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Drieu aristocratico e giacobino
€14.00Il 15 maggio 1945, mettendo fine con un gesto netto e definitivo alle sue incertezze di intellettuale, Pierre Drieu La Rochelle si suicida nella sua casa di Parigi. Nato nel 1893 da una famiglia piccolo borghese normanna dilaniata da problemi coniugali ed economici, dopo aver partecipato al primo conflitto mondiale, nauseato dalla guerra e ispirato dalla lettura di autori quali Kipling, Barrès e Nietzsche, lo scrittore intraprende un percorso politico che lo vede aderire con spirito critico ai movimenti antiparlamentari fascisti, visti come unico rimedio alla decadenza materialista delle società moderne. Aristocratico e giacobino, spirito laico intriso di religiosità, patriota ed europeista convinto, libertario e antidemocratico, piccolo borghese ostile ai valori della borghesia, cultore dell’azione eroica, strenuo difensore di umili e diseredati, questo “fascista dal cuore socialista”, come verrà definito da uno dei suoi più qualificati critici, si ritiene un “pellegrino” alla continua ricerca di “una società che riposi su valori più nobili e duraturi della produzione a tutti i costi e del profitto in ogni caso”. Contrario ad ogni forma di settarismo, è convinzione di Drieu che un intellettuale debba operare una sintesi delle idee migliori di ogni dottrina politica, cercando strade nuove, senza impantanarsi nei dogmi politici, proponendo uno stile di vita nel quale l’istinto prenda il posto che fu della ragione nel classicismo e del sentimento nel romanticismo.
Brossura, 13,5 x 21 cm. pag. 186 + 13 pagine fuori testo con foto b/n
Stampato nel 2014 da Settimo Sigillo
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Il partigiano Eolo – Una storia di odio nel Polesine della guerra civile
€20.00Nel corso della guerra civile operò nel Polesine, in particolare nella zona intorno ad Adria, una formazione partigiana che terrorizzò la popolazione macchiandosi di crimini e nefandezze tali da far inorridire gli stessi antifascisti, capitanata da Eolo Boccato, un personaggio violento che, dopo aver combattuto a fianco dei fascisti contro gli slavi, si diede alla macchia dando vita ad una sua “guerra privata”, scatenando sanguinose rappresaglie contro la popolazione civile. In pochi mesi Eolo e compagni giunsero a sopprimere 76 persone, si distinsero in ogni tipo di infamia, senza mostrare pietà nemmeno per i bambini. Nonostante la presa di distanza degli stessi vertici resistenziali, l’Italia ufficiale nel dopoguerra assegnerà a Eolo Boccato una medaglia d’argento per “meriti partigiani”, contribuendo a riaprire nella società civile polesana vecchie ferite mai del tutto rimarginate. Prefazione di Gianfranco Stella.
Brossura 14 x 21 cm. pag. 213 di cui pag. con 18 illustrazioni b/n
Stampato nel 2017 da Ritter
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RSI. Benedetti assassini. Eccidi partigiani nel bellunese (1944-1945).
€32.00Antonio Serena
Nel 1945 il Veneto subì l’invasione di popoli ed eserciti di mezzo mondo. Regione tradizionalmente pacifica, avrebbe di certo subito danni minori nello scontro tra fazioni se i vertici del Partito comunista italiano non avessero provveduto a inviare nel Bellunese, dall’Emilia e da altre parti d’Italia, un nutrito gruppo di esperti in tecniche di guerriglia che contribuirono a far lievitare gli agguati e le uccisioni. La furia omicida di questi “vendicatori”, fin qui storicamente occultata, si espresse in una lunga serie di faide intestine, delazioni, rapine, stupri, estorsioni, eliminazione di prigionieri ed esplose a guerra finita, quando i vinti avevano deposto le armi e si erano arresi, e risultò quindi più facile colpirli . Alla prova del fuoco dello scontro finale dei rastrellamenti del Grappa, del Feltrino e del Cansiglio, queste forze, disorganizzate a mal equipaggiate, si sfaldarono riapparendo a guerra finita per occupare località abbandonate dagli avversari, sfilare da vincitori a fianco degli angloamericani e consumare le ultime vendette su militari e civili, i corpi della maggior parte dei quali vennero fatti sparire nelle numerose foibe della zona, bruciati o lasciati insepolti. Nonostante questo poco lusinghiero album di famiglia, il “mito della resistenza” ha percorso tutta la seconda metà del XX secolo iniziando ad esaurirsi solo dopo il crollo del comunismo nell’Europa orientale.