2 Agosto 1980. Orazione civile

Bologna

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    2 Agosto 1980. Orazione civile

    12.00

    2 agosto 1980, una data impressa a fuoco nella storia della Repubblica e nelle coscienze di tutti. La strage alla stazione di Bologna è la più atroce tra quelle compiute in Italia nel secondo Novecento. E a quarant’anni di distanza è ancora fortissima la sensazione – per molti la convinzione – che su quel tragico evento non sia ancora stata detta la verità. Questo monologo teatrale apre una finestra su quegli anni terribili, sulle incongruenze e sui punti oscuri della ricostruzione ufficiale. Ma soprattutto invita a riflettere sui tanti “perché?” rimasti senza risposta e sulle strade che non si sono volute percorrere. Un’orazione civile rivolta – come ha scritto qualcuno – «al diritto alla piena giustizia per i morti di Bologna e al diritto alla piena verità per una democrazia ferita».

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    Bologna: la pista israeliana

    14.00

    Luca Tadolini

    Basandosi su alcuni notevoli indizi, nonché sulle esplosive dichiarazioni di Ilich Ramírez Sánchez (Carlos) e di esponenti del mondo politico (il senatore Rino Formica) e giudiziario (il giudice Carlo Mastelloni) e considerando il contesto internazionale dell’epoca, Luca Tadolini propone per la strage di Bologna l’ipotesi di una pista israeliana, L’esplosivo trasportato da uomini di Carlos per colpire un obiettivo sionista (una scuola ebraica, secondo l’Agence Télégraphique Juive) sarebbe stato fatto “brillare” dai servizi speciali di Tel Aviv, i quali avrebbero così conseguito lo scopo di punire l’Italia, rea di non osteggiare l’attività dei gruppi palestinesi sul suo territorio.

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    Le verità negate. Bologna 2 agosto 1980

    20.00

    Riccardo Pelliccetti

    Leggendo la storia giudiziaria della strage di Bologna, così magnificamente illustrata da questo fumetto verità, si apre un mondo. Quello drammatico di una parte dello Stato che per anni ha voluto vedere solo da una parte. (…). Non abbiamo sicurezza di quello che sia successo… ma il fumetto e una grande messe di documenti, note e interviste posti al termine del libro, ci raccontano un dubbio legittimo su mandanti ed esecutori della strage e ci raccontano una granitica certezza: quelle indagini volevano un colpevole ben identificato sin da subito

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    Strage di Bologna, la sentenza Bellini. Processo ai vivi per condannare i morti.

    20.00

    Massimiliano Mazzanti

    Con la condanna in primo grado di Paolo Bellini – criminale comune e mai realmente appartenuto all’area dell’eversione di destra – si apre una nuova stagione nell’interminabile vicenda giudiziaria per la Strage di Bologna: si portano alla sbarra improbabili imputati vivi, ma per processare i morti (Gelli, D’Amato e Tedeschi) e celebrare medievali sinodi cadaverici nel tentativo di criminalizzare l’intera storia della Destra politica italiana, coinvolgendola anche nei gravi delitti di Mafia degli anni ’90. Un’oscura strategia giudiziaria e politica che punta nuovamente ad alimentare lo scontro e a inquinare i rapporti tra i poteri dello Stato. Massimiliano Mazzanti torna a occuparsi del più grave attentato compiuto negli Anni di piombo, analizzando il così detto “Processo ai mandanti” ed esaminando con attenzione le oltre 1.700 pagine della Sentenza Bellini che vorrebbe riscrivere la storia d’Italia, denunciandone le “stranezze” e le contraddizioni.

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