A oltre ottanta anni dalla sua prima pubblicazione (1941) viene riproposto al pubblico, il saggio del dott. Norbert Mayer: “Adolf Hitler e l’ascesa germanica”. Il presente lavoro non vuole essere una semplice biografia o, uno studio storico, ma si ripropone di delineare “l’ascesa germanica” attraverso l’interpretazione della personalità di Adolf Hitler.
Brossura, 14 x 21 cm. pag. 102 con alcune foto b/n
“Scocca la mezzanotte a tutti i campanili d’Italia, e corrono nelle tenebre le ombre degli italiani che vegliano. E’ scoccato il primo minuto del nuovo giorno: 28 ottobre. O Italia, non dormire questa notte. Attendi l’alba di domani che verrà a donarti la buona novella assieme alla carezza del nuovo sole. Sulla strada passano, ininterrottamente, i veicoli veloci. Tutti portano a Roma. A Roma! Carri, cavalli, automobili… Corrono tutti. I treni sono presi d’assalto da una folla compatta e disciplinata. I convogli corrono, stracarichi, sui binari lucenti, nella notte. Le strade rigurgitano. I fanciulli si sono schierati con gli anziani, gli anziani con i veterani, ma tutti, oggi, sono tornati.. Giovanissimi”. Da uno scritto dell’epoca.
Il foglio di lotta per i difensori della Grande Berlino, così recitava la sottotitolatura, venne pensato da Goebbels per offrire una dettagliata cronaca giornaliera degli avvenimenti e per innalzare gli sforzi immensi che la popolazione civile e le varie diramazioni del partito si erano addossati per affiancare in maniera esemplare e incondizionata i combattenti. Si tratta di un giornalismo politico da prima linea che non ha il tempo, neanche la necessità, per indugiare in dotte analisi di critica ai massimi sistemi bensì rimarcare costantemente la drammaticità del momento e soprattutto l’appassionata e incredibile partecipazione collettiva a una battaglia che si andava consumando in feroci corpo a corpo nelle strade, nelle piazze, nei caseggiati. Uscendo dal 23 al 29 aprile intese offrire una immagine diretta, nitida e reale e senza infingimenti della quotidianità berlinese, delle sue indicibili sofferenze, sempre mettendo in evidenza gli innumerevoli atti di valore e la tenacia dimostrati da tutti.
Campagna di Polonia del settembre 1939. Tipico esempio di guerra di movimento e di rapida decisione, monumento della storia dell’arte militare di ogni tempo. La guerra di Polonia, vista da un qualunque soldato carrista dell’esercito tedesco. Non opera di uno solo, come avverte colui che ha raccolto queste pagine, ma collettiva: sono i combattenti, gli autisti, i mitraglieri, gli artiglieri dello squadrone esplorante della divisione corazzata tedesca, che raccontano con semplicità, la semplice cronologia degli avvenimenti.
Questo lavoro del dott. Sigfrido A. Barghini, introvabile nell’edizione del 1944 e qui riproposto in versione integrale, costituisce un interessante saggio sulla vita del Führer. Il Barghini, che conosce assai da vicino il movimento nazionalsocialista nella sua intensa e variegata storia, ha saputo cogliere della figura di Adolfo Hitler gli aspetti più caratteristici, e ha inquadrato la gigantesca figura del Capo del Terzo Reich sullo sfondo degli avvenimenti che hanno visto rinascere, sorgere, affermarsi e combattere la nuova Germania. Ampio nella documentazione, esauriente e lucido nella esposizione, preciso nella cronaca, questa esposizione rappresenta un utile e serio contributo allo studio del processo formativo della Germania in rapporto all’azione svoltavi da Hitler prima da soldato e da agitatore, poi da studioso e da tribuno, poi infine da Cancelliere e in ultimo da Führer della grande Germania.
Il libro è un importante documento storico, che mostra una concisione giornalistica felice, in grado di riassumere in brevi pagine l’intero itinerario ideologico della NSDAP. Innestato sull’originario programma del 25 punti, il progetto politico nazionalsocialista, tra i molti aspetti, contemplava la distensione dei rapporti, non sempre facili, con le Chiese e la questione dei provvedimenti antisemiti, definiti da Hitler non persecutori, ma “difensivi”; poi la politica natalista di lotta alla regressione delle nascite, il sistema di cittadinanza basato sull’appartenenza etnica e la prospettiva di un regime del lavoro inteso ad abbattere l’interesse privato in economia.
Gino Fornari Prezzo di listino: 24.00 (sconto 30%)
“Dalle Alpi alla Sicilia la lotta si era fatta serrata e i fascisti, con la passione della loro fede inestinguibile e della loro volontà indomabile, marciavano senza esitazioni e senza paure mentre gli ostacoli cadevano ad uno ad uno dinanzi alla loro travolgente marcia. Passavano le squadre, con le loro fiamme in testa, con le loro canzoni e col loro ardimento. Testa alta, sguardo fiero, muscoli possenti sotto la camicia nera, pronti a scattare; manganello in mano, una bomba nel tascapane, un cuore da leone. Ecco gli squadristi. Un ordine e via”.
