Cold War Pistols of Czechoslovakia

Cecoslovacchia

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    Cold War Pistols of Czechoslovakia

    79.00

    James D. Brown

    Primo lavoro , in assoluto, in lingua inglese a esaminare l’argomento in dettaglio e la prima in qualsiasi lingua a identificare, descrivere e quantificare le varianti e le cifre di produzione per i modelli trattati. Il libro si concentra sul periodo comunista cecoslovacco (1948-1989), ma risale agli anni ’30 per tracciare la storia della pistola tascabile Duo da 6,35 mm, rimasta in produzione con il nome “Z” fino al 1974 con un totale di tredici distinte varianti di marcatura, e del modello 1945 da 6,35 mm, che ha avuto inizio come modello 1936. La pistola della polizia modello 50 da 7,65 mm e il suo successore, il modello 70, sono trattati in modo approfondito, documentando sia le varianti di marcatura sia un numero significativo di modifiche di progettazione introdotte durante i loro trentatré anni di vita produttiva. La pistola dell’esercito modello 52 da 7,62 mm è ampiamente trattata sulla base di dati tratti da oltre 2.000 esemplari; oltre alle descrizioni di varianti standard e rare, viene presentata una discussione significativa sulle caratteristiche meccaniche della pistola e sui potenziali problemi di sicurezza. Sono inoltre trattati i più moderni modelli commerciali CZ 75 e CZ 85, il modello militare 82 e il modello commerciale CZ 83, così come le pistole da tiro di piccolo calibro e le pistole da segnalazione.

    Rilegato, 21 x 30 cm. pag. 150 riccamente illustrato con foto a colori

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2009 da Schiffer

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    Czechoslovak Armored Fighting Vehicles 1918-1948

    75.00

    Questo volume presenta per la prima volta un quadro preciso e completo, relativo alla produzione di mezzi corazzati nel Cecoslovacchia, alla loro utilizzazione, sia da parte dell’esercito di quel paese, sia da parte di quelle nazioni che per diverse vicissitudini storiche hanno occupato per un certo numero di anni il paese in questione: prima l’Impero di Austria-Ungheria fino al termine della Prima Guerra Mondiale e dal 1938, la Germania di Hitler fino al termine della Seconda Guerra MOndiale. la produzione armiera delle fabriche ceche è sempre stata di ottimo livello, basti pensare alle artigierie della Skoda utilizzate abbondantemente dagli austro-ungarici anche sul fronte italiano (tant’è vero che per molti anni fino al secondo conflitto mondiale, il Regio Esercito ebbe in dotazione molti di questi pezzi di preda bellica). Dopo l’annessino dei Sudeti, gli Alti commandi tedeschi attinsero abbondantemente alla produzione di armi, particolarmente di mezzi corazzati degli stabilimenti cechi, facendone una dei siti principali di approvvigionamento. Il libro è interamente fotografico, e ci mostra con dovizia di particolari praticamente tutto ciò che fu prodotto e utilizzato nelle fabriche dui questo paese.

    Rilegato, 22 x 28 cm. pag. 384 illustrato con circa 800 tra fotografie a colori, b/n e disegni tecnici

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2004 da Schiffer

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    Germany’s First Ally – Armed Forces of the Slovak State 1939-1945

    59.00

    La Slovacchia si staccò dalla Cecoslovacchia il 14 marzo 1939, con il patrocinio del Terzo Reich di cui divenne il primo alleato, nel settembre dello stesso anno, prendendo parte all’invasione della Polonia. L’esercito slovacco, che aveva ereditato da quello cecoslovacco armi, equipaggiamento, manuali di addestramento e dottrina militare, tra l’altro prese parte attivamente sul Fronte dell’Est alle famose battaglie di titani. Quest’opera descrive nel dettaglio la composizione, la dislocazione e l’equipaggiamento di tutti i diversi reparti dell’esercito slovacco – fanteria, artiglieria, reparti corazzati e forze aeree – e la storia delle sue operazioni nel corso degli anni di guerra.

    Cartonato con sovracopertina 22 x 28,5, cm. pag. 205 interamente illustrato con circa 297 foto b/n, 7 cartine e 36 pagine di tavole a colori

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 1997 da Schiffer

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    Jan Palach e la primavera di Praga

    14.00

    Il 19 gennaio del 1969, a cinque mesi dall’invasione dei carri armati del Patto di Varsavia, un giovane cecoslovacco si immola per gridare al mondo il desiderio di libertà del suo popolo. Eroe per una generazione di studenti e militanti, sprovveduto per i politici filosovietici e per chi continuava a credere nel paradiso dei lavoratori. L’autoimmolazione di Jan Palach non fu un suicidio, ma un gesto per risvegliare il popolo dalla disperazione in cui è caduto e ridestare le coscienze delle persone che avevano vissuto l’esaltante esperienza di libertà della Primavera di Praga, seguendo Dubcek e i riformisti e che, dopo l’invasione, erano scivolate nel torpore della “normalizzazione” sovietica. Il giovane studente cecoslovacco aveva visto con i suoi occhi la privazione totale di libertà e umanità del comunismo sovietico e aveva conosciuto anche la ribellione dei figli contro i padri del ’68 francese, contestandola e proponendo un cammino comune verso la libertà e la storia. Jan amava la sua patria e volle dare corpo al suo desiderio di vederla liberata da un’ingiusta oppressione, offrendo, da martire, la sua la stessa vita.

    Brossura, 11,8 x 17 cm. pag. 122

    Stampato nel 2018 da Eclettica

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    L’epoca delle Rivoluzioni Nazionali in Europa (1919-1945) Vol I – Austria – Cecoslovacchia – Ungheria

    13.00

    Da un sussulto spontaneo di difesa della vecchia Europa contro l’anti-Europa (America) nascevano, a partire dal 1919, le Rivoluzioni Nazionali – se si preferisce i fascismi – da parte di chi si riconosceva nella Tradizione. Ma questi fascismi non erano reazionari, piuttosto rivoluzionari, e si caratterizzavano come movimenti innovatori, pur rivalutando alcuni valori propri della società tradizionale. Ogni paese è preso in considerazione singolarmente e la descrizione è caratterizzata da un’accurata cronologia.

    Brossura, pag. 192 +32 pagine fuori testo con foto b/n

    Stampato nel 1987 da Settimo Sigillo

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