1848-1849 cento svizzeri per i forti di Venezia – La ‘Compagnia cacciatori svizzeri’ alle battaglie del Risorgimento veneziano

Risorgimento Italiano

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    1848-1849 cento svizzeri per i forti di Venezia – La ‘Compagnia cacciatori svizzeri’ alle battaglie del Risorgimento veneziano

    20.00

    Tra il 22 marzo del 1848 e il 22 agosto del 1849, Venezia e la sua travagliatissima rinata Repubblica guidata da Daniele Manin diventano il luogo simbolo, in un’Italia non ancora unita, della lotta per l’indipendenza e la libertà. Corpi di eserciti regolari e truppe di volontari arrivano da ogni parte d’Italia e d’Europa per difendere la città e tra questi anche una compagnia di svizzeri arruolata rocambolescamente dalla Repubblica proprio mentre il governo federale svizzero poneva fine alla pratica del servizio militare all’estero.

    Brossura, 22 x 28 cm. pag. 102 con decine di stampe e illustrazioni b/n

    Stampato nel 2010 da Biblion

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    1866 La terza guerra d’indipendenza. La posta militare italiana

    35.00

    Il metodo di lavoro adottato dagli Autori fa ampio ricorso alla documentazione archivistica, a giornali, stampe e manifesti dell’epoca. Nella prima parte, di ben 166 pagine, è presentato il risultato di ricerche pluridecennali in vari archivi privati e pubblici e specialmente in quello Centrale dello Stato di Roma. Una documentazione esaustiva dell’attività della Posta Militare Italiana nella corso del 1866, dove viene mostrata anche la composizione di ogni ufficio di Posta Militare con i nomi dei vari impiegati e perfino gli emolumenti da loro percepiti nel corso di questa campagna militare. Nella documentazione è stato fatto ampio ricorso alla normativa postale vigente: da qui l’opportuna riproduzione di leggi, decreti, ordinanze e circolari pubblicati da varie fonti, specialmente sugli importanti e preziosi “Bullettini postali” del 1866. La seconda parte, riccamente illustrata e presentata con grafica efficace, è l’inventario, diviso per ufficio di Posta Militare, delle lettere finora rinvenute (ad aprile 2014 soltanto 680). I dati complessivi e poi quelli di ogni ufficio hanno indotto gli Autori a non assegnare punteggi o fornire valutazioni ai vari bolli di Posta Militare. Una scelta ragionata e motivata che, leggendo i numeri, anche i lettori non potranno che condividere. Ogni documento postale è studiato e descritto in ogni sua parte: affrancature, tariffe e tassazioni, provenienze e destinazioni, disinfezioni e ogni altro segno postale. A partire dalle bollature dei tanti uffici operanti nelle due distinte fasi dell’organismo postale militare, tutte riprodotte e illustrate nella loro particolarità d’uso.

    Rilegato, 21 x 30 cm. pag. 304 illustrato a colori e b/n

    Stampato nel 2015 da Associazione Italiana Collezionisti Posta Militare

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    1866. Il Veneto all’Italia

    14.00

    Federico Melotto  ( a cura di )

    I diversi saggi proposti in questo volume affrontano a tutto campo i principali nodi storici che hanno segnato il 1866, un anno fondamentale per la storia d’Italia e d’Europa. Vengono indagati i rapporti diplomatici tra l’Italia e l’Impero austriaco prima della Terza guerra d’indipendenza e poi nel corso della crisi geopolitica che portò al conflitto, che lo accompagnò nel suo svolgersi e che lo seguì. Sono approfonditi il ruolo strategico del Quadrilatero – la regione fortificata più importante d’Europa -, l’importanza della battaglia di Custoza e della sua memoria, oltre che, ovviamente, l’apporto del volontariato militare garibaldino, indagato sia a livello nazionale che locale. Infine, sono stati oggetto d’esame altri importanti temi come la gestione del dissenso all’interno della Venezia da parte della polizia austriaca e l’uso pubblico della memoria risorgimentale e dei suoi “martiri”.

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    20 settembre 1870

    18.00

    Vittorio Vidotto

    Alle 10,00 del mattino del 20 settembre 1870 i bersaglieri entrano a Roma attraverso la breccia di Porta Pia. La bandiera bianca sventola sulla cupola di San Pietro. Il papa si è arreso. Roma è italiana. Il 20 settembre 1870 non è soltanto una giornata fondamentale per l’Italia che completa la sua unità con la conquista di Roma. È anche un evento memorabile della storia mondiale perché decreta la fine del millenario potere temporale dei papi e segna l’inizio di una diversa presenza della Chiesa cattolica in Italia e nel mondo. Gli italiani si muovono dopo le sconfitte francesi nella guerra contro la Prussia. Dopo il crollo dell’impero di Napoleone III, infatti, la Francia non intende intervenire più a difesa del papa. A questo punto, ci sono le condizioni per la conquista di Roma, obiettivo finale del Risorgimento. Fino all’ultimo si cerca una soluzione pacifica. Ma Pio IX respinge le offerte italiane e acconsente alla difesa armata chiesta dai suoi soldati, pronti a battersi come nuovi crociati

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    Accadde a Solferino – Le battaglie del 24 giugno 1859 ricostruite sulla base delle fonti archivistiche comparate

    39.00

    L’Autore, con il poderoso volume che viene ora portato all’attenzione degli appassionati della materia e di tutti coloro che amano la Storia, corona decenni di ricerca approfondita su documenti inediti negli archivi militari e di Stato austriaci, francesi e sabaudi, offrendoci così un quadro vivo, nuovo e completo, e forse definitivo, del primo importante evento bellico che ha portato all’unità d’Italia. I fatti d’arme risorgimentali, sono stati troppo spesso analizzati con troppa retorica, tralasciando o, ponendo in secondo piano tavolta, gli aspetti prettamente militari, sia per quanto riguarda le tecniche adottate, sia per quanto riguarda gli armamenti utilizzati.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 576 con numerose foto e mappe b/n

    Stampato nel 2014 da Progetto 59

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    Accanto agli italiani – Carabinieri e nazione due secoli di fedeltà e servizio

    20.00

    L’Arma dei carabinieri ha sempre avuto un ruolo da protagonista in tutte le fasi della storia nazionale: dalla sua nascita, nel 1814, quando Vittorio Emanuele I, ritornato sul trono sabaudo con la Restaurazione, sentì l’esigenza di dare vita a un corpo militare che si identificasse con la monarchia garantendo ordine e sicurezza ai cittadini, sino a oggi, in cui rappresenta ancora il solo volto dello Stato nei territori più sperduti. Duecento anni di fedeltà all’Italia – come recita il motto “Nei secoli fedele” – nel segno di quella “diversità” che rende i carabinieri unici, insieme corpo combattente e corpo di polizia, e sempre presenti accanto agli italiani, dalla lotta al brigantaggio nel neonato Stato unitario al contrasto del terrorismo negli anni Settanta, dall’impegno contro la mafia e le altre forme di criminalità organizzata all’intervento in occasione di gravi calamità naturali. Nel tempo le competenze e gli ambiti d’impiego dell’Arma si sono evoluti: all’ordine pubblico e all’attività investigativa si sono affiancate la tutela della salute, la salvaguardia dell’ambiente, la difesa del patrimonio artistico, senza dimenticare il ruolo d’eccellenza svolto all’interno di missioni internazionali nei teatri di guerra del mondo.