Questa pubblicazione propagandistica del tempo di guerra, ha un grande valore documentale e storico e non manca di essere sufficientemente esaustiva circa le principali caratteristiche di quella organizzazione di massa, presentata come una delle migliori realizzazioni del Reich in favore del popolo lavoratore. Si scorrono, così, tutti gli ambiti di intervento in cui il dopolavoro germanico dispiegava a sua capillare attività: cultura, sport, assistenza, viaggi, escursionismo, ferie e, infine, la salubrità delle abitazioni e dei posti di lavoro, di cui si occupava lo speciale comparto chiamato “Bellezza del Lavoro” (Schönheit der Arbeit). Questo ramo della socializzazione del lavoro, particolarmente all’avanguardia rispetto ai tempi, si occupava delle condizioni igieniche dei posti di lavoro, della salubrità degli ambienti, della difesa dall’inquinamento acustico e atmosferico, specialmente temibile nelle grandi concentrazioni industriali. Su questo speciale argomento è molto interessante il testo di Wilhelm Lotz sulla “Bellezza del Lavoro”, risalente al 1940, e ai tempi molto diffuso, che compare in appendice al presente libro.
Il libro che presentiamo, già edito nel 1938, illustra una delle più importanti ed innovative istituzioni del Nazionalsocialismo: il «Deutsche Arbeitsfront» (D.A.F.). L’Autore, Marco Maffei, ha raccolto, sulla base della conoscenza diretta del mondo tedesco e particolarmente della nuova Germania del Terzo Reich, gli elementi atti a far comprendere la natura, lo spirito e gli scopi del «Fronte Tedesco del Lavoro» (Deutsche Arbeitsfront), premessa e base della struttura sociale nazionalsocialista. Lo spirito dell’opera è soprattutto informativo ed espositivo: illustra principi ed istituzioni alla luce della dottrina e degli scopi pubblicamente dichiarati e in tale prospettiva cerca di farne intendere l’efficacia. Appunto per il suo carattere illustrativo crediamo che il libro adempia alla sua funzione specifica: chiarire con piena informazione che cosa era, quale scopo si prefiggeva, come era organizzato il “Fronte del Lavoro” nella Germania del Terzo Reich.
La ricostruzione delle forze economiche tedesche non è soltanto un fatto tedesco, ma in pari tempo è una questione d’interesse mondiale, a causa degli infiniti fili di collegamento visibili e invisibili che uniscono la Germania con il mondo, in particolar modo nel campo economico, culturale, tecnico e scientifico. Per questo motivo all’autore sembra opportuno di tentar di fissare a larghi tratti col presente lavoro le modificazioni della vita economica tedesca negli ultimi anni…
Pubblicata per la prima volta nel febbraio del 1937, è un’inchiesta attenta e serena sulla vita della Germania nazionalsocialista. Il libro si snoda per 21 capitoli che passano in rassegna i temi maggiormente qualificanti per avere una visione d’insieme della nuova Germania: dall’educazione militare della gioventù alla costruzione delle autostrade, dall’organizzazione delle classi lavoratrici alla formazione delle nuove correnti artistiche e letterarie, dalla produzione delle grandi industrie alla lotta politica, precisando molti fatti e correggendo molte falsità. prefazione di Maurizio Rossi.
Multinazionali, costruttori senza scrupoli, affaristi e catene alberghiere investono massicciamente nel cosiddetto “oro bianco”, si insediano nelle valli più alte delle Alpi francesi, attirano orde di turisti, deturpando, così, i siti più belli. Anche l’arrivo in massa di popolazioni africane, manodopera a basso costo, contribuisce in maniera inesorabile, attraverso un radicale cambiamento culturale e demografico, alla fine dell’identità della popolazione autoctona. Sconvolte da questo sviluppo mercantile e sentendo il proprio territorio minacciato da questa nuova forma di colonialismo, alcune centinaia di savoiardi decidono di formare una Repubblica autonoma che unisca Savoia, Valle d’Aosta e Canton Vallese attorno al Monte Bianco, centro geografico, etnico e culturale. La resistenza armata, utilizzata per conquistare l’indipendenza, porterà allo scontro con lo Stato francese che costringerà i repubblicani del Monte Bianco a rifugiarsi a quote sempre più alte. La lotta per la sopravvivenza si svolgerà in condizioni di estrema deprivazione e sofferenza che molti non riusciranno a tollerare. Alcuni abbandoneranno i compagni per ridiscendere a valle, molti altri moriranno. Riusciranno i discendenti di questi separatisti ad adattarsi alle severe condizioni di vita dell’alta montagna? Riusciranno a sopravvivere e a preservare la propria indipendenza mentre, nelle pianure, continua la mescolanza di popoli e culture?
