Aerosiluranti Italiani 1922-39

Decio Zorini

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    Aerosiluranti Italiani 1922-39

    25.00

    Decio Zorini

    Nel 1922-23 la Regia Marina e Aeronautica bandirono dei concorsi per un idrovolante lanciasiluri d’alto mare. Dopo uno stentato incipit emerse il SIAI S.55 che ebbe un decennio di sviluppo ininterrotto. Seguì la costituzione di un reparto sperimentale con il concorso di ufficiali delle RR. Marina e Aeronautica, che svolse un’intensa sperimentazione a Cadimare nel 1932-33. Al fine di sviluppare un siluro di caratteristiche valide per entrambe le forze aeronavali, nel 1935 i C.S.M. delle RR. Marina e Aeronautica, generarono le specifiche dei siluri per l’incipiente conflitto e i relativi ordinativi del novembre 1939. Nel 1936 iniziarono i lanci sperimentali con aerei terrestri SIAI S.81 ed infine S.79. Mentre il Silurificio Whitehead di Fiume ed il Silurificio Italiano di Napoli sviluppavano e definivano prototipi dei siluri, la SIAI Marchetti metteva a punto un sistema di attacco e sgancio dell’arma, gettando le basi per i siluri aerei impiegati nella seconda guerra.

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    Aviazione – C.R.D.A. Cant Z506

    30.00

    Collana di monografie aeronautiche curata da Giorgio apostolo, dedicate ai velivoli italiani. Ogni fascicolo di circa 48-56 pagine, contiene la storia del velivolo in oggetto, dalle origini all’impiego operativo e ai suoi sviluppi sperimentali. La descrizione tecnica, corredata da estratti dai manuali di volo e dai libretti originali d’uso e manutenzione, è illustrato con oltre 70 fotografie in bianco e nero e disegni al tratto nelle scale modellistiche. La copertina a 4 ante, interamente a colori, contiene le cinque viste del velivolo e dieci profili con le varie mimetiche del velivolo.

    Testo bilingue italiano/inglese.

    Brossura, pag. 48 con 70 foto b/n

    Stampato nel 1997 da Bancarella Aeronautica

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    Il riarmo segreto della Germania 1920-1936

    18.00

    Decio Zorini

    Lo Stato Maggiore tedesco assimilò prontamente le lezioni della Grande guerra avviando la ricostruzione delle forze armate. Il Trattato di Versailles imponeva all’esercito tedesco di rimanere piccolo senza possibilità di qualsiasi sviluppo e di acquisire armi moderne. Parimenti per la Marina, mentre l’Aviazione veniva azzerata. Il processo di revisione delle clausole del Trattato fu lento e richiese compromessi. In campo aeronautico la produzione riprese sotto controllo Inter-Alleato, con alcune iniziative industriali sia in Germania sia all’estero. In campo navale, per il divieto di costruire sommergibili, fu fondamentale per la Kriegsmarine determinare con precisione i tipi di battelli da costruire, in caso di riarmo. L’assistenza tecnica e la collaborazione con la Russia sovietica permise la sperimentazione di nuove armi e tecniche, ottenendo in cambio la concessione in terrirotrio sovietico di tre centri nei quali sperimentare e addestrare i propri uomini, al di fuori del controllo Inter-Alleato. Al momento in cui Adolf Hitler divenne Cancelliere, le basi dell’esercito tedesco e le teorie dell’impiego delle Panzertruppen erano praticamente definite. Nel 1933 venne formata la Luftwaffe clandestina e gli aerei postali e da trasporto vennero convertiti in militari. Nel marzo 1935 fu ristabilita la coscrizione obbligatoria e nel marzo 1936 si mise fine all’ordinamento di Versailles.

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    L’espansione italiana in A.O.

