi.

    Brossura, 16 x 23,5 cm. pag. 572

    Stampato nel 2016 da Giometti & Antonello

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    Guerra

    18.00

    Luis-Ferdinand Céline

    Primo, folgorante scampolo dei famigerati inediti rubati nel 1944 dall’abitazione di Céline, e rocambolescamente ricomparsi più di settant’anni dopo la sua morte. Nel racconto, scandito in sei sequenze, seguiremo il giovanissimo Ferdinand, alter ego dell’autore, ferito a un braccio e con una grave lesione all’orecchio dovuta a un’esplosione, mentre cerca come un sonnambulo di guadagnare le retrovie attraverso campi di battaglia disseminati di cadaveri martoriati dalle bombe, in una notte visitata da presenze ostili, fantasmi quanto mai reali. Lo ritroveremo poi in un ospedale, in mezzo a infermi d’ogni risma, circondato da infermiere vampiresche nella foia scatenata dal clima bellico. Qui fa amicizia con un altro parigino, malavitoso intraprendente e cinico al punto di far venire la moglie al fronte perché batta il marciapiede per lui.

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    Guerra nella Terra di Mezzo. Battaglie, duelli, stratagemmi e potere nelle opere di J.R.R. Tolkien

    32.00

    Marco Rubboli

    Tutti gli scontri e le battaglie di Arda fin dalla sua creazione, dai duelli fino alle grandi guerre, dal “Silmarillion” al “Signore degli Anelli”, in un’analisi schermistica, tattica e strategica. Il lettore potrà apprezzare la grande cura per questi aspetti e la competenza storico-militare di Tolkien, e scoprire le sue idee non convenzionali sull’eroismo e il potere, sulle doti del buon guerriero, il buon comandante e il buon governante, molto lontane sia da vecchi stereotipi sia dall’idea di un Tolkien “moderno”.

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    I tesori ritrovati di Louis-Ferdinand Céline

    13.00

    Jacques Joset

    Il 6 agosto 2021 scoppiò su “Le Monde” una bomba letteraria. Jérôme Dupuis vi pubblicò un articolo intitolato “Migliaia di fogli inediti: i tesori ritrovati di Louis-Ferdinand Céline”. Poco più di un anno prima, nel giugno 2020, i due eredi universali di Lucette Almansor, l’avvocato François Gibault e Véronique Robert-Chovin, vennero avvisati del fatto che un ex giornalista di “Libération”, Jean-Pierre Thibaudat, critico teatrale del quotidiano fino al 2006, desiderava incontrarli poiché era in possesso di alcuni inediti di Céline. In questo documentato studio della Société des Lecteurs de Céline, il professore Jacques Joset ricostruisce l’appassionante “giallo” del ritrovamento degli inediti di Céline, dal loro furto da parte dei Maquis francesi nell’estate del 1944 a Parigi alle vicissitudini successive e alla loro pubblicazione, per poi passare a una puntuale analisi dei testi e della loro datazione e discutendone la rilevanza nel contesto dell’opera céliniana.

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    Il nostro anteguerra

    25.00

    In queste pagine, scritte in modo mirabile, rivivono gli anni intensi dell’Europa tra le due guerre. Album di ricordi, storia di grandi amicizie e di proficui incontri, ritratto di un’epoca, tra le più brillanti opere del grande scrittore francese, fa rivivere il fascino degli anni Trenta e di Parigi, la potenza del Mito, le curiosità artistiche e letterarie, il teatro, le passeggiate e le discussioni, ma anche il dramma di una giovinezza che irrimediabilmente “dilegua sotto lo sguardo delle Regine di pietra”.

