The Soviet Counterinsurgency in the Western Borderlands

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La dottrina di counterinsurgency Sovietica nelle regioni di confine ad occidente (paesi baltici, Bielorussia, Ukraina, Romania), indaga la metodologia sovietica contro le insurrezioni nazionaliste che si sono verificate tra il 1944 e il 1953 nelle regioni annesse all’Unione Sovietica dopo il patto russo-tedesco che portò all’occupazione della Polonia orientale, la Lituania, la Lettonia e l’Estonia. Sulla base di nuovi dati d’archivio, Alexander Statiev presenta il primo studio completo sulla guerra di contro-insurrezione sovietica che, metteva aasieme sia gli strumenti repressivi che le politiche populiste destinate ad attirare (con poca fortuna) le popolazioni locali. Il libro ripercorre le origini della dottrina di “pacificazione” sovietica e poi presenta un’analisi comparata delle società rurali in Polonia orientale e nei paesi baltici alla vigilia dell’invasione sovietica. Questa analisi è seguita da una descrizione dei movimenti di resistenza anti-comunisti. L’Aautore mostra come l’ideologia abbia influenzato la dottrina di pacificazione sovietica ed esamina i principali mezzi utilizzati per raggiungere gli obbiettivi prefissati: le riforme agrarie, deportazioni, amnistie, reti di informatori, operazioni segrete, e le milizie locali.

Brossura, 16 x 23 cm. pag. 386 con circa 3 illustrazioni b/n, 1 mappa e 30 tabelle

Testo in lingua inglese

Stampato nel 2013 da Cambridge University Press

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Alexander Statiev

La dottrina di counterinsurgency Sovietica nelle regioni di confine ad occidente (paesi baltici, Bielorussia, Ukraina, Romania), indaga la metodologia sovietica contro le insurrezioni nazionaliste che si sono verificate tra il 1944 e il 1953 nelle regioni annesse all’Unione Sovietica dopo il patto russo-tedesco che portò all’occupazione della Polonia orientale, la Lituania, la Lettonia e l’Estonia. Sulla base di nuovi dati d’archivio, Alexander Statiev presenta il primo studio completo sulla guerra di contro-insurrezione sovietica che, metteva aasieme sia gli strumenti repressivi che le politiche populiste destinate ad attirare (con poca fortuna) le popolazioni locali. Il libro ripercorre le origini della dottrina di “pacificazione” sovietica e poi presenta un’analisi comparata delle società rurali in Polonia orientale e nei paesi baltici alla vigilia dell’invasione sovietica. Questa analisi è seguita da una descrizione dei movimenti di resistenza anti-comunisti. L’Aautore mostra come l’ideologia abbia influenzato la dottrina di pacificazione sovietica ed esamina i principali mezzi utilizzati per raggiungere gli obbiettivi prefissati: le riforme agrarie, deportazioni, amnistie, reti di informatori, operazioni segrete, e le milizie locali.

Brossura, 16 x 23 cm. pag. 386 con circa 3 illustrazioni b/n, 1 mappa e 30 tabelle

Testo in lingua inglese

Stampato nel 2013 da Cambridge University Press

 

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