Autunno in Sardegna

Ernst Junger

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    Autunno in Sardegna

    14.00

    Ernst Junger

    Il volume raccoglie tre testi, “San Pietro”, “Serpentara” e “Autunno in Sardegna”, uniti da un filo rosso agli scritti dedicati alla Prima guerra mondiale che hanno reso famoso Ernst Jünger. Egli approda in Sardegna animato da quella stessa volontà di rinnovarsi interiormente tramite la fuga da una civiltà moderna “lontana dalla terra” che lo aveva condotto sui campi di battaglia. Certo, Jünger è un testimone del suo tempo troppo lucido per non accorgersi che la Sardegna è un microcosmo arcaico prossimo al tramonto, in cui si vanno già moltiplicando i segni della modernità e dunque dell’“annessione alla tecnica planetaria”. Tuttavia, l’Isola offre ancora la possibilità di aprirsi un varco verso la pienezza di vita della natura

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    Boschetto 125

    14.50

    Ernst Junger

    Nel 1918 Ernst Junger, ventitreenne, è tenente nella compagnia incaricata di difendere il “Boschetto 125” dall’assalto delle truppe inglesi. Con sé, infilato nel tascapane, ha sempre un quadernetto su cui annota “in diretta” le esperienze vissute. E da quegli appunti nascerà, sette anni più tardi, questo testo, un racconto smagliante e insieme una straordinaria testimonianza sulla guerra.

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    Ernst Junger – Terrore e libertà

    18.00

    “Certi valichi e certe mulattiere si scoprono soltanto dopo aver fatto una lunga salita. Si è ormai giunti a una nuova concezione del potere, a brutali condensazioni dagli effetti immediati. Per opporsi a esse è necessaria una nuova concezione della libertà, ben lontana dagli sbiaditi concetti che oggi vengono associati a questa parola. Ma ciò presuppone che non ci si accontenti di salvar la pelle, e anzi si sia disposti a rischiarla.”

    Che ne è della libertà del singolo nell’epoca della guerra infinita al terrore, della prevenzione come sistema di pensiero e nella società planetaria della produzione del lavoro? C’è ancora spazio per la pace, la bellezza e la felicità nell’era della pianificazione della vita? L’autore risponde a queste domande confrontandosi con il pensiero di uno dei più grandi interpreti della cultura europea del XX secolo, Ernst Jünger; in questo volume la sua visione del lavoro, della tecnica e della guerra si rivela come un imprescindibile punto di riferimento per chiunque non voglia arrendersi alla normalizzazione globale del pensiero e dell’azione.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 270 foto b/n

    Stampato nel 2007 da AgenziaX

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    Ernst Junger. Il volto della tecnica

    15.00

    Michele Iozzino

    Il compito dell’uomo nell’era della mobilitazione totale e del nichilismo è quello di conquistarsi uno spazio di libertà contro il dilagare del nulla e dominare spiritualmente il mondo delle macchine. In sostanza, dare un volto alla tecnica. Una sfida a cui non si è sottratto Ernst Jünger, anima ardita del XX secolo, il quale attraverso la sua vita e la sua esperienza di guerra, così come nella sua vastissima produzione letteraria, ha tentato di dare una risposta a questa domanda abissale

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    Ernst Junger. L’Anarca dal cuore avventuroso

    10.00

    AA.VV.

    Non conosci Ernst Jünger? Non sei un lettore disposto ad impegnarti sui poderosi volumi scritti dall’Autore o sui testi curati dai suoi esegeti? Questo agile libretto ti consente di conoscere Ernst Jünger e farti un’idea degli argomenti da lui trattai. Sai che Jünger è considerato tra i massimi scrittori e pensatori tedeschi del Novecento, il cui merito risiede soprattutto nell’analisi (e nella critica) della modernità, campo in cui le sue potenti intuizioni ne fanno, fra l’altro, uno degli intellettuali più discussi del XX secolo? Se di Jünger poco o nulla sai, queste pagine ti consentono di colmare agilmente la lacuna. Questo libretto è concepito per offrirti una prima elementare guida alle sue opere con le quali – tra l’altro –l’Autore definisce le figure dell’Operaio, dell’Anarca e del Ribelle, soggetti attrezzati per resistere e combattere i nefasti veleni della modernità.