    Rilegato, 15 x 23 cm. pag. 300

    Stampato nel 2014 da Mondadori

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    Ai confini del Regno d’Italia – Fortificazioni e Alpini nella Val di Susa di fine Ottocento

    25.00

    Questa bella pubblicazione completamente illustrata non solo da fotografie – sia originali che contemporanee -, ma anche da decine di disegni, mappe e piantine, prende in esame il quadro difensivo che era stato messo in essere nella Valle Susa in seguito alla formazione del Regno d’Italia nel 1861, alla cessione della Savoia alla Francia e all’apertura nel 1871 del traforo del Frejus. Oltre ad una serie di nuove fortificazioni, opere in quota in cui le Alpi diventarono un teatro importante, vide la luce anche la formazione di una nuova specializzazione di truppe leggere, le compagnie distrettuali alpine, che di lì a qualche anno sarebbero state chiamate più specificatamente Alpini.

    Cartonato, 21,5 x 31 cm. pag. 112 interamente illustrato con circa 270 immagini in b/n e a colori, tra cui 238 disegni e foto d’epoca

    Stampato nel 2011 dall’Associazione per gli Studi di Storia e Architettura Militare

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    Altri Risorgimenti

    22.00

    In 19 racconti ucronici una storia alternativa del Risorgimento che non ha nulla da invidiare a quella ufficiale. La storia del Risorgimento, 1841-70, trent’anni decisivi per il nostro paese, se le cose fossero andate diversamente: se Garibaldi non fosse tornato dal Sud America, se Mastai Ferreti non fosse stato eletto papa, se Pisacane avesse rinviato la sua spedizione al 1881, se Francesco II avesse accettato l’alleanza con Vittorio Emanuele II, se lo stesso si fosse trasferito in Sud America. Il volume è qualche cosa di più di una raccolta di esercizi letterari, è una sorta di memento e di occasione per riflettere su ogni piccolo accadimento sia determinante per la Storia.

    Brossura 14 x 21 cm. pag. 546 + 6 di foto b/n e colori

    Stampato nel 2011 da Bietti

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    American Legacy – La Sism ricorda Raimondo Luraghi

    25.00

    Se Piero Pieri è stato il Delbruck italiano, Raimondo Luraghi (1921-2012) e Giorgio Rochat (1936), hanno inpersonato, nella generazione successiva, le due possibili declinazioni di queasta eredità. Rochat ha declinato la storia militare all’interno della storia nazionale italiana, come pate della nostra identità politica, e in particolare di quel segmento rappresentato dalla politica militare e dalle guerre del Fascismo. Anche Luraghi ha esordito come storico politico-sociale, dedicando il suo primo lavoro sulla resistenza non agli aspetti militari, pur da lui vissuti con responsabilità di comando, ma agli scioperi torinesi. Fu però con la “storia della Guerra Civile Americana” che Luraghi dimostro le sue eccezzionali capacità si scrittore e storico militare, tanto da essere stimato moltissimo negli stessi Stati Uniti. A questo volume seguì un’altro capolavoro: Marinai del Sud sulla marina confederata e altri volumi, meno impegnativi, ma di eguale valore e interesse storico e sociale. Questo volume vuole essere un omaggio della SISM (Società Italiana di Storia Militare) presieduta dal Professor Virgilio Ilari a Raimondo Luraghi, la cui eredità più importante è stata di aver importato la lezione americana della storia militare come Krigsgeschichte. Questo è il modo in cui la storia militare viene cocepità e praticata in tutto il mondo tranne che in Italia.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 658 con circa 150 illustrazioni

    Stampato nel 2013 da Società Italiana di Storia Militare

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    An illustrated encyclopedia of military uniforms of the 19th century

    35.00

    Questa completa guida illustrata delle uniformi delle più significative guerre del diciannovesimo secolo, che mostra più di 500 immagini – tra accurati disegni e fotografie contemporanee – di abiti, armi, insegne ed equipaggiamenti, analizza come il modo di affrontare le guerre sia cambiato nello scontro tra liberalismo e conservatorismo e fra il vecchio e il nuovo ordine mondiale. Il volume si occupa della guerra di Crimea, delle guerre di unificazione della Germania e dell’Italia, delle guerra civile americana, di quelle boere e di alcune insurrezioni coloniali.

    Cartonato con sovracopertina 23,5 x 30 cm. pag. 256 interamente illustrate con disegni a colori

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2010 da Lorenz Books

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    Appunti di uniformologia – Quaderno n.5. Il Berretto nero per gli ufficiali della Fanteria in Linea e dei Granatieri (1871-1923)

    22.00

    Renato Catellani

    Le uniformi degli ufficiali del Regio Esercito, a partire dalla riforma Ricotti del 1871 fino all’introduzione del grigio-verde nel 1909, sono state dibattute poco e non sempre in modo accurato. Tra tutti gli oggetti che compongono l’uniforme, indubbiamente il copricapo è da sempre il più iconico. In particolare, il berretto comprende una quantità di elementi che permettono di identificare con precisione ruolo e posizione nella forza armata di chi lo indossa.  Questo studio approfondisce ogni aspetto del berretto di panno, un copricapo pratico e funzionale, ma così ricco di dettagli da poterlo considerare uno dei più begli oggetti dell’uniforme militare italiana di tutti i tempi. Il volume, che comprende ben 69 fotografie d’epoca originali ed inedite, decine di riproduzioni di regolamenti, foto di cimeli e dettagliate tavole a colori, prende in considerazione i berretti degli ufficiali di fanteria di linea e dei Granatieri di Sardegna.

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    Armi e nazione

    34.50

    Il volume intende approfondire un momento fondamentale per la storia dell’Italia risorgimentale, quello della costruzione di un esercito nazionale “italico” basato sulla coscrizione obbligatoria, introdotta per volontà di Napoleone Bonaparte e di Francesco Melzi d’Eril nel 1802. L’attenzione è centrata oltre che sulla costruzione dell’esercito e sui fenomeni connessi (strutturazione delle armi e dei corpi, coscrizione obbligatoria, renitenza, diserzione), sui protagonisti e sul significato che la pluriennale esperienza vissuta dalle milizie italico-napoleoniche ha avuto nel processo di formazione della coscienza nazionale e del sentimento patriottico risorgimentale. Infatti con la creazione di questo esercito (nel quale militarono, a partire dal 1797, più di 200.000 uomini, dei quali oltre la metà morti in battaglia o di malattia) si entrò in una nuova fase della moderna storia italiana, decisiva per il suo futuro corso storico.

