Ariel armato. Vita di Gabriele D’Annunzio

Gabriele D'Annunzio

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    Ariel armato. Vita di Gabriele D’Annunzio

    38.00

    Angelo Sodini

    Una monumentale biografia del “Vate”, che sin dal suo apparire (1931) è diventata un classico imprescindibile. “L’Ariel Armato” di Sodini, rappresenta uno straordinario documento storico e culturale relativo ad un periodo cruciale, tutt’ora aperto a discussioni e roventi polemiche. Un periodo che conviene conoscere dettagliatamente per evitare di travisarne il senso e le conseguenze riverberate sulla storia e sui costumi del nostro paese.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 570

    Stampato nel 2022 da OAKS

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    Con D’Annunzio a Fiume

    18.00

    Mario Carli

    Una penna appuntita come una baionetta a servizio del sacro ribellismo. Le prose di Mario Carli nascono da quella stagione aggrovigliata di aspirazioni di palingenesi sociale e istanze rivoluzionarie che è il diciannovismo nella politica italiana. Testimoniano l’adesione alla guerra da parte del più eversivo dei futuristi e costituiscono un memoriale in presa diretta dell’impresa dannunziana a Fiume. La parabola guerresca di Carli è compendiata in Addio, mia sigaretta! (1919) e prosegue con la prosa politica di Con d’Annunzio a Fiume (1920), dipanando il fil rouge che unisce arditismo, futurismo, fiumanesimo e fascismo.

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    D’Annunzio diplomatico e l’impresa di Fiume

    45.00

    Eugenio Di Rienzo

    Durante i 16 mesi dell’impresa di Fiume, D’Annunzio sviluppò un’intensa attività diplomatica volta a contrastare la reazione di Francia, Inghilterra, Stati Uniti contrari all’occupazione dell’italianissimo porto dell’Adriatico, a disgregare il nuovo Stato jugoslavo, a costituire una «Lega dei popoli oppressi», estesa dai «vinti della Grande Guerra» (Russia bolscevica, Germania, Austria, Ungheria) a tutte le nazionalità calpestate sotto il tallone delle Grandi Potenze occidentali: Irlandesi, Turchi, Egiziani, Indiani, le masse mussulmane del Medio Oriente, i «negri d’America».

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    D’Annunzio in libertà. Il Vate e il fascismo, oltre le manipolazioni del «politicamente corretto»

    12.00

    Pietro Cappellari

    Con il Centenario dell’Impresa di Fiume è scoppiato il “caso d’Annunzio”, annunciato da libri patinati e contributi cinematografici. Secondo l’autore, quell’intellighenzia che tiene in ostaggio la nostra cultura e che non è riuscita a cancellare il Poeta-eroe dal dibattito storico e politico, ha adottato una nuova formula: la disinformatja. Se ancora non si possono abbattere le statue di d’Annunzio – infatti – si è trovata una “scappatoia”: orchestrare quell’operazione “nebbiogena” e politicamente corretta che tenta di offrire un d’Annunzio defascistizzato e “presentabile”, arrivando addirittura ad arruolarlo nelle fila del sistema democratico o dell’antifascismo di mestiere. Forse un po’ troppo per un Uomo schierato a suo tempo nel Pantheon degli eroi e dei precursori del Fascismo.

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    Gabriele d’Annunzio. Piccola guida agli itinerari dannunziani tra Veneto e Friuli Venezia Giulia 1887-1921

    13.00

    Laura Fiorentini

    Laura Fiorentini propone questa guida agli itinerari dannunziani nel nord-est d’Italia dal primo arrivo del Vate a Venezia, nel 1887, e nei territori di Veneto e Friuli Venezia Giulia durante la Grande guerra, fino al suo ritorno dall’impresa di Fiume. Non mancano approfondimenti sulle sue numerose storie d’amore, veneziane e non solo. Auspica così di far meglio conoscere la figura del Poeta-Comandante, accostandolo ai luoghi della sua quotidianità.