    Brossura, 10,5 x 17,5 cm. pag. 129

    Stampato nel 2021 da AGA

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    Ernst Junger. Lo sguardo esoterico

    26.00

    Fabio Venzi

    Riguardo l’opera di Junger è possibile trovare, in alcuni saggi a lui dedicati o nei quali egli è citato, un generico avvicinamento dell’Autore tedesco al mondo dell’Esoterismo, ma tali riferimenti raramente affrontano specificamente il problema o analizzano in maniera approfondita la reale influenza in Junger dell’aspetto esoterico, o ‘misterico’. Questo saggio ‘svela’ la complessa simbologia presente in tutta l’opera di Junger. Prefazione di Massimo Freschi.

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    Ernst Junger. Un dandy nelle tempeste d’acciaio

    4.99

    Nicolaus Sombart

    Coscienza stilistica della Germania»: così Nicolaus Sombart, figlio del più celebre Werner, definì uno Jünger ormai centenario, già entrato a pieno titolo nel panteon della grande letteratura novecentesca. Lo fece in un fulmineo e chirurgico ritratto, uscito su «Der Tagesspiegel» il 29 marzo 1995 e qui tradotto per la prima volta in italiano. Lo scrittore vide nel Contemplatore Solitario uno dei prediletti figli del (suo) secolo, di cui seppe indossare tutte le maschere e percorrere ogni svolta epocale. Aggiungendovi un dettaglio, mai messo a fuoco dalla critica: l’idea di un dandismo inteso come distinzione interiore, resa stilistica di sé, sovrana indipendenza dal potere e dalla Storia. Anarca, ribelle, soldato e dandy, a proprio agio nelle tempeste d’acciaio della Prima guerra mondiale e in quei territori dove il tempo naufraga: ecco lo Jünger dipinto da Sombart, impegnato in un’ininterrotta battaglia combattuta su un fronte anzitutto interiore.

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    Guerra e guerrieri

    8.00

    “La guerra è l’evento che ha dato la fisionomia al volto del nostro tempo”. Così scriveva Friedrich Georg Jünger nel 1930 nello scritto “Guerra e guerrieri”, un breve saggio che è diventato fondamentale nel dibattito filosofico e politico novecentesco. In questo scritto l’autore tedesco tenta di mettere a fuoco il senso della guerra senza confini che era esplosa nel corso della Primo conflitto mondiale, ma che avrebbe sempre più dato forma alla esistenza degli uomini anche nei decenni a venire. Ancora oggi “Guerra e guerrieri”, oltre che una eccezionale testimonianza della mutazione dello natura della guerra avvenuta nel corso della Prima guerra mondiale, ci pone dinanzi all’immagine della violenza senza forma che caratterizza la vita contemporanea. A “Guerra e guerrieri” segue il discorso che Ernst Jünger pronunciò nel 1979 nella città di Verdun per sancire una nuova amicizia tra la Francia e la Germania: il grande scrittore e filosofo, nonché eroe della Prima guerra mondiale, in poche righe ripensa alla sua vita in guerra e alla pace planetaria a cui oggi l’uomo deve aspirare come sua unica salvezza.