    Brossura 15,5 x 23 cm. pag. 484

    Stampato nel 2009 da Franco Angeli

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    Atterrite queste popolazioni – La repressione del brigantaggio nel carteggio privato Sacchi-Milon 1868-1870

    16.00

    Le violenze subite dal popolo meridionale durante la repressione del brigantaggio furono delle vere atrocità. Teste mozzate infilzate sulle baionette delle carabine e tenute a spallarm come trofeo e successivamente messe nello spirito; bambini di tre e quattro anni incarcerati perché parenti di briganti; parenti di presunti briganti usati come scudo umano; uomini fucilati e legati ai pali del telegrafo. Donne, vecchi e bambini torturati ‘coi ferri ai pollici’ fino a spappolare le unghie. D’altrode il colonnello dei bersaglieri Milon stesso diceva che bisognava atterrire queste popolazioni. Queste sono alcune verità rivelate attraverso documenti inediti, scritti durante la repressione del brigantaggio e scoperti di recente negli archivi. Prefazione di Antonio Ciano.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 362 con numerose illustrazioni e documenti d’epoca b/n e inserto di 8 pagine con foto a colori

    Stampato nel 2016 da Addictions-Magenes Editoriale

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    Banditi e briganti

    18.00

    Storia di lunga durata. Storie di uomini, e di donne, molto diversi tra loro. Storie di banditi, come venivano chiamati tra il Ciquecento e il Settecento quelli che erano colpiti dal bando, cioè un decreto di espulsione dalla comunità di cui facevano parte, briganti come nell’Ottocento i francesi definivano tutti quelli che s’opponevano alla loro dominazione. Bandito e brigante non sono prodotti solo del Mezzogiorno che in tempi diversi li troviamo in Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Molise, Lazio, Veneto, monte, Toscana, Emilia-Romagna. Una lunga scia di sangue fatta di atrocità, corpi squartati, teste mozzate esposte ovunque. Crudeltà da tutte le parti. Repressione cieca, crudele, selvaggia pensa di risolvere problemi, che sono sociali e politici, facendo ricorso alle armi, al carcere, alle fucilazioni indiscriminate. Dalla Repubblica di Venezia allo Stato Pontificio, dal Regno di Napoli al neonato Regno d’Italia tutti i regnanti si comportano allo stesso modo. L’altra faccia della repressione è la scelta degli Stati di venire a patti, scendere a compromessi, di fare accordi con i malviventi. briganti c’è un’enorme letteratura. Mancava un libro che contasse il filo che lega e che separa banditi e briganti, che mostrasse le diverse componenti – politica, religiosa, sociale, culturale -, che demistificasse falsi miti come quello che i mafiosi sarebbero i figli naturali o gli eredi legittimi dei briganti.

    Brossura 17 x 21 cm. pag. 192 con molte illustrazioni a colori

    Stampato nel 2011 da Rubbettino

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    Borbonici e antiborbonici – Dal Regno di Napoli e di Sicilia all’Italia unita

    28.00

    Inoltrati nel XXI secolo, la vicenda della dinastia dei Borbone di Napoli e di Sicilia e dei loro numerosi e accaniti oppositori lancia ancora segnali interessanti. Sono lampi di luce e scorci di tenebra che giungono fino al presente. Il testo ricostruisce la storia dei regni meridionali tra il 1734 e il 1860, con un capitolo introduttivo sui primi decenni del ‘700. Il volume si chiude con un capitolo sulle regioni meridionali nel regno d’Italia e con uno sguardo sull’antifascismo liberale del primo ‘900. Lo completa un ampio dizionario dei principali personaggi.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 320

    Stampato nel 2018 da Mimesis

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    Carboneria e massoneria nel Risorgimento italiano

    28.00

    Astrarre per quanto possibile da pregiudizi e preconcetti politici, parlare con piena obiettività, fissare nel tempo avvenimenti, evitare l’oblio su nomi ed episodi meno conosciuti, sfatare leggende e correggere opinioni fallaci. Questa è la linea guida seguita da Giuseppe Leti nel tracciare la storia della carboneria e della massoneria nel Risorgimento. Attingendo a pubblicazioni ufficiose, archivi, atti processuali e carteggi privati di personaggi noti, Giuseppe Leti indaga su un fenomeno che, oggi come ieri, occupa un posto importante nella storia del nostro Paese.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 442

    Stampato da Res Gestae nel 2016

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    Caricat!

    50.00

    Questa nuova edizione, completamente rivista e aggiornata, dell’opera che vide la luce nel 1973, per celebrare i trecento anni di storia della Cavalleria italiana, e che destò un forte interesse per la dovizia di informazioni riportate e la narrazione ricca di aneddoti curiosi, è sicuramente un punto di riferimento importante per gli appassionati di Storia Militare.. La Cavalleria è stata interessata negli ultimi anni da importanti novità ordinative, addestrative e operative, come per esempio il processo di revisione che l’ha portata a comprendere nei suoi ranghi la specialità carrista come in tutti gli altri eserciti occidentali. Interessante la differenziazione della prima parte in cui lo stile e le uniformi degli uomini a cavallo sono stati brillantemente messi in valore dalle tavole a colori e la seconda in cui il compito di rendere gli attuali cromatismi – l’uniforme quotidiana è la tuta mimetica da combattimento – è stato lasciato alla fotografia.

    Cartonato con sovracopertina 21,5 x 30,5 cm. pag. 510 interamente illustrate b/n e colori

    Stampato nel 2011 dalla Rivista di Cavalleria

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    Carlo di Borbone – Re di Napoli e di Sicilia

    20.00

    Carlo di Borbone esordì come sovrano combattente, nel riuscito tentativo di fare del Regno di Napoli uno stato formalmente indipendente. Seppe poi farsi promotore della grandezza delle Due Sicilie nelle costruzioni imponenti e magnifiche, come la Reggia di Caserta e il teatro San Carlo. E come l’Albergo dei Poveri, un palazzo maestoso posto al centro della Capitale, in cui gli emarginati divengono destinatari di una solidarietà trionfante e concreta, aliena da ogni snobismo. Furono poi memorabili la sua opera di valorizzazione delle arti e l’impulso straordinario che diede alla cultura (il ‘700, fra l’altro, fu il secolo d’oro della grande Scuola Musicale Napoletana e della sensazionale operazione di riscoperta di Pompei ed Ercolano) e al prestigio del Regno. Ma il suo tempo conobbe anche l’assalto al potere dei ceti parassitari che cercarono di utilizzare la monarchia, aperta alle loro istanze, come ariete per abbattere nel minor tempo possibile le istituzioni tradizionali. In un quadro di tensioni fra spinte al cambiamento e resistenze popolari e istituzionali, Carlo III tentò ambiziose riforme, cui fu poi per lo più costretto a rinunciare. Lasciò tuttavia un’eredità di dignità e splendore. E va riconosciuto a suo grande merito il fatto che, accantonando il bagaglio ideologico ereditato dalla Francia assolutista, abbia saputo “napoletanizzarsi” entrando in sintonia con i popoli del Regno e tenendo conto delle loro istanze ed esigenze nei momenti delle scelte più difficili.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 144

    Stampato nel 2016 da Controcorrente

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    Cavalleria italiana dalle origini ai giorni nostri

    12.00

    Roberto Geminiani

    Agile collana di monografie dedicata alla storia militare, l’uniformologia, il modellismo e il wargame. Si prendono in esame avvenimenti, eserciti, personaggi, armi, battaglie e tattiche di guerra, per questa ragione ogni monografia è ampiamente illustrata con fotografie e disegni in bianco e nero e quasi sempre una sezione centrale a colori, raffigurante uniformi e distintivi. Il punto di forza della serie è che prende in esame tutti i periodi storici, così da accontentare un notevole numero di appassionati.