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    Gli allegri filibustieri di d’Annunzio

    20.00

    Fin dal primo momento della presa da parte di d’Annunzio, Fiume può a tratti evocare l’angiporto dell’Isola di Tortuga. Osterie e locande in cui si ritrovano a cantare legionari, arditi, artisti, reduci di tutte le armi. Per le strade sfilano uomini in armi con “divise” raffazzonate assieme ad impeccabili soldati in uniforme d’ordinanza. Sorgono associazioni stravaganti come la “congrega dello Yoga” di Giovanni Comisso e Guido Keller – il quale, per non farsi mancare nulla, gira con un’aquila ammaestrata sulla spalla, passeggia nudo sulla spiaggia, dorme su un albero e prende il tè sull’aereo con il quale va a compiere razzie di approvvigionamento per le truppe affamate. A Fiume assediata manca tutto: «Che fare? “Colpi di mano”. Pirateria. Per secoli gli Uscocchi, i pirati del Carnaro, hanno taglieggiato le galere della Serenissima: i Legionari han ripreso questa sana tradizione. Se no, a che servirebbe aver una flotta e i “mas” graziosi e veloci?», annota ancora Kochnitzky. Libro ormai introvabile ristampato in 500 esemplari.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 276

    Stampato nel 2013 da AGA

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    I motti di Gabriele d’Annunzio. Le fonti, la storia, i significati

    28.00

    Simone Maiolini – Patrizia Paradisi

    Tutti i luoghi del Vittoriale di Gabriele d’Annunzio, dalle stanze della Prioria ai diversi siti dei giardini, sono costellati di motti, in italiano, in francese e spagnolo, ma in prevalenza in latino, che per la loro collocazione e la loro evidenza grafica non sfuggono all’attenzione e alla curiosità dei visitatori. Il volume fornisce per la prima volta la traduzione e l’interpretazione di tutti i motti presenti nella cittadella dannunziana sul Garda e della maggior parte degli altri, indicandone nel contempo le fonti letterarie negli autori classici, latini e greci, nei poeti italiani, nelle sacre scritture. Completa l’opera un approfondimento su D’Annunzio, i motti e la grafica applicata che illumina il rapporto di d’Annunzio con gli artisti che lo hanno affiancato nella ricerca di un’arte integrale che unisse parole e immagini.

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    Italia o morte

    15.00

    Gabriele D’Annunzio

    Fra gli scritti dei mesi precedenti all’impresa fiumana, questo è il più attuale, denso e significativo. “Il nemico è penetrato nell’intima carne d’Italia; perché l’Italia non è in quelli che di lei vivono trafficandola e falsandola senza pudore ma in quelli che per lei sola vivono e per lei sola patiscono e per lei sola sono pronti a morire.”

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    L’ ultimo legionario. Un diciottenne a Fiume. Diario inedito di un’impresa impossibile

    16.00

    Guido Pallotta

    Scritto nei primi anni Venti e ritrovato nel suo archivio privato, questo di Guido Pallotta è il racconto in prima persona di un ragazzo e di una generazione che si ritrovarono protagonisti di un’«impresa impossibile», alla fine del primo conflitto mondiale, insieme a Gabriele D’Annunzio e al suo esercito di legionari, idealisti, combattenti e sbandati. Nelle pagine dell’epoca – introdotte da Giordano Bruno Guerri e curate da Aldo Grandi – il futuro «squadrista con la penna» e gerarca fascista rievoca l’atmosfera della “gesta di Fiume”: il volontarismo postbellico, i sogni irrequieti, le delusioni e i drammi degli uomini che mollarono tutto per unirsi, anima e corpo, alla più grande avventura militare portata a termine da un esercito che tale non era se non nella volontà di raggiungere la meta.

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    La beffa di Buccari

    10.00

    Gabriele D’Annunzio

     Nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918 tre piccoli scafi (MAS) con a bordo trenta marinai comandati da Gabriele D’Annunzio partono da Trieste e raggiunta la baia di Buccari presso Fiume silurano un piroscafo austriaco là ancorato. Pur non avendo una vera e propria importanza militare l’impresa ebbe il merito di risollevare il morale della Marina e dell’Esercito italiani messi a dura prova dalla grave sconfitta di Caporetto di qualche mese prima. D’Annunzio stesso descrisse questa avventura e la diede alle stampe con Treves nel 1918.