    Brossura 11 x 17 cm. pag. 74

    Stampato nel 2012 da Mimesis

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    Il Nodo di Gordio

    14.00

    Ernst Junger – Carl Schmitt

    Oriente e Occidente. «Questo incontro», scrive Ernst Jünger in apertura del suo Nodo di Gordio, non soltanto occupa una posizione di primo piano fra gli avvenimenti mondiali, ma «rivendica di per sé un’importanza capitale. Fornisce il filo conduttore della Storia». Un incontro, tuttavia, che nella storia si è spesso trasformato in scontro. Sono pagine apparse per la prima volta nel 1953, ma sembrano scritte oggi – mentre divampa più che mai la lotta planetaria tra l’Occidente globale liberaldemocratico e l’Oriente dello Stato totale. Ma per Jünger il nodo Oriente-Occidente è una polarità elementare, archetipica, simbolica, che contrassegna in modo costante l’umanità intera nella sua sostanza, e ogni singolo uomo nella sua anima

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    Il tenente Sturm

    11.00

    Ernst Junger

    Combattente e scrittore, laureato in zoologia e ufficiale al fronte, giovane eroico e contemplatore solitario: nei tratti del giovane tenente Sturm, protagonista di questo racconto di guerra, si riconosce il giovane Jünger. Il ritratto di questo personaggio autobiografico documenta la fase drammatica e cruciale che fu la giovinezza dell’autore: il militarismo, le amicizie virili, i sogni, la letteratura, il dandismo e un’acerba quanto violenta sessualità.

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    L’ eco delle immagini e il dominio della forma. Ernst e Friedrich Georg Jünger e la «visual culture»

    18.00

    Sandro Gorgone –  Gabriele Guerra (a cura di)

    Il volume si concentra sul rapporto di Ernst e Friedrich Georg Jünger con la visualità, offrendone una ricognizione articolata e sfaccettata nelle sue molteplici direttrici interpretative, ma sempre legata all’istanza filosofica che sta alla base del rapporto tra parola e immagine. Oggetto di questi saggi – a loro volta il prodotto di un seminario tenutosi il 13 aprile 2012 presso l’Università degli Studi di Roma Tre – è la ricerca di possibili risposte all’interrogativo circa l’esistenza di una vera e propria visual culture all’interno della produzione letteraria e filosofica dei due fratelli Jünger

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    L’operaio

    14.00

    Apparso in Germania nel 1932, “L’operaio” èuno dei testi più discussi e profetici di Junger. Un saggio politico digrande energia e straordinaria lucidità, in cui la figura dell’operaioassurge a dimensione mitica come intreprete supremo del mondo moderno edelle forze che esso sprigiona.

     

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    La battaglia come esperienza interiore

    13.00

    “… Esso (il libro) illustra l’approccio spirituale di una razza umana che subito dopo il superamento di grandi fatiche, s’impegnò a osservare quanto realizzato, per giustificare davanti a sé la durezza delle proprie azioni e indirizzare lo sguardo verso nuovi orizzonti… iI guerriero poi si è spinto oltre: la sua è stata anche un’esperienza interiore”. Dalla prefazione alla seconda edizione, Lipsia, autunno 1925.

    Brossura, 13 x 19 cm. pag. 140

    Stampato nel 2014 da Piano B

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    La fionda

    26.00

    Ernst Junger

    Clamor Ebling, tredicenne della Bassa Sassonia, lascia l’universo pacifico e sognante della sua campagna per entrare come interno in un liceo cittadino dove lo attende il duro apprendistato che lo porterà alle soglie della vita adulta. La scuola, il pensionato, la stessa città, con i suoi vicoli e i segreti dei suoi giardini, diverranno per lui, ragazzino malinconico e inquieto, il luogo di eterni combattimenti contro la brutalità e l’assurdità di un universo di cui non riesce a cogliere il senso. Con La fionda, Jünger ci mostra il lato nascosto del suo immenso talento. Il simbolismo delle Scogliere di marmo, di Heliopolis, di Api di vetro, cede qui il passo a un racconto intriso di nostalgia, nello scenario di una Germania prima della Grande guerra dove il XIX secolo si ostina a sopravvivere. In questo mondo che è alla vigilia del suo crollo, un ragazzo cerca il volto del sé stesso che sarà domani.

