Confini e conflitti – Uomini, imperi e sovranità nazionale

18.00

Attraverso una somma di ipotesi di lavoro aperte e volutamente frammentarie, viene tentata l’esplorazione di alcuni passaggi centrali del nostro passato prossimo. In primis, le radici della fragilità strutturale della Nazione italiana e i motivi del suo continuo oscillare tra velleità generose e subalternità imbarazzanti, tra spinte modernizzatrici e resistenze passatiste. L’Italia come equazione impossibile in cui l’ignavia dei più si oppone pervicacemente all’orgoglio lungimirante delle minoranze. Ecco, quindi, Rizzo e Mattei, Missoni e Broglio, Brazzà, Verdi e Cavour. Secondo passaggio. I tragici abbagli di quel “Sole ingannatore” (qualcuno ricorda lo splendido film di Nikita Mikhalkov?) che bruciò milioni di vite in nome di un’ideologia fallimentare, criminale. Il comunismo reale, quello realizzato e imposto. Un miraggio cattivo, un cupo gioco di luci e ombre con tanti quesiti ancora irrisolti, con troppi segreti tuttora celati. Ecco, allora, gli incubi dell’Adriatico “amarissimo”, gli spettri di Mosca e di Hanoi, le fosse della Balcania. Terzo passaggio. Lontane ma incombenti sul nostro presente si stagliano le “ragioni profonde” della svolta epocale oggi in atto, quel “tramonto dell’Occidente” intuito da Oswald Spengler e annunciato dal disastroso processo di decolonizzazione. Dien Bien Phu, Algeri, Suez, il Katanga rappresentano punti di riflessione sul tradimento delle élites, sulla cecità della politica, sull’ottusità degli strateghi. La catastrofe umanitaria che oggi oscura il Mediterraneo è frutto e risultato di quelle scelte errate, di quelle miopie, di quel cinismo.

Brossura, 15 x 21 cm. pag. 312

Stampato nel 2014 da Eclettica

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Descrizione

Marco Valle

Attraverso una somma di ipotesi di lavoro aperte e volutamente frammentarie, viene tentata l’esplorazione di alcuni passaggi centrali del nostro passato prossimo. In primis, le radici della fragilità strutturale della Nazione italiana e i motivi del suo continuo oscillare tra velleità generose e subalternità imbarazzanti, tra spinte modernizzatrici e resistenze passatiste. L’Italia come equazione impossibile in cui l’ignavia dei più si oppone pervicacemente all’orgoglio lungimirante delle minoranze. Ecco, quindi, Rizzo e Mattei, Missoni e Broglio, Brazzà, Verdi e Cavour. Secondo passaggio. I tragici abbagli di quel “Sole ingannatore” (qualcuno ricorda lo splendido film di Nikita Mikhalkov?) che bruciò milioni di vite in nome di un’ideologia fallimentare, criminale. Il comunismo reale, quello realizzato e imposto. Un miraggio cattivo, un cupo gioco di luci e ombre con tanti quesiti ancora irrisolti, con troppi segreti tuttora celati. Ecco, allora, gli incubi dell’Adriatico “amarissimo”, gli spettri di Mosca e di Hanoi, le fosse della Balcania. Terzo passaggio. Lontane ma incombenti sul nostro presente si stagliano le “ragioni profonde” della svolta epocale oggi in atto, quel “tramonto dell’Occidente” intuito da Oswald Spengler e annunciato dal disastroso processo di decolonizzazione. Dien Bien Phu, Algeri, Suez, il Katanga rappresentano punti di riflessione sul tradimento delle élites, sulla cecità della politica, sull’ottusità degli strateghi. La catastrofe umanitaria che oggi oscura il Mediterraneo è frutto e risultato di quelle scelte errate, di quelle miopie, di quel cinismo.

Brossura, 15 x 21 cm. pag. 312

Stampato nel 2014 da Eclettica

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