    Brossura 21 x 29,5 cm. pag. 48 con 92 illustrazioni b/n + 4 pag. di tavole a colori

    Stampato da Chillemi

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    Cento anni di brigantaggio nelle province meridionali d’Italia

    13.00

    Il celebre romanziere francese soggiornò a lungo a Napoli, dove fondò e diresse la testata giornalistica “L’indipendente”, dopo l’unificazione della penisola. Questo libro è un parziale compendio delle sue ricerche, delle interviste ai protagonisti superstitti, delle cronacge brigantesche alle quali dette ampio spazio nelle pagine del suo giornale. Edito nel 1863, il libro si avvale della prosa fresca dell’autore per narrare fatti d’arme, rivolgimenti politici e vicende umane e riesce a coinvolgere il lettore nella scoperta del fascino pitttoresco degli uomini alla macchia.

    Brossura 15 x 21 cm. pag. 246

    Stampato nel 2009 da Capone Editore

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    Con l’Italia mai! La storia mai raccontata dei mille del papa

    18.60

    Non erano mercenari, né ladroni, coloro che nel decennio dal 1860 al 1870 impugnarono le armi per difendere Pio IX. Erano principi, conti, marchesi, duchi, baroni. Provenivano dalla Francia e dall’Austria, dalla Germania e dalla Spagna. Li univa un forte sentimento cattolico e una discreta avversione nei confronti della nuova Italia, secondo loro in mano alla massoneria. Poi c’erano soldati di ventura olandesi e tedeschi attratti dal discreto soldo, irlandesi venuti a Roma in odio all’Inghilterra protestante, canadesi obbligati dai vescovi. Dal 1860 al 1870 costituirono il nucleo principale dell’esercito del Papa. E nell’anno di porta Pia ne arrivarono un migliaio sicuri di ripetere le prodezze di Mentana. A loro si unirono tanti emiliani, toscani, marchigiani, laziali cementati da un odio profondo per l’unità d’Italia e convinti che l’unica forma di Paese accettabile potesse coagularsi sotto l’egida del pontefice.

    Rilegato, 14 x 21 cm. pag. 320 con alcune mappe b/n

    Stampato nel 2015 da Longanesi

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    Con valore e con onore – La storia degli Italiani attraverso le medaglie e le decorazioni 1800-1945

    60.00

    Per la prima volta in un unico volume sono raccolte quasi 480 fotografie di 230 medaglie realizzate in uno dei periodi certamente più rilevanti della storia del nostro Paese. Aldo Tassini, storico appassionato e collezionista, ha ricostruito, di ogni singola medaglia, la storia, il contesto storico e le motivazioni che hanno portato alla sua realizzazione. Accanto a medaglie di straordinario valore e interesse, per la prima volta sono state catalogate anche quelle onorificenze cosiddette “minori” ma indicative dei momenti storici in cui furono prodotte. L’alta definizione di ogni immagine consente di “leggere” ogni singola medaglia rivelando aspetti unici e inediti. Di ognuna di queste onorificenze è narrata la storia a partire dai committenti sino ai destinatari finali, quasi sempre soldati che hanno combattuto nella miriade di guerre e battaglie, in Italia, in Europa e non solo, che hanno caratterizzato il periodo preso in considerazione. Un’opera di straordinario interesse che non può non appassionare gli amanti di storia militare ma anche gli storici che potranno ripercorrere attraverso questi oggetti, molti dei quali di mirabile fattura, i momenti più affascinanti e complessi non solo del nostro Paese da dell’intera Europa.

    Cartonato, 21,5 x 25,5 cm. pag. 204 interamente illustrato con circa 480 foto a colori

    Stampato nel 2011 da Gaspari

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    Confessioni di un brigante

    13.90

    Angelo Pugliese, detto anche don Peppino il lombardo, era un brigante attivo in Sicilia e venne catturato in Tunisia nel 1865. Prima di essere processato nel 1868, rese al magistrato una lunga confessione, che qui viene pubblicata integralmente e diventa un racconto avvincente di gesta brigantesche. Il documento, che fu utilizzato per il primo dei maxiprocessi di Palermo, è un quadro chiaro della genesi della mafia, della sua violenza e delle sue connivenze con la politica. L’autore, prima di lasciarci al testo della confessione, ci spiega e ci racconta con un saggio introduttivo la storia, il contesto, i personaggi. E soprattutto l’intricato reticolo tra politici, mafiosi e briganti che caratterizzò la storia e la società siciliana nell’ epoca immediatamente successiva all’Unità d’Italia.

    Brossura, 13,5 x 19 cm. pag. 171

    Stampato nel 2013 da XL Edizioni

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    Confine orientale. Italiani e slavi sull’Amarissimo dal Risorgimento all’Esodo

    16.00

    Il libro affronta la questione delle relazioni tra italiani e slavi sul confine orientale dal periodo risorgimentale sino all’Esodo giuliano-dalmata, passando per i punti cruciali del periodo tra le due guerre e l’occupazione e la repressione in Balcania. Quanto avvenuto tra guerra e dopoguerra fu solo il punto di arrivo di secoli di difficile convivenza e di scontri tra la cultura latina e quella slava, esasperato dal sorgere dell’irredentismo e del panslavismo prima, del fascismo e del comunismo poi.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 210

    Stampato nel 2020 da Eclettica

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    Corpi armati e ordine pubblico in Italia (XVI-XIX secolo)

    20.00

    Questo volume, che raccoglie i contributi presentati in un convegno/seminario internazionale, non concentra l’attenzione sulle attività di difesa dell’ordine pubblico attribuite a reparti di linea dell’esercito – compiti di polizia sono stati frequentemente attribuiti a reparti militari – intende invece indagare il mondo dei numerosi corpi armati che nelle diverse epoche si sono fatti carico di compiti di polizia. Questi corpi armati, spesso apparentementi senza tratti che li possano accumunare, vengono analizzati nelle loro caratteristiche, origini e funzioni, al fine di trovare elementi che aiutino a metterli in relazione. Quindi l’analisi è stata portata sulle truppe leggere dell’Esercito, sulle milizie civiche e territoriali, sulla gendarmeria, sugli armati di ferme e finanza, sui crocesignati, sugli esecutori di giustizia tanto dei tribunali civili quanto delle corti vescovili e baronali e, infine, su truppe irregolari assoldate da soggetti privati, mettendo in evidenza il carattere di strumenti di potere che questi corpi spesso assumevano.

