I Cappellani Militari d’Italia nella Grande Guerra – Relazioni e testimonianze 1915-1919

San Paolo

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    I Cappellani Militari d’Italia nella Grande Guerra – Relazioni e testimonianze 1915-1919

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    Rivisitare la missione e l’opera di alcuni Cappellani Militari – 210 per la precisione – attraverso le relazioni-testimonianze inviate al Vescovo di Campo mons. Angelo Bartolomasi al termine della Grande Guerra, è un atto di amore e un’opportunità di omaggio. Facciamo così memoria di tutti i sacerdoti, Cappellani Militari e Pretisoldati, che offrirono la vita sul campo, in trincea, accanto ai soldati impegnati in duri e aspri combattimenti: in particolare ricordiamo i 93 Cappellani Militari caduti. Martiri e testimoni di una carità senza confini: 3 Medaglie d’Oro; 137 Medaglie d’Argento; 299 Medaglie di Bronzo; 94 Croci al V.M. Un atto di fraterna solidarietà ricordare l’impegno, per tutto l’arco della guerra, dei 2048 Cappellani (e dei circa 500 Aiuto- Cappellani). Né vanno dimenticati i circa 20.000 Preti-soldati e Chierici mobilitati, non tutti in cura d’anime, impiegati, la maggior parte, nelle Sezioni di Sanità.

    Rilegato, 15 x 23 cm. pag. 990 con un inserto di 16 pagg con foto d’epoca b/n

    Stampato nel 2014 da San Paolo

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    Il maschio selvatico/2 – La forza vitale dell’istinto maschile

    14.50

    Chi è il maschio selvatico? Leonardo da Vinci diceva che “il salvadego è colui che si salva”. Grande conoscitore dell’uomo, della natura e dei boschi, Leonardo pensava che proprio il salvadego, l’uomo che conosceva la natura profonda, fosse il tipo umano capace di “salvarsi”, sia fisicamente che spiritualmente. L’uomo selvatico si segnala inoltre per un altro aspetto, certo sorprendente per la cultura di oggi, dove la salvezza viene sempre richiesta all’esterno, a Stati, ordini professionali, burocrazie, enti, cui si chiede appunto di occuparsi della “salvezza” delle persone, anche entrando in modo molto invadente nella loro vita (famigliare, sessuale, religiosa). Il salvadego, invece, l’uomo selvatico, “si salva” da solo (o almeno cerca di farlo). L’uomo selvatico è anche tante altre cose, come l’autore mette in luce in questa ripresa approfondita di un suo primo saggio di 35 anni fa. Ma in definitiva il selvatico è l’uomo che vuole essere se stesso, assumendosi ogni responsabilità derivante dal suo essere creatura, di genere maschile. Un’edizione rivista e aggiornata del libro che ha fatto conoscere Claudio Risé al grande pubblico.

    Brossura, 13 x 20 cm. pag. 285

    Stampato nel 2015 da San Paolo

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