Harrier – La storia le versioni e l’impiego di un aeroplano straodinario

Nico sgarlato

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    Harrier – La storia le versioni e l’impiego di un aeroplano straodinario

    16.00

    Agile illustratissima monografia dedicata alla storia operativa del caccia a decollo verticale Harrier dalle origini alle ultime versioni prodotte, con attenzione a quelli utilizzati dalla Marina Militare. L’Harrier è, senza dubbio, uno dei più affascinanti e controversi aeroplani da combattimento sviluppati dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ma bisogna tener conto di quanto siano mutati gli scenari operativi da quando è stato concepito ad oggi. Quando è nato, infatti, era in auge il concetto di caccia leggero ed un aereo subsonico, armato di due cannoni e due bombe, con poche centinaia di chilometri di raggio d’azione era lo standard (si pensi ai vari G.91, Etendard IV, Gnat, MiG-17, ecc.): l’Harrier faceva queste stesse cose e, in più, poteva volare come un elicottero e fare a meno degli aeroporti.

    Brossura, 21 x 29,5 cm. pag. 79 completamente illustrato con foto a colori e b/n e disegni tecnici

    Stampato nel 2015 da IBN

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    I carri armati leggeri italiani. Dal 1919 al 1970

    15.00

    Nico Sgarlato

    Esaminando lo sviluppo dei mezzi corazzati italiani, dai primi tentativi fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, si può dire che, tolte pochissime eccezioni, se confrontati con la produzione straniera si sarebbero dovuti classificare tutti come “leggeri”. A rientrare formalmente in questa categoria ci furono essenzialmente tre famiglie: quella del FIAT 3000, basato sulla licenza di produzione del fortunato progetto francese Renault FT, quella dei carri leggerissimi (inizialmente definiti “carri veloci”) derivati dai progetti inglesi Carden-Loyd ed il tipo universalmente noto come L.6. Questo volume esamina velocemente anche un tipo di preda bellica (il Renault R.35) e i due tipi di costruzione americana (M3/M5 ed M24) che furono utilizzati nel dopoguerra.

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    I corazzati di circostanza italiani

    14.00

    La motorizzazione delle forze armate si è affermata durante la Prima Guerra Mondiale anche se ancora durante il grande conflitto successivo, la Seconda Guerra Mondiale, vi fu un rilevante ricorso alla trazione animale e non mancò l’impiego, anche in alcuni memorabili episodi, di reparti di cavalleria. Questa trattazione, quindi, si concede la libertà di passare in rassegna i veicoli motorizzati che, per un motivo o per l’altro, si discostino dalle schede tecniche che ne riportano le caratteristiche. In qualche caso non si può parlare di “scostamenti” poiché si tratta di realizzazioni di fortuna, nate dall’abilità dei meccanici delle officine da campo, stravolgendo completamente la natura del veicolo di partenza.

    Brossura, 17 x 24 cm. pag. 92 illustrato con circa 79 foto b/n e 11 disegni tecnici

    Stampato nel 2016 da IBN

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    Il carro armato Panther

    16.00

    Nico Sgarlato – Andrea Rissone

    Progettato per contrastare il carro armato sovietico T-34, durante lo sviluppo quello che sarebbe diventato il Panzerkampfwagen Panther fu oggetto di una profonda evoluzione. Il risultato ne fece senz’altro il mezzo corazzato più moderno tra quelli in uso nella Seconda Guerra Mondiale e, infatti, fu preso a modello anche da svariati tipi postbellici. Per contro, era una macchina decisamente sofisticata e più costosa dei tipi nemici e, inoltre, richiedeva equipaggi dalla preparazione professionale elevata. In ogni caso, fu una pietra miliare nella storia mondiale dell’arma corazzata.

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