    23.00

    Decio Zorini

    L’espansione italiana nell’Africa Orientale ebbe inizio per l’interesse di armatori e finanzieri dell’Alto Adriatico prima ancora dell’unità d’Italia. Essi furono con francesi e inglesi tra i finanziatori della Società del canale di Suez. Subito dopo l’apertura del canale, la marineria genovese stabilì una base ad Assab nel mar Rosso sulla rotta per l’india. Un decennio dopo l’interesse coloniale del regno d’Italia portò all’acquisizione della base, alla quale seguì la progressiva occupazione dell’Eritrea. L’espansione coloniale italiana fu interrotta dalle sconfitte di Dogali e Adua, tuttavia lo stato liberale riuscì a conservare e consolidare in Corno d’Africa le colonie di Eritrea e Somalia. Nel primo dopoguerra il regime rivolse la sua attenzione alla conquista dell’Abissina, cominciando le predisposizioni nel 1932, sfruttando abilmente delle provocazioni etiopi nel 1934. La campagna d’Etiopia iniziò nell’ottobre 1935 e si concluse nel maggio 1936 con la presa di Addis Abeba e la costituzione del Vicereame dell’A.O.I. In Etiopia il regime promosse la colonizzazione demografica, favorendo l’emigrazione di coloni nelle campagne. Dopo due anni di forte emigrazione, nel 1938-39 prevalse il rientro dei coloni, con il sostanziale fallimento della colonizzazione. Durante il riarmo europeo dal 1936, le FF.AA. in A.O.I. non furono sostanzialmente aggiornate. L’A.O.I. poteva, quindi, fare affidamento solo sulle risorse locali. Circondata da possedimenti avversari, allo scoppio delle ostilità furono possibili solo collegamenti aerei. L’esito del conflitto in A.O.I. era fin dal principio scontato e dopo la resa all’Amba Alagi, le residue truppe si arresero infine nel novembre 1941. Con il rientro di donne, bambini e civili invalidi con le “Navi bianche” nel 1942-43 l’Impero in A.O.I. ebbe termine.

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    Le navi bianche. Il rimpatrio dei civili italiani dall’AOI 1942-43

    20.00

    Decio Zorini

    Nel marzo 1942 quattro delle maggiori navi passeggeri superstiti, Tn Duilio e Giulio Cesare del Lloyd Triestino e Mn Saturnia e Vulcania della Italia S.A., furono scelte per una missione di rimpatrio. Dopo lunghe trattative segrete condotte grazie alla mediazione di vari governi, Italia e Gran Bretagna raggiunsero un accordo in pieno conflitto per l’evacuazione dei nostri connazionali civili dall’ex Africa Orientale Italiana, di cui circa 30.000 donne, bambini e anziani. Le difficoltà da superare furono notevoli, soprattutto per i rifornimenti di combustibile, acqua e viveri che si concordò di pagare in oro tramite paesi neutrali. Il percorso circumnavigando l’Africa era geograficamente di 20.000 miglia andata / ritorno, 37.000 km, ma effettive 23.000 miglia, 40.000 km…

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    Storia Militare Briefing N. 41 Ottobre 2023. Cant.Z 1007 Alcione

    15.00

    Decio Zorini

    Storia Militare “Briefing”, sono delle riviste a carattere monografico, ogni numero è caratterizzato da un’accurata descrizione tecnica, operativa e storica di un singolo mezzo – terrestre, aereo, navale, – di una specifica unità/reparto o di uno specifico evento storico militare. Su queste monografie trovano spazio di notevole ampiezza anche gli aspetti iconografici, nella convinzione che una pubblicazione monografica – in abbinamento, ovviamente, a testi approfonditi ed esaustivi – deve accompagnare dati tecnici e organigrammi, immagini, disegni e schemi (con largo uso del colore), nell’ottica di fornire un quadro più completo possibile sugli argomenti che, di volta in volta, verranno trattati nella consueta alternanza “terra-cielo-mare”. Questo numero, in particolare, prende in esame il Cant.Z 1007 Alcione

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