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    La Grande Madre. Meditazioni mediterranee

    15.00

    Ernst Junger

    Tornato in Sardegna nel giugno del 1955, Ernst Jünger espresse gratitudine nei confronti della sua “seconda grande madre, il Mediterraneo”. “Io e Terra – Madre e Figlio”: con queste parole si può riassumere lo spirito tellurico che anima le annotazioni diaristiche sui suoi itinerari nel Mediterraneo, offerte per la prima volta al lettore italiano e gremite di epifanie che mostrano che “ovunque la terra è sacra, ovunque è un sepolcro, ovunque è un luogo di resurrezione”. Di qui anche l’inquietudine crescente suscitata dall’hybris distruttiva dell’uomo moderno nei confronti degli ecosistemi.

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    La mobilitazione globale

    18.00

    Secondo Junger “la Mobilitazione totale non è una misura da eseguire, ma qualcosa che si compie da sé, essa è, in guerra come in pace, l’espressione della legge misteriosa e inesorabile a cui ci consegna l’età delle masse e delle macchine. Succede allora che ogni singola vita tende sempre più indiscutibilmente alla condizione del Lavoratore, e che alle guerre dei cavalieri, dei re e dei cittadini succedano le guerre dei lavoratori, guerre della cui struttura razionale e della cui implacabilità il primo grande conflitto del XX secolo ci ha già dato un’idea”. Questa visione del mondo sembra appartenere a un’epoca lontana, eppure la mobilitazione totale – in una sua versione globale – con l’annullamento del confine tra pace e guerra, si impone come una chiave interpretativa sempre più essenziale per comprendere a fondo fenomeni quali l’assenza di senso nel “progresso” tecnico, la normalizzazione del rischio e la crisi della politica. Convinzione degli autori è che tornare alla mobilitazione totale e riuscire a leggere il senso di questa immagine jungeriana incentrata sull’assorbimento del lavoro nella violenza, sia un passo necessario per riuscire a porsi in contatto con la crisi della democrazia e pensare a vie d’uscita possibili.

    Brossura 13,7 x 20,7 pag. 213

    Stampato nel 2012 da Mimesis

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    Le api di vetro – Romanzo

    19.00

    Ernst Junger

    Una vita futura in cui autorità e tecnologia siano alleate nell’affermare un dominio assoluto sull’uomo: uno dei grandi temi letterari del Novecento; e l’attualità di libri come 1984 e Il mondo nuovo è forse nella possibilità, nel segreto timore che l’avverarsi della predizione sia solo rinviato. Tra i capolavori di questa letteratura «avveniristica» è da collocarsi anche questo romanzo di Ernst Jünger, il cui titolo rimanda immediatamente, con fredda eleganza, a un mondo di impeccabili automi.Il protagonista è cresciuto prima dei grandi conflitti mondiali, in un ambiente dominato dall’ordine e dal diritto, educato in una rigida scuola militare, finché tra guerre e rivoluzioni si ritrova a vivere il crollo del suo mondo e ad assistere al nascere di un nuovo ordine, con le sue minacciose personificazioni. Simbolo della nuova epoca è il grande Zapparoni, fabbricante di perfezionatissimi robot, che comanda indifferentemente sulla materia meccanica, elaborata sino a diventare quasi umana, e sugli uomini, integrati anch’essi in un meccanismo che, dopo qualche dubbio o concessione iniziale, appare semplicemente spietato. Qui, nell’incontro con Zapparoni, immagine inquietante e irresistibile di monarca prossimo venturo, è l’apice del viaggio di scoperta – non scevro di pericoli ma ricco di una straniata ironia – dell’io narrante. E in questa figura potremo forse ritrovare anche tratti familiari, scoprire una realtà più vicina, più sottilmente insidiosa.