    Cartonato con sovracopertina 12 x 21 cm. pag. 454

    Stampato nel 1986 da Ciarrapico

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    Il questionario

    32.00

    Ernst von Salomon

    Nel 1951, quando la Germania Ovest viveva ancora lo status di Paese occupato, a nemmeno sei anni dal crollo del regime hitleriano e a meno di due dalla nascita della Repubblica federale, uno scrittore che, ancora giovane, aveva conosciuto un grande successo sotto la Repubblica di Weimar, ma di cui negli anni Trenta si erano perse le tracce, pubblicò un libro che subito si impose al grande pubblico, sorta di best seller ante-litteram. L’autore, Ernst von Salomon, aveva allora 49 anni, “Der Fragebogen”, “Il questionario”, era il titolo, ricavato dai 131 quesiti elaborati e raccolti sotto quell’etichetta dalle autorità alleate nell’intento di stilare una «radiografia del nazismo» applicata al popolo tedesco, una sorta di screening-interrogatorio di massa nel nome della «denazificazione»… L’idea di servirsi di quel canovaccio per raccontare la propria vita e denunciare la miopia imbecille dei vincitori, per mostrare e dimostrare che non erano poi così migliori dei vinti, per rendere note le ingiustizie e i maltrattamenti inflitti ai tedeschi, era intelligentemente perversa e/o controcorrente, in rotta con tutti i conformismi, forte di una requisitoria che se non risparmiava il nazismo, non faceva però sconti agli americani e ai loro alleati.

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    Il tenente Sturm

    12.00

    Ernst Junger

    Combattente e scrittore, laureato in zoologia e ufficiale al fronte, giovane eroico e contemplatore solitario: nei tratti del giovane tenente Sturm, protagonista di questo racconto di guerra, si riconosce il giovane Jünger. Il ritratto di questo personaggio autobiografico documenta la fase drammatica e cruciale che fu la giovinezza dell’autore: il militarismo, le amicizie virili, i sogni, la letteratura, il dandismo e un’acerba quanto violenta sessualità.

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    Intermezzo romano

    22.00

    Pierre Drieu La Rochelle

    Per quanto ci si sforzi, i miti dell’industria e della democrazia non riescono ad abbruttire una città italiana quanto una città di altri paesi. Là c’è qualcosa che resiste, una pietra troppo bella e forte, una presenza irriducibile. Così tanti palazzi costruiti con roccia e genio non possono venir cancellati in un istante e sostituiti da quella paccottiglia che è, come si suol dire, ogni recente creazione umana. E che importa l’umanità che circola tra le pietre. L’Italia, la Grecia e la Francia non hanno più bisogno degli italiani, dei greci e dei francesi per vivere; vivono in cielo e in poche rovine immarcescibili.”

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    Io, traditore

    15.00

    In queste appassionanti pagine di diario, il grande poeta e narratore norvegese, insignito del Premio Nobel, racconta la sua esperienza di “collaborazionista”, arrestato e processato dopo la fine della guerra con l’accusa di alto tradimento. Una lezione di coraggio e dignità di uno scrittore che ebbe il solo torto di scegliere l’Europa perdente.

    Cartonato con sovracopertina 11,5 x 21 cm. pag. VI + 288

    Stampato da Ciarrapico

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    Julius Evola sulla stampa estera

    12.00

    Vittorio Fincati

    In occasione dei 50 anni dalla scomparsa del discusso pensatore italiano, il volume propone uno sguardo inedito e una prospettiva nuova sulla sua figura: la stampa straniera. Vengono qui raccolti la maggior parte degli articoli di Evola o su Evola, pubblicati fuori Italia, ma anche interviste e recensioni di opere. Evola parte dall’idealismo: il mondo è per lui la rappresentazione dell’Io, ma, poiché l’Io subisce la rappresentazione del mondo come un limite e soffre in essa la sua passività, s’impone all’Io l’obbligo pratico di sciogliere la sua passività in attività riducendo il mondo sotto il proprio comando, facendo di esso l’atto dell’Io. La tecnica di questo progresso di risoluzione del mondo nell’Io è data dall’Occultismo magico. Dall’innesto dell’Idealismo classico con la Magia nasce l’Idealismo Magico.