    Brossura 17 x 24 cm. pag. 326

    Stampato nel 2003 da Rubbettino

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    Cucina e canti al tempo dei briganti

    12.00

    Questo libro, appartenente ad una collana che ospita saggi canonici e in controtendenza e dà voce ad episodi e personaggi locali, racconta non un’immagine bugiarda di briganti goderecci, ma quella di uomini, che coglievano alcuni piccoli piaceri che una vita grama poteva offrire loro. I briganti, quando erano braccati, non avevano tempo, ovviamente, per preparare ranci complessi, si accontentavano di mangiare pane e formaggio e uova sode, prodotti facilmente reperibili nelle campagne meridionali e che, spesso, si facevano portarenei loro nascondigli da parenti e fiancheggiatori, i famosi manutengoli. Nei luoghi di difficile accesso sia alle guardie nazionali che all’esercito, i briganti utilizzavano volentieri le risorse locali per sfamarsi, e non è da escludere che consumassero animali selvatici che oggi nessuno sisognerbbe di uccidere. Nonostante il rischio sempre incombente, vi erano, comunque, anche se raramente, grandi refezioni collettive con tanto di brigate di cucina e scalchi improvvisati ed efficienti.

    Brossura 15 x 21 cm. pag. 136 con alcune illustrazioni b/n

    Stampato nel 2011 da Capone Editore

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    Dai fanti da mar alla forza di proiezione dal mare – La Fanteria di Marina e le truppe anfibie italiane dal 1500 ai giorni nostri

    65.00

    Quest’opera raccoglie per la prima volta le vicende di tutti i Corpi italiani che dal ‘500 ai giorni nostri hanno operato sia in mare che a terra, denominati “Fanteria di Marina” o “Reparti Anfibi”: i Fanti da Mar di Venezia, il Corpo della Real Fanteria di Marina dell’esercito borbonico, il Reggimento Real Navi dell’esercito sardo, i Cacciatori del Sile che difesero Venezia (1848-1849), la Brigata Genio Lagunari, le Compagnie da sbarco della Marina, il Reggimento San Marco. Il volume parla anche della X Mas e della Divisione San Marco della RSI per giungere alla nascita e alle varie trasformazioni dei moderni corpi anfibi nazionali.

    Due volumi rilegati in cofanetto, 17,5 x 24,5 cm. complessive pag. 605 con circa 244 illustrazioni

    Stampato nel 2008 da Chiaramonte

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    Dal banditismo al brigantaggio – La resistenza allo Stato moderno nel Mezzogiorno d’Italia

    17.90

    Che cosa hanno in comune il bandito Marco Sciarra, l’insorgente Fra Diavolo o il brigante Crocco? Apparentemente niente, ma in realtà li lega un filo rosso, quello della resistenza, più o meno consapevole, da essi opposta in tempi diversi allo Stato moderno nascente o in via di affermazione. A metà strada fra l’opposizione passiva e la sollevazione popolare, il banditismo raccoglie fra i secoli XVI e XVII soldati disoccupati, disobbedienti fiscali, fuorusciti, protagonisti di conflitti tra fazioni e nobili impoveriti o preoccupati per l’invadenza statale. Vera sollevazione popolare è invece l’Insorgenza (1792-1814), cioè l’insieme delle resistenze contro la Rivoluzione e contro il regime di Napoleone Bonaparte in Italia e in Europa. Anche il brigantaggio postunitario è una realtà complessa, in cui rientrano la fedeltà dinastica e la resistenza all’invasore, l’opposizione alle caratteristiche più invadenti del nuovo Stato unitario – innanzitutto la coscrizione obbligatoria e la pesante fiscalità -, antiche tensioni sociali e l’inevitabile delinquenza comune. In questo libro Francesco Pappalardo descrive in maniera capillare, utilizzando una ricca documentazione, il panorama storico in cui nascono e si sviluppano queste realtà, soffermandosi su tanti personaggi non sempre presenti nei libri di storia: da Alfonso Piccolomini a Giulio Pezzola, dagli insorgenti meridionali – “Sciabolone”, “Francatrippa”, “Panedigrano”, “Sciarpa” – fino ai briganti…

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 210 con alcune illustrazioni a colori e b/n

    Stampato nel 2014 da D’Ettoris

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    Dalla Guardia Doganale alla Regia Guardia di Finanza. Struttura, uniformi e distintivi del corpo della Guardia di Finanza. 1862-1908

    55.00

    Primo volume di un imponente trittico sulla storia e le uniformi della Guardia di Finanza, dalla sua costituzione nel 1862 con la denominazione di “Guardia Doganale” al 1946, l’inizio della nuova Repubblica italiana. Questo primo volume prende in esame il periodo compreso tra il 1862 e il 1908. L’uniforme adottata nel 1862 per il neonato corpo delle Guardie Doganali si rifaceva a quella dei “Preposti delle Regie Dogane” del Regno di Sardegna; con il passare degli anni i fregi, i distintivi di grado e l’equipaggiamento tenderanno a rendere l’uniforme sempre più allineata a quella dei reparti alpini del Regio Esercito, specie per gli ufficiali. Nel 1907 alla R. Guardia di Finanza furono finalmente concesse le stellette metalliche a cinque punte che sancirono definitivamente lo “status” militare del Corpo. Il volume, tra l’altro, è illustrato con 79 pagine di bellissime tavole uniformologiche a colori che riproducono divise, copricapi, gradi e mostrine ed equipaggiamento vario.

    Rilegato, 24.5 x 30,5 cm. pag. 381 illustrato con decine di foto d’epoca b/n e 79 pagine di tavole a colori

    Stampato nel 2011 da Ente Editoriale Guardia di Finanza

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    Dalle sponde dell’Alto Adriatico – Vicende storiche-Il battello subacquepo-Il cantiere di Monfalcone

    24.00

    Con questo elaborato intendiamo descrivere un francobollo di storia della parte d’Italia che si trova all’estremo nord dell’Adriatico, quasi sconosciuto al resto d’Italia. Parleremo di un grande cantiere navale, di un genio progettista di sommergibili, di una popolazione poco nota, ma estremamente responsabile ed operosa, di una Regia Marina intelligente e lungimirante. È quindi indispensabile ricostruire, seppur in maniera sintetica, alcuni capitoli della nostra Storia e della storia del battello subacqueo per rendere comprensibile e logico quanto seguirà.

    Brossura, 20 x 28,5 cm. pag. 184 con varie foto b/n

    Stampato nel 2016 da Aviani & Aviani

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    Decision on the Mincio – The Battle of Solferino 1859

    59.00

    Solferino fu la più grande battaglia combattuta sul suolo italiano prima della Prima Guerra Mondiale e il culmine della campagna del 1859 nel nord Italia. In questo studio e4stremamente dettagliato l’autore, uno studioso molto srupoloso della battaglia, rivaluta le prove basate su un’enorme quantità di ricerche archivistiche originali. Invece di fare affidamento su relazioni e storie ufficiali, che erano spesso guidate politicamente, l’autore è tornato agli archivi e ha scoperto, ad esempio, il ruolo svolto dalla cavalleria e dall’artiglieria durante la campagna. Il testo è supportato da una serie di illustrazioni, mappe altamente dettagliate e ordini di battaglia.