    Brossura, 14 x 22 cm. pag. 242

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    Nelle tempeste d’acciaio

    24.00

    Ernst Jünger partecipò alla Prima guerramondiale con i gradi di sottotenente della Reichswer. Il suo comportamento in prima linea lo rese leggendario: ferito quattordici volte, ricevette numerosi riconoscimenti al valore, compresa la più alta onorificenza tedesca, l'”Ordre pour le mérite”. Portava sempre in tasca un taccuino su cui fissava con precisione gli avvenimenti. Da quelle note, in seguito all’insistenza del padre, si persuase a trarre un libro che avrebbe dovuto intitolarsi “Il rosso e il grigio”, in omaggio all’amato Stendhal e ai colori mesti e uggiosi della guerra in trincea. Jünger preferì alla fine l’immagine tratta da un poema medioevale islandese. Oggetto di alterni entusiasmi negli anni Venti e Trenta, le “Tempeste” appaiono come una realistica testimonianza sulla Grande Guerra e l’espressione già perfetta della sovrumana capacità di osservazione di Jünger e della prosa fredda e cristallina che egli ha forgiato.

    Brossura, 14 x 22 cm. pag. XIX + 330

    Stampato nel 2007 da Guanda

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    Sulla questione degli ostaggi

    14.00

    Nell’agosto del 1941, a seguito di alcuni attentati contro gli occupanti tedeschi, tutti i francesi loro prigionieri vengono dichiarati ostaggi: in caso di ulteriori attacchi, saranno fucilati. È l’inizio di un’inaudita spirale di violenza che culmina nell’ottobre dello stesso anno in vere e proprie esecuzioni di massa, suscitando indignazione nell’opinione pubblica francese e crescenti riserve anche tra i responsabili del comando militare tedesco a Parigi, in conflitto con Berlino. Incaricato dal comando di documentare fatti e responsabilità a futura memoria, il capitano Ernst Jünger stila un resoconto degli eventi asciutto e puntuale. Al documento accosta però la traduzione delle ultime lettere degli ostaggi condannati a morte dopo l’attentato di Nantes del 20 ottobre 1941, strazianti eppure composte e coraggiose. Tanto basta per sublimare la cronaca trasformandola in un omaggio commosso alla dignità delle vittime, per rivelare, dietro il soldato, l’uomo e lo scrittore.

    Brossura, pag. 190

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    Sulle scogliere di marmo (Romanzo)

    12.00

    Ernst Junger

    Sotto il cielo terso della Marina vive un popolo che ha fatto tesoro della storia ed è arrivato a un felice equilibrio di organizzazione politica e sociale. Ma ai confini di questa contrada serena si addensano nubi cupe, sinistre. Annunciato da incerti messaggeri, il pericolo si insinua gradualmente, si fa reale e violento: i popoli barbari dei boschi circostanti riversano la loro volontà di potenza sull’armoniosa comunità, fomentano il disordine, minacciano il lavoro dell’uomo… In questo romanzo, pubblicato all’indomani della «notte dei cristalli», le autorità tedesche lessero un attacco all’ideologia del nazismo, ma al di là del fortissimo coinvolgimento nella vicenda politica dell’epoca, l’opera si fa portatrice di un valore più generale, e a essere rappresentata è tutta la storia dell’Occidente, minacciata dal male e dalla guerra

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    Trattato del ribelle

    12.00

    Prendendo le mosse dal pensiero di Nietzsche,il testo rappresenta una sintesi illuminante della volontà tragica diaccettare non passivamente la modernità. L’uomo moderno – consapevoledella fase avanzata del nichilismo contemporaneo, dell’assenza divalori comunitari – può “sopravvivere” alla tecnica e, usando untermine oggi di moda, alla “globalizzazione” tenendo saldo un piedenella Foresta, simbolo dell’irrazionale e dell’ancestrale. E’ la figuradell'”Anarca” che Junger delinea con una rettorica asciutta,cristallina ed efficace. Lettura obbligata per i “ribelli”.

    Brossura, 10,5 x 17,5 cm. pag. 136

    Stampato nel 1990 da Adelphi

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