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    L’impero del bene

    12.00

    Philippe Muray

    “Ci troviamo oggi in una situazione che ricorda – ma è mille volte peggio, è mille volte più inquietante – quella del seicento, quando avere un’opinione propria, essere un individuo, mostrarsi come individuo (e non un avanzo di individuo farlocco, di scarto, di quelli che ‘sanno distinguersi’ grazie al vestito, la macchina, il look, gli hobby, eccetera) costituiva la definizione stessa di eresia. La libertà di pensiero è sempre stata una malattia. Oggi, finalmente, possiamo dirci completamente guariti. Chi non declama il catechismo collettivo è additato come pazzo. Mai come oggi il gregge di coloro che guardano scorrere le immagini ha temuto che un minimo scarto, una variazione, potessero danneggiarlo. Mai come oggi il bene è stato sinonimo di una condivisione così assoluta.”

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    L’operaio

    14.00

    Apparso in Germania nel 1932, “L’operaio” èuno dei testi più discussi e profetici di Junger. Un saggio politico digrande energia e straordinaria lucidità, in cui la figura dell’operaioassurge a dimensione mitica come intreprete supremo del mondo moderno edelle forze che esso sprigiona.

     

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    La commedia di Charleroi

    15.00

    “Sono partito, non sono più ritornato, questa volta”. Così chiude l’ultimo racconto di questa raccolta, scritta nel1934, che svela il senso della guerra per Drieu la Rochelle: l’impossibilità di fare ritorno alle commedie della vita civile dopo aver provato il disgusto e l’ebbrezza del grande conflitto del ’14-18 ,che la tecnica ha reso ancor più disumano. Eroismo e viltà, esaltazione, disincanto, ideologia e cinismo si confondono nei personaggi della Commedia, che narrano la loro esperienza sapendo di non poter essere creduti da chi nella pace è ansioso di ritrovare soprattutto le proprie illusioni.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 253

    Stampato nel 2007 da Fazi

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    La fionda

    26.00

    Ernst Junger

    Clamor Ebling, tredicenne della Bassa Sassonia, lascia l’universo pacifico e sognante della sua campagna per entrare come interno in un liceo cittadino dove lo attende il duro apprendistato che lo porterà alle soglie della vita adulta. La scuola, il pensionato, la stessa città, con i suoi vicoli e i segreti dei suoi giardini, diverranno per lui, ragazzino malinconico e inquieto, il luogo di eterni combattimenti contro la brutalità e l’assurdità di un universo di cui non riesce a cogliere il senso. Con La fionda, Jünger ci mostra il lato nascosto del suo immenso talento. Il simbolismo delle Scogliere di marmo, di Heliopolis, di Api di vetro, cede qui il passo a un racconto intriso di nostalgia, nello scenario di una Germania prima della Grande guerra dove il XIX secolo si ostina a sopravvivere. In questo mondo che è alla vigilia del suo crollo, un ragazzo cerca il volto del sé stesso che sarà domani.

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    La grande invasione

    15.00

    Lucien Rebatet

    Il 29 maggio 1943, la rivista settimanale “Film”, diretta da Nino Doletti, pubblica un articolo di Lucien Rebatet. Il titolo è: “La Grande Invasione”. Si tratta di un primo intervento, al quale ne seguiranno altri tre. Gli articoli sono la traduzione, quasi integrale, di quattro capitoli di un pampleth antisemita di Rebatet, uscito nel 1941 in Francia. la trasposizione in lingua italiana è curata da Enrico Fulchignoni, soggetista, sceneggiatore, documentarista e regista, uomo eclettico ed originale della cultura cinematografica di epoca fascista.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 130

    Stamato nel 2022 da Ardente

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    La letteratura nazista in America

    19.00

    Il libro raccoglie una serie di biografie di scrittori immaginari, ma presentati come fossero reali, al punto che – al termine del volume – figura una bibliografia in cui si rende conto degli estremi di tutte le opere attribuibili ai personaggi presentati. Si presenta quindi al lettore un ininterrotto susseguirsi di aristocratiche poetesse in viaggio attraverso la Germania hitleriana, di saggisti antisemiti che trascorrono la loro esistenza tra un manicomio e l’altro, di romanzieri intenti a compilare vibranti apologie del franchismo e via dicendo: il tutto raccontato con un tono impersonale.

