La guardia della rivoluzione – La GNR: controguerriglia e difesa della Repubblica Sociale

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La lotta antipartigiana, sebbene non preventivata all’atto della costituzione della Guardia, fu alla fine l’impiego principale delle unità della GNR. In questo terzo ed ultimo volume analizzeremo proprio questo aspetto di impiego dei reparti in camicia nera, evidenziandone i limiti ma anche i successi operativi. Se la Resistenza non riuscì mai ad avere quel peso militare su cui tanto si speculò nel dopoguerra, lo si deve proprio ai reparti della RSI e, in particolare, a quelli della Guardia Nazionale Repubblicana che fino agli ultimi giorni del conflitto tennero salde le proprie posizioni, impedendo alle unità partigiane non solo il – facile – successo sulla scia dell’avanzata angloamericana, ma anche la tanto proclamata insurrezione. In gran parte dei casi, le bande ribelli calarono sui paesi e sulle città dopo l’inizio dell’evacuazione dei reparti italo-tedeschi. Quello che avvenne dopo, nella Primavera di sangue del 1945, evidenzia il contributo della GNR al mantenimento dell’ordine pubblico durante la RSI: si impedì che lo stillicidio continuo di singoli esponenti fascisti si tramutasse in quel bagno di sangue “rigeneratore” ed epuratore di cui si facevano sostenitori quelle componenti più estremiste dei Comitati di Liberazione Nazionale. Solo dopo che si arresero volontariamente gli ultimi reparti in camicia nera iniziò quella mattanza che non ha precedenti nella storia d’Italia. In questo enorme sacrificio di sangue donato alla Patria dalla Guardia Nazionale Repubblicana vi è il significato più profondo della sua esistenza.

Brossura, 15 x 20,5 cm. pag. 408 con numerose tabelle

Stampato nel 2017 da Herald

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Descrizione

Pietro Cappellari

La lotta antipartigiana, sebbene non preventivata all’atto della costituzione della Guardia, fu alla fine l’impiego principale delle unità della GNR. In questo terzo ed ultimo volume analizzeremo proprio questo aspetto di impiego dei reparti in camicia nera, evidenziandone i limiti ma anche i successi operativi. Se la Resistenza non riuscì mai ad avere quel peso militare su cui tanto si speculò nel dopoguerra, lo si deve proprio ai reparti della RSI e, in particolare, a quelli della Guardia Nazionale Repubblicana che fino agli ultimi giorni del conflitto tennero salde le proprie posizioni, impedendo alle unità partigiane non solo il – facile – successo sulla scia dell’avanzata angloamericana, ma anche la tanto proclamata insurrezione. In gran parte dei casi, le bande ribelli calarono sui paesi e sulle città dopo l’inizio dell’evacuazione dei reparti italo-tedeschi. Quello che avvenne dopo, nella Primavera di sangue del 1945, evidenzia il contributo della GNR al mantenimento dell’ordine pubblico durante la RSI: si impedì che lo stillicidio continuo di singoli esponenti fascisti si tramutasse in quel bagno di sangue “rigeneratore” ed epuratore di cui si facevano sostenitori quelle componenti più estremiste dei Comitati di Liberazione Nazionale. Solo dopo che si arresero volontariamente gli ultimi reparti in camicia nera iniziò quella mattanza che non ha precedenti nella storia d’Italia. In questo enorme sacrificio di sangue donato alla Patria dalla Guardia Nazionale Repubblicana vi è il significato più profondo della sua esistenza.

Brossura, 15 x 20,5 cm. pag. 408 con numerose tabelle

Stampato nel 2017 da Herald

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