Sessantottismo – Radici ebraiche di una devastazione

18.00

Se mai ci fu nella storia una rivoluzione i cui obiettivi vennero per la maggior parte realizzati, questa è rappresentata dai moti studenteschi e politici che possiamo raggruppare sotto il termine “Sessantotto”, che però mostrò – ai più diffidenti ed avveduti – tutta l’eterogenesi dei suoi fini e tutto il suo fallimento politico, tanto da far sospettare che dietro ai protagonisti di quegli eventi e alle masse giovanili ci fossero una precisa volontà di destabilizzazione geopolitica ed una longa mano di persone fisiche, portatrici di un progetto di distruzione delle nazioni europee. Il presente volume non vuole tracciare la storia di quella callida “utopia”, né la parabola dell’involuzione dei suoi attori nell’individualismo di massa, nella droga, nel sesso, nel disimpegno, nel fricchettonismo, nella resa al Sistema profumatamente pagata anche con cariche istituzionali. Né vuole ricordare i gruppi “fascisti” davvero contestatori del Sistema fin dalle sue radici ideali, ridotti al silenzio dall’onnipresenza manesca del Sessantottismo, dall’infantilismo dei loro “capi”, dalla repressione politica. Il volume vuole invece mettere in evidenza chi ha illuso la disgraziata gioventù del 1968 consegnandola alla tirannia del più bieco liberalcapitalismo.

Brossura, 14 x 21 cm. pag. 210

Stampato nel 2014 da Ritter

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Descrizione

Gianantonio Valli

Se mai ci fu nella storia una rivoluzione i cui obiettivi vennero per la maggior parte realizzati, questa è rappresentata dai moti studenteschi e politici che possiamo raggruppare sotto il termine “Sessantotto”, che però mostrò – ai più diffidenti ed avveduti – tutta l’eterogenesi dei suoi fini e tutto il suo fallimento politico, tanto da far sospettare che dietro ai protagonisti di quegli eventi e alle masse giovanili ci fossero una precisa volontà di destabilizzazione geopolitica ed una longa mano di persone fisiche, portatrici di un progetto di distruzione delle nazioni europee. Il presente volume non vuole tracciare la storia di quella callida “utopia”, né la parabola dell’involuzione dei suoi attori nell’individualismo di massa, nella droga, nel sesso, nel disimpegno, nel fricchettonismo, nella resa al Sistema profumatamente pagata anche con cariche istituzionali. Né vuole ricordare i gruppi “fascisti” davvero contestatori del Sistema fin dalle sue radici ideali, ridotti al silenzio dall’onnipresenza manesca del Sessantottismo, dall’infantilismo dei loro “capi”, dalla repressione politica. Il volume vuole invece mettere in evidenza chi ha illuso la disgraziata gioventù del 1968 consegnandola alla tirannia del più bieco liberalcapitalismo.

Brossura, 14 x 21 cm. pag. 210

Stampato nel 2014 da Ritter

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