    Brossura, 17 x 25 cm. pag. 392 con circa 60 illustrazioni e 15 mappe

    Testo in lingua inglese

    Stampato nel 2019 da Helion

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    Della guerra d insurrezione conveniente all’Italia

    7.00

    Questa breve opuscolo, pubblicato nel 1833 nel V fascicolo della Giovine Italia, rivela un mazzini meno noto: pensatore militare, pensatore della guerra rivoluzionaria. Il luogo teorico d’origine della riflessione mazziniana è l’esperienza della resistenza spagnola all’invasione napoleonica e l’esercito francese, che contava circa circa duecentocinquantamila uomini, fu battuto ndai guerriglieri che erano al massimo cinquantamila. Il contenuto dell’opuscolo poi è cristallino nella formulazione del problema: gli Austriaci sono l’ostacolo militare all’unificazione dell’Italia; la soluzione non è da meno: Solo la guerra partigiana può sconfiggere un esercito così potente, ma ci deve essere il sentimento di identità nazionale. Si tratta dunque di fare proselitismo per la causa nazionale e preparare la sola insurrezione possibile per via della sproporzione di forze ed organizzazione militare.

    Brossura 14,5 x 21,5 cm. pag. 45

    Stampato nel 2010 da Edizioni di Ar

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    Deportati – Storie di deportazione ed emigrazione politica nel Regno d’Italia

    16.00

    Il 25 agosto 1863, con la pubblicazione del Regolamento d’attuazione della legge Pica, il governo Minghetti I e il ministro dell’Interno Ubaldino Peruzzi nominarono Silvio Spaventa segretario generale, dando inizio alla deportazione dei civili dalle province del Meridione. Migliaia di persone nascoste e dimenticate, da oltre un secolo, attendono un ritorno alla luce, attendono di riavere una identità e un riconoscimento dal degrado della vita umana relegata al domicilio coatto. Migliaia di uomini negati dalla storia, nascosti e coperti da 150 anni, uomini che attendono il riscatto della dignità di esistiti. Migliaia di persone attendono, dal Purgatorio dove sono state gettate, una forma simbolica di rivalsa per la barbarie subita. Il 20 agosto 2013 la cancelliera Angela Merkel visitando l’ex campo di concentramento di Dachau, dove fra il 1933 e il 1945 vi furono internati oltre 200.000 detenuti di cui quasi un quarto morirono, ha dichiarato: “La memoria di questi destini mi riempie di profondo dolore e vergogna”. Quel sentimento civile della vergogna in senso morale che la politica italiana non ha mai avuto.

    Brossura, 16 x 22,5 cm. pag. 192 illustrato

    Stampato nel 2015 da Falco Editore

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    Diario della campagna d’indipendenza 1848/1849

    20.00

    A quasi un secolo e mezzo da quando fu scritto, un epistolario, in gran parte familiare, costituisce la trama sulla quale prendono vita i fatti d’arme del 1848-1849, che videro l’Esercito Sardo affrontare il colossale Impero Austriaco nella prima campagna per l’indipendenza nazionale. Non c’è enfasi, non c’è retorica , non ci sono parole rimbombanti: ma c’è la schietezza dei sentimenti, c’è il rispetto del popolo nei confronti dei dirigenti e nei confronti del Re; c’è il vivo senso del dovere e il rispetto per vita altrui. A dare connessione all’epistolario, a costituire il canovaccio sul quale i fatti si tessono e si svolgono, c’è il comento dell’autore del libro, ma un commento di fatti e di notizie, scritto con ogni obbiettività.

    Rilegato 17 x 24 cm. pag. 294 con alcune cartine e illustrazioni b/n

    Stampato nel 2002 da Chiaramonte

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    Dossier brigantaggio

    20.00

    In questo lavoro di ricerca l’autore analizza storicamente, approfonditamente, il prepolitico, l’identitario e l’anomalia del ribellismo antico e contemporaneo della guerra fra due mondi dal 1789, che contrappone Regno delle Due Sicilie e centralismo sabaudo giacobino, esercito piemontese e guerriglia dei briganti. L’autore cerca di superare la normalizzazione della storia che passa attraverso archivi distrutti, verità manipolate e documenti falsi, con una specie di viaggio, durante il quale ha incontrato guide, scrittori, letterati, cartografi, briganti e brigantesse, cafoni e gentiluomini, cavalieri e militari senza onore.

    Brossura 13,5 x 21 cm. pag. 388

    Stampato nel 2003 da Controcorrente

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    Dove osarono i Briganti

    16.00

    Essendo finalmente gli Archivi di Stato accessibili alle ricerche, l’autore in questo saggio risponde a molti interrogativi sui briganti negli Abruzzi. I briganti Zeppetella, Colaiuda e Viola affascinarono molto più dei loro antagonisti, perché sicuramente non furono solo alla testa di facinorosi e feroci masnade, ma furono piuttosto dei riottosi agli invasori e agli sfruttatori. Il libro porta alla luce i fatti sconosciuti di una grande storia, quella della ribellione politico-sociale del mondo dei contadini negli Abruzzi, considerati dai fratelli “liberatori” esseri inferiori, culturalmente impreparati, socialmente pericolosi. L’opera è completata dalla riproduzione di alcune immagini.

    Brossura 13,5 x 21 cm. pag. 267 + 16 di immagini b/n e colori

    Stampato nel 2004 da Controcorrente

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    Due secoli di tricolore

    27.00

    A duecento anni dall’adozione del Tricolore come simbolo dell’Unità nazionale, lo Stato Maggiore del l’Esercito ha ritenuto opportuno dedicare un’opera per commemorare la data del 7 gennaio 1797, quando il congresso cispadano innalzò il Tricolore verde, bianco e rosso a simbolo della neonata Repubblica. L’opera, dopo una sintetica descrizione delle origini e del primitivo significato della Bandiera come simbolo di Patria e di Nazione, traccia l’evoluzione del Tricolore italiano dal Risorgimen to all’attuale Bandiera repubblicana privata dello stemma sabaudo dopo il referendum del 1946.