    Brossura, 14 x 22 cm. pag. 250

    Stampato nel 2013 da Adelphi

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    La mitologia di Tolkien. I miti antichi nel mondo fantastico della Terra-di-mezzo

    18.00

    Ruth H.S. Noel

    Come un filo rosso, il richiamo ad antichi miti e leggende popolari corre lungo tutta la produzione di Tolkien. Nelle sue opere, infatti, l’autore si è costantemente rifatto a un patrimonio vastissimo di credenze e tradizioni. Esperto di folklore teutonico e celtico, nonché grande studioso di mitologia, Tolkien ha approfondito proprio quei temi universali che pongono l’uomo di fronte al mistero: l’amore, il destino, la morte. Nel presente libro, Ruth H.S. Noel fa emergere con chiarezza il profondo legame che intercorre tra le opere di Tolkien e i miti su cui esse si basano. Attraverso i grandi temi affrontati e i luoghi immaginati dalla sua grandiosa fantasia, fino ad arrivare agli stessi esseri che li popolano, Noel rintraccia una mitologia coerente interna all’epica della Terra-di-mezzo, che costituisce, a ben vedere, un autentico proseguimento della tradizione mitica nella letteratura moderna.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 205

    Stampato nel 2021 da Ghibli

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    La morte di Celine

    15.00

    Dominique de Roux

    Pubblicato in Francia nel 1966, questo lavoro dello scrittore, editore e agitatore culturale Dominique de Roux ha contribuito in maniera determinante a far sì che le visioni e l’opera di Louis-Ferdinand Céline non venissero seppellite con lui alla sua morte. De Roux, all’epoca appena trentunenne, contribuì a togliere lo scrittore dall’oblio nel quale era stato relegato dopo la sua scomparsa e a legittimarlo letterariamente, suscitando l’inizio di una discussione critica che ancora oggi non accenna a fermarsi. Un saggio critico-letterario, un omaggio a Céline, una profonda e sofferta riflessione sullo stato della letteratura e sul conformismo degli intellettuali. “La morte di Céline” è un flusso di coscienza che ci permette non solo di scandagliare a fondo l’anima dello scrittore, veggente e narratore dell’Apocalisse, ma anche di fissare il nostro sguardo nell’abisso del XX secolo, che continua a proiettare le sue luci e le sue ombre sul nostro tempo e oltre. Con una prefazione di Marc Laudelout e uno scritto di Stenio Solinas.

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    La mummia che sanguinava

    7.00

    F.T.Marinetti

    Al banchetto nuziale di Guglielmo Anastasi e Marta Siccoli Marinetti declamò nell’imbarazzo generale “La momie sanglante”, epitalamio appositamente composto per celebrare il fausto evento. Gli invitati lo definirono senza esitazioni funereo. Ma l’autore dichiarò di essersi ispirato all’usanza degli antichi Egizi che non celebravano feste senza che vi fosse un emblema che alludesse alla brevità della vita. Per questo il canto nuziale era stato impregnato “d’aromi funebri” e di palpitanti desideri trasformando l’opera nel trionfo scabroso tra Eros e Thanatos. A cura di Guido Andrea Pautasso.

