A cercar la bella morte

Marsilio

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    A cercar la bella morte

    8.00

    In questa opera autobiografica, Mazzantini racconta la sua esperienza di giovane “ragazzo di Salò”. A diciotto anni, dopo l’armistizio dell’8 settembre, scappa da casa per andare al fronte a combattere. Unitosi ai superstiti di un battaglione di Camicie Nere conoscerà sui monti della Valsesia e della Val d’Ossola gli orrori, le lacerazioni e le contraddizioni della guerra civile. Giulio Nascimbeni di questo libro ha scritto: «E’ la storia di uno dei tanti che dopo l’8 settembre scelsero di stare dalla parte dei tedeschi e dei repubblichini. Sognavano di combattere in prima linea contro gli anglo-americani che risalivano lentamente l’Italia; quasi tutti andarono invece a rastrellare partigiani e renitenti alla leva nelle valli del settentrione».

    Brossura, 12,5 x 19 cm. pag. 318

    Stampato nel 1996 da Marsilio

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    Andrea Palladio e l’architettura della battaglia

    60.00

    Ritenuto perduto per secoli, viene qui ricomposto l’originario Polibio palladiano incrociando tre testimoni: il menabò con cui Palladio ha progettato l’edizione, scoperto da John Hale nel 1977 presso la British Library di Londra, un secondo esemplare messo in vendita nel 1986 dalla Libreria Gonnelli di Firenze, e un terzo esemplare appena ritrovato presso la New York Public Library. Grazie ad essi, e ai contributi degli studiosi Stephen Parkin, Sara Mazzarino, Marco Formisano, Luciano Pezzolo, Claudio Povolo, Paolo Fiore e Guido Beltramini, si possono finalmente ammirare le 43 acqueforti che illustrano le vicende narrate dal grande storico greco. Accanto alle riproduzioni delle incisioni polibiane, anche le 42 dedicate da Palladio alle gesta di Cesare, in modo da poter avere un quadro completo del suo impegno nella ricostruzione. Con le illustrazioni inedite alle storie di Polibio.

    Cartonato con sovracopertina 24,5 x 31 cm. pag. 330 interamente illustrate

    Stampato nel 2009 da Marsilio

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    Con la vanga e col moschetto – Ruralità, ruralismo e vita quotidiana nella RSI.

    20.00

    L’esperienza storica della Repubblica Sociale è stata descritta prevalentemente sotto l’aspetto politico e militare. Si è tentato di proporre, da parte repubblicana, una memoria celebrativa e quasi romantica dell’esperienza della Repubblica Sociale Italiana, rivendicando con forza la difesa dell’onore tradito. Presa tra i fuochi incrociati delle opposte tendenze, la riflessione ha perso di vista la complessità del vissuto degli italiani al tempo della RSI. Questo volume raccoglie le riflessioni emerse nel corso di un convegno promosso dal Centro studi e documentazione sul periodo storico della Repubblica Sociale. I contributi raccolti appuntano l’attenzione sulla vita quotidiana di un’Italia ancora sostanzialmente agricola. Ne emergono gli sforzi, le difficoltà e le contraddizioni di un’economia agraria, stremata dalla guerra ma pur tuttavia in corso di trasformazione e che in qualche misura prepara il terreno per il salto della successiva modernizzazione dell’Italia postbellica.

    Brossura, 15,5 x 21,5 cm. pag. XVIII + 243

    Stampato nel 2006 da Marsilio

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    Foibe rosse – Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel ’43

    12.00

    Norma Cassetto venne gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani nella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943. Aveva ventitré anni ed era iscritta al quarto anno di lettere e filosofia, all’Università di Padova. I suoi assassini, partigiani di Tito, che dopo il crollo del regime fascista tentano di prendere il potere in Istria non ebbero pietà della sua giovinezza e innocenza e, prima di ucciderla, la violentano brutalmente. L’assassinio di Norma Cossetto e di tutti quegli uomini e quelle donne che furono infoibati o morirono a causa delle torture subite, annegati in mare e infoibati per mano dei “titini”.

