Dalla geografia sacra alla geopolitica

Daniele Perra

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    Dalla geografia sacra alla geopolitica

    16.00

    Daniele Perra

    L’obiettivo di questo lavoro, con il quale l’autore, riproponendo una nota nozione guénoniana, recupera il concetto di «geografia sacra», è innanzitutto quello di indagare la discendenza più o meno diretta tra geografia sacra e geopolitica, dove la prima sta alla seconda come, più in generale, la scienza sacra sta alla scienza profana. La ricerca condotta attraverso un lungo viaggio immaginario tra i continenti mira a riscoprire i temi sacrali della prima che, seppur celati o ignorati, rimangono intatti nella seconda.

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    Il Caucaso dall’Imam Samil a Ramzan Kadyrov

    24.00

    Daniele Perra

    Questo libro affronta la storia e la geopolitica del Caucaso russo alla luce del particolare legame che continua a tenere unite fra loro Mosca ed una regione che, in quanto “limes”, rimane sottoposta ad attacchi e tentativi di destabilizzazione. Il testo si suddivide in due parti: la prima si concentra sulla storia della regione caucasica dall’antichità fino ai nostri giorni; la seconda, invece, è dedicata alla storia ed alla geopolitica della Cecenia, alla penetrazione dell’Islam nell’area ed alla particolare relazione che esso ha instaurato con l’Adat (la legge consuetudinaria locale). Tutto ciò senza tralasciare la rilevanza geopolitica dei conflitti divampati negli anni ‘90 del secolo scorso e la ricostruzione della regione all’interno dello spazio russo.

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    Obiettivo Ucraina. Genesi storica e geopolitica dell’operazione militare speciale

    20.00

    Daniele Perra

     La storia non si riduce agli eventi degli ultimi sei mesi; la geografia non si può combattere con le sanzioni economiche. Essa, infatti, alla pari di quella politica (reale) che ritorna ciclicamente sfidando le tendenze alla sua totale neutralizzazione, è più forte dei muri e delle barriere (virtuali e non) con le quali si cerca di arginarla. La storia della Russia degli ultimi tre secoli è un continuo alternarsi di periodi di apertura e chiusura nei confronti dell’Europa occidentale. Alcuni imposti, altri voluti, altri ancora prodotto dei processi storici, tali istanti, scanditi dalla bussola delle tendenze geopolitiche, dall’eterna lotta per il controllo/contenimento della massa continentale eurasiatica tra potenze talassocratiche e potenze telluriche, non sono in alcun modo riusciti ad intaccare in modo definitivo un dato geografico-spaziale incontrovertibile: non esiste un confine tra Europa e Russia.

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    Stato e Impero da Berlino a Pechino. L’influenza del pensiero di Carl Schmitt nella Cina contemporanea

    20.00

    Daniele Perra

    La teoria del partigiano conduce al concetto del politico, ovvero alla questione concernente il vero nemico ed il nuovo nomos della terra”. Così scriveva Carl Schmitt al termine del suo celebre saggio del 1963 “Teoria del partigiano”. A distanza di oltre cinquant’anni dalla pubblicazione del testo schmittiano, Liu Xiaofeng, intellettuale riconducibile alla corrente cosiddetta “neoautoritaria”, in un articolo dall’emblematico titolo “La civiltà europea del libero spazio e la Cina moderna: una lettura moderna del Der Nomos der Erde di Carl Schmitt”, ha sostenuto la tesi che per Pechino, tentare di costruire il proprio nomos della terra, avrebbe significato ingaggiare inevitabilmente uno scontro tra le virtù tradizionali della civiltà cinese ed il sistema globale americanocentrico. Quest’opera si propone, attraverso lo studio approfondito della suddetta corrente neoautoritaria, non solo di determinare la reale influenza del pensiero schmittiano nella Cina contemporanea, ma anche di interpretare l’evoluzione della geopolitica del Dragone alla luce dei contributi dei più importanti pensatori cinesi odierni

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