Ariani. – Origine, storia e redenzione di un mito che insanguinato il Novecento

Medusa

Medusa

Visualizzazione di 4 risultati

  • 0 out of 5

    Ariani. – Origine, storia e redenzione di un mito che insanguinato il Novecento

    12.50

    Ariani: questo saggio sicuramente incorrerà negli strali di molti perché vuole tesserne se non un elogio, quanto meno una trama di riflessioni che riscattino questo concetto dall’inferno in cui è stato relegato dopo l’utilizzo del nazionalsocialismo. Ma la storia degli Ariani comincia molto prima di Hitler. Nell’ottica che li identifica come “insieme culturale” o “archetipo ideologico” dei popoli indoeuropei (cioè, oggi, quelli europei: incluse le diaspore dell’America, dell’Australia, e le diramazioni fino all’India e l’Iran), questa, che ancora oggi è considerata una “idea paria”, offre solide basi per una nuova geopolitica. Questo libro spiega perché c’è ancora molto di ariano nelle nostre culture e perché questa idea avrà un futuro. L’analisi corre lungo tre filoni: quello più propriamente storico, che evidenzia elementi simbolici e antropologici trasmessi lungo i millenni dai nostri antenati a noi (dalle divinità celesti all’individualismo da cui nasce l’epica eroica); il filone intellettuale, che deriva dallo slancio dei popoli indoeuropei verso il movimento e la conquista territoriale e approda a concetti tuttora presenti nel dibattito dell’Occidente: la volontà di potenza, la hybris, lo spazio vitale, la sete di sapere; infine, quello politico, che analizza la democrazia come il portato del carattere della regalità esclusivo degli antichi Indoeuropei.

    Brossura 14 x 21 pagg. 108

    Stampato nel 2012 da Medusa

    Quick view
  • 0 out of 5

    I nuovi mercenari

    14.00

    Questo saggio è il primo studio approfondito sulla realtà dei “nuovi mercenari”, e su come la globalizzazione si rifletta sull’utilizzo della forza militare. Con le “private military companies” sorte negli anni ’80 e ’90, i tradizionali eserciti privati si sono trasformati in fornitori di pachetti integrati di sicurezza. La privatizzazione dell’uso della forza, indotta anche dal vantaggio, per uno Stato, di poter agire senza essere coinvolto direttamente in alcune operazioni (come il caso dell’azienda americana che armò e preparò l’esercito croato per l'”Operazione Tempesta” nel 1955), sembra dunque prefigurare una nuova concezione della guerra che tende a trasformarsi in una forma di controllo delle risorse, e talvolta nella gestione di traffici e profitti illeciti.

    Brossura, 11,50 x 20 cm. pag. 162

    Stampato nel 2003 da Medusa

    Quick view
  • 0 out of 5

    Kurgan. Le origini della cultura europea

    18.50

    Quella che talvolta si chiama con un po’ di enfasi la “casa europea”, la patria dalle comuni radici, è in realtà, in origine, un terreno di conflitto, di contaminazione, di reciproche influenze, di battaglie e sopraffazioni. Sono qui presentati i testi più rappresentativi di una ricerca durata quasi mezzo secolo, che ha portato Marjia Gimbutas a costruire un affresco appassionante delle civiltà che, incontrandosi e scontrandosi tra il IV e il III millennio a.C., contribuirono a gettare le fondamenta della nostra identità. La scoperta più significativa e carica di destino, per certi versi, è quella di una contrapposizione tra culture stanziali e orde nomadi, tra religioni declinate al femminile e dominanza maschile, tra egualitarismo pacifico e aggressività gerarchica, tra arte e guerra. I Kurgan erano un popolo di pastori nomadi abitanti delle regioni degli Urali, le cui origini paiono perdersi nella notte dei tempi. Lungo una serie di invasioni o “ondate”, qui ricostruite minuziosamente, colonizzarono il continente europeo, imponendo la propria legge e le proprie ideologie. “Marija Gimbutas – scrive Carlo Sini nella prefazione -, apre la via al dialogo, forse decisivo, con il passato di una parola che ancora risuona presso gli umani del XXI secolo e che disegna orizzonti e vicende di un possibile, e magari più pacifico, futuro”.

    Brossura 14,5 x 23 cm. pag. 174 con 5 mappe e 19 illustrazioni b/n

    Stampato nel 2010 da Medusa

    Quick view
  • 0 out of 5

    Memorandum – La mia autodifesa

    11.00

    Tante leggende sono circolate sul rifiuto di concedere la grazia a Brasillach da parte di de Gaulle. Ma se è possibile perdonare qualunque individuo in carne e ossa, come si può usare clemenza con un simbolo? Con l’aggravante del suo talento, che lo stesso pubblico ministero non esita a riconoscergli, Brasillach è la perfetta incarnazione di quell”intelligenza con il nemico” che la nuova Francia deve lavare come un’onta. E dunque quello che si celebra il 19 gennaio del 1945 nel cuore di Parigi è sì un processo penale, ma anche una sacra rappresentazione, una cerimonia espiatoria, la convocazione forzata della letteratura sul duro terreno della responsabilità. Ci sono i giudici, i giurati, il rappresentante dell’accusa e l’avvocato, i giornalisti. C’è la sorella di Brasillach, quest’uomo che ha sempre fatto volentieri a meno delle donne, e ci sono Simone de Beauvoir e Maurice Merleau-Ponty. Ci sono i giovani fascisti che accolgono la sentenza di morte con urla di protesta e quasi non riescono a credere che l’esito di quella messa in scena, nella sua ingenuità, abbia regalato loro un martire di tale importanza. Di questo rischio non si accorsero né Sartre né Simone de Beauvoir, che si rifiutarono di firmare il famoso appello a de Gaulle per la grazia.

    Brossura, 14 x 22 cm. pag. 80

    Stampato nel 2014 da Medusa

    Quick view