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    La parola a Ezra Pound e altre maschere d’autore

    15.00

    Miro Renzaglia

    Esiste una forma di tradimento nella quale, mutando il senso e rinvigorendo il gesto, si resta fedeli a se stessi. E’ quanto accade alla maschere teatrali, che intensificano la propria voce per farsi ascoltare da tutti, rimarcando la propria cifra stilistica e il proprio carattere originario. Miro Renzaglia ripercorre le storie e le gesta di autori e uomini fuori dal comune, sottilineandone le contraddizioni umane come forma di tenacia e conoscenza. Da Lucio Battisti a Carmelo Bene e da Louis-Ferdinand Céline a Nicola Bombacci, passando per Bettino Craxi, Pier Paolo Pasolini, Berto Ricci, Indro Montanelli, Julius Evola e molti altri. L’incipit è il riadattamento del celebre intervento processuale di Ezra Pound, al quale è imputata la profetica colpa di aver tradito il dio che si è incarnato nella legge del profitto

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    Le api di vetro – Romanzo

    19.00

    Ernst Junger

    Una vita futura in cui autorità e tecnologia siano alleate nell’affermare un dominio assoluto sull’uomo: uno dei grandi temi letterari del Novecento; e l’attualità di libri come 1984 e Il mondo nuovo è forse nella possibilità, nel segreto timore che l’avverarsi della predizione sia solo rinviato. Tra i capolavori di questa letteratura «avveniristica» è da collocarsi anche questo romanzo di Ernst Jünger, il cui titolo rimanda immediatamente, con fredda eleganza, a un mondo di impeccabili automi.Il protagonista è cresciuto prima dei grandi conflitti mondiali, in un ambiente dominato dall’ordine e dal diritto, educato in una rigida scuola militare, finché tra guerre e rivoluzioni si ritrova a vivere il crollo del suo mondo e ad assistere al nascere di un nuovo ordine, con le sue minacciose personificazioni. Simbolo della nuova epoca è il grande Zapparoni, fabbricante di perfezionatissimi robot, che comanda indifferentemente sulla materia meccanica, elaborata sino a diventare quasi umana, e sugli uomini, integrati anch’essi in un meccanismo che, dopo qualche dubbio o concessione iniziale, appare semplicemente spietato. Qui, nell’incontro con Zapparoni, immagine inquietante e irresistibile di monarca prossimo venturo, è l’apice del viaggio di scoperta – non scevro di pericoli ma ricco di una straniata ironia – dell’io narrante. E in questa figura potremo forse ritrovare anche tratti familiari, scoprire una realtà più vicina, più sottilmente insidiosa.

    Brossura, 14 x 22 cm. pag. 242

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    Le storie. Libro 7º: Serse e Leonida. Testo greco a fronte

    35.00

    Tutta l’Asia si muove per partecipare alla spedizione che il re di Persia, Serse, organizza contro Atene e la Grecia al fine di vendicare la sconfitta patita dal padre Dario. Del viaggio e dei popoli che lo compiono Erodoto fornisce una descrizione precisa e affascinante: dei luoghi, degli usi, dei costumi, dell’abbigliamento e degli armamenti delle diverse etnie. Per noi moderni, però, il centro del libro è la battaglia delle Termopili nell’estate del 480 a.C, che per primo Erodoto descrisse e che da più di due millenni è impressa nella memoria collettiva: quando, come recita un’iscrizione riportata proprio dallo storico, in quel passo tra i monti, «un giorno, contro tre milioni combatterono quattromila uomini dal Peloponneso»; resistenza, tradimento, aggiramento, ferocia e valore, vittoria e sacrificio sino all’ultimo istante: “Alla maggior parte di loro” scrive Erodoto dei momenti finali, quando i quattromila sono ridotti a trecento spartani, “le lance si erano ormai spezzate, ed essi uccidevano i Persiani con le spade. E in questo scontro cade Leonida, dopo essersi rivelato uomo valorosissimo e, intorno a lui, altri illustri Spartiati”. I Greci indietreggiano verso la parte stretta della strada e vanno ad attestarsi su una collina: «Questa collina si trova all’ingresso del passo, dove ora è collocato il leone di pietra in onore di Leonida. E qui, i barbari li seppellirono con i dardi, mentre si difendevano con le spade – quelli che ancora le avevano, – con le mani e con i denti – alcuni, inseguendoli di fronte e demolendo il muro di difesa, altri, circondandoli tutto intorno da tutte le parti”. Lo scontro tra Greci e Persiani deflagra in tutta la sua portata: è uno scontro tra civiltà, tra ideali opposti gli uni agli altri.

