Cultura fascista e razza. Una riflessione attraverso la rivista Geopolitica (1939-42)

Carlo Arrigo Pedretti

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    Cultura fascista e razza. Una riflessione attraverso la rivista Geopolitica (1939-42)

    24.00

    Carlo Arrigo Pedretti

    L’autore del presente saggio intende chiarire il rapporto fra la cultura fascista e gli atteggiamenti razzistici del regime, riservandosi la specola privilegiata della rivista “Geopolitica”, edita dal 1939 al 1942. Patrocinatore Giuseppe Bottai che, come ministro dell’Educazione Nazionale, si era posto il problema di potenziare la conoscenza di una geografia insegnata nelle scuole secondo la volontà pedagogico-nazionale. Non più sufficiente la geografia politica, troppo statica, sceglieva la formula della geopolitica, capace di contemperare ed esaltare entro una cornice epistemiologicamente nuova gli aspetti geografici, economici strategicie e politico-contemporanei. La rivista, sotto l’impulso di un intellettuale di grande caratura come Bottai, pur nella forzata acquiescenza alle leggi razziali volute da Mussolini, appare però priva degli aspetti beceri del razzismo bilogico alla tedesca.

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    Il Filosofo, il Mediterraneo e la Geoploitica. Storia e attualità sulla traccia di Aleksandr Dugin

    26.00

    Carlo Arrigo Pedretti

    Il confino talassico tra Italia e Libia costituisce, in quanto sempre ha costituito, un limes fluxus, infatti la differenza-contrapposizione tra Italia-Sicilia ed Africa, cioè quanto sta a Sud della Libia, cioè tutto il Continente nero, è più connesso con la propaggine meridionale del corno estremo occidentale dell’Eurasia di quanto non si voglia credere o ammettere. A certificarlo è la storia, con i suoi flussi e riflussi di culture-civilizzazioni, come voleva Osvald Spengler. Quel che occorre introdurre, nell’immaginario quotidiano e/o politico, è, come intende Aleksandr Dugin, la presenza di un “Soggetto Radicale” o uomo differenziato che, come jungeriano Anarca, sappia ricondurre al giusto posto i disjecta membra di identità differenziate, ma tra loro vocate alla collaborazione, per sopravvive e per meglio affermarsi sulla superficie del pianeta.

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    Richard Coudenhove-Kalergi e Benito Mussolini nella Prospettiva di Paneuropa

    24.00

    Carlo Arrigo Pedretti

    Il conte Kalergi e Mussolini: un confronto fra due approcci alla politica che, incontrandosi e collaborando, avrebbero potuto significare molto per la pace e la prosperità del Vecchio  Continente e del mondo. Kalergi rappresenta la saggezza eurasiatica che punta alla creazione di un’Europa unita, cui appare necessaria la spinta fattiva di un uomo di Stato in grado di agire senza remore parlamentari, autore di una “quasi democrazia”. Con la sua concretezza Mussolini era quel che occorreva ai sogni paneuropei, col suo passato socialista e con la progressiva costruzione di uno Stato corporativo, capace di superare la lotta di classe attraverso la concertazione tra padronato e lavoratori. Ma le visioni di simili protagonisti alla lunga si dimostrarono inconciliabili e l’Italia, ma per le scelte insipienti di Francia e Gran Bretagna, fu indotta all’alleanza con la Germania, impedendo al conte Kalergi di proseguire nella sua opera.

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