Biordo Michelotti storia di un capitano di ventura. Da «campione della libertà perugina», a Signore di Assisi, Città della Pieve, Orvieto, Todi e altre città di Umbria e Marche

arte della guerra

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    Biordo Michelotti storia di un capitano di ventura. Da «campione della libertà perugina», a Signore di Assisi, Città della Pieve, Orvieto, Todi e altre città di Umbria e Marche

    15.00

    Luciano Taborchi

    È la prima biografia completa del celebre capitano di ventura Biordo Michelotti, definito dal Fabretti: “campione della libertà perugina”, e dal Guardabassi: “restauratore della libertà del Popolo di Perugia”. I principali Comuni e signorie dell’Italia di mezzo si avvalsero dei suoi servigi. Fu per tanti anni alle dipendenze di Gian Galeazzo Visconti. Siena si rivolse a lui per mettere in sicurezza il contado. Firenze lo volle come capitano generale dell’esercito fiorentino. A Perugia, pose fine al lungo dominio del ceto nobiliare, favorì il ritorno al potere della fazione popolare dei Raspanti e guidò la città fino a che una congiura di palazzo pose fine alla sua esistenza. Proprio quando: “Perugia più abbisognava del coraggio e delle armi de’ suoi figli per liberarsi da Braccio Fortebracci, capo dei nobili fuoriusciti avvalorati dal pontefice”, come scrive il Fabretti. Signore in vasti territori umbri e marchigiani, con Biordo il mestiere e l’arte della guerra diventarono anche arte del potere. Con lui si formò una generazione di capitani di ventura che consideravano le condotte solo un mezzo per raggiungere il vero obiettivo: il potere politico, la signoria di città e territori. In questo, il Michelotti, che alle abilità militari aggiunse un’intelligenza politica sopraffina, fu tra i più fulgidi maestri del tempo.

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    Boots on the Ground: Modern Land Warfare from Iraq to Ukraine

    45.00

    Leigh Neville

    Utilizzando insegnamenti tratti dalla storia recente, tra cui la guerra in Ucraina, “Boots on the Ground” esamina la guerra terrestre e, come saranno combattute, le guerre nel prossimo decennio. Ogni capitolo descrive in dettaglio un aspetto chiave della guerra terrestre moderna, valutando le tecnologie e le tattiche utilizzate sul campo. Dall’artiglieria, soprannominata il “Dio della Guerra”, all’ingegneria da combattimento, fino ai cosiddetti “taxi da campo” o veicoli da combattimento di fanteria, ogni capitolo è ricco di dettagli e fotografie inedite.”Boots on the Ground” rivela anche la crescente importanza della “zona grigia” e come le operazioni informatiche avranno un impatto diretto sulle operazioni. Includendo casi di studio tratti da conflitti in Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen e Ucraina, questo libro offre un’affascinante panoramica su come saranno gli eserciti e i campi di battaglia del futuro.

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    Fighting Techniques of the Ancient World 3000 BC – 500 AD. Equipment, Combat Skills, and Tactics

    20.00

    AA.VV.

    Questo volume analizza le tattiche, le tecniche e la tecnologia militare, a partire dal 3000 a.C. fino al 500 d.C. Tattiche, equipaggiamenti e armi, vengono desritte in maniera minuziosa, anche con l’abbondante utilizzo di disegni, caqrtine e tavole a colori.

    Rilegato, 20 x 25 cm. pag. 256 con numerose illustrazioni a colori e b/n

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2013 da Amber

    Condizioni del libro: usato in perfette condizioni con sovracopertina

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    Gli eserciti del Rinascimento italiano 1450-1550