    Rilegato, 13,5 x 20,5 cm. pag. 713 con circa 10 cartine

    Stampato nel 2017 da Mondadori

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    Letteratura. Bagatelle per un massacro

    45.00

    Louis Ferdinand Celine

    Nell’estate 1937 Céline scrive Bagatelle per un massacro. La stesura è febbrile, collerica, di getto, qu’on en parle plus, che non se ne parli più, pensa Céline, scrive Céline, rabbiosamente, vomitando sulla pagina, deciso a fare i conti con i borghesi, con i critici, con i comunisti, con gli americani, con Hollywood e naturalmente con loro, con gli ebrei, i mostri, i guerrafondai, il male, primo bersaglio della sua penna e del suo odio, della sua haine (odio). “C’è ancora qualche motivo di odio che mi manca. Sono sicuro che esiste” scriveva l’anno precedente in calce a Mea culpa, un furioso pamphlet antisovietico, rompendo con gran parte degli intellettuali francesi, a partire da Aragon/Larengon, che fino a qualche tempo prima lo invitava pubblicamente a “studiare la filosofia del proletariato” e a “prendere posizione”, ossia a convertirsi al comunismo, come lui, come tutti. E chissà che con le Bagatelle Céline non abbia finalmente trovato il suo motivo di odio ideale, appunto, ossia gli ebrei, l’Ebreo, la “cricca ebraica”, gli youtres, colpevoli di ogni guerra e di ogni male, popolo di cospiratori e di massoni, di incantatori, di demoni, di mostri.

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    Lettere agli editori

    19.00

    Dalla prima spavalda lettera che accompagna il manoscritto del Viaggio al termine della notte («È pane per un intero secolo di letteratura. Il premio Goncourt 1932 su un piatto d’argento per il Fortunato editore che saprà accogliere quest’opera senza pari, momento capitale della natura umana») alle ultime, comiche e feroci, che scrive a Gallimard prima di morire, le 219 lettere qui raccolte ci mostrano un Céline arrabbiato, derelitto, incensato o dimenticato, ma sempre straordinariamente consapevole del proprio valore. Con i suoi editori è impegnato fin da subito in un corpo a corpo estenuante, ora per difendere virgole e puntini, ora per rivendicare più austerità sulle copertine («Sobri Sobri Sobri – le stravaganze a casa, sotto le coperte!»), ora per accusarli di ogni sorta di nefandezze. Per lui l’editore è l’incarnazione del parassita: il padrone che sfrutta gli operai o il ruffiano che campa sul lavoro delle prostitute. Talvolta, più raramente, è un prezioso interlocutore con cui discutere di ciò che è davvero essenziale in letteratura: la resa emotiva, il ritmo, la famosa petite musique.

    Brossura, 15 x 23 cm. pag. 256

    Stampato nel 2016 da Quodlibet

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    Louis-Ferdinand Céline

    15.00

    Bella riproposta del saggio dello scrittore e giornalista belga pubblicato nel 1963 dalle Editions Universitaire. Il libro conserva, a distanza di quasi mezzo secolo, la lucidità di analisi e l’acutezza nel mettere a fuoco l’importanza e il valore di Céline quale maggior innovatore del linguaggio romanzesco del Novecento, senza mai cedere a facili e abusati giudizi morali anche quando affronta approfonditamente la produzione più controversa e fuori da ogni compromesso dei pamphlet.

    Brossura 14 x 21 cm. pag. 112 con 11 foto b/n

    Stampato nel 2010 da Italia Storica

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    Louis-Ferdinand Céline in foto

    24.00

    Louis Ferdinand Céline nelle parole di chi lo ha conosciuto, interviste, ricordi e saggi, per la maggior parte inediti in Italia, nelle interviste alla televisione e alla radio francese, nella critica italiana, con interventi di Alberto arbasino, Marina Alberghini Pacini, Paolo Badellino, Giovanni Raboni, carlo Bo, Alberto Rosselli, antonio Moresco, Alessandro Piperno. Viene inoltre proposta una galleria d’immagini: dall’infanzia di Céline alla Prima Guerra Mondiale, da medico a romanziere di successo, le sue donne, la Parigi dell’occupazione tedesca, la fuga in Danimarca e, gli ultimi anni a Meudon.

