Meccanica delle armi corte – I sistemi di chiusura delle pistole semiautomatiche dall’Ottocento ad oggi

Attilio Selvini

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    Meccanica delle armi corte – I sistemi di chiusura delle pistole semiautomatiche dall’Ottocento ad oggi

    14.00

    Diversi fattori praticamente contemporanei, hanno causato l’enorme sviluppo delle armi da fuoco nella seconda metà del XIX secolo. La termodinamica aveva sostituito le vecchie concezioni del “flogisto” e del “calorico” e la meccanica di precisione fece il suo ingresso trionfale nell’ambito delle “macchine termobalistiche”, soprattutto nel settore di quelle azionate da sistemi parzialmente o totalmente automatici. Nei secoli immediatamente precedenti vi erano stati alcuni tentativi, attribuibili a meccanici ingegnosi: va ricordato l’orologiaio Bartolomeo Gilardoni di Cortina D’Ampezzo, che nel 1779 (poco prima della sua morte) presentò all’Imperatore d’Austria un prototipo di fucile a ripetizione (Sćiòpo a vento Gilardoni), capace di sparare 20 proiettili in pochi secondi. Qui si esaminano le sole armi corte, provviste di sistemi per la ripetizione dei colpi, sistemi anche molto diversi fra di loro, che sono giunte quasi invariate sino ai nostri giorni. Attilio Selvini, ingegnere civile e già professore di ruolo per discipline geomatiche nella Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna, poi nella Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, è stato presidente della Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia, SIFET. Conta oltre trecento pubblicazioni relative alle discipline geomatiche, fra cui trentuno libri di note Case Editrici. Nell’ambito della storia delle armi da fuoco ha circa duecento pubblicazioni su riviste del settore, italiane, tedesche e svizzere.

    Brossura, 14 x 21 cm. pag. 162 con circa 154 foto e illustrazioni b/n

    Stampato nel 2019 da Maggioli Editore

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