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    La carne del Carnaro: Un giorno nella vita di Gabriele D’Annunzio. Venerdì 12 Settembre 1919, la marcia su Fiume

    19.90

    Pierluigi  Di Colloredo Mels

    Venerdì 12 settembre 1919, Gabriele D’Annunzio occupa Fiume. La vicenda fiumana segna una svolta fondamentale nella storia politica dell’Italia uscita dalla Grande Guerra delusa e umiliata nelle proprie aspettative territoriali, ma anche nella vita del Poeta. Se molto è stato scritto e detto di Fiume e della Reggenza del Carnaro, mancava sino ad oggi uno studio completo della marcia che condusse D’Annunzio da Ronchi, alla testa di duecento Granatieri, sino a Fiume, occupata senza sparare un colpo alla testa di diecimila legionari, che singolarmente o ad interi reparti, unirono al Comandante le proprie sorti.  Per la prima volta viene analizzato il ruolo della Massoneria Italiana ed internazionale, insieme agli interessi esoterici del Vate, un aspetto, poco noto ma fondamentale per comprendere le scelte e le decisioni di Gabriele D’Annunzio

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    La Costituzione secondo D’Annunzio

    20.00

    Giuseppe De Vergottini

    A cento anni dalla proclamazione della carta del carnaro, analisi della Costituzione anticipatrice di quelle decisioni costituenti che interverranno soltanto al termine del successivo secondo conflitto e che si ripercuotono tutt’ora nella vita quotidiana.

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    La sola ragione di vivere. D’Annunzio, la Carta del Carnaro e l’Esercito Liberatore

    15.00

    F. Carlesi – E. Grego

    Cento anni fa, l’impresa di Fiume sconvolgeva il mondo. Furono sedici mesi d’eresia, di laboratori politici, di festa e – soprattutto – d’italianità. Tutto fu ambito, tutto fu tentato. Di quella esperienza incredibile, oltre alla memoria, rimane viva la sua Costituzione: quella Carta del Carnaro da più parti definita “la più bella costituzione del mondo”, scritta dal sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris e resa poesia da Gabriele D’Annunzio. Meno noto – ma altrettanto interessante – è l’Ordinamento dell’Esercito Liberatore, con la sua meravigliosa e sconosciuta introduzione dal titolo “La fiamma intelligente”. Oltre a questi testi – capaci di restituire l’esatta fotografia di una stagione rivoluzionaria senza precedenti – è presente il discorso della “Riconciliazione”, pronunciato da D’Annunzio il 2 gennaio 1921 presso il cimitero di Cosala, dopo il Natale di Sangue e la fine dell’impresa fiumana. Il libro presenta inoltre alcuni saggi critici, scritti per l’occasione da esperti dell’argomento e accompagnati da fotografie.

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    La sola ragione di vivere. D’Annunzio, la Carta del Carnaro e l’Esercito Liberatore

    15.00

    AA.VV.

    Cento anni fa, l’impresa di Fiume sconvolgeva il mondo. Furono sedici mesi d’eresia, di laboratori politici, di festa e – soprattutto – d’italianità. Tutto fu ambito, tutto fu tentato. Di quella esperienza incredibile, oltre alla memoria, rimane viva la sua Costituzione: quella Carta del Carnaro da più parti definita “la più bella costituzione del mondo”, scritta dal sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris e resa poesia da Gabriele D’Annunzio. Meno noto – ma altrettanto interessante – è l’Ordinamento dell’Esercito Liberatore, con la sua meravigliosa e sconosciuta introduzione dal titolo “La fiamma intelligente”

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    La stagione delle fiamme danzanti