    Brossura 13,5 x 21 cm. pag. 216 con 86 foto b/n

    Stampato nel 2009 da Effepi

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    Louis-Ferdinand Céline. Saggi, interviste, ricordi e lettere

    38.00

    Negli ultimi anni Céline è tornato prepotentemente alla ribalta nell’attenzione del pubblico e della critica con una fitta produzione editoriale comprendente la pubblicazione di inedite testimonianze epistolari e anche scritti autografi. Purtroppo ben poco di questo prezioso materiale o stato presentato al pubblico in Italia. Questo libro cerca di colmare questa lacuna, pubblicando numerose testimonianze, saggi, lettere e interviste di Céline inedite in italiano, assieme ad altri articoli e interventi editi degni di nota ma difficilmente reperibili.

    Brossura, 19,5 x 26 cm. pag. 31, molte illustrazioni b/n e colore

    Stampato nel 2016 da Italia Storica

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    Mea culpa.

    10.00

    Louis-Ferdinand Celine

    “Mea Culpa”  appartiene alla serie dei panphlets d’argomento politico-morale che costarono al loro autore, dopo la guerra, un’infamante condanna e una dura emarginazione che è durata per tutta la sua vita. L’editore, con la pubblicazione di questo lavoro, cerca di completare, agli occhi dei tanti lettori italiani, l’immagine di uno dei più grandi scrittori del nostro secolo, ingiustamente mutilita dalla censura che ha sempre gravato sullo scrittore francese.

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    Mitologia tolkieniana. Fantasia e tradizione

    18.00

    Mario Polia

    Tolkien può essere annoverato tra gli autori che attingono la loro ispirazione al patrimonio della Tradizione? La mitologia e la cosmogonia tolkeniana è soltanto frutto della fantasia del suo autore? Questo originale studio di Mario Polia  è volto a fornire risposte a questi suggestivi interrogativi. Nella sua cosmogonia Tolkien non sembra inventare un proprio mito ma rielaborare sapientemente i temi tradizionali dai quali plasma una nuova narrazione che ha tutti i caratteri del mito, inteso come storia sacra fondante. In effetti, la cosmogonia del Silmarillion è il mito d’origine sulla trama del quale Tolkien intesse le opere maggiori del suo ciclo epico, in particolare Lo Hobbit e Il Signore degli anelli. Attraverso il metodo comparativo e confrontando le principali tradizioni con la mitologia e la cosmogonia tolkeniane, Polia dimostra come la sua opera, nell’ispirazione e nella poietica, sia idealmente comparabile a quella d’un Omero o d’un Virgilio dei nostri tempi, rendendo agevole comprendere perché J.R.R. Tolkien meriti a giusto diritto il titolo di Autore della Tradizione.

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    Morte a credito. (Romanzo)

    23.00

    Morte a credito”, pubblicato nel 1936, è il secondo romanzo di Céline, che nelle sue pagine ritorna alla propria infanzia e adolescenza. Cresciuto in un’atmosfera soffocante e carica d’odio, illuminata solo dalle presenze della nonna Caroline e dello zio Eduard, il giovane Ferdinand racconta le proprie esperienze familiari, turistiche, scolastiche, erotiche e di lavoro.