Kurt Eggers: uomo che incarnava l’antico ideale del guerriero, uno scrittore, un poeta e un mistico. Autorevole rappresentante della letteratura e del teatro nazionalsocialista, prestò servizio come comandante di compagnia della 5. Panzer- Division Waffen-SS “Viking”, nelle cui fila morì eroicamente vicino a Belgorod. Dopo la sua morte, il reggimento SS fu rinominato SS-Standarte “Kurt Eggers” in suo onore. Visse una vita breve ma brillante, lasciandosi alle spalle una enorme eredità letteraria. Perché leggere oggi Kurt Eggers? La risposta è semplice; perché la tensione che traspare dalla sua vita e nelle sue opere è priva di zone grigie. Essa è cristallina, perché la coerenza nel percorso esistenziale di Eggers, idealistico e di sintesi guerriera, non può certo lasciare indifferenti coloro che vedono nel fuoco vitale della lotta, in ogni sua forma o manifestazione, una realizzazione superiore, che va oltre la sola parabola terrena del singolo uomo, e che cerca di lasciare un segno indelebile alla posterità, il cui compito, appunto, sarà di avere nell’esempio di chi ha vissuto per lottare, un punto cardinale cui volgere il proprio sguardo, la propria ricerca personale, la propria energia vitale.
Brossura, 15 x 21 cm. pag. 102 con alcune illustrazioni b/n
Il filosofo Miguel Serrano, attraverso la sua narrazione mitologica del Nazionalsocialismo, capace di andare oltre la mera ideologia politica, è riuscito a fornire una prospettiva completamente nuova chiamata Hitlerismo Esoterico. Carlos Videla, assistente di Don Miguel, in forza della sua posizione privilegiata, ha potuto accostarsi alla scrittura e al pensiero del controverso esoterista cileno come pochi altri prima d’ora: “La Memoria del Sangue” funge così da inestimabile prontuario bibliografico all’interno del quale, passo dopo passo, viene donata una chiave di lettura utile alla piena comprensione di quanto celato sotto l’apparente superficie delle parole, un autentico vademecum che ci accompagna (e illumina) nella scoperta del pensiero profondo che ha mosso Miguel Serrano nel corso della sua incredibile avventura umana, vissuta a cavallo di due secoli.
La riproposizione di questo lavoro di Federico Federici, dedicata all’analisi del caso nazionalsocialista e pubblicata nel 1937, costituisce un’ulteriore importante contributo al progresso della conoscenza e degli studi sull’argomento specifico. L’autore che negli anni trenta viveva in Germania, si adoperò nel far conoscere al pubblico italiano il nuovo assetto politico della Germania, nell’illustrare le varie complessità che la visione politica nazionalsocialista poteva esprimere e i suoi legami con certi settori della cultura tedesca.
Gli scritti di Nicola Bombacci che quì si presentano in versione integrale, pubblicati per la prima volta dopo la fine del secondo conflitto mondiale, hanno quasi tutti per argomento la Russia sovietica: “Il mio Pensiero sul Bolscevismo” del 1941, “Questo è il Bolscevismo” del 1942 (ristampato nel 1944), “I Contadini della Russia di Stalin” del 1942, “Dove va la Russia. Dal Comunismo al Panslavismo” del 1944. Tutti questi testi, sono per lo più incentrati sulla negazione che in Russia vi fosse una qualche forma di socialismo, affermando che vi era solo una tirannide personale di Stalin, con una sua burocrazia accaparratrice, nemica del popolo e creatrice di miseria, guidata da esponenti ebraici e, brutalmente imperialista. Completa questa antologia di scritti, “I Contadini nell’Italia di Mussolini”, pubblicato nel 1943, un testo elogiativo della politica rurale mussoliniana, in cui Bombacci riconosce come raggiunta l’antica meta socialista di dare la terra ai contadini.
Kurt Eggers: uomo che incarnava l’antico ideale del guerriero, uno scrittore, un poeta e un mistico. Autorevole rappresentante della letteratura e del teatro nazionalsocialista, prestò servizio come comandante di compagnia della 5. Panzer- Division Waffen-SS “Viking”, nelle cui fila morì eroicamente vicino a Belgorod. Dopo la sua morte, il reggimento SS fu rinominato SS-Standarte “Kurt Eggers” in suo onore. Visse una vita breve ma brillante, lasciandosi alle spalle una enorme eredità letteraria. Perché leggere oggi Kurt Eggers? La risposta è semplice; perché la tensione che traspare dalla sua vita e nelle sue opere è priva di zone grigie. Essa è cristallina, perché la coerenza nel percorso esistenziale di Eggers, idealistico e di sintesi guerriera, non può certo lasciare indifferenti coloro che vedono nel fuoco vitale della lotta, in ogni sua forma o manifestazione, una realizzazione superiore, che va oltre la sola parabola terrena del singolo uomo, e che cerca di lasciare un segno indelebile alla posterità, il cui compito, appunto, sarà di avere nell’esempio di chi ha vissuto per lottare, un punto cardinale cui volgere il proprio sguardo, la propria ricerca personale, la propria energia vitale.
Brossura, 15 x 21 cm. pag. 78 con alcune illustrazioni b/n
Questi due significativi documenti dell’epoca – Rudolf Kempe, La legislazione germanica a tutela della gioventù, 1941; Bruno Rauecker, Provvedimenti di politica sociale nella nuova Germania, 1936 -, aventi per argomento la condizione sociale del Terzo Reich, forniscono l’occasione di conoscere aspetti poconoti della Germania nazionalsocialista.
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