    22.00

    Per Léon Kochnitzky, musicista e letterato belga, dalla preparazione intellettuale seconda forse solo a d’Annunzio e che, elaborando il progetto della “Lega di Fiume”, aveva come intentento quello di trasformare Fiume nella “Patria delle patrie” per tutti i popoli oppressi della terra, i legionari fiumani sono i danzatori del “bal des Ardents” della sarabanda scatenata in Fiume, la “città di vita”. Un’anima bella, Kochnitzky, in perpetua pena di amore, adorazione e venerazione: per l’Italia, il comandante d’Annunzio, la terra di Fiume e tutti, proprio tutti i “popoli oppressi”. “Branchi di Centauri” erano per lui i legionari, libertini e libertari, “d’amor caldi e inebriati, accesi di vino e di lussuria”, a Fiume, dove c’erano anche i futuristi, come Marinetti e Mario Carli, Harukichi Shimoi il “samurai” innamorato dell’Italia, Nino Bolla tenente degli alpini, Pinna-berchet, Ludovico Toeplitz de Grand Ry figlio di banchiere e produttore cinematografico. Il testo qui presentato è un’edizione riveduta e corretta frutto di un confronto con la traduzione di Alberto Luchini condotta sui testi originali francesi che è stato possibile reperire e in parte sulla revisione della traduzione di Luchini stesso.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 252

    Stampato nel 2013 da AGA editrice

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    Motti Dannunziani

    12.00

    La parola “motto” compendia, con valore esemplare e imperativo, l’assunto di una persona o di una comunità. Nel caso dei motti dannunziani, non c’è dubbio che essi divennero espressione non solo della persona, o meglio di un personaggio straordinario che dominò la nostra vita culturale e politica per cinquant’anni, ma anche di una intera comunità ovvero della società italiana del primo ventennio del secolo scorso.

    Brossura, 13,5 x 20,5 cm. pag. 110 con circa 51 illustrazioni b/n

    Stampato nel 2010 da Carabba

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    Pionieri abruzzesi dell’aerosilurante. Gabriele d’Annunzio, Eugenio Sirolli. Storia del «Siluro Alato»

    22.00

    Eugenio Sirolli

    Il “Siluro Alato”, un’arma che ha un nome dal sapore mitologico. Dalla definizione di Gabriele d’Annunzio si è sviluppata un’arma vincente per l’Aeronautica italiana e per la specialità che ne derivò, quella degli aerosiluranti. A questa arma aerea si legano due nomi abruzzesi: Gabriele d’Annunzio ed Eugenio Sirolli, il Poeta Aviatore e il Pilota che volò al fianco di Carlo Emanuele Buscaglia, da annoverare fra i pionieri della specialità. Il libro ripercorre la storia del nuovo sistema d’arma applicato all’aeronautica e i primi veri successi degli aerosiluranti, nel contempo ci fa scoprire una pagina poco nota di d’Annunzio, ideatore della prima Squadriglia di aerosiluranti, del quale pubblichiamo interessanti lettere e considerazioni.

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    Scontro per Fiume. D’Annunzio e Caviglia

    15.00

    Pier Paolo Cervone

    Enrico Caviglia e Gabriele D’Annunzio. Il generale e il Vate. A dividerli, una città e una pagina di storia poco conosciute, poco studiate. Riguardano Fiume. Con fatti, misfatti, personaggi, protagonisti e (financo) comparse. Sino al dramma finale. A colpi di cannone.» Il Generale e il Poeta, l’uno imponente, l’altro mingherlino: il volume racconta l’incontro e lo scontro tra i due personaggi, alle prese con la vicenda di Fiume in un paese da poco uscito dalla guerra e alle soglie di profonde trasformazioni. La città venne occupata il 12 settembre 1919 da un esercito di irregolari comandato da D’Annunzio, che ne proclamò l’annessione all’Italia. L’occupazione fu resa possibile anche dal sostegno di Benito Mussolini, astro nascente della scena politica italiana. Caviglia ricevette l’ordine dal governo Nitti di riportare sotto controllo la città, se necessario anche con il ricorso alla forza. Entrambi uomini di azione, guidati da concezioni e visioni opposte, esprimono il contrasto che si andava definendo in Italia tra il paese reale e quello legale.

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