    Rilegato, 22 x 31 cm. pag. 123 con circa 34 tra tavole a colori

    Stampato nel 1996 da Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito

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    Eserciti dei Ducati di Toscana e di Lucca

    39.00

    Il Granducato di Toscana fu uno Stato indipendente esistito dal 1569 al 1859, sotto la dinastia dei Medici prima e degli Asburgo-Lorena poi. Durante tale periodo il Granducato di Toscana riuscì a conservare la propria indipendenza e a svilupparsi fino a essere uno degli stati più prosperi e moderni in Europa. Dopo l’avventura napoleonica, il Granducato viene riassegnato agli Asburgo-Lorena con Ferdinando III prima e alla morte di questi nel 1824 da Leopoldo II, di fatto ultimo sovrano prima dell’annessione della toscana all’Italia del 1860. Il Ducato di Lucca ebbe invece vita più breve . Esso nacque nel 1815 per decisione del Congresso di Vienna che nominò duca Carlo Ludovico di Borbone, con reggenza alla madre Maria Luisa di Borbone-Spagna. Il Congresso aveva infatti di non restaurare la vecchia Repubblica di Lucca, ma di mantenere comunque in vita lo Stato affidandolo ai Borboni. Nel 1847 infine il piccolo Ducato entrerà a far parte del Granducato di Toscana

    Brossura, 20,5 x 25,5 cm. pag. 96 completamente illustrato con tavole a colori

    Stampato nel 2016 da Soldiershop

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    Eserciti e volontari della prima guerra d’indipendenza, 1848-1849 – Storia organizzazione e uniformi

    18.00

    Il libro si propone di analizzare da un punto di vista storico-militare gli eserciti regolari e le formazioni volontarie che presero parte alla Prima Guerra di Indipendenza, durante il cruciale biennio 1848-1849. Il conflitto vide la partecipazione militare di tutti i sei Stati che all’epoca esistevano in Italia: il Regno di Sardegna, il Regno delle Due Sicilie, lo Stato Pontificio, il Granducato di Toscana, il Ducato di Modena ed il Ducato di Parma. L’Italia della Restaurazione, notevolmente sottoposta in gran parte dei suoi Stati a diverse forme di controllo da parte dell’Impero austriaco, venne scossa dall’impetuoso vento rivoluzionario del 1848. Alle notizie provenienti da Vienna sia Milano che Venezia si ribellarono, irradiando la rivoluzione in tutto il Lombardo-Veneto. Carlo Alberto, sovrano del Regno di Sardegna, entrò in guerra contro gli austriaci: ben presto gli altri sovrani italiani lo seguirono, spinti dalla pressione dell’opinione pubblica. In questo libro vengono esaminate le forze militari italiane che combatterono nella Prima Guerra di Indipendenza, con l’esclusione degli eserciti del Piemonte e del Regno delle Due Sicilie, già oggetto di numerosi approfondimenti nella storiografia militare. L’attenzione è invece rivolta ai quattro Stati “minori” che presero parte alla Prima Guerra di Indipendenza: Stato Pontificio, Granducato di Toscana, Ducato di Modena e Ducato di Parma. Inoltre sono analizzate nel dettaglio le forze regolari e le unità di volontari formate dai patrioti di tutta la penisola.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 160 con varie illustrazioni b/n + 32 pagine fuori testo con tavole a colori

    Stampato nel 2017 da Goriziana

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    Exilles – Storia di una fortezza piemontese

    30.00

    Nella valle di Susa, corridoio nevralgico di transito tra Italia e Francia, l’incastellamento ha sempre disegnato presenze di tutto rilievo, dal Forte della Brunetta di Susa, alle fortezze di Moncenisio e Bardonecchia, al baluardo di Exilles. Gariglio prende in esane proprio quest’ultima, Exilles, partendo dalle lontanissime origini, passando per i secoli del tardo Medioevo, illustrando le vicende legate alla dinastia dei Savoia. Disarmato nel 1915 e dismesso dai militari durante la II G.M., il forte torna in questi anni a vita nuova, merito della Regione che a partire dagli anni ’70 ha predisposto dei piani di recupero, facendone un prezioso gioiello delle richezze storico-culturali del Piemonte. Illustrato con cartine in b/n e foto a colori.

    Rilegato, 17 x 24 cm. pag. 281 con circa 34 cartine e planimetrie b/n e 93 foto a colori

    Stampato nel 2000 da Chiaramonte

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    Fanti e briganti nel Sud dopo l’Unità

    7.20

    Una accurata ricerca nelle carte d’archivio, tra le altre quelle del Fondo G 11 dello Stato Maggiore dell’Esercito, getta una nuova luce sull’espansione del brigantaggio meridionale dopo l’Unità. Il libro, accompagnato da una radiografia culturale di comandi militari, gruppi ribelli, clero, intellighenzia, borghesia e ceti subalterni, propone con una narrazione scorrevole, avvicente e rigorosamente documentata, le vicende di quei giorni, quando, fino al 1864, Crocco, Romano, Pizzichicchio, Coppolone e altri condottieri alla macchia agirono tra Puglie e Basilicata, sostenuti dai Borbone esuli a Roma e dallo Stato pontificio. Sulle Murge la Legione Carabinieri del colonnello Sannazzaro, La Divisione Territoriale del generale Regis e la Colonna Mobile del generale Pallavicini, aiutate dalla Guardia Nazionale, contratarono duramente le bande.

    Brossura 15 x 21 cm. pag. 144

    Stampato nel 2012 da Capone Editore

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    Fascisti prima di Mussolini – Il fascismo tra storia e rivoluzione

    22.00

    Tra le caleidoscopiche immagini del fascismo, si è spesso sottovalutata l’autobiografia che il movimento mussoliniano ha voluto offrire di sé. Attraverso l’analisi dei “precursori” è invece possibile leggere in controluce quello che il fascismo ha ritenuto di incarnare e di rappresentare nella costruzione non solo di un nuovo ordine sociale, ma anche di uno stile di vita ispirato ad una peculiare visione del mondo. Durante i vent’anni del regime, il dibattito si sviluppò nella contrapposizione tra coloro che ritenevano che in queste costruzioni il fascismo si ponesse in continuità con la storia nazionale e che solo in questa continuità le realizzazioni che si compivano avrebbero avuto la solidità necessaria per durare e coloro che invece ritenevano che il fascismo dovesse presentarsi com euna rivoluzione radicale che costituiva una netta cesura con il pregresso storico della nazione. Se il fascismo non scelse chiaramente una delle due posizioni è perché era ancora alla ricerca di una propria definizione ideologica, ma le collane dedicate ai prefascisti e ai precursori, il dibattito parlamentare e persino alcune dichiarazioni dello stesso Mussolini, pur restio a riconoscere precursori per la sua creatura, lasciano propendere per la tesi della continuità. Propensione inevitabile in un movimento che considerava irrinunciabile la dimensione storica dell’individuo e dello Stato.

    Brossura 15 x 21 cm. pag. 266

    Stampato nel 2018 da Settimo Sigillo

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    Festung Trient – Le fortificazioni di Trento e il relativo periodo storico

    22.00

    Sino alle soglie della Grande Guerra la piazzaforte di Trento doveva fornire protezione alla città e al resto dell’impero meridionale e se fino ad allora la Festung Trient non ha corso pericoli lo si deve maggiormente al valore di deterrenza espresso dal campo trincerato. Se poi, nonostante fosse per gli italiani un obiettivo sostanziale, le contingenze militari e politiche abbiano contribuito a spostare il baricentro delle contese verso il settore orientale, lambendo solo marginalmente il perimetro della piazzaforte, lasciandola avulsa dai principali eventi bellici, questo va interpretato come un’accidentalità storica e difficilmente prevedibile. Questo studio, che consente di fare chiarezza conclusiva sui fatti che hanno condotto allo sviluppo della piazzaforte di Trento, si basa su una approfondita ricerca su fonti d’archivio, specie quelle pervenute da un autorevolissimo fondo finora inedito ed è completato da diverse fotografie originali, alcuni disegni al tratto e da tavole sintetiche degli armamenti dei singoli tratti in esame.