    18.00

    Gabriele Esposito

    II Rinascimento italiano fu un periodo di profondi cambiamenti segnati da agitazioni politiche e militari: molte furono le guerre che si combatterono tra Milano, Venezia, Genova, Firenze, Papato, Siena e Napoli. A partire dal 1494, per più di cinquant’anni le principali potenze straniere approfittarono di questo periodo di tensioni per invadere l’Italia; sia la Francia sia la Spagna siglarono alleanze temporanee con le città-Stato al fine di perseguire le proprie mire espansionistiche, e nei primi anni del XVI secolo l’imperatore Carlo V iniziò a fornire armi a sostegno degli spagnoli. Queste guerre coincisero con lo sviluppo della fanteria moderna – dotata non solo di spade e balestre, ma anche di pistole –, che risultò in grado di affrontare i cavalieri corazzati fino ad allora predominanti. Il diffuso utilizzo dei mercenari inaugurò l’epoca della tattica “picca e moschetto”, che ebbe grande successo nel corso dell’Alto Medioevo. In questa fase, i costumi, le armature e gli equipaggiamenti variarono notevolmente a seconda della provenienza e dell’evoluzione di tattiche e tecnologie. Lo studio di Esposito, magistralmente esposto, offre ai lettori un’affascinante panoramica degli eserciti che combatterono in Italia durante un periodo tumultuoso, analizzandone non solo le armi e le attrezzature, ma anche la struttura, i successi e fallimenti sul campo di battaglia.

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    Guerre ed eserciti nell’età moderna

    26.00

    Con l’avvento delle armi da fuoco, l’organizzazione degli eserciti permanenti, il ricorso a condottieri, mercenari e militari che fanno della guerra una professione, la costruzione degli stati si accompagna a un periodo di bellicosità nuovo. Le forze armate costano sempre di più, condizionano l’economia, la società e la cultura, lasciando tracce di devastazione, ma creando anche notevoli trasformazioni nei ruoli e nel coinvolgimento delle popolazioni. Nell’Italia moderna c’era tutto questo e altro: italiani in armi che si affrontavano non solo nei vari stati regionali o al servizio di eserciti stranieri, ma erano impiegati in pace nel controllo dell’ordine pubblico, o nel presidio di cittadelle e fortezze. L’accumulazione e dilapidazione di risorse per alimentare gli eserciti non era che uno degli aspetti legati alla complessità del «militare», come è possibile verificare anche attraverso i dibattiti sul concetto di guerra giusta o legittima.

    Brossura, 15,5 x 21,5 cm. pag. 416 con 6 cartine b/n

    Stampato nel 2018 da Il Mulino

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    Guerre, mercanti e mercenari – Il Rinascimento e la crisi militare in Italia

    28.00

    La splendida fioritura economica e spirituale dell’Italia nel basso medioevo e nel rinascimento s’interrompe bruscamente con un grande tracollo che lascia il Paese in gran parte in mano allo straniero. Ed è come il preludio di un irrefrenabile declino in ogni altro campo. Come si spiega la contraddizione intima fra tanta attività, genialità, ricchezza e la serie di rovesci che porta alla perdita dell’indipendenza? Quale tarlo rode nel profondo tutta la struttura della vita italiana? In questa sua opera, Piero Pieri, grande studioso italiano di storia militare, indaga se e fin dove il diminuire della floridezza commerciale e industriale ha potuto costituire un elemento di debolezza per la vita degli Stati italiani, in che modo ha influito sullo sviluppo dell’agricoltura e, di conseguenza, sulla composizione dei vari ceti sociali. E come, infine, le condizioni economiche generali si sono ripercosse sulle finanze statali e sulla solidità e sicurezza di ogni Stato. Ma indaga anche gli sviluppi politici, nonché l’inferiorità militare che, lungi dall’essere stata causa della rovina d’Italia, è stata, nell’ottica di Pieri, conseguenza di una crisi più complessa.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 654

    Stampato nel 2019 da Res Gestae

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    La guerra nell’antico Egitto

    20.00

    Gli antichi Egiziani, grazie alla posizione geografica della loro terra, non erano un popolo guerriero, come lo furono altri dell’area medio-orientale. Nei primi periodi della loro civiltà ebbero milizie interne con compiti difensivi e offensivi riguardanti piccole rivalità tra distretti del paese: le uniche azioni guerresche erano dirette verso la Libia e la Nubia, principalmente per razziare e deportare schiavi per la mano d’opera. Fu dopo la cacciata degli Hyksos che l’Egitto compose un nuovo quadro delle forze militari sotto il profilo logistico e di armamenti. L’esperienza della guerra contro il governo asiatico fu la molla che fece scattare l’epopea imperiale ed espansionistica rivolta principalmente verso la zona dell’Asia Minore, giungendo fino all’Eufrate e all’area meridionale dell’attuale Turchia.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 178 illustrato con foto a colori e disegni b/n