    Brossura, 13,5 x 21 cm. pag. 150 + 8 pagine fuori testo con 13 foto b/n

    Stampato nel 2007 da Marsilio

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    I Balilla andarono a Salò

    7.00

    “Un volume pieno di passione, malinconia, orgoglio oltre che di testimonianze e documenti utili per riscrivere in modo dialettico e non più unilaterale la storia dei terribili anni 1943-45.”

    Brossura pag. 180

    Stampato nel 2006 da Marsilio

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    Il neofascismo in Umbria 1969-1975 – La commissione d’inchiesta della Regione

    22.00

    .Tra il 1969 e il 1975, il neofascismo italiano si presenta in forme particolarmente aggressive: In Umbria invece, il neofascismo non procura morti; si esprime perlopiù nelle piazze, nelle strade, nelle scuole, all’università. Accanto ad attività politico-culturali di vario genere, manifesta la propria carica eversiva e la propria anima violenta attraverso intimidazioni, provocazioni, scontri con gli avversari della sinistra e con i tutori dell’ordine, attacchi a esponenti politici, a sedi sindacali e di partito, a simboli della Resistenza e della cultura costituzionale. Sebbene all’interno del quadro nazionale possa apparire una realtà marginale, il neofascismo umbro – soprattutto quello perugino – sviluppa nel tempo dei tratti che lo qualificano come un fenomeno tutt’altro che irrilevante.

    Brossura, 14,5 x 21 cm. pag. 248

    Stampato nel 2020 da Marsilio

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    L’ ultimo repubblichino

    10.00

    Carlo Mazzantini

    Carlo Mazzantini è nato a Roma nel 1925. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si unisce ai superstiti di un Battaglione di Camicie nere e combatte sui monti della Valsesia e della Val d’Ossola dove conoscerà gli orrori, le lacerazioni e le contraddizioni della guerra civile. Catturato rischia la fucilazione ma è poi liberato. Ha vissuto a lungo all’estero insegnando nel liceo di Tangeri e all’università irlandese di Galway. In questo libro Mazzantini torna ai giorni della sua resa, ne evoca il clima drammatico e violento e ricorda i motivi di una scelta sbagliata opponendoli al calcolo e all’opportunismo di chi invece prese la strada giusta.

    Brossura pag. 108

    Stampato nel 2005 da Marsilio

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    La repubblica dei vinti – Storie di italiani a Salò

    18.00

    Fu solo negli anni novanta, quando per la prima volta si parlò di «guerra civile», che le vicende della Resistenza e di ciò che accadde dopo l’8 settembre 1943 vennero rimesse in discussione da storici e intellettuali, e l’opinione pubblica si confrontò nuovamente con uno dei periodi più tragici dell’Italia del secolo scorso. In quegli stessi anni Sergio Tau, regista di documentari per la RAI, raccolse nella trasmissione radiofonica “Le voci dei vinti” le testimonianze di quanti, dopo la caduta di Mussolini, aderirono alla Repubblica di Salò. Quelle voci raccontavano di ragazzi giovanissimi, di onore tradito, di campi di addestramento in Germania, di lotte senza quartiere contro gli altri italiani considerati «traditori della Patria», di sconfitte e vendette, ma anche di avventure e inaspettati gesti di umanità, di amori nati al fronte, delle donne del Servizio Ausiliario Femminile che contro tutti i pregiudizi dell’epoca si arruolarono, volontarie, andando incontro a rappresaglie anche più atroci di quelle subite dai loro commilitoni maschi. La trasmissione aprì il dibattito su una parte di storia italiana esclusa dai ranghi della memoria condivisa, provocando indignazione fino nelle aule del Parlamento. Consapevole della necessità storica di preservare le testimonianze degli ultimi reduci in vita, per i successivi vent’anni Tau ha continuato a raccoglierne le storie, che oggi fanno di questo libro uno strumento inedito per comprendere speranze e delusioni di chi perse la guerra, e in cui, nelle parole di Pietrangelo Buttafuoco, «ogni pagina è sceneggiatura di un film, di un documentario, di un tornare dentro le profondità dell’essere italiani e cavarsene fuori col terrore di non essere oggi all’altezza di quella tragedia, nell’impasto di ferocia, dignità, odio, coraggio».

