Le Vivandiere. Umili eroine che la storia ha dimenticato

Diana Nardacchione

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    Le Vivandiere. Umili eroine che la storia ha dimenticato

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    Diana Nardacchione

    A partire dalla Guerra dei Trent’anni, tutti i governi trovarono conveniente accreditare e formalizzare quell’erogazione periferica dei servizi di vettovagliamento e lavanderia che, da sempre, le donne avevano, comunque, esercitato, a favore delle truppe.Progressivamente si configurarono le figure della Vivandiera, addetta all’integrazione della razione alimentare di base, e la Lavandaia, addetta all’igienizzazione dell’abbigliamento. Dipendenti civili salariate, erano tuttavia militarizzate, vale a dire sottoposte al regolamento di disciplina militare. Non potevano essere costrette a combattere ma potevano essere armate per difendersi. Erano invece obbligate, da regolamento, alla raccolta, al soccorso e alla cura dei feriti e alla partecipazione dello spegnimento degli incendi.

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    Utilizzando le sue competenze professionali di medico e di psicologa, l’autrice illustra, con termini facilmente comprensibili anche ai non addetti ai lavori, i fenomeni psicologici e fisiologici retrostanti all”espressione dell”aggressività, della competitività e dell”istinto di sopravvivenza. A tal fine analizza, seguendo un percorso che la filogenesi (evoluzione delle specie) ha tracciato nel corso di 450 milioni di anni, la composizione stratificata del nostro cervello: il paleoncefalo, sede degli istinti, l’archiencefalo, sede delle emozioni, ed il neoncefalo, sede del pensiero razionale. L’interazione fra istinti, emozioni e pensiero è tipica della nostra specie e ci rende capaci di apprezzare un’opera d’arte, prevedere un pericolo, o semplicemente reagire ad uno stimolo sensoriale. Ma quando gli eventi precipitano, il nostro cervello reagisce automaticamente e la parte “animale” prende il sopravvento, spesso salvandoci la vita. È però possibile, mediante la pratica delle arti marziali, immagazzinare, attraverso la ripetizione seriale e la rievocazione periodica, una serie di tecniche che il corpo sa eseguire efficacemente a comando, ma che può effettuare anche in automatico quando è l”istinto che, prima della mente, interviene. Non solo, nel volume vengono analizzati anche quei meccanismi fisiologici e metabolici in azione prima, durante e dopo il combattimento e le componenti fisiologiche e patologiche del comportamento aggressivo. In relazione a quest’ultimo aspetto, un’attenzione particolare viene posta al contesto sociale, giuridico e filosofico in cui la pratica delle arti marziali viene coltivata ed alla valenza etica che dovrebbe assumere.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 280 con varie illustrazioni b/n

    Stampato nel 2016 da Libreria Militare

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