    Stampato nel 2019 da Harmakis

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    La nuova arte della guerra – I conflitti moderni e la teoria del coaching war

    18.00

    La nuova arte della guerra è il primo saggio pubblicato in Italia dell’analista ed esperto di geopolitica russo Leonid Savin. Copre una vasta gamma di conflitti: dalle operazioni militari e di lobbismo politico, ingegneria sociale e geoeconomia alla propaganda attraverso i media, rivolte civili e atti di terrorismo. Tutti inseriti all’interno del più generale concetto di Guerra attraverso l’insegnamento (Coaching War). Nel saggio vengono esaminati diversi casi recenti di guerre ibride o asimmetriche, a partire dal colpo di Stato in Ucraina nel 2011, che ha visto l’uso della tecnologia a sciame per fomentare le rivolte di strada e il finanziamento dall’estero di organizzazioni non governative. Altri esempi trattati sono la manipolazione di gruppi etnici e le strutture di opposizione durante l’inasprirsi del conflitto armato in Siria o l’applicazione delle tecnologie di genere come strumenti di influenza socio-politica nel Caucaso.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 178

    Stampato nel 2019 da Idrovolante

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    Mercenaries and Their Masters – Warfare in Renaissance Italy

    26.00

    Il classico studio di Michael Mallett sulla guerra del Rinascimento in Italia è rilevante oggi come lo era quando fu pubblicato per la prima volta una generazione fa. Il suo lucido resoconto dell’età dei condottieri – i capitani di fortuna mercenari – e dei soldati che combatterono sotto il loro comando è ambientato nel più ampio contesto della società italiana dell’epoca e delle città-stato in guerra che li impiegavano. Emerge un quadro affascinante degli stessi mercenari, dei loro comandanti e delle loro campagne, ma anche del modo in cui la guerra fu organizzata e praticata nel mondo rinascimentale. Il libro si concentra sul XV secolo, un periodo confuso di turbolenza e transizione quando si formarono eserciti permanenti in Italia e più tipi moderni di organizzazione militare presero piede in tutta Europa. Ma guarda anche al Medioevo e al XIV secolo e alle guerre italiane del XVI secolo, quando gli eserciti stranieri contestarono l’equilibrio di potere europeo sul suolo italiano. Lo studio pioneristico di Michael Mallett, che incarna molte ricerche accademiche su questo argomento trascurato, spesso frainteso, è una lettura essenziale per chiunque sia interessato a comprendere la storia della guerra nel tardo Medioevo e nel Rinascimento.

    Brossura, 14 x 21,5 cm. pag. 304 con alcune illustrazioni b/n

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2019 da Pen & Sword

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    Nemein. L’arte della guerra

    10.99

    Mirko Mussetti

    Siamo veramente in tempo di pace? O abbiamo soltanto cambiato modo di farci la guerra? Ultimamente si è tornati a parlare di “guerra economica”, percepita ingenuamente come l’ultima evoluzione dei conflitti internazionali. Eppure la guerra economica esiste da sempre: fin da quando l’uomo ha iniziato a possedere la terra ha sempre cercato di espandere i propri spazi e le proprie libertà. L’ampliamento del proprio benessere è il suo fine ultimo, anche a scapito di quello degli altri individui. In verità, la guerra economica coinvolge e determina le organizzazioni umane di tutti i tempi senza soluzione di continuità.

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    Sul problema della guerra. Orientamenti per un’interpretazione tradizionale

    14.00

    Gianfranco Peroncini

    Dal punto di vista tradizionale, una guerra è “giusta” se è condotta per ragioni che oltrepassano gli egoismi e gli interessi materiali. Nella Roma antica c’era il “bellum iustum”, che prevedeva un quadro di riferimento sacro, in armonia con le sue qualità spirituali ed etiche. Nella tradizione islamica – invece – si distinguono la “grande” e la “piccola guerra santa”, laddove la prima è interiore e spirituale, mentre la seconda si combatte contro un nemico esterno. Una concezione guerriera della vita, oggi liquidata da una modernità decadente e ipocrita, non si esaurisce nel mestiere delle armi: essa contempla una verticalità fondata sul senso del dovere e dell’onore, sulla disciplina e sullo spirito di sacrificio, sul coraggio e sul cameratismo. Da ciò, in una società ordinata, derivano rigore, efficienza e professionalità. Dalla tradizione indù della Bhagavad-Gîtâ al Bushidö, passando per la cavalleria medievale, questo saggio ripercorre i codici esistenziali dei guerrieri, indagandone i principi e le applicazioni, le origini e le declinazioni, i fondamenti e gli utilizzi.

