I dannati del litorale. Dalla Serbia all’Asinara attraverso l’Albania

Asinara

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    I dannati del litorale. Dalla Serbia all’Asinara attraverso l’Albania

    15.00

    Giorgio Milocco

    “… in un’estremità dell’isola erano stati isolati, sotto le cure di alcuni coraggiosi frati francescani, ottocento casi di lebbra. Morivano come le mosche, all’Asinara. Durante i primi mesi centinaia di cadaveri, a volte anche sei o settecento al giorno, venivano ricoperti di calce viva e caricati su barconi della morte appesantiti con pietre. Quando raggiungevano il largo, a distanza di sicurezza dall’isola, venivano silurati e affondati mentre a bordo della nave da guerra un prete celebrava la messa e a terra le campane rintoccavano a morto”.

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    I dannati dell Asinara – L’odissea dei prigionieri austro-ungarici nella Prima guerra mondiale

    18.00

    Luca Gorgolini

    Nell’ottobre del 1915, le truppe tedesche e austroungariche da nord e le truppe bulgare da est attaccano e invadono la Serbia. L’esercito serbo tenta una fuga verso il principato fratello del Montenegro, verso l’Albania e verso il mare, trascinando al suo seguito decine di migliaia di civili, divenuti profughi, e di prigionieri austro-ungarici. Una marcia interminabile, estenuante, durante la quale trovano la morte un numero enorme di individui. I prigionieri austriaci sopravvissuti, circa 24.000, verranno presi in consegna dalle truppe italiane ed imbarcati alla volta dell’Italia, destinazione Sardegna, isola dell’Asinara. Tra questi, centinaia moriranno durante l’attraversata, sfiniti nel fisico, colpiti dal colera e da altre malattie, che una volta giunti sull'”isola del Diavolo”, causeranno in pochi giorni la morte di molte migliaia di uomini, vittime anche dell’impreparazione e dell’inadeguatezza manifestata dalle autorità militari e sanitarie italiane, messe sotto pressione dal governo, fermamente intenzionato a non concedere ad altre nazioni la custodia di quegli uomini, soldati di un esercito divenuto da pochi mesi nemico. Prendeva cosi forma uno dei più grandi campi di prigionia allestiti in Italia durante la Grande guerra. Le testimonianze dei diversi protagonisti e degli attenti osservatori di quell’odissea, vengono messe a confronto allo scopo di fare luce su una delle pagine più drammatiche della Prima guerra mondiale.

    Cartonato pag. XXV + 124

    Stampato nel 2011 da Utet

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