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La democrazia imperialista di Atene. L’orazione di Lisia, Per l’Invalido
€12.00Ulderico Nisticò
Partendo dalla difesa di un anonimo cittadino ateniese del IV secolo a.C., accusato di percepire indebitamente il sussidio per un’invalidità fisica, Nisticò ha compiuto questa ricognizione fra le istituzioni giuridiche e sociali dell’Atene classica, e ha tracciato un parallelo con la realtà politica contemporanea. Il testo si apre con un appello alla generosità dei giudici, poi l’accusato conferma le proprie difficoltà deambulatorie, infine, egli chiama in causa tutti quelli che si trovano nelle sue stesse condizioni e che potrebbero far diventare la questione sociale, tale da ribaltare il governo. Il fondamento della difesa, dunque, è che l’Atene ricca e florida dell’epoca periclea elargisse sussidi per ripartire il benessere economico ottenuto grazie alle imprese marittimo-commerciali.
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La grande guerra del Peloponneso. 447-394 a.C.
€20.00Luciano Canfora
La democrazia imperiale ateniese mirava al dominio commerciale nel Mediterraneo: donde la catena di conflitti in cui si impegnò contro i ‘barbari’, contro i Greci, contro i suoi stessi alleati. L’oligarchia spartana non accettava di vedere scosso il proprio tradizionale predominio. Gli Ateniesi pretendevano di esportare la democrazia imponendola con la forza innanzi tutto ai propri alleati. Gli Spartani proclamavano di portare la libertà ai Greci oppressi da Atene. La guerra – scrisse Tucidide – era inevitabile. Tutto era incominciato con la sfida ateniese a sostegno della rivolta antipersiana dei Greci d’Asia e con la risposta, vent’anni dopo e in grande stile, da parte del Gran Re volta a sottomettere, oltre ai Balcani, la penisola greca. E tutto sembrerà concludersi circa un secolo dopo con la «pace del Re». Una pace imposta ai Greci dalla Persia per il tramite della potenza militare spartana, cui l’aiuto del Gran Re aveva consentito di sconfiggere Atene. Il Gran Re lasciava intendere che solo il suo predominio avrebbe portato la pace ai Greci. E i Greci, finché non affiorò alla storia il regno macedone, la accettarono. Non a torto Arnold Toynbee definì la guerra tra Sparta e Atene «suicidio della Grecia classica»
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Tucidide – La menzogna la colpa l’esilio
€20.00Tucidide – uomo politico ateniese, comandante militare, appaltatore delle miniere d’oro che Atene occupava in Tracia – è stato il principale testimone e narratore della ‘grande guerra’ che oppose Atene a Sparta (431-404 a.C): un immane conflitto che segnò l’inizio del declino della Grecia classica. Tucidide non amava la democrazia ma seppe convivere col secolare regime democratico, fino al momento in cui, nel 411 a.C, un sanguinoso colpo di Stato portò al potere i suoi amici oligarchi. Cosa accadde allora a Tucidide? Si schierò con l’oligarchia? Dovette eclissarsi al crollo del breve regime oligarchico? Certo è che, proprio con i fatti di quel terribile 411 a.C, la sua Storia – narrazione giorno per giorno della lunga guerra tra Spartani e Ateniesi – si interrompe. Questa coincidenza è il punto di partenza, e forse la chiave, per dipanare la sua vera vicenda biografica, offuscata da una massiccia leggenda che fa di lui o un incompetente mentitore o la vittima di una colossale, inspiegabile ingiustizia, culminata in una improbabile condanna a morte.
Rilegato, 14 x 21 cm. pag. 353
Stampato nel 2016 da Laterza