    Brossur,a 16,5 x 23,5 cm. pag. 293 con circa 110 illustrazioni e foto b/n

    Stampato nel 2011 da Gino Rossato

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    Fra servitu’ e servizio – Storia della leva in Italia dall’Unita’ alla Grande Guerra

    58.00

    La leva ha segnato la vita degli italiani. Tanto più lo ha fatto in età liberale, quando si è indissolubilmente intrecciata con fenomeni come il Risorgimento, la costruzione dello Stato e il suo rapportarsi con la Chiesa, il volontarismo, il colonialismo, le grandi migrazioni, lo sviluppo economico e urbanistico, la politicizzazione e la nazionalizzazione delle masse, la loro scolarizzazione e medicalizzazione, nonché la costruzione di nuovi modelli pedagogici e di mascolinità. Nel ricostruire norme, pratiche, discorsi e quotidianità del servizio militare fra Unità e Grande guerra questo libro indaga dunque per la prima volta la coscrizione a tutto tondo e nei suoi rapporti con analoghi istituti stranieri, facendone una chiave per ragionare sul mondo in divisa, sulle sue relazioni con la sfera civile e più in generale sulle vicende del primo cinquantennio postunitario. Perché dalla caserma alla trincea passa una parte importante della storia d’Italia.

    Brossura, 15 x 21 cm. pag. 820

    Stampato nel 2020 da Viella

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    Fulvio Izzo – Un miliziano di Sua Maestà Angelo Insogna L’’agonia d’un regno.

    25.00

    Il volume, pubblicato dalle Edizioni di Ar nella collezione ‘I Masnadieri’, comprende sia il saggio di Fulvio Izzo Un miliziano di Sua Maestà, sia lo scritto del miliziano stesso, Angelo Insogna, L’agonia d’un regno. Maria Sofia fu incendiata per tutta la vita dal dèmone della vendetta. Ferma vendetta ella voleva trarre dei piemontesi usurpatori. A ogni costo. Anche a costo di dettare l”alleanza con il nemico ideologico: con i socialisti, con gli anarchici che pur le avevano ucciso Sissi, l”amata sorella. Senza pregiudizio, con tutti i mezzi. Anche la pistola di Gaetano Bresci, cui lei armò la mano. Se il miliziano Insogna intrecciava con il nemico del nemico la trama, Maria Sofia tendeva l”orditura per incrociarvela: a formare quel tessuto, dell”’insorgimento’ dei popoli italiani meridionali contro il risorgimento savoino, che era una sorta di ”disintegrazione del sistema’ ante litteram. Lo nota con sicuro disincanto Fulvio Izzo, che nella sua opera ci restituisce, disegnandoli con rigore documentale e interpretandoli con prezioso acume, tutti i casi di quell”incomune, inaudita avventura politica.

    Brossura, 14,5 x 21,5 cm. pag. 215

    Stampato nel 2014 da Ar

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    Garibaldi – Il comandanto lo stratega il combattente

    15.00

    Giuseppe Garibaldi è una delle più eminenti figure di rivoluzionario del XIX secolo, noto anche con l’appellativo di “Eroe dei Due Mondi” per le imprese militari compiute in Sud America e in Europa. A metà Ottocento, fu alla testa di un composito gruppo di ribelli e di combattenti per la libertà nelle guerre d’Indipendenza italiane, offrendo solamente “fame, freddo, marce forzate, battaglie e morte” a coloro che decidevano di seguirlo. Dopo molti anni e qualche battuta d’arresto, i suoi sforzi portarono all’unificazione politica dell’Italia, che si completò nel 1870. Illustrato da mappe dettagliate e da un accattivante apparato iconografico, il testo esamina la vita di quest’uomo “particolare”, concentrandosi sulle campagne militari di cui fu protagonista e che modificarono il corso della storia europea.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 115 con circa 35 illustrazioni b/n, 9 illustrazioni a colori e 4 cartine

    Stampato nel 2013 da Libreria Editrice Goriziana

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    Garibaldi il primo fascista. Le radici del fascismo nel Risorgimento italiano

    22.00

    Marcello Caroti

    Chi è stato veramente Garibaldi? Era un eroe o un bandito? Cosa ha lasciato nella società e nella cultura di questo paese? Scopriamo la verità, superiamo le sciocchezze che il mito ha cumulato sull’uomo che ha contribuito in modo così incisivo alla nascita di questo paese. Scopriamo il ruolo che ha giocato la massoneria nella vita di Garibaldi e come la massoneria abbia contribuito ai suoi successi. Che rapporti ha avuto Garibaldi con la mafia? Esaminiamo le origini di questo fenomeno e vediamo come la mafia abbia partecipato alle imprese di Garibaldi. Le voci dei protagonisti e dei contemporanei di Garibaldi, danno un’immagine “diversa” dell’eroe dei due mondi.

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    Garibaldi. L’avventuriero, il massone, l’opportunista

    20.00

    Nell’Italia caricaturale che viene fuori dopo il 1860, con il suo familismo amorale e la cialtroneria che contraddistinguono i suoi protagonisti, Giuseppe Garibaldi è quello apparentemente più presentabile. Ma chi è costui? Gustavo Rinaldi lo spiega già nel titolo: un avventuriero, un massone, un opportunista. Parlano fonti insospettabili o simpatizzanti del processo unitarista (fare più grande il Piemonte e glorificare il Re sabaudo, Vittorio Emanuele II). I mille? Una banda armata al servizio del piano di conquista e di egemonia dei padroni del mondo di allora: Inghilterra, Francia e Massoneria internazionale. Sarà lo stesso Garibaldi ad ammetterlo, in visita a Londra nel 1864, al governo inglese: “Senza il vostro aiuto non avremmo deposto il Borbone… anzi, io non avrei mai potuto passare lo stretto di Messina”. Bronte? Un massacro di contadini ordinato da Garibaldi, eseguito dai garibaldini agli ordini di Nino Bixio; un crudele eccidio di gente che aveva preso sul serio il programma di distribuzione delle terre. Una rivoluzione tradita? Si dice sempre così. Continuità, trasformismo e borghesismo nelle rivoluzioni italiane. È un filo rosso che tiene i prenditori di tutti colori. Lo Statuto, la libertà, la legalità? Gli invasori garibaldini e piemontesi si appoggiarono a mafia e camorra: nasce il patto scellerato tra politica e malavita, che ancora dura.

    Brossura 15 x 21 cm. pag. 576

    Stampato nel 2011 da Controcorrente

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