    Cartonato pag. XXI-558

    Stampato nel 2019 da Garzanti

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    Morte di mezza estate

    12.00

    Scrittore aggressivo, emblematico di una cultura elegante e basata sul rituale, Mishima uniformò il suo stile di vita ai precetti degli antichi samurai, pur rimanendo il più “occidentale” degli intellettuali giapponesi. L’intreccio di arte e di azione non basta a spiegare la tragica coerenza del personaggio, né la sua posizione di primo piano nella letteratura giapponese del Novecento. Proprio per questo i dieci racconti di “Morte di mezza estate” si rivelano illuminanti: introducono ai temi fondamentali della sua opera e a una ricerca estetica che dà vita a un linguaggio ora prezioso ora freddo e lineare.

    Brossura, 13 x 20 cm. pag. 239

    Stampato nel 2016 da Guanda

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    Profeti inascoltati del Novecento.

    29.00

    a cura di Andrea Lombardi e Miriam Pastorino

    La rassegna “Profeti inascoltati del Novecento” collega pensatori liberi ed eretici, conservatori di valori e non di costumi, e di integrità morale che costituisce l’unica forma possibile di pensiero, a un disegnatore che ne ha eseguito il volto, le ansie e le riflessioni, e ad altri scrittori che ne hanno interpretato lo spirito. Da Jünger a Conrad, da Pound a Borges, da Flaiano alla Campo, da Bernanos a Camus. Un Olimpo siffatto aveva illustrato, impavido, Tullio Pericoli. Oggi tocca a Dionisio di Francescantonio con il disegno e ad altri, come Stenio Solinas, con le parole. L’arte pretende quella libertà di espressione che personaggi scomodi come Louis-Ferdinand Céline, Hannah Arendt, Filippo Tommaso Marinetti, hanno coraggiosamente e diversamente testimoniato, anche divisi dalle violentissime vicende storiche del Novecento.

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    Sole e acciaio

    10.00

    Scritto da Yukio Mishima nel 1968, due anni prima del clamoroso seppuku – il tradizionale e terribile suicidio dei samurai – con cui pose fine ai suoi giorni, Sole e acciaio è un libro fondamentale per accostarsi alla personalità del grande scrittore giapponese. In una forma intermedia fra «la notte della confessione e il giorno della critica», l’autore racconta la scoperta della propria entità fisica, l’interesse per la pratica delle arti marziali e la ricerca di un «linguaggio del corpo»: la testimonianza di un’appassionata indagine nella propria identità di uomo, oltre ogni limite, oltre ogni convenzione.

    Brossura, 13,5 x 20 cm. pag. 93

    Stampato nel 2016 da Guanda

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    Sulle scogliere di marmo (Romanzo)

    12.00

    Ernst Junger

    Sotto il cielo terso della Marina vive un popolo che ha fatto tesoro della storia ed è arrivato a un felice equilibrio di organizzazione politica e sociale. Ma ai confini di questa contrada serena si addensano nubi cupe, sinistre. Annunciato da incerti messaggeri, il pericolo si insinua gradualmente, si fa reale e violento: i popoli barbari dei boschi circostanti riversano la loro volontà di potenza sull’armoniosa comunità, fomentano il disordine, minacciano il lavoro dell’uomo… In questo romanzo, pubblicato all’indomani della «notte dei cristalli», le autorità tedesche lessero un attacco all’ideologia del nazismo, ma al di là del fortissimo coinvolgimento nella vicenda politica dell’epoca, l’opera si fa portatrice di un valore più generale, e a essere rappresentata è tutta la storia dell’Occidente, minacciata dal male e dalla guerra

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    Tolkien & il Silmarillion

    20.00

    Clyde S. Kilby

    Ci sono libri la cui importanza è inversamente proporzionale alla loro dimensione. Il presente volume è uno di questi. Pubblicato nel 1976, era disponibile prima di qualsiasi altro studio classico o biografia su Tolkien. Cosa più importante ancora, fu una delle poche pubblicazioni che permetteva uno sguardo di prima mano al Legendarium prima ancora della sua pubblicazione in The Silmarillion, e in Unfinished Tales, e, più tardi, nei numerosi volumi della History of Middle-Earth. Il testo nel suo complesso ha resistito sorprendentemente bene allo scorrere del tempo ed è ancora in grado di attrarre il lettore.

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