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    The Armies of Ancient Persia. The Sassanians

    33.00

    Kaveh Farrokh

    Per gran parte del periodo classico, la Persia fu una delle grandi superpotenze, ponendo un limite all’espansione delle potenze occidentali. Fu il rivale più temibile dell’Impero romano per secoli, finché la Persia, ormai sotto il dominio dei Sasanidi, non fu sopraffatta dalle conquiste islamiche nel VII secolo d.C. Eppure, gli eserciti dell’antica Persia hanno ricevuto relativamente poca attenzione, certamente rispetto a quelli di Roma. Quest’opera è il primo di tre volumi che costituiranno lo studio più completo disponibile sugli antichi eserciti persiani. I Sasanidi, la dinastia iraniana nativa che spodestò i Parti nel 226 d.C., svilupparono un esercito altamente sofisticato che fu in grado di respingere per secoli qualsiasi invasore. Continuarono la famosa combinazione vincente dei Parti, composta da rapidi arcieri a cavallo e cavalleria catafratta pesantemente corazzata, facendo anche ampio uso di elefanti da guerra. Tuttavia, Kaveh Farrokh dimostra in modo interessante che la loro fanteria, spesso disprezzata, è stata ampiamente sottovalutata.

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    The Business of War – Military Enterprise and Military Revolution in Early Modern Europe

    35.00

    Questo volume adotta un importante e nuovo approccio nello studio dell’evoluzione della guerra nel periodo compreso tra il 1450 e la guerra dei trent’anni. In questo periodo viene posto in essere un nuovo rapporto tra la guerra e il potere dello stato in un periodo storico in cui si vanno formando i primi grandi stati d’Europa. Mentre diversi studi precedenti hanno sottolineato la crescita degli eserciti statali durante tutto questo periodo, David Parrott sostiene invece che la delega di responsabilità militare a compagnie ed imprese private, raggiunse proprio nel periodo considerato, livelli senza precedenti. Questa fattispecie includeva non solo l’assunzione di truppe, ma anche il loro equipaggiamento, la fornitura di cibo e munizioni, e il finanziamento delle loro operazioni. Il libro rivela la straordinaria diffusione e la capacità delle strutture militari private, la capacità dei comandanti, i fornitori, i commercianti e i finanzieri che hanno gestito la conduzione della guerra per terra e per mare, sfidando l’ipotesi tradizionale che il ricorso a mercenari ed i risultati del settore privato inerente la forza militare fossero caratterizzati da corruzione ed inefficenza.

    Brossura, 15 x 23 cm. pag. con circa 28 illustrazioni e 10 cartine b/n

    Stampato nel 2012 da Cambridge University Press

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    Un mondo di ferro – La guerra nell’antichità

    24.00

    Nessun Greco, come nessun Romano, ha mai immaginato un mondo senza guerre. Più che un’utopia, l’avrebbe ritenuta un’assurdità. Non che i Greci e i Romani fossero amanti della guerra, ma la guerra era parte della vita. Così come era possibile finire catturati dai pirati durante un viaggio in mare per essere venduti come schiavi in qualche mercato dell’Egeo, o cadere vittima di un’epidemia o di una carestia, oppure, semplicemente, morire in giovane età per mille motivi, così era nell’ordine delle cose umane incappare in una guerra, morire in battaglia o restare invalidi e girare in cerca di un’improbabile guarigione. Solo chi si prendeva cura della difesa dai nemici esterni ed era pronto, nella buona stagione, a marciare fuori dai confini per combattere contro il nemico, poteva aspirare a definirsi cittadino. Un libro dalla scrittura piacevolissima e appassionante, che ci avvicina all’universo mentale degli antichi e ce li restituisce, nella loro diversità, con profondo rispetto

    Rilegato, 21 x 14 cm. pag. 514

    Stampato nel 2019 da Laterza

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