    Brossura, 14 x 21,5 cm. pag. 350

    Stampato nel 2018 da Marsilio

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    La scoperta dell’Italia – Il fascismo raccontato dai corrispondenti americani

    20.00

    L’Italia di inizio Novecento si rivelò per i corrispondenti americani, colti alla sprovvista dal suo grande fermento politico, un enigma difficile da decifrare e narrare ai lettori d’oltreoceano. Già profondamente scossi dalle lotte sociali del Biennio Rosso, ai loro occhi veri e propri moti eversivi di derivazione russa, di fronte al sorgere del movimento mussoliniano ebbero reazioni diverse: alcuni, abbandonandosi a illusioni e pregiudizi, azzardarono audaci analogie tra il capo del fascismo e i protagonisti dell’epopea a stelle e strisce; altri si avventurarono in analisi fondate su un immaginario carattere italico, frutto di conoscenze superficiali e stereotipi. Di fatto, fino a metà degli anni trenta Mussolini godette di grande popolarità presso la stampa americana. Gli inviati che giungevano numerosi a Roma per intervistarlo scrivevano articoli apologetici sul giovane dittatore, ne esaltavano l’iperattivismo e la ferrea volontà nell’imporre regole a un popolo che, in fondo, consideravano anarchico. Alcuni credettero addirittura di aver trovato nel fascismo la quadratura del cerchio: una seria riforma del capitalismo con l’aggiunta di elementi di umanitarismo sociale.

    Brossura, 14,7 x 21 cm. pag. 494

    Stampato nel 2017 da Marsilio

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    R.S.I. – L’ultimo fascismo. Storia e memoria della Repubblica di Salò

    18.00

    È difficile trovare fasi della nostra storia così conflittuali, anche nella memoria, come la guerra civile che ha visto fronteggiarsi tra il 1943 e il 1945 gli irriducibili del fascismo e i partigiani, i “ribelli dell’onore” e i “ribelli della libertà”. La lacerazione consumatasi in quegli anni si è perpetuata ben oltre la rinascita democratica. Non solo per le ferite – mai davvero rimarginate – riportate dai reduci degli opposti fronti, ma anche per la mancata elaborazione di una memoria condivisa della guerra cuivile. È da questa premessa che Roberto Chiarini muove per illustrare la storia della Repubblica di Salò.

    Rilegato, 14 x 22 cm. pag. 143 con circa 50 foto b/n + 16 pagine fuori testo con illustrazioni a colori

    Stampato nel 2009 da Marsilio

    Condizioni del libro: usato in perfette condizioni

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    Trentaquattro case del fascio Settant’anni dopo

    34.00

    La presenza del Partito Nazionale Fascista nel territorio si concretizza nella rete di case del fascio la cui edificazione è promossa dalle federazioni provinciali. L’operato della federazione di Padova è approfondito in questo volume nella specifica realtà dei centotré (al tempo centoquattro) paesi e cittadine dell’area del Brenta, del Cittadellese, del territorio di Camposampiero, della Saccisica, del Conselvano, del Monselicese, del territorio di Este e di Montagnana, dell’area dei Colli Euganei, e nel contesto dei dodici quartieri in cui dal 1936 è suddivisa la città di Padova. Ancora oggi l’immagine degli abitati è spesso segnata dai manufatti edilizi che, tra gli anni venti e trenta, i programmi dei federali e i progetti degli architetti e degli ingegneri hanno contribuito a erigere nelle piazze dei borghi. Trentaquattro sono gli edifici già sedi del partito nazionale fascista ancora rintracciabili nel territorio padovano. Il consolidamento delle strutture del partito fascista nei singoli contesti viene qui posto in relazione con la presenza nelle piazze delle architetture dello Stato e della Chiesa, mentre un successivo confronto tra l’assetto dei centri abitati negli anni del fascismo e le modificazioni succedutesi nel periodo postbellico introduce a considerazioni riguardanti la scala urbana e lo stato attuale. Come i casi superstiti testimoniano, le case del fascio insistevano su luoghi cardine della trama edilizia urbana.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 399 con molte foto e planimetrie b/n

    Stampato